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Coronavirus
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Nella guida speciale de Il Sole 24 Ore tutto quello che c'è da sapere sul Coronavirus, ribattezzato COVID-19 dall'Oms, e le sue conseguenze sull'economia italiana.
Lo Speciale del Sole 24 Ore dedicato all'emergenza Coronavirus vuole fornire ai lettori informazioni affidabili e complete: da come riconoscerne i sintomi alle risposte degli esperti alle domande più comuni, dalle misure intraprese dal Governo alle conseguenze sul lavoro e l'economia.
Per affrontare ragionevolmente e senza inutili paure un fenomeno che ci riguarda da vicino.
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Information
Topic
MedicineSubtopic
Epidemiology
L’IDENTIKIT
Il virus nato a Wuhan diventato in due mesi un’emergenza globale
di Marzio Bartoloni
La sua prima comparsa due mesi fa è stata a Wuhan, in Cina, metropoli da 11 milioni di abitanti, capoluogo della provincia di Hubei. L’11 gennaio la prima vittima, il 13 il primo decesso fuori dai confini. Il 30 gennaio l’Organizzazione mondiale dichiara l’emergenza globale. Si chiama coronavirus - ribattezzato Covid-19 dall’Oms - ed è al momento il nemico numero uno del pianeta. È colpa sua se nel giro di poche settimane si è scatenata un’epidemia in grado di varcare i confini nazionali e ora che è arrivata in Italia e in Europa si può trasformare in una pandemia (quando una malattia si diffonde in vaste aree del mondo). Quello che sappiamo finora del virus è che contagioso, ma nella maggior parte dei casi (80-90%) causa sintomi lievi simili all’influenza con un tasso di letalità superiore (2-3% rispetto allo 0,1%)
La diffusione
Al momento sono oltre 80mila i casi in 33 Paesi nel mondo, oltre il 95% sono stati registrati in Cina. Gli ultimi dati hanno indicato che il coronavirus continua a espandersi su scala planetaria. Anzi nei giorni scorsi i contagi registrati all’estero hanno cominciato a superare per la prima volta quelli in Cina. I decessi, verso quota 3mila, sono riconducibili soprattutto al Dragone e all’Hubei, l’epicentro dell’epidemia. Con oltre 9.000 pazienti sempre in condizioni critiche. Fuori dalla Cina ormai si contano già migliaia di casi e l’Italia nel giro di pochi giorni è diventato il focolaio più importante in Europa e il terzo Paese al mondo con più casi dopo Cina e Corea del Sud.

L’epicentro.
La prima comparsa del coronavirus Covid - 19 è a Wuhan una metropoli industriale cinese da 11 millioni di abitanti nella provincia di Hubei.
La prima comparsa del coronavirus Covid - 19 è a Wuhan una metropoli industriale cinese da 11 millioni di abitanti nella provincia di Hubei.
Le caratteristiche del virus
I coronavirus fanno parte di una vasta famiglia di virus - che derivano da quelli animali - che possono causare un raffreddore comune, una forma lieve simile all’influenza ma anche malattie più gravi come la sindrome respiratoria mediorientale (Mers) e la sindrome respiratoria acuta grave (Sars). Il virus responsabile dell’epidemia in corso è un nuovo ceppo di coronavirus mai identificato in precedenza nell’uomo.I pazienti presentano una vasta gamma di sintomi: febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratorie. Le informazioni finora disponibili suggeriscono che il virus possa causare sia una forma lieve, simil-influenzale, che una forma più grave di malattia come polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino morte.

Cambiano i comportamenti
Dopo la definizione delle zone rosse nel Lodigiano e le ordinanze della Regione a Milano sono aumentati i cittadini che fanno uso delle mascherine
Dopo la definizione delle zone rosse nel Lodigiano e le ordinanze della Regione a Milano sono aumentati i cittadini che fanno uso delle mascherine
Le conseguenze sui pazienti
Diversi esperti e virologi hanno cercato di spiegare quali sono i principali effetti del virus. «Su 100 persone malate, 80 guariscono spontaneamente, 15 hanno problemi seri ma gestibili in ambiente sanitario, solo nel 5% comporta il ricovero in rianimazione», ha ricordato più volte Walter Ricciardi dell’Oms e membro della task force del ministero della Salute sull’emergenza coronavirus. Effetti che sono stati riepilogati da Giovanni Maga, direttore Cnr-Igm, Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche: «L’infezione, dai dati epidemiologici oggi disponibili, causa sintomi lievi e moderati, una specie di influenza, nell’80-90% dei casi». «Nel 10-15% - spiega il ricercatore del Cnr - può svilupparsi una polmonite, il cui decorso è però benigno in assoluta maggioranza». Non sempre però, perché secondo i dati disponibili finora si calcola anche che « il 4% dei pazienti richieda ricovero in terapia intensiva». Questi gli effetti nel complesso. Ma le conseguenze variano a seconda del paziente: «Il rischio di gravi complicanze aumenta con l’età, e le persone sopra 65 anni o con patologie preesistenti o immunodepresse - sottolinea ancora Giovanni Maga - sono ovviamente più a rischio, così come lo sarebbero per l’influenza».
Complicanze e letalità
Al momento tutte le stime sono provvisorie, ma una prima base di dati può aiutare a tracciare un identikit del coronavirus. Lo studio più completo al momento è stato effettuato dal Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie della Cina e pubblicato dalla rivista scientifica Jama, lo scorso 24 febbraio. Dallo studio che si basa sull’analisi di 72.314 casi registrati in Cina fino all’11 febbraio emerge che la maggior parte dei pazienti hanno tra i 30 e i 79 anni, il 3% sono adulti oltre gli 80 anni, mentre i bambini tra 0 e nove anni e i giovani tra 10 e 19 anni rappresentano entrambi l’1% dei casi totali. La maggior parte dei casi, l’81%, è stata considerata come lieve. Il 14% dei casi ha invece sviluppato una forma severa dell’infezione e il 5% dei casi era critico, con insufficienza respiratoria, shock settico e disfunzione multiorgano.
Il tasso di letalità, quindi la percentuale di morti rispetto ai casi registrati, è del 2,3%. Una percentuale che viene però considerata sovrastimata poiché non prende in considerazione tutti i casi asintomatici o comunque non confermati da una diagnosi. Il calcolo della percentuale del rischio di morte se infettati da Covid-19 evidenzia che al primo posto con il 14,8% di rischio c’è la fascia degli ultraottantenni, percentuale che scende all’8% tra i 70 e i 79 anni per poi crollare, sempre come percentuale di rischio di mortalità, al 3,6% tra i 60 e i 69 anni, all’1,3% tra i 50 e i 59 anni per arrivare a zero vittime nella fascia tra 0 e 9 anni. La mortalità è stata anche particolarmente elevata in pazienti con altre patologie: del 10,5% in persone affette da malattie cardiovascolari, del 7,3% in persone con diabete e del 6,% circa sia tra le persone affette da malattie croniche respiratorie sia per le persone con ipertensione, del 5,6% nei casi di cancro.
I primi casi di mortalità in Italia sembrano al momento confermare queste percentuali, tra l’altro da noi ci sono più over 65 che in Cina: «In Italia c’è una popolazione anziana e si spiegano così i tassi di mortalità del 2-3%», ha detto Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità.
Quindi, anche se chiunque può essere colpito dal virus, come ricorda l’Oms, gli anziani e le persone colpite da altre patologie severe, e in particolare diabete e malattie cardiovascolari, sembrano essere più vulnerabili e suscettibili di sviluppare una forma grave di infezione.
Coronavirus, Sars e influenza
Anche se fare un confronto effettivo sui tassi di letalità è prematuro i primi numeri sul coronavirus ci restituiscono una certezza. E cioè che si tratta di un virus molto meno letale degli altri coronavirus circolati negli ultimi anni.
La Mers, l’epidemia del coronavirus “mediorientale”, in tutto ha registrato 2494 casi con 858 morti, con un tasso di letalità del 34,4%. La più nota epidemia Sars in due anni ha fatto 8096 casi con 774 morti, con un tasso di letalità del 9,6%. Il virus Ebola, la cui epidemia in corso in Congo è tutt’ora un’emergenza internazionale di salute pubblica dell’Oms, ha un tasso di letalità stimato intorno al 50%. E l’influenza stagionale? La letalità stimata per l’influenza stagionale è inferiore all’uno per mille - tra lo 0,1% e lo 0,2% - con circa 8mila morti l’anno (50mila in Europa). Per quest’anno in Italia sono attesi 7 milioni di casi di infezione.
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I DATI CINESI
Su oltre 72mila casi registrati in Cina l’81% ha sviluppato una forma lieve di influenza, il 14% una grave infiammazione, il 5% era in condizioni critiche
Su oltre 72mila casi registrati in Cina l’81% ha sviluppato una forma lieve di influenza, il 14% una grave infiammazione, il 5% era in condizioni critiche
IL MONITORAGGIO
Come si arriva alla diagnosi di conferma del contagio
di Ernesto Diffidenti
Il nome, prima di tutto. La malattia, più nota come coronavirus, è stata battezzata ufficialmente dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Covid- 19 (dove “CO” sta per corona, “VI” per virus, “D” per disease e “19” indica l’anno in cui si è manifestata). D’altra parte esistono delle precise linee guida da seguire nella scelta del nome, un vero e proprio “galateo scientifico”, che ritiene fondamentale evitare riferimenti a luoghi, animali, individui o gruppi di persone, optando per un nome facilmente pronunciabile e che abbia una relazione con la malattia. Via dunque qualsiasi riferimento alla Cina o, addirittura, a Wuhan epicentro della malattia.
È stato il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, il 30 gennaio, a dichiarare l’epidemia di Covid-19 un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale. Il virus, infatti, anche se continua ad interessare principalmente la Cina, si è ormai diffuso in tutti i continenti e, in Europa, è l’Italia il paese più colpito. E anche se negli ultimi giorni si osserva un leggera flessione nella curva epidemica relativa ai casi confermati in Cina, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), non esclude che il numero dei casi individuati in Europa possa aumentare rapidamente nei prossimi giorni e settimane, inizialmente con trasmissione locale sostenuta localizzata, e, qualora le misure di contenimento non risultassero sufficienti, poi diffusa con una crescente pressione sul sistema sanitario.
Ma quali sono le misure di contenimento da seguire? Sull’onda della diffusione del virus è stato proprio l’Oms a pubblicare le linee guida che traccia l’identikit dei casi positivi o sospetti e indica le misure da adottare per evitare la diffusione del contagio.
Il caso sospetto
È un “caso sospetto” il paziente con grave infezione respiratoria acuta (febbre, tosse, e sintomi tali da richiedere il ricovero in ospedale) e, senza un’altra eziologia che spieghi pienamente la presentazione clinica dei sintomi, abbia almeno una delle seguenti condizioni:
■ storia di viaggi o residenza in aree a rischio della Cina, nei 14 giorni precedenti l’insorgenza della sintomatologia (ora, ovviamente, anche dalle aree focolaio italiane);
■ il paziente è un operatore sanitario che ha lavorato in un ambiente dove si stanno curando pazienti con infezioni respiratorie acute gravi ad eziologia sconosciuta.
Si tratta di una persona con malattia respiratoria acuta e almeno una delle seguenti condizioni: contatto stretto con un caso probabile o confermato di infezione nei 14 giorni precedenti l’insorgenza della sintomatologia;
■ ha visitato o ha lavorato in un mercato di animali vivi a Wuhan, provincia di Hubei, Cina, nei 14 giorni precedenti l’insorgenza della sintomatologia;
■ ha lavorato o frequentato una struttura sanitaria nei 14 giorni precedenti l’insorgenza della sintomatologia dove sono stati ricoverati pazienti con infezioni da 2019-nCov;
Il caso probabile
Si tratta di un caso sospetto il cui risultato del test è dubbio utilizzando protocolli specifici di Real Time PCR per 2019-nCoV o è positivo utilizzando un test pan-coronavirus.
Il caso confermato
Si tratta di una persona con conferma di laboratorio effettuata presso il laboratorio di riferimento (l’Istituto superiore di sanità per l’Italia) per infezione da 2019-nCoV, indipendentemente dai segni e dai sintomi clinici.
Contatto stretto
La definizione riguarda l’esposizione dovuta ad assistenza sanitaria, compresa assistenza diretta a pazienti affetti da nCoV o ppure l’aver lavorato con operatori sanitari infettati da nCoV, o visitato pazienti con nCoV o averne condiviso gli spazi anche attraverso un viaggio.
Monitoraggio contatti
L’Oms affronta anche il tema della “quarantena”. Mediamente il periodo di incubazione del virus è tra 7 e 9 giorni e, per sicurezza, la quarantena è stata ampliata a 14 giorni. Un periodo nel quale le persone che hanno avuto contatti con pazienti a rischio o sono state nelle aree ad elevato contagio devono limitare viaggi e movimenti per essere controllate. Il monitoraggio da parte delle autorità sanitarie pubbliche può essere effettuato attraverso visite domestiche o per telefono o con collegamento digitale.
La diagnosi di laboratorio
L’Oms raccomand...
Table of contents
- Copertina
- Frontespizio
- Copyright
- Indice
- 1. Il virus
- 2. La reazione
- 3. Domande & risposte
- 4. Le misure del governo
- 5. Lavoratori e imprese
- 6. L’impatto sull’economia
- 7. L’impatto sulla finanza
