Dalla baita al ciliegio
eBook - ePub

Dalla baita al ciliegio

La montagna nella narrativa di Mario Rigoni Stern

  1. English
  2. ePUB (mobile friendly)
  3. Available on iOS & Android
eBook - ePub

Dalla baita al ciliegio

La montagna nella narrativa di Mario Rigoni Stern

About this book

Nata dall'intreccio fra geografia, critica letteraria e narratologia, quest'opera guarda alla produzione letteraria di Mario Rigoni Stern (Asiago, 1921-2008) quale possibile osservatorio sulla montagna italiana contemporanea. Partendo dal ruolo cruciale che hanno spazi e luoghi all'interno dei racconti e dei romanzi dello scrittore vicentino, l'opera indaga il modo in cui il testo letterario dĂ  forma a quattro categorie capaci di guidare la lettura geografica dello spazio montano. Il concetto di natura, il rapporto fra memoria e nome di luogo, l'equilibrio fra spazi individuali e spazi collettivi e la mobilitĂ  di gente e merci sono le costanti narrative cui quest'opera si rivolge per sviluppare un ragionamento che parta dal testo e arrivi al mondo, per dare voce al necessario dibattito sul rapporto fra uomo e montagna e per incoraggiare una lettura complessa e mai esausta delle terre alte contemporanee.

Frequently asked questions

Yes, you can cancel anytime from the Subscription tab in your account settings on the Perlego website. Your subscription will stay active until the end of your current billing period. Learn how to cancel your subscription.
No, books cannot be downloaded as external files, such as PDFs, for use outside of Perlego. However, you can download books within the Perlego app for offline reading on mobile or tablet. Learn more here.
Perlego offers two plans: Essential and Complete
  • Essential is ideal for learners and professionals who enjoy exploring a wide range of subjects. Access the Essential Library with 800,000+ trusted titles and best-sellers across business, personal growth, and the humanities. Includes unlimited reading time and Standard Read Aloud voice.
  • Complete: Perfect for advanced learners and researchers needing full, unrestricted access. Unlock 1.4M+ books across hundreds of subjects, including academic and specialized titles. The Complete Plan also includes advanced features like Premium Read Aloud and Research Assistant.
Both plans are available with monthly, semester, or annual billing cycles.
We are an online textbook subscription service, where you can get access to an entire online library for less than the price of a single book per month. With over 1 million books across 1000+ topics, we’ve got you covered! Learn more here.
Look out for the read-aloud symbol on your next book to see if you can listen to it. The read-aloud tool reads text aloud for you, highlighting the text as it is being read. You can pause it, speed it up and slow it down. Learn more here.
Yes! You can use the Perlego app on both iOS or Android devices to read anytime, anywhere — even offline. Perfect for commutes or when you’re on the go.
Please note we cannot support devices running on iOS 13 and Android 7 or earlier. Learn more about using the app.
Yes, you can access Dalla baita al ciliegio by Sara Luchetta in PDF and/or ePUB format, as well as other popular books in Literatura & CrĂ­tica literaria. We have over one million books available in our catalogue for you to explore.

Information

1.
CILIEGI, ANIMALI, TANE: LO SPAZIO DELLA NATURA TRA DOMESTICO E SELVATICO

Mettere in relazione Mario Rigoni Stern con l’idea di natura è senza dubbio un’azione elementare, il punto di partenza e un modo condiviso per riflettere sullo scrittore e i suoi libri. La vita non umana della montagna, e non solo, ha un ruolo centrale nell’intera opera di Rigoni Stern, che ha consegnato ai lettori passati e presenti un legame indiscutibile fra la sua figura e il mondo naturale. In un certo modo, per la tradizione letteraria italiana novecentesca, Rigoni Stern è per antonomasia lo scrittore della natura. Tuttavia, la natura per lo scrittore non è semplicemente un tema, leggibile nei tanti titoli delle raccolte di racconti fatti di boschi, api, animali, arboreti. Le tante forme della vita non umana sono infatti anche un filo, una vena sotterranea, che trova uno spazio e un ruolo in tutta l’opera dello scrittore, dai racconti dedicati alla guerra alle riflessioni sulla propria terra natale. La natura, come voce conduttrice dell’esperienza umana, sfuma le fratture tematiche limando la distanza fra guerra e pace, unendo momenti di vita, esperienze e riflessioni in un unico grande filo narrativo dedicato al fragile equilibrio del rapporto umano con il mondo.
Molti, tra lettori attenti e critici letterari, hanno portato in evidenza il legame che la narrativa di Rigoni Stern intrattiene con la natura come tema, idea, forma; Mendicino parla del “senso della natura” nelle opere dello scrittore, definendo la natura come “tema irrinunciabile”1, traccia costante che stabilisce il rapporto fra lo scrittore e il mondo. Nel numero monografico della rivista “Finnegans” dedicato allo scrittore, pubblicato nel 20122, le voci di studiosi e amici si confrontano sulla vita e sull’opera di Rigoni Stern facendo continuo riferimento agli elementi della sfera naturale che, insieme all’esperienza bellica, hanno contribuito alla definizione della sua figura. Folco Portinari, introducendo una raccolta di racconti dello scrittore interamente dedicati alla guerra, sottolinea il rapporto stretto fra esperienza bellica e mondo naturale, facce indivisibili di una stessa medaglia. Alberi, animali e fiori sono allora creature fatte del “medesimo impasto”3 degli uomini. E come gli uomini, gli elementi della natura si rapportano e confliggono sulla pagina; e come la guerra, il mondo naturale è fonte dalla quale trarre conoscenza e consapevolezza.
Le continuità fra mondo naturale e vicenda umana (di cui guerra e quotidianità nella pace sono solo alcune fra le tante sfaccettature) sia nella vita che negli scritti di Rigoni Stern richiedono un’attenzione particolare e suggeriscono una domanda: che cos’è la natura per Rigoni Stern? Questo interrogativo, che probabilmente i molti lettori dello scrittore dell’Altipiano si sono posti, può essere un punto di partenza per comprendere le ragioni della presenza di alberi e animali sulla pagina narrativa, ma soprattutto per avvicinarsi all’umano che abita la stessa pagina. Partendo da questa domanda è forse possibile comprendere al meglio il rapporto fra uomo e natura nella letteratura di Rigoni Stern, finanche arrivare a riflettere – attraverso la letteratura stessa – sull’intreccio fra natura e umano dell’ambiente alpino contemporaneo. Ecco allora le ragioni di un approccio geo-letterario che guardi al testo come a un sentiero da percorrere per avvicinarsi ai nodi che il presente ci offre. Tra le sfide della contemporaneità, Rigoni Stern aveva intuito la necessità di dare voce alla natura come elemento chiave della definizione dell’essere umano in società, e delle sue azioni, nell’epoca passata e contemporanea.
Lo sguardo geografico, attento alle forme che il rapporto fra società e natura genera nello spazio quotidiano, trova fertili spunti nel modo in cui la parola letteraria dà forma a questo rapporto in romanzi e racconti. Prima però di interrogare i testi di Rigoni Stern, vale la pena prestare attenzione al modo in cui la geografia come disciplina si è rapportata alla complessità della natura come oggetto di studio nel tempo.

Geografia, natura e letteratura

Come ci ricorda Noel Castree nel libro dedicato al rapporto sfaccettato fra natura e geografia4, la parola natura ha molteplici accezioni, ed è una parola densa, complessa. La sua complessità è contenuta nella facilità e quotidianità con cui viene utilizzata in diversi contesti, e nel suo parallelo carattere elusivo. Per la filosofa Kate Soper5, la natura è un’idea che ben conosciamo, ma il cui uso e la cui varietà portano ad una costante sconfitta definitoria. Delimitare i confini della natura, come parola, oggetto e concetto è lavoro difficile, che rischia di rimanere incompiuto. La geografia, il cui sguardo sta al centro di questo libro, ha tentato nel tempo di riflettere, in maniera più o meno problematica, sulla parola e sul referente materiale (e spaziale!) cui la parola si rivolge. La geografia fisica, polo conoscitivo ed epistemologico, guarda alla natura come oggetto di studio, nella sua configurazione materiale come ambiente all’interno del quale l’essere umano si inserisce e si è inserito nel tempo. Elementi, fenomeni, processi sono al centro di un’attenzione che guarda al mondo con gli strumenti propri delle scienze dure. Ma la natura non è stata e non sarà mai un semplice oggetto di studio da avvicinare con la linearità degli approcci speculari o spettatoriali6. Castree7, infatti, con la prospettiva della geografia umana, richiama la necessità di riflettere sul carattere mediato (e mai immediato) dell’accesso al mondo naturale. Non esiste una comprensione della natura che sia disgiunta da una cornice culturale e da un sistema di significati. In poche parole, quello che noi conosciamo come natura, quello che noi classifichiamo come natura è il frutto di una continua costruzione in un preciso contesto, e questa costruzione è il risultato dell’intreccio fra materialità e significato. Nel tempo e nello spazio, società diverse hanno portato alla costruzione di nature diverse, dal punto di vista conoscitivo ma anche dal punto di vista materiale. Ogni epoca porta con sé una determinata concezione di natura, un modo per rapportarsi al mondo naturale fatto di significati e simboli. Il compito della geografia umana è dunque anche quello di esplorare le diverse interpretazioni dell’ambiente cui hanno dato vita le società, e di studiare il modo in cui gruppi sociali diversi hanno pensato la natura, rapportandovisi.
La riflessione sul carattere “costruito” della natura ha avuto grande eco negli studi geografici di matrice anglofona, all’interno dei quali è utile ricordare il già citato Noel Castree e il collega Bruce Braun, e il loro volume Social nature8. Sebbene fino a tempi recenti la dimensione sociale e la dimensione naturale del mondo siano state lette come interrelate ma distinte (con uno sguardo interessato all’influenza che la società può esercitare sulla natura, e viceversa), un nuovo approccio al rapporto fra questi campi è emerso dalla fine degli anni ‘80. In questo periodo, si propose una nuova visione della natura, e si iniziò a cercare, studiare e analizzare i modi in cui essa viene definita e costruita in diversi contesti, con particolare attenzione alle ragioni e conseguenze della sua costruzione. Castree e Braun sottolineano fin dall’inizio il carattere politico della social nature: considerare la natura come una costruzione sociale significa ri-negoziare conoscenze precedentemente fissate, e prendere in considerazione le dimensioni economiche e le relazioni di potere contenute nelle costruzioni stesse.
Alla riflessione geografica si sono intrecciate nel tempo le prospettive di altre discipline interessate alla costruzione del rapporto fra umano e non umano attraverso la definizione di ciò che è natura, e di ciò che non lo è. Antropologia, studi culturali, filosofia e sociologia hanno contribuito ad una riflessione che ha riconosciuto come cifra comune la necessità di superare alcune dicotomie che fino alla seconda metà del ‘900 avevano avuto un ruolo epistemologico fondante: natura e cultura, dimensione sociale e dimensione naturale. Il geografo Owain Jones guarda “dopo la natura”9, rifiutando l’idea di una natura come regno indipendente e separato dalla società. Gli antropologi Descola e Pálsson parlano di modelli culturali di natura10, interrogandosi sulle conseguenze del rifiuto del dualismo cultura-natura, e sulla possibilità di definire una nuova antropologia ecologica11, che di fatto tenga in considerazione i molteplici rapporti e intersezioni fra l’umano e il non umano, in diversi contesti culturali e sociali. Lungi dal negare l’esistenza di una realtà materiale, che proprio tramite la sua presenza reclama spazio e voce, l’obiettivo di geografi, sociologi, antropologi era quindi quello di rimettere in discussione un confine, un modello di lettura del mondo basato su una netta separazione fra il culturale o sociale e il naturale.
Sono tuttavia evidenti le difficoltà di questa messa in discussione. Da un lato, come ci ricorda ancora Jones12, ripensare la natura come concetto significa di riflesso anche ripensare la cultura che dal dualismo natura-cultura era emerso ed emerge. Dall’altro, l’abbandono di un modello di lettura del mondo richiede la pronta costruzione di nuove prospettive, che non lascino spazio ad una decostruzione pura (per un utile attraversamento delle diverse strategie messe in atto dagli studi geografici per riempire questo vuoto interpretativo, si veda ancora Jones13).
Fra gli approcci proposti dalla geografia umana, è interessante dare voce in questa sede ad un approccio che ha grande risonanza nella contemporaneità (non solo in geografia) e che può fungere da chiave di lettura delle geografie naturali di Mario Rigoni Stern: le more than human geographies. Attraverso la critica allo sguardo costruttivista e sociale14, dal quale emerge una natura che è il piÚ delle volte il semplice contenitore inerte di significati umani, medium malleabile della costruzione del rapporto umano con il mondo, Whatmore suggerisce di ripensare il ruolo attivo della materialità non umana nella costruzione dei significati15. Attraverso il ripensamento del non umano come attore, e non come semplice recettore, Whatmore sposta il focus da una natura costruita da uomini e donne in un determinato contesto sociale e culturale ad una natura che ha voce propria e che contribuisce a costruire, tramite la sua materialità, i significati umani ad essa legati.
La letteratura, nel bel mezzo di questo percorso di ripensamento del rapporto fra umano e non umano e della definizione di natura nella sua dimensione geografica, sembra avere una posizione privilegiata. Tramite il suo lingua...

Table of contents

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. INDICE
  5. Dedica
  6. RINGRAZIAMENTI
  7. PREFAZIONE. UNA CHIAVE PER ENTRARE NELLE MONTAGNE DI MEZZO
  8. INTRODUZIONE
  9. 1. CILIEGI, ANIMALI, TANE: LO SPAZIO DELLA NATURA TRA DOMESTICO E SELVATICO
  10. 2. TEMPI VISSUTI, TEMPI RACCONTATI: IL NOME DI LUOGO COME TRACCIA
  11. 3. RACCONTARE UNA MONTAGNA CHE SI MUOVE
  12. 4. UNA MONTAGNA DI SOGGETTI: TRA INDIVIDUO E COLLETTIVITÀ
  13. BIBLIOGRAFIA