Ipotesi su Gesù
eBook - ePub

Ipotesi su Gesù

Vittorio Messori

  1. Italian
  2. ePUB (mobile friendly)
  3. Available on iOS & Android
eBook - ePub

Ipotesi su Gesù

Vittorio Messori

Book details
Book preview
Table of contents
Citations

About This Book

Ritorna il celebre classico, tradotto in tutto il mondo, che ha mostrato come ragione, storia, esperienza confermino la Verità del Vangelo.Dal 1976 questo libro è stato continuamente ristampato e tradotto. Tanto da essere uno dei saggi più diffusi non solo in Italia (oltre un milione di copie), ma anche nel mondo intero, dove circola in una trentina di lingue. Ormai un classico, ma scritto da un autore il cui motto è: «Studiare come un buon professore e scrivere come un buon giornalista». Per questo non è stato contestato dagli studiosi razionalisti e al contempo è stato letto con passione anche da chi non abbia una particolare cultura. Il lettore è coinvolto in una ricerca appassionante che conferma i cattolici nella fede e che può fa riflettere gli increduli. Queste pagine infatti – scritte sì da un cristiano, ma convertito in età adulta dall'agnosticismo – si affidano soltanto all'evidenza dei fatti e della storia.

Frequently asked questions

How do I cancel my subscription?
Simply head over to the account section in settings and click on “Cancel Subscription” - it’s as simple as that. After you cancel, your membership will stay active for the remainder of the time you’ve paid for. Learn more here.
Can/how do I download books?
At the moment all of our mobile-responsive ePub books are available to download via the app. Most of our PDFs are also available to download and we're working on making the final remaining ones downloadable now. Learn more here.
What is the difference between the pricing plans?
Both plans give you full access to the library and all of Perlego’s features. The only differences are the price and subscription period: With the annual plan you’ll save around 30% compared to 12 months on the monthly plan.
What is Perlego?
We are an online textbook subscription service, where you can get access to an entire online library for less than the price of a single book per month. With over 1 million books across 1000+ topics, we’ve got you covered! Learn more here.
Do you support text-to-speech?
Look out for the read-aloud symbol on your next book to see if you can listen to it. The read-aloud tool reads text aloud for you, highlighting the text as it is being read. You can pause it, speed it up and slow it down. Learn more here.
Is Ipotesi su Gesù an online PDF/ePUB?
Yes, you can access Ipotesi su Gesù by Vittorio Messori in PDF and/or ePUB format, as well as other popular books in Theologie & Religion & Christliche Konfessionen. We have over one million books available in our catalogue for you to explore.

Information

Publisher
Ares
Year
2019
ISBN
9788881559084

1.

E se fosse vero?






«O Dio esiste o Dio non esiste. Per quale di queste due ipotesi volete scommettere?».
«Per nessuna delle due. La risposta giusta è non scommettere affatto».
«Vi sbagliate. Puntare è necessario, non è affatto facoltativo. Anche voi siete incastrato».
BLAISE PASCAL



Di Gesù non si parla tra persone educate.
Con il sesso, il denaro, la morte, Gesù è tra gli argomenti che mettono a disagio in una conversazione civile.
Troppi i secoli di devozionalismo. Troppe le immagini di sentimentali nazareni con i capelli biondi e gli occhi azzurri: il Signore delle signore. Troppe quelle prime comunioni presentate come «Gesù che viene nel tuo cuoricino».
Non a torto tra persone di gusto quel nome suona dolciastro. È irrimediabilmente tabù.

Ci si laurea in storia senza aver neppure sfiorato il problema dell’esistenza dell’oscuro carpentiere ebreo che ha spezzato la storia in due: prima di Cristo, dopo di Cristo.
Ci si laurea in lettere antiche sapendo tutto del mito greco-romano, studiato sui testi originali. Senza aver però mai accostato le parole greche del Nuovo Testamento.
È singolare: la misura del tempo finisce con Gesù e da lui riparte. Eppure egli sembra nascosto.
O lo si trascura o lo si dà per già noto.

Neppure preti, pope, pastori ne parlano molto. È vero: ogni domenica accennano a lui in qualche milione di prediche, omelie, sermoni. Ma sembra troppo spesso che per loro la fede in lui non costituisca un problema. Piuttosto, un dato di fatto. Si costruiscono complesse architetture sui Vangeli; ma pochi scendono con chi li ascolta in cantina per vedere se le fondamenta ci sono davvero.
Pochi cercano di saggiare se ancor oggi è solida la pietra angolare su cui appoggiano la loro fede e le loro Chiese. Nell’intera storia degli uomini, questo è il solo uomo cui sia mai stato associato senza mediazioni il nome di Dio. Ma a questo scandalo inaudito, molti devono essere abituati. Lo danno per scontato. È come se l’incenso (ha osservato un impertinente) li avesse ormai intossicati.
Dice un detto «segreto» attribuito a Gesù da un vangelo apocrifo: «Chi si stupisce, regnerà». Molti sembrano aver perduto il dono dello stupore.

Eppure, un sondaggio di opinione ha mostrato che, ogni 100 italiani, 64 considerano Gesù «il personaggio più interessante della storia». Garibaldi e Luther King, secondo e terzo in quella sorprendente classifica, seguono con grande distacco. Vengono poi Gandhi e infine Marx1.
Gli intervistati hanno detto che di Gesù vorrebbero sapere qualcosa di più e soprattutto di più attendibile. Ma non sanno dove informarsi. I giornali, la cultura laica, si occupano delle istituzioni (il Vaticano, le Chiese...) che poggiano sulla fede, ma ignorano questa. La cultura dei credenti, da parte sua, sembra preferire le variazioni ascetiche, le meditazioni spirituali su Gesù; ma così spesso, come osservammo, non ne affronta il formidabile problema storico.
«Che sia proprio il Cristo, all’interno e all’esterno della cristianità, lo sconosciuto che fa del cristianesimo stesso un noto sconosciuto?», si chiede un teologo celebre, ma non barricato nella sua facoltà.

Sembra dunque che nessuno si occupi del problema di Gesù. Ma non è vero. La bibliografia su di lui è in realtà un oceano, per giunta in continua tempesta. Nel solo XIX secolo, a lui sono stati dedicati circa 62 mila volumi. Alla Biblioteca Nazionale di Parigi, specchio della cultura occidentale, la sua «voce» è seconda per numero di schede. La prima, significativamente, è Dieu.
In realtà, da molti secoli, il dibattito storico su Gesù è la riserva di caccia, gelosamente sorvegliata, di chierici e di laici accademici, spesso a loro volta ex-chierici. Sono questi gli specialisti che hanno prodotto e producono quelle migliaia di volumi, confutandosi a vicenda in una interminabile disputa di dotti. Alla gente si lasciano i libri di devozione o qualche divulgazione non di rado addomesticata o propagandistica.
Così, molti ignorano che a proposito di Gesù tutte le ipotesi sono state fatte, tutte le obiezioni confutate, ribadite, riconfutate all’infinito. Ogni parola del Nuovo Testamento è stata passata al vaglio mille volte; tra i testi di ogni tempo e paese questo è di gran lunga il più studiato, con incredibile accanimento.
Al non specialista giunge appena qualche eco attenuata del dibattito. Dura da ormai duemila anni, ma negli ultimi tre secoli ha cambiato bersaglio. Mentre, sino al Settecento, la disputa era soprattutto interna al cristianesimo (questione di «ortodossia» e di «eresia») a partire da quel secolo nasce la critica extra-cristiana.
Le Scritture su cui si basa la fede sono contestate nella loro storicità. Si attacca ciò che sino ad allora era dato per scontato, pur nella polemica più aspra e talvolta sanguinosa: la credenza in un particolare rapporto dell’uomo Gesù con Dio; la fede in lui come il Cristo, il Messia, l’atteso di Israele.

Disputa, comunque, sempre tra pochi dotti. Scrive Jean Guitton, lo studioso francese cui (lo dicevamo) questo libro deve molto:

Il grande pubblico ne ha tratto la convinzione che il problema di Gesù sia questione di sapienti e di teologi, al di sopra della sua competenza. La difficoltà di crearsi un’opinione personale ha fatto sì che ciascuno distogliesse il pensiero dal problema. L’incredulo per conservare il suo dubbio sulla storicità del Gesù dei Vangeli. Il credente per vivere di fede. Il silenzio è tornato quindi a regnare su questo problema fondamentale.


Le pagine che seguono sono proposte da chi non ha accettato quel silenzio e si è inoltrato da bracconiere nella riserva di caccia degli specialisti.
Non sono che un «profano» che, a suo rischio e pericolo, si è azzardato nel sancta sanctorum dove si scrive in tedesco o in latino, si disputa su parole ebraiche, su lapidi aramaiche, su codici greci. Non sono un cattedratico né un ecclesiastico. Non sono che un laico.
Dietro questo libro c’è il bisogno di quel cronista che sono di raccogliere notizie innanzitutto per me, per poi offrirle ai lettori. Conosco gli stanzoni di cronaca dei quotidiani e le redazioni dei settimanali più che le aule delle università pontificie. Né vengo dal sérail, il serraglio, come lo chiamano i francesi: quello che troppo spesso è il «ghetto» anche culturale della cristianità.

Parlare di sé può essere irritante e rischioso.
Se mi ci azzardo è perché vorrei rassicurare il lettore: sono partito dal dubbio; o meglio dall’indifferenza. Come lui, come tanti, oggi. Non certo dalla fede. Sono arrivato a questi studi dopo 18 anni di agnostica scuola torinese di Stato. Nelle questioni religiose ho dovuto imparare tutto, partendo dal niente.
A scuola, gli unici preti sono stati per me quelli delle ore di religione imposte dal sistema concordatario.
Poi, improvvisa, è cominciata una caccia al tesoro, sempre più appassionante, nella Palestina del I secolo. Il primo anello della catena fu una copia dei Pensieri di Pascal, acquistata per certe ricerche marginali del corso di laurea.
A Blaise Pascal questo libro è dedicato: senza di lui non sarebbe mai stato scritto. O sarebbe stato del tutto diverso.
È dedicato anche alla schiera immensa di coloro che, nei secoli, sono andati cercando soluzione al più affascinante tra i gialli: le origini e la verità del cristianesimo.
Non occorre però la passione del genere poliziesco per essere coinvolti in questa storia. Ciascuno di noi vi è aggregato di autorità, per il fatto stesso di vivere.
«Vous êtes embarqués», anche voi siete incastrati, ricorda Pascal a chi vorrebbe eludere il problema del proprio destino.
Che lo si voglia o no, che piaccia o no, da secoli in Europa, nelle Americhe, in Oceania, in Africa, in parte dell’Asia, quelle due sillabe (Gesù) sono legate al senso del nostro futuro. Quello vero: quello eterno.
Lo ripetono, caparbi, dall’inizio dell’impero romano sino a noi, coloro che credono che quel Nome sia la risposta definitiva alle domande dell’uomo; che lo associano, addirittura, al concetto inaudito di «Figlio di Dio»; che dicono che nella sua storia noi tutti siamo, e saremo per sempre, coinvolti.

In queste pagine ho tentato di esaminare se vi siano ancora ragioni accettabili della testarda, incredibile riproposta agli uomini come loro Redentore e Rivelatore dell’oscuro israelita.
Cercherò di spiegare più avanti perché, nel bric-à-brac delle religioni del mondo, sono persuaso che proprio di lui valga innanzitutto la pena di occuparsi. Perché Gesù e non Maometto o Lao-Tse o Zarathustra.
Ho raccolto un dossier di notizie che rispondesse alle mie domande; ad alcune almeno, non certo a tutte. Domande, mi auguro, che sono anche quelle della gente che lavora. Della gente per la quale ogni giorno è un problema. E tanto spesso così assillante da non lasciare certo spazio alla ricerca di soluzioni al Problema. Quello davvero di fondo, il più «a monte» di tutti, come si ama dire.

Il Problema che sta dietro alle domande spesso irrise, quasi fossero da lasciare agli adolescenti, indegne di adulti: chi siamo?, da dove veniamo?, dove andiamo?
C’è un futuro per noi, al di là della linea di un orizzonte che cozza, ineluttabile, contro il muro della morte? O davvero, come canticchiava amaro Ettore Petrolini, non siamo che pacchi, campioni senza valore, che l’ostetrico spedisce al becchino? Al di qua dell’ostetrico e al di là del becchino, la vita è aperta su due misteri. Prima della nascita e dopo la morte, da entrambi i capi la nostra esistenza è immersa nell’ignoto. Senza dubbio nell’eterno. Eterno, il nulla da cui forse siamo venuti. Eterno, il niente nel quale forse sprofonderemo.

Non crediamo che sia in torto chi ha paragonato la nostra condizione a quella di chi si sveglia su un treno che corre nella notte. Da dove è partito quel treno su cui siamo stati caricati, non sappiamo come e perché? Dove è diretto? E perché questo treno e non un altro?
C’è chi si accontenta di esaminare il suo scompartimento, di verificare le dimensioni dei sedili, di analizzare i materiali. Per poi riaddormentarsi tranquillo: ha preso coscienza dell’ambiente che lo circonda, tanto gli basta, il resto non è affar suo. Ché, se poi l’angoscia dell’ignoto prenderà alla gola, ci sarà sempre modo di scacciarla pensando ad altro. Come esorta Carducci, «meglio oprando obliar senza indagarlo, quest’enorme mistèr dell’universo».

Io non so chi mi ha messo al mondo né che cosa è il mondo né che cosa sono io stesso. Vedo questi impressionanti spazi dell’universo che mi rinchiudono e mi trovo attaccato a un angolo ...

Table of contents