David Gilmour & Roger Waters
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David Gilmour & Roger Waters

Le origini, i Pink Floyd, le carriere soliste

Nino Gatti, Stefano Girolami

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  1. 240 pages
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David Gilmour & Roger Waters

Le origini, i Pink Floyd, le carriere soliste

Nino Gatti, Stefano Girolami

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Il libro è un appassionante viaggio lungo le parabole di due esistenze straordinarie, i cui confi ni oggi valicano ampiamente la luminosa storia dei Pink Floyd. Una cravatta troppo stretta per Roger Waters, la cui carriera da decenni è salpata lungo approdi solitari

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Information

Publisher
Hoepli
Year
2020
ISBN
9788820397999

TEMPI

MODERNI

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Gli ultimi anni chiudono alcuni cerchi: il viaggio di Waters sulle orme del padre, il tributo di Gilmour e Mason al compianto Wright fra i solchi di The Endless River. Poi le uscite di Rattle That Lock e Is This The Life We Really Want?, con entrambi i musicisti di nuovo in tournée. La storia si dipana fino ai tempi odierni: le tematiche dell’Us+Them Tour di Roger, il ritorno di Nick Mason e le chitarre all’asta di David. Con un occhio al futuro, e a nuove pagine da scrivere.
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Con la campagna di ristampe Why Pink Floyd? del 2011, le vetrine dei negozi si ripopolano di cofanetti sfavillanti, edizioni “immersion” e nostalgiche diapositive del passato. Per scopi promozionali c’è pure Algie che torna a farsi un giretto fra le ciminiere della centrale di Battersea a Londra e alla NBC americana capita di vedere Waters che suona In The Flesh con i Foo Fighters.
Roger, intanto, sta portando avanti il suo massacrante tour di The Wall e il 14 gennaio 2012, appena prima di una serie di date australiane, convola a nozze con Laurie Durning; è il suo quarto matrimonio (divorzieranno nel 2015) e lo celebra nello stesso anno in cui perde mamma Mary. A marzo solidarizza con il collettivo punk russo delle Pussy Riot, incarcerate dopo l’esibizione improvvisata alla Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca (nel 2014 le avrebbe incontrate di persona, a New York), e nei mesi successivi alterna le date del tour con show benefici e altri eventi in favore dei reduci di guerra. Dice di avere un disco in cantiere intitolato Heartland, anche se poi rimescolerà le carte cambiando direzione. Tira dritto, invece, il 29 novembre 2012, quando tira picconate con un lungo discorso durante una seduta dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, su incarico del Russell Tribunal on Palestine. L’incipit, già da solo, promette scintille: “Sono un musicista, non un diplomatico. Non perdo tempo a occuparmi dei problemi di protocollo”. Si spende con enfasi anche durante le presidenziali americane del 2012, schierandosi pubblicamente dalla parte di Barack Obama e poi chiude l’anno con uno show (a dicembre) al Madison Square Garden di New York per le vittime dell’uragano Sandy. È in ottima compagnia: Springsteen, McCartney, Who, Rolling Stones e Clapton. Inoltre, durante il suo set di tre brani, accoglie sul palco Eddie Wedder dei Pearl Jam per cantare Comfortably Numb.
Il 2012 di Gimour è più rilassato (se non consideriamo la paura per un vecchio ordigno bellico ritrovato non lontano dalla casa di Hove, vicino a Brighton, che a maggio impone alla famiglia di alzare i tacchi per qualche ora). Dissipati i gossip che questa volta vorrebbero i Floyd alle Olimpiadi di Londra, David prosegue l’anno rilasciando un’intervista per il documentario The Story Of Wish You Were Here (partecipano anche Nick e Roger); a marzo, poi, ricorda l’amico scomparso Douglas Adams per il suo virtuale sessantesimo compleanno e il 27 aprile festeggia in musica i 50 anni di Polly in un teatro londinese, dedicandole anche la dolcissima Where We Start. L’anno successivo Roger, insieme ad altre celebrità, partecipa a un video per sostenere l’attivista americana Chelsea Manning. Poi, a settembre, è alla East Side Gallery di Berlino, per assicurarne la conservazione contro alcuni progetti di speculazione edilizia: la Gallery consiste in una porzione del muro originale, i suoi graffiti sono un memoriale internazionale dedicato alla libertà. “Di solito non sono famoso per la conservazione dei muri nel mondo” spiega, ironizzando a denti stretti. “Ma in questo caso, sono molto felice di fare un’eccezione”. Altre interviste lo vedono protagonista in TV al programma Hard Talk (in cui saluta con orgoglio il suo passato con i Floyd disquisendo anche degli anni più dolenti) e su Rolling Stone online, dove invece accenna a una lunga demo da poco conclusa. C’è del materiale insomma, anche se la strada non è ancora tracciata del tutto. E mentre (anche) Gilmour si impegna, certo in maniera meno diretta, a promuove la pace e la giustizia in Palestina aderendo alla campagna A Postcard For Palestine, musica e collaborazioni continuano a fare il loro corso: David sta confezionando in gran segreto la sorpresona del nuovo millennio, a dispetto delle voci che bisbigliano di un album solista in cantiere. Nel mentre suona sul disco Hendra di Ben Watt, ex Everything But The Girl, accompagnandolo anche dal vivo a Londra. Waters invece esegue un nuovo brano, fra gli altri, all’evento benefico Perfect Earth: risale al 2012 e si intitola If I Had Been God (futura Déjà Vu), poi riproposto il 25 settembre al Parlamento Europeo in occasione di una nuova seduta del The Bertrand Russell Tribunal On Palestine. Ad agosto scrive la canzone Crystal Clear Brooks per i bambini di Gaza e a settembre compare come autore del brano Sparrow Will Sing nel disco Give My Love To London di Marianne Faithfull.
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Le collaborazioni di Waters per Marianne Faithfull e Gilmour per Ben Watt
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20 SETTEMBRE 2012
Al servizio commemorativo per la scrittrice Cassandra Caroline Mary Jardine, presso la St. Brides Church di Londra, Gilmour suona Smile con il figlio della giornalista alle tastiere.
INVERNO 2012
Waters e l’attrice Kathleen Chalfant recitano i testi del remake di The Exonerated. A dicembre esce il documentario Who’s Ever Met Bob su Bob Dylan, con Gilmour e altri artisti.
17 SETTEMBRE 2013
In una cerimonia a Dublino, Waters e il cantante degli U2 Bono premiano Harry Belafonte e Malala Yousafzai per conto di Amnesty International.
6 SETTEMBRE 2014
Al Toronto International Film Festival viene proiettato in anteprima mondiale il film-concerto Roger Waters The Wall diretto da Waters e Sean Evans.
INVERNO 2014
The Endless River è primo in 21 Paesi. Il 13 dicembre viene demolito l’Earl’s Court di Londra e l’ultimo concerto che vi si svolge è quello dei Bombay Bicycle Club, con ospite Gilmour (non annunciato).
28 MAGGIO 2015
Mason e Waters sono al politecnico di Regent Street di Londra per la posa di una targa dedicata ai Pink Floyd.
OTTOBRE 2015
Gilmour e suo figlio Joe suonano la cover di Here, There And Everywhere dei Beatles, inclusa nel CD David Gilmour & Friends (allegato al mensile inglese Mojo).
ROGER WATERS
RITROVA SUO PADRE
C’è un viaggio che coinvolge Roger nella primavera del 2013; un ritorno alle radici che fa tappa prima in Francia, a onorare le spoglie del nonno, poi valica le Alpi e punta al cimitero inglese di Montecassino in cerca del padre. Un viaggio che è la spina dorsale del film-concerto Roger Waters, The Wall diretto da Sean Evans: “Sono qui perché ho scoperto che, con molta probabilità, è sepolto tra queste lapidi anche mio padre”, dice Roger una volta giunto a destinazione. In realtà il nome riportato sulla stele del cimitero di guerra appartiene a un omonimo del padre, del quale la famiglia ha poi rivendicato le spoglie. Eric Fletcher Waters continua così a rappresentare la figura del milite ignoto, anche se le ricerche del novantatreenne Harry Shindler (si veda il box dedicato all’argomento, nel primo capitolo di questo libro) hanno fatto luce definitivamente sul luogo esatto della tragedia. Racconta Emidio Giovannozzi, “braccio informatico” di Shindler: “Quando Harry ha ritrovato il War Diary con le coordinate precise, ha candidamente telefonato al manager di Waters per dargli la notizia, aggiungendo che nel caso ‘quel signore’ fosse stato interessato avrebbe potuto chiamarlo”. E nell’ottobre del 2013 Waters il telefono lo alza per davvero. Prosegue Emidio: “Harry mi disse: ‘Ieri mi ha telefonato questo signore qui, che fa il cantante in una band, come si chiamano… i Pink Floyd, no?’”. Roger non solo omaggia Shindler della poesia “Un solo fiume”, ma i due legano sinceramente. Intanto, a febbraio del 2014, Anzio celebra i 70 anni dallo sbarco degli Alleati: in quest’occasione conferisce la cittadinanza onoraria a Waters che, insieme a Shlinder e alle autorità, inaugura un monumento nei luoghi in cui suo padre è caduto. Un’altra stele è posta presso la scuola Carlo e Nello Rosselli di Aprilia; subito dopo Waters tiene un discorso all’Istituto Italiano di Studi Germanici (dove l’American University of Rome gli offre un dottorato honoris causa), durante il quale incoraggia gli studenti a “rendere il mondo un posto molto migliore di quello che è ora”.
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The Endless River

All’alba del 5 luglio 2014, Polly Samson pubblica un tweet che annuncia un nuovo disco dei Pink Floyd e fa sussultare le coronarie. Sbiancano sia i fan che gli organi di stampa, cadendo direttamente dal proverbiale pero. Il cicaleccio degli ultimi mesi riguardava sì un futuribile disco solista di David, ma certo non un nuovo lavoro griffato Pink Floyd. Un nome ormai relegato nel passato, si pensava, consegnato all’album dei ricordi. Solo il tempo spiegherà che per un periodo il chitarrista si è trovato a lavorare con il piede in due scarpe; da una parte impegnato nel futuro Rattle That Lock, dall’altra gravato dal malinconico ricordo di Richard Wright. Da qui la decisione di tributare l’amico scomparso un commiato in grande stile, recuperando tutte le registrazioni realizzate all’epoca di The Division Bell. C’è tanto materiale rimasto fuori da quel disco e già nel 1994 si era pensato (senza esito) di lavorare a una pubblicazione supplementare dal taglio ambient, battezzata The Big Spliff.
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Inserto pubblicitario giapponese per l’album The Endless River dei Pink Floyd
“Il disco dei Pink Floyd in uscita a ottobre si intitola The Endless River. È basato sulle session del 1994, rappresenta il canto del cigno di Rick Wright ed è bellissimo”
POLLY SAMSON (SU TWITTER)
Nel 2012 la palla passa a Phil Manzanera (coadiuvato da Andy Jackson), reclutato per immergersi in oltre 20 ore di musica fra jam session d’annata e accenni sonori registrati su vari supporti. Non solo The Big Spliff, quindi, ma tutto il materiale disponibile. Fra taglia...

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