Nel mondo che brucia
eBook - ePub

Nel mondo che brucia

Ripensare il capitalismo per la sopravvivenza del pianeta

  1. English
  2. ePUB (mobile friendly)
  3. Available on iOS & Android
eBook - ePub

Nel mondo che brucia

Ripensare il capitalismo per la sopravvivenza del pianeta

About this book

Tra le grandi invenzioni dalle quali l'umanità ha tratto prosperità e benessere, il libero mercato ha senz'altro avuto un ruolo di primo piano, favorendo intraprendenza, creatività e spirito di competizione e generando innovazione e crescita. Al tempo stesso, tuttavia, il capitalismo, assecondando lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali, la sempre crescente disuguaglianza e la scarsa attenzione per i diritti e la dignità delle persone, sembra aver portato il pianeta sull'orlo di una crisi ecologica e planetaria che rischia di essere irreversibile. Come siamo arrivati a questo punto? Come possiamo evitare un disastro che molti osservatori giudicano imminente? Secondo Rebecca Henderson il problema non è il mercato, ma il mercato senza controllo, l'idea che si possa fare a meno di politiche e azioni intraprese sulla base di un impegno morale e sociale condiviso per il bene dell'intera società. Abbiamo bisogno di un sistema politico ed economico profondamente riformato che punti alla creazione di valore per tutti, indirizzando il capitale verso aziende etiche e innovative, concentrandosi sui fattori ESG (ambientali, sociali e di governance) e promuovendo tra governo e imprese una cooperazione che porti a filiere più eque e sostenibili che non mettano fuori mercato le aziende virtuose. È necessario e urgente che istituzioni, imprese e semplici cittadini lavorino fin da subito insieme per la costruzione di un futuro più responsabile.

Frequently asked questions

Yes, you can cancel anytime from the Subscription tab in your account settings on the Perlego website. Your subscription will stay active until the end of your current billing period. Learn how to cancel your subscription.
At the moment all of our mobile-responsive ePub books are available to download via the app. Most of our PDFs are also available to download and we're working on making the final remaining ones downloadable now. Learn more here.
Perlego offers two plans: Essential and Complete
  • Essential is ideal for learners and professionals who enjoy exploring a wide range of subjects. Access the Essential Library with 800,000+ trusted titles and best-sellers across business, personal growth, and the humanities. Includes unlimited reading time and Standard Read Aloud voice.
  • Complete: Perfect for advanced learners and researchers needing full, unrestricted access. Unlock 1.4M+ books across hundreds of subjects, including academic and specialized titles. The Complete Plan also includes advanced features like Premium Read Aloud and Research Assistant.
Both plans are available with monthly, semester, or annual billing cycles.
We are an online textbook subscription service, where you can get access to an entire online library for less than the price of a single book per month. With over 1 million books across 1000+ topics, we’ve got you covered! Learn more here.
Look out for the read-aloud symbol on your next book to see if you can listen to it. The read-aloud tool reads text aloud for you, highlighting the text as it is being read. You can pause it, speed it up and slow it down. Learn more here.
Yes! You can use the Perlego app on both iOS or Android devices to read anytime, anywhere — even offline. Perfect for commutes or when you’re on the go.
Please note we cannot support devices running on iOS 13 and Android 7 or earlier. Learn more about using the app.
Yes, you can access Nel mondo che brucia by Rebecca Henderson in PDF and/or ePUB format, as well as other popular books in Business & Sustainability in Business. We have over one million books available in our catalogue for you to explore.
Capitolo 1
“Quando i fatti cambiano, io cambio idea. E lei, sir?”*
Il profitto degli azionisti
come retaggio del passato
Il vero problema dell’umanità è questo: abbiamo emozioni del paleolitico,
istituzioni del medioevo e tecnologia degna degli dèi.
E.O. Wilson
Che cos’è il capitalismo? Una delle più grandi invenzioni dell’umanità e la più grande fonte di benessere mai esistita? Una minaccia che rischia di distruggere il paese e destabilizzare la società? Oppure una combinazione delle due cose, che oggi dobbiamo in qualche modo ripensare?
Ci serve un modo sistematico per riflettere su tali quesiti.
Il miglior punto di partenza sono i tre grandi interrogativi della nostra epoca, problemi che ogni giorno diventano più importanti: l’enorme inquinamento ambientale, le diseguaglianze economiche e il collasso delle istituzioni.
Il mondo brucia. L’utilizzo di combustibili fossili – la forza motrice dell’industrializzazione moderna – sta uccidendo centinaia di migliaia di persone, e allo stesso tempo sta destabilizzando il clima, rendendo acidi gli oceani e alzando il livello dei mari.1 Gran parte del suolo terrestre è deteriorato, e la domanda di acqua supera l’offerta.2 Senza intervenire, i cambiamenti climatici ridurranno il Pil, porteranno all’inondazione delle grandi città costiere, e costringeranno milioni di persone a emigrare in cerca di cibo.3 Intere specie di insetti si stanno estinguendo e nessuno sa perché o con quali conseguenze.4 Corriamo il rischio di distruggere la vivibilità degli ecosistemi dai quali dipendiamo.5
La ricchezza si accumula ai vertici. Le cinquanta persone più ricche del mondo possiedono più della metà più povera dell’umanità, e più di sei miliardi di persone vivono con meno di 16 dollari al giorno.6 Miliardi di persone non possono accedere a un’istruzione adeguata, a cure mediche e alla possibilità di trovare un lavoro dignitoso, mentre i progressi della robotica e dell’intelligenza artificiale (AI) minacciano di condannare milioni di lavoratori alla disoccupazione.7
Le istituzioni che hanno storicamente tenuto in equilibrio il mercato – famiglie, grandi comunità, la fiducia nelle tradizioni, i governi e perfino la convinzione di far parte della grande comunità degli esseri umani – stanno crollando, e vengono addirittura ridicolizzate. In molti paesi si diffonde la convinzione che il futuro dei nostri figli sarà peggiore del nostro, scatenando ondate di violenza contro le minoranze e gli immigrati che minacciano di destabilizzare i governi di tutto il mondo. Non c’è posto dove le istituzioni non siano sotto pressione. Una nuova generazione di politici autoritari sta sfruttando questa miscela tossica di rabbia e alienazione per rafforzare il proprio potere.8
Vi chiederete che cosa c’entri tutto questo col capitalismo. Il Pil mondiale non è forse quintuplicato negli ultimi cinquant’anni, mentre la popolazione raddoppiava? Il Pil pro capite non è forse attualmente oltre i 10.000 dollari, abbastanza per fornire cibo, riparo, elettricità e istruzione a ogni singola persona sul pianeta?9
E anche nel caso riteniate che le imprese debbano avere un ruolo attivo nel tentativo di affrontare questi problemi, non vi sembra comunque che si tratti intuitivamente di un’idea poco plausibile?
Nelle sale conferenze e nei corsi di MBA, viene ribadito che lo scopo primario di un’azienda è massimizzare i profitti: una verità che non ha bisogno nemmeno di essere dimostrata. Secondo molti manager, porsi obiettivi diversi vuol dire non solo rischiare di venir meno ai propri doveri di fiduciari, ma anche di perdere il lavoro. Temi come il cambiamento climatico, le diseguaglianze e il collasso delle istituzioni vengono visti come “esternalità” da affidare a governo e società civile. Di conseguenza, abbiamo creato un sistema nel quale gran parte delle aziende credono di avere il dovere morale di non fare nulla per il bene pubblico.
È una modalità di pensiero che però sta cambiando. E lo sta facendo molto in fretta.
In parte sta cambiando perché i millennial fanno pressioni affinché le aziende per le quali lavorano perseguano sostenibilità e inclusione. Quando ho lanciato il corso in MBA che sarebbe diventato “Ripensare il capitalismo”, avevo ventotto studenti. Ora sono quasi trecento, un po’ meno di un terzo del corso della Harvard Business School. Migliaia di aziende si sono impegnate a perseguire obiettivi che vadano oltre il profitto, e quasi un terzo degli asset finanziari del mondo viene gestito secondo un criterio di sostenibilità. Anche chi è in cima alla piramide sta iniziando a spingere per un cambiamento. Nel gennaio del 2018, ad esempio, Larry Fink, Ceo di Black Rock, il più grande asset manager del mondo, ha inviato una lettera ai parigrado di tutte le aziende del proprio portfolio, spiegando: “La società chiede che le aziende pubbliche e private perseguano uno scopo sociale. Per garantirsi una prosperità duratura, ogni azienda non deve limitarsi a offrire una performance finanziaria, ma anche dimostrare quale contributo positivo dà alla società. Le aziende devono portare benefici a tutti: agli azionisti, agli impiegati, ai clienti e alle comunità nelle quali operano”.10
BlackRock gestisce asset per quasi 7000 miliardi di dollari, ed è pertanto tra le più grandi shareholder nelle principali aziende quotate pubblicamente di tutto il mondo. Possiede il 4,6 per cento di Exxon, il 4,3 per cento di Apple e quasi il 7 per cento di JP Morgan Chase, la seconda banca più grande del mondo.11 Potremmo paragonare Fink che propone alle aziende di “perseguire uno scopo sociale” a Martin Lutero che inchioda le sue novantacinque tesi al portone della chiesa del castello di Wittenberg.12 La settimana dopo la pubblicazione della sua lettera, un mio amico Ceo mi ha chiesto se dicesse sul serio. Era scioccato. Aveva costruito i successi della sua lunga carriera procedendo a testa bassa e pensando a massimizzare il valore per gli azionisti. La proposta di Fink gli sembrava ridicola. Non riusciva a immaginare di staccare lo sguardo dai profitti in un mondo competitivo come il nostro.
Nell’agosto del 2019, la Business Roundtable – un’organizzazione costituita dai Ceo di alcune delle più grandi e potenti corporation americane – ha pubblicato un comunicato che ridefiniva lo scopo dell’impresa: “Promuovere un’economia al servizio di tutti gli americani”.
Centoottantuno Ceo si sono impegnati a guidare le loro aziende “per il bene di tutti gli stakeholder: clienti, impiegati, fornitori, comunità e azionisti”.13 The Council of Institutional Investors (CII), un’organizzazione di proprietari o erogatori di asset che comprende più di 135 fondi pensionistici pubblici e fondi di altro genere con 4000 miliardi di dollari in asset gestiti complessivamente, non ha apprezzato, e ha risposto con una dichiarazione che tra l’altro asseriva:
CII ritiene che consigli d’amministrazione e manager debbano concentrarsi sul valore a lungo termine per gli azionisti. Per farlo, è necessario rispettare gli stakeholder, ma anche fare in modo che la responsabilità delle scelte ricada senza dubbio sui proprietari dell’azienda. Se tutti sono chiamati a rispondere, nessuno deve farlo davvero. La BRT (Business Roundtable) ha proposto di mettere l’accento sulla governance degli stakeholder […] (1) diminuendo però i diritti degli azionisti; e (2) non proponendo alcun sistema per rendere consigli e management responsabili nei confronti di ogni altro gruppo di stakeholder.14
Uno dei più importanti financial manager in circolazione sottolinea che “il mondo ha bisogno della vostra leadership” e alcuni dei più potenti Ceo si proclamano al servizio dello “stakeholder management”, mentre numerosi imprenditori – come il mio amico Ceo (persona di enorme successo) e altri grandi investitori – pensano che stiano chiedendo l’impossibile.
Chi ha ragione? L’impresa può davvero – e sottolineo davvero – salvare un mondo che brucia?
Ho passato gli ultimi quindici anni della mia vita collaborando con aziende che cercano di risolvere i problemi ambientali e sociali su larga scala – in primo luogo per garantirsi la sopravvivenza – e mi sono convinta che l’impresa non solo ha forza e responsabilità sufficienti per contribuire a cambiare il mondo, ma anche forti incentivi economici per farlo. Il mondo sta cambiando. Le aziende che cambieranno con lui saranno abbondantemente ripagate: se non ripensiamo il capitalismo, saremo tutti molto più poveri.
Ho intrapreso questo viaggio con il giusto scetticismo britannico, ma ora sono sorprendentemente ottimista, e per ottimismo intendo: “lavorando sodo, potremmo farcela”.
Abbiamo la tecnologia e le risorse per costruire un mondo giusto e sostenibile. Farlo è nell’interesse del settore privato. Sarà difficile arricchirsi se le più g...

Table of contents

  1. Nel mondo che brucia
  2. Indice
  3. Prefazione di Vincenzo Boccia
  4. Introduzione
  5. Capitolo 1. “Quando i fatti cambiano, io cambio idea. E lei, sir?” Il profitto degli azionisti come retaggio del passato
  6. Capitolo 2. Ripensare il capitalismo in pratica Benvenuti alla conversazione più importante del mondo
  7. Capitolo 3. I vantaggi economici di un nuovo capitalismo Ridurre il rischio, aumentare la domanda, tagliare i cost
  8. Capitolo 4. Valori comuni con radici profonde Rivoluzionare l’obiettivo dell’azienda
  9. Capitolo 5. Rinnovare la finanza Come imparare ad amare il lungo termine
  10. Capitolo 6. Tra incudine e martello Imparare a cooperare
  11. Capitolo 7. Proteggere quel che ci ha reso ricchi e liberi Mercati, politica e futuro del sistema capitalista
  12. Capitolo 8. Sassolini nella valanga del cambiamento Trovare la propria strada per cambiare il mondo
  13. Ringraziamenti