CAPITOLO 1
TEORIA E CRITICA
La letteratura fantastica costituisce a oggi uno dei problemi teorici più complessi della critica letteraria. Esistono diversi tentativi di definizione, con un diverso grado di efficacia, e altrettanti tentativi di risolvere la questione come un nodo gordiano, tagliando corto e concludendo che tutta la letteratura è fantastica, o che magari nessuna parte di essa lo è. La natura della sua tematica, ovvero il soprannaturale, sembra destabilizzare ogni approccio classificatorio, facendo ondeggiare i concetti di oggettività e finzione in modo tale da coinvolgere la concezione della letteratura intera: se un racconto di fantasmi è fantastico perché tratta di qualcosa di irreale, non sarà forse irreale anche un romanzo che racconta le vicende di Zeno Cosini, personaggio mai realmente esistito e perciò altrettanto irreale?
Naturalmente, questa ambiguità ne implica molte altre. Ad esempio, il discorso si fa ancora più difficoltoso quando si tenta di analizzare delle parti specifiche della letteratura fantastica: come si può qualificare un componente di un tutto che, di per sé, sembra possedere dei confini labili e cangianti? Come si può parlare di fantasy, fantascienza, o anche di realismo magico e surrealismo? E ancora: come applicare tutte le altre etichette più recenti, come slipstream, new weird, bizarro-fiction e così via?
Questo è il problema principale che si deve affrontare cercando di definire la weird fiction. Essa, come tanti altri oggetti letterari, è un’entità di cui nessuno sembrerebbe disposto a negare l’esistenza e la specificità: il termine “weird” è associato a specifici tipi di letteratura già dal XIX secolo1, per quanto sia divenuto più noto grazie alle pubblicazioni della famosa rivista “Weird Tales”, i cui redattori si prefiggevano di ricercare “the weird, the bizarre, the unusual” nei racconti da pubblicare2; inoltre di “weird fiction” trattano i commenti e le analisi di numerosi autori, quali ad esempio H. P. Lovecraft3 e Fritz Leiber4, usualmente collegati alla letteratura fantastica e considerati scrittori di spicco in quel campo. Eppure, al contempo, riuscire a capire di che cosa si parli quando si parla di weird fiction è un’operazione quanto mai complessa, che rischia spesso di concludersi con risultati insoddisfacenti.
Che sia un genere o un modo – o anche nessuno dei due – la weird fiction rappresenta un nucleo più confuso in una questione già nebulosa come è, appunto, quella della letteratura del soprannaturale: e per trattarne la natura, in questo lavoro, ricorreremo a diversi procedimenti e assunti volti a comprendere la relazione tra la letteratura e l’idea di possibile, relazione che deve essere contestualizzata in base a fattori sociali e culturali. Soltanto così, inquadrando l’applicazione di certi stili a certi temi in certi momenti, si potrà comprendere l’importanza di questo peculiare fenomeno narrativo, un procedimento volto a testare, in narrativa, la tenuta delle categorie culturali occidentali di comprensione e fruizione del mondo.
È impossibile trattare diffusamente un argomento simile senza prima ponderare quali siano state le posizioni della teoria letteraria su un argomento tanto sfuggente quanto il soprannaturale in letteratura. Dunque procederemo passando in rassegna le posizioni critiche più rilevanti sulla letteratura del soprannaturale e sulla weird fiction, soffermandoci sulle proposte di maggior interesse.
1. Il fantastico al limite. Evoluzione della letteratura del soprannaturale
1.1 Una distinzione terminologica
Prima di procedere nella disamina delle posizioni critiche, è bene operare una differenziazione terminologica preliminare tra gli elementi di questo settore letterario.
Si deve infatti determinare quali siano le differenze tra letteratura del soprannaturale, letteratura fantastica e letteratura weird, distinzioni che approfondiremo più avanti ma che preliminarmente verranno esposte in forma compiuta, al fine di evitare confusioni.
Quando parleremo di “letteratura del soprannaturale” faremo riferimento, distinguendo tematicamente, a tutta quella narrativa che tratti ciò che, nel momento in cui è scritta, è considerato soprannaturale – cioè non naturale e fuori dall’ordine fisico della realtà.
In questo ambito non rientra ciò che è considerato invece irrazionale: se pure faremo talvolta ricorso a questo termine, con esso intenderemo ciò che non è ragionevole e logico secondo gli schemi relativi al contesto di scrittura, ma che pur è ancora possibile che accada secondo l’ordine naturale delle cose. Una scelta folle può essere irrazionale, ma non si troverà al di fuori del campo del realizzabile. Invece l’apparizione di una persona defunta è certamente soprannaturale, sebbene possa essere connotata diversamente a seconda dei contesti.
Un discorso a parte va fatto per il termine “impossibile”: sebbene infatti esso si accordi, nel nostro sistema culturale, al significato qui attribuito al termine “soprannaturale”, in alcuni contesti essi possono indicare due cose differenti. Ad esempio ciò che viene narrato nella Divina Commedia appartiene a un ordine superiore a quello naturale, ma non per questo impossibile – anzi l’aldilà che viene descritto, poteva essere considerato possibile o addirittura necessario nel sistema di credenze sociali e politiche contemporaneo a Dante. L’aldilà è al di sopra (o al di sotto, nel caso dell’Inferno) rispetto allo stato fisico naturale, ed è al contempo certo, mentre magati potrà sussistere un dubbio sulle sue effettive qualità.
Quando necessario faremo riferimento, quindi, a una distinzione tra “impossibile” e “soprannaturale”, che altrimenti per comodità useremo come sinonimi.
Con “letteratura fantastica” faremo invece riferimento a una specifica parte della letteratura del sovrannaturale, sviluppatasi perlopiù tra la fine del diciottesimo secolo e la fine del diciannovesimo, in diversi contesti culturali del mondo occidentale (soprattutto in area inglese, francese e tedesca). Questa è la letteratura analizzata da critici quali Tzvetan Todorov e Roger Caillois, caratterizzata da certe specificità legate a doppio filo a fenomeni culturali epoca di sviluppo, e principalmente alla diffusione dei principi dell’Illuminismo e alla rivoluzione industriale. Essa è caratterizzata dall’uso di topoi costanti, quali quello del fantasma, della casa stregata, del dubbio riguardo all’effettiva realtà dell’evento soprannaturale. Tra le varie proposte di definizione offerte dalla critica, la più pregnante resta quella data da Remo Ceserani, che come vedremo più avanti considera il fantastico come un “modo” basato sull’irruzione dell’impossibile in un dato “paradigma di realtà”5.
La letteratura fantastica non va intesa, ovviamente, come l’unica in grado di trattare l’impossibile; essa è parte della letteratura del soprannaturale, ma non coincide interamente con essa6 e ne costituisce una categoria secondaria.
Riguardo al fantastico tratteremo diverse posizioni critiche, ma si tenga presente sin da adesso che, nelle fasi avanzate del discorso, la considereremo come modo letterario e non come genere, e nello specifico un modo incentrato su un effetto di incertezza davanti a un tipo di soprannaturale precisamente inquadrato in un immaginario di riferimento. Spiegheremo più avanti e in varie occasioni cosa intendiamo con “modo”; per ora basti definire la letteratura fantastica come modalità letteraria sviluppatasi in precise coordinate geografiche e temporali. Un’altra categoria che utilizzeremo spesso, incrociandola con il fantastico, è quella del “gotico”. La letteratura gotica rientra in dei confini più chiaramente definiti rispetto a quelli del fantastico, e presenta delle particolarità che, ai fini del nostro discorso, la rendono utile ma difficile da maneggiare: infatti il gotico può rientrare nella letteratura del soprannaturale, ma il soprannaturale stesso non è una condizione necessaria e sufficiente all’esistenza del gotico. Vedremo più avanti in che modo questo possa interessarci.
Ultima categoria sulla quale dobbiamo operare distinzioni è quella alla base della nostra ricerca: la “weird fiction”, o “letteratura weird”, o ancora semplicemente il “weird” è un sottotipo di letteratura del soprannaturale, sviluppato tra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo; fortemente derivato da alcuni atteggiamenti narrativi di quell’epoca, tratta il soprannaturale stesso in maniera innovativa, associandolo in maniera netta al concetto di incomprensibile, ovvero l’inspiegabile che trascende le capacità di inquadramento da parte della ragione umana. Anche il weird sarà qui considerato come modo e contestualizzato storicamente; andando avanti nella sua trattazione, ne discuteremo le qualità giungendo infine a una sua definizione. Come concezione di “modo letterario” faremo perlopiù riferimento a quella proposta da Remo Ceserani: