Seyla Benhabib
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Seyla Benhabib

Nuovi paradigmi democratici

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Seyla Benhabib

Nuovi paradigmi democratici

About this book

Nell'odierno scenario nordoccidentale, l'intensificazione dei processi migratori genera una drammatizzazione estrema delle reazioni di ogni singolo demos e delle risposte legislative nazionali e transnazionali. Nella proposta di Seyla Benhabib, che con tale contesto si confronta, questo saggio individua un ideale regolativo a cui conformare la progressiva riconfi gurazione di un federalismo cosmopolitico. Secondo l'autrice, il nuovo modello di democrazia deliberativa necessita di un paradigma democratico rinnovato che, fondandosi su processi di iterazione democratica e di politica giusgenerativa, tenga conto della dimensione culturale della cittadinanza, della partecipazione democratica e dell'inclusione dell'altro.

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Information

1.
Cittadinanza:
vecchie e nuove questioni

Nell’uomo, l’alterità, che egli condivide con tutte le altre cose e la distinzione, che condivide con gli esseri viventi, diventano unicità, e la pluralità umana è la paradossale pluralità di essere unici.
H. Arendt, The Human Condition

1.1. Questioni contemporanee

1.1.1. Declino dello Stato-Nazione e nuovi statuti di cittadinanza

Definita originariamente da confini geografici e da una storia comune, propria della comunità di appartenenza, la cittadinanza da saldo punto di riferimento è oggi diventata uno degli argomenti più problematici da un punto di vista sia filosofico-culturale, sia politico.
Se nel linguaggio politico il termine Nazione ha una sua specifica connotazione, perché indica non solo una comunità politica ma anche una comunità contrassegnata da una identità etnica, linguistica, culturale e storica, nello Stato moderno è stato proprio il quadro normativo e politico della cittadinanza, legata al principio di sovranità e territorialità nazionale, a permettere al legislatore di emettere leggi vincolanti25. Il concetto di cittadinanza26 – l’identità collettiva che lega tra loro gli individui all’interno del medesimo Stato – è oggi in trasformazione e il suo significato è progressivamente mutato. Yvonne M. Hébert e Lori Wilkinson osservano che la cittadinanza non indica più un concetto chiuso, ma si disarticola in una molteplicità di significati27.
Con la nascita dello Stato moderno i principi di appartenenza e cittadinanza sono considerati complementari e inscindibili perché appartenere a uno Stato implica esserne anche cittadini tanto che l’adesione a una comunità nazionale ha assicurato, come suggerisce Hannah Arendt, il “diritto ad avere diritti”28. La cittadinanza si configura come un diritto umano da rivendicare al di là delle legislazioni di ciascun paese anche se i movimenti migratori transnazionali richiedono una diversa interpretazione per tutti coloro la cui appartenenza è indefinita: «migranti senza documenti, rifugiati e richiedenti asilo le cui istanze sono ancora sotto esame»29.
È stato calcolato che se nel 1910 circa 33 milioni di persone vivevano nella condizione di immigrati in paesi diversi da quelli di origine, già nel 2000 quel numero era salito a 175 milioni. Nello stesso arco di tempo (1910-2000), la popolazione mondiale è cresciuta da 1,6 a 5,3 miliardi di persone, cioè si è triplicata […]. È sorprendente notare che l’aumento del numero di migranti tra il 1910 e il 2000 ha riguardato per oltre il 50 per cento gli ultimi trentacinque anni del XX secolo, dal 1965 al 2000: in questo periodo, 75 milioni di persone hanno attraversato i confini per stabilirsi in paesi diversi da quelli di origine (Nazioni Unite, Dipartimento degli Affari economici e sociali, 2002)30.
Tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo, il consolidamento dei diritti di cittadinanza negli Stati-Nazione31, nonché i mutati confini dopo le due guerre mondiali, hanno rafforzato la sovranità esclusiva su un territorio delimitato. Joachim Blatter ritiene che «in un mondo dove la sovranità ha un dominio assoluto, non solo ogni pezzo di terra, ma anche ogni individuo deve essere chiaramente assegnato a un particolare Stato-Nazione»32. Tuttavia la globalizzazione, nel promuovere grandi mutamenti politico-economici, fa emergere nuove arene di decisione e di potere, che minano l’autonomia dello Stato e indeboliscono i tradizionali legami di identità tra gli individui e le istituzioni.
Lo Stato moderno aveva creato un senso di appartenenza e di tutela spaziale privilegiando i propri cittadini e dotandoli di una identità che è sfociata nei nazionalismi della prima metà del Novecento. Successivamente, l’equilibrio è stato raggiunto con la legittimazione della rappresentanza grazie al voto e alla libertà di informazione e di opinione, che hanno posto vincoli giuridico-costituzionali alle decisioni dei governi. Al presente è evidente che niente è più così lineare.
«“Globali” per scelta, “locali” per necessità»33, così definisce i cittadini contemporanei Zygmunt Bauman: è entrato in crisi il senso dell’appartenenza e dell’identità nazionale; i governi si adattano a questi cambiamenti accettando, come priorità, l’espansione del commercio, una più ampia normativa fiscale e politiche macroeconomiche che offrano maggiori opportunità e si adattino a un tipo di capitale mobile; le classi dirigenti hanno assunto una mentalità, per così dire, deterritorializzata e la sicurezza interna non ha più come punto di riferimento l’integrità territoriale bensì l’economia globale34.
Una delle conseguenze è la minimizzazione delle «differenze politiche all’interno degli Stati e tra i diversi partiti politici che si contendono il potere finendo per banalizzare anche i riti elettorali»35. A fronte di tale scenario, Benhabib parla di “cittadinanza frammentata” (disaggregated citizenship)36:
in base alla misura in cui lo Stato-Nazione viene integrato all’interno di reti transnazionali e globali non può, nella realtà, mantenere le promesse fatte di un’equa distribuzione della ricchezza e della giustizia sociale senza che queste non risentano di attività più globali37.
La globalizzazione del mercato economico-finanziario, la fine dell’omogeneità culturale e i crescenti flussi globali di rifugiati hanno avviato la crisi del paradigma moderno di cittadinanza e hanno visto l’affievolirsi della distinzione tra cittadino e straniero38. I processi in atto, allora, inficiano gli stessi elementi costitutivi della cittadinanza banalizzando i principi di appartenenza, di identità e di sovranità. In Transformations of Citizenship (2002), perciò, Benhabib afferma:
concordo con i sostenitori della ‘cittadinanza deterritorializzata’ quando affermano che le ide...

Table of contents

  1. n. 25
  2. Prefazione
  3. Introduzione
  4. 1. Cittadinanza: vecchie e nuove questioni
  5. 2. L’identità culturale dell’altro
  6. 3. Nuove prospettive per la democrazia
  7. 4. Per un federalismo cosmopolitico. Problemi e prospettive
  8. APPENDICE
  9. Riferimenti bibliografici
  10. Ringraziamenti