Anarres 2
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Salvatore Proietti

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Salvatore Proietti

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Fantascienza - rivista (296 pagine) - Philip K. Dick - Darko Suvin - Fantascienza in Italia - Slipstream - Contaminazioni esoteriche - Gaiman e la fantasy contemporanea - Recensioni L’eterogeneità di questo secondo numero di Anarres vuole anche rispecchiare quella di ambiti come la fantascienza e il fantastico, da sempre multiformi e variegati, in Italia e nel mondo.
Il contributo internazionale è di David Ketterer sullo slipstream, e parla di contaminazioni fra SF e altri generi.
E il resoconto a più voci di una presentazione romana di un libro di Darko Suvin è un omaggio a un critico internazionale che ha sempre mantenuto solidi legami con l’Italia, dove ora vive.
Fra gli altri saggi, due si occupano di SF americana.
Salvatore Proietti rilegge Philip K. Dick e il suo rapporto con la controcultura degli Stati Uniti negli anni Sessanta, mettendo al centro gli antieroi protagonisti dei suoi romanzi. Stefano Carducci rievoca gli albori della Golden Age, affascinata dall’esoterismo non meno che dalla hard science. Ad affrontare il rapporto fra Italia e fantascienza sono due articoli: Paolo Bertetti torna agli anni del film muto, all’inizio del Novecento (prima del fascismo), quando in Italia uscirono decine di film SF. Antonino Fazio affronta il rapporto tra fantascienza e teorie del postmoderno, a partire dagli scritti di Wu Ming 1.
Last but not least, un articolo di Fulvio Ferrari sulla fantasy contemporanea di Neil Gaiman e altri e sul modo creativo in cui romanzi come American Gods fanno interagire mondo presente e materiale fornito dalla mitologia nordica.
Di fantastico classico (da Howard a Lovecraft e Meyrink) parlano anche recensioni e interventi più brevi, mentre una nota finale di Proietti prova a ricercare in Canada le origini fantascientifiche della parola “robot”. Salvatore Proietti insegna Letterature anglo-americane all'Università della Calabria, ed è direttore di Anarres. Fra i suoi lavori più recenti, la cura di Henry David Thoreau, Dizionario portatile di ecologia (Donzelli 2017), e saggi su Samuel R. Delany ( Leviathan, A Journal of Melville Studies, 2013) e sui conflitti razziali in Philip K. Dick (in Umanesimo e rivolta in Blade Runner, a cura di Luigi Cimmino et al., Rubbettino 2015), e una panoramica storica della SF italiana (in Science Fiction Studies, 2015), oltre alla riedizione della traduzione di Paul Di Filippo, La trilogia steampunk (Mondadori 2018).

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Information

Le contaminazioni esoteriche nella fantascienza americana

di Stefano Carducci

La parabola umana di John Parsons racchiude almeno tre vite: lo scienziato fondatore del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena; l'appassionato che vive da protagonista la nascita della fantascienza negli anni '40 come amico di molti autori; lo sciamano seguace del mago Aleister Crowley. Tre visioni del mondo che Parsons non ebbe alcun problema a conciliare, nonostante l'apparente contraddittorietà della terza. L'ipotesi di lavoro dell'articolo tende a leggere la biografia di Parsons come una fonte di luce che illumina alcune ambiguità di una parte significativa della fantascienza americana.
Nonostante siano passati quasi trent’anni, rimane attuale la considerazione di Stanislaw Lem per cui la mancanza di un canone condiviso mina alla base l’efficacia del discorso critico nella fantascienza:
Le norme qualitative e i limiti superiori vengono stabiliti in letteratura da opere concrete e non dai postulati dei critici. Nessuna montagna di elucubrazioni teoretiche può compensare l’assenza di un’opera narrativa significativa come modello di eccellenza. [… D]ove non esiste nulla di primo livello, il suo ruolo verrà usurpato dalla mediocrità, che si pone obiettivi semplicistici e li raggiunge con mezzi semplicistici. (49-50)
La funzionalità dei numerosi tentativi di sistematizzazione della fantascienza – anche di quelli più convincenti – viene impedita dall’assenza dell’interrelazione con un canone condiviso. Soprattutto, fatica ad affermarsi l’approccio che vede la fantascienza come fenomeno ideologicamente non omogeneo, all’interno del quale convivono realtà profondamente diverse e antagoniste, mentre si è andato affermando un “pensiero unico fantascientifico” che ha cancellato come estraneo al genere tutto ciò che non si adegua al suo orizzonte. L’immaginario dei testi di questa fantascienza è alimentato da un contesto culturale in cui la tecnica è l’unica e incontrastata protagonista, un idolo dall’incontrollabile potere magico.
In realtà la fantascienza appare, soprattutto nella contrapposizione fra le diverse “fantascienze” che si sono costituite a partire dal periodo fra le due guerre mondiali, l’espressione di uno scontro fra i dogmi esoterici delle pseudo-scienze spesso evocate e il dubbio razionale del metodo scientifico.
Raramente questo conflitto si è incarnato in modo tanto evidente nella biografia di un’unica figura come nel caso di John Parsons. Una storia nascosta nelle pieghe della nascita della fantascienza americana perché troppo oscura da interpretare. Oppure, al contrario, perché fornisce troppe risposte scomode.1

1. Il contesto (1) — Una biografia pericolosa

John Parsons saltò in aria nel garage di casa sua nel 1952 a soli 38 anni. Le indagini ufficiali appureranno trattarsi di “morte accidentale”, ma diversi fra i conoscenti e i pochi amici rimasti non riusciranno mai ad adattarsi all’idea che uno dei massimi esperti di esplosivi al mondo possa lasciarsi sfuggire dalle mani un micidiale composto di fulminato di mercurio. Questi dubbi continueranno ad alimentare la leggenda di un uomo che nel breve arco della sua vita si è conquistato un posto nella storia dell’esplorazione dello spazio2 e del mondo dell’occulto, ed è tuttora un’icona dei movimenti underground negli Stati Uniti.
Co-fondatore sia della Aerojet Industries, oggi Aerospace, che del Jet Propulsion Laboratory (JPL) di Pasadena, uno degli uomini che hanno creato la missilistica americana, Marvel Whiteside Parsons era chiamato John nella cerchia dei tecnici-scienziati, e Jack dagli adepti dell’esoterismo. Precoce in entrambi i campi, nel cortile di casa della nonna a Orange Grove, California, John sperimentava rudimentali miscele esplosive per razzi, mentre nello stesso tempo tentava di evocare Satana, spaventandosi però “quando Egli si manifestò”, come scrisse nel libro The Book of the Antichrist (Carter 4). I suoi idoli, con i quali corrispose fin dai suoi primi anni da dilettante, furono Robert Goddard, il padre della missilistica americana del quale anni più tardi fu concorrente e rivale, e in Europa Willy Ley, Hermann Oberth, il padre dell’astronautica tedesca, e il russo Konstantin Tsiolkovsky. Mentre del mago Aleister Crowley, che si autodefiniva “l’uomo più malvagio della terra”, “Jack” divenne il discepolo diletto negli Stati Uniti.
L’esoterismo e la sperimentazione tecnico-scientifica furono due attività che riuscì a gestire senza contraddizioni. Anche quando, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, Parsons decise di abbandonare l’industria missilistica per dedicarsi anima e corpo alla ricerca esoterica lo fece perché pensava che non ci fosse un futuro per quell’industria, e non per qualche dubbio metafisico.
Il suo contributo all’industria militare è rilevante. Fra i numerosi brevetti registrati a suo nome e insieme agli altri membri del gruppo fondatore del JPL, si ricordano in particolare: il brevetto per un combustibile in grado di risolvere i problemi di decollo su piste molto brevi e in tempi molto rapidi, ancora oggi sfruttato per gli aerei in uso sulle navi della marina militare; e il brevetto per un tipo di combustibile tuttora usato per i missili Minutemen e Polaris nonchè, con successive elaborazioni, sui missili a più stadi e nel programma Shuttle.
Nel sito di Arroyo Seco, in una valletta deserta vicino a Pasadena, a monte di una diga chiamata “Porta del Diavolo”, dove sorgeranno gli edifici del JPL, i giovani Schott, Smith, Malina, Forman e Parsons riusciranno a mantenere in aria un razzo per 44 secondi di giravolte e impennate incontrollabili. Era il 1936, data considerata l’inizio dell’industria missilistica americana. Nella sede di Pasadena del JPL esiste un’installazione chiamata “La Natività” con i manichini dei cinque sul sito dei test a Arroyo Seco, in ricordo dell’inizio degli esperimenti, e una targa comemmorativa sulla quale il nome di Parsons è secondo al solo von Karman, nume tutelare della missilistica americana.
Parsons, insieme alla moglie Helen, si affiliò nel 1939 all’Agape Lodge di Los Angeles, sezione americana dell’OTO, l’Ordo Templis Orientis, la setta controllata da Aleister Crowley. Dopo pochi mesi, a seguito di una lotta di potere, insieme alla cognata e amante Betty, Jack trasferì la Loggia nella sua casa al numero 1003 di South Orange Grove, che da quel momento diventerà famosa, all’interno e all’esterno del suo giro, come “The Parsonage” (“la canonica”). Sul “Parsonage” la polizia locale aveva già raccolto voci di messe nere e sacrifici animali, orge a base di droghe e donne incinte che danzavano nude attorno a falò notturni. Ma nonostante l’esistenza di un nutrito dossier dell’FBI su questo gruppetto di scienziati che contemporaneamente giocava con i missili, le sette esoteriche e il comunismo, le testimonianze non vennero prese sul serio, anche se non si discostavano molto dal vero.
Il mago inglese Aleister Crowley “era un ciarlatano. Nonostante ciò, merita di essere preso in esame in quanto era un mago nel senso originale, più che un ‘occultista’ o uno ‘spiritista’. Il suo carattere era corrotto e complesso, ma la sua carriera seguì l’andamento parabolico di alti e bassi che sembra essere tipico dei maghi” (C. Wilson 362).3 Nato come ramo segreto interno alla Massoneria, l’OTO pretende di discendere direttamente dall’ordine dei Templari e dagli Illuminati bavaresi del 18° secolo.
Quando prese il controllo dell’OTO, Crowley aveva già elaborato il suo sistema filosofico-religioso sulla base di un libro, The Book of Law, derivato da tre giorni di scrittura automatica dettata da alcune divinità egizie durante un soggiorno in Egitto. La legge fondamentale che regola l’Eone di Horus, l’età contemporanea, è: “Fai quello che vuoi”. Questa “Legge del Thelema” non va consideratra come una licenza a indulgere in qualsiasi capriccio passeggero, ma piuttosto come mandato divino a scoprire la propria Volontà Reale o il vero scopo della propria vita, e realizzarlo, lasciando che gli altri realizzino il loro a modo loro (http://oto-usa.org/).
L’intuizione è geniale a scopo propagandistico e per facilitare il reclutamento. Infatti, ogni adepto della religione del Thelema (parola di origini greche tradotta come “volontà”) può interpretare le sacre scritture di Crowley come gli garba, anche se viene diffidato dal comunicare agli altri adepti le sue intuizioni.
Crowley introdusse nell’OTO i riti sessuali e la messa gnostica in sostituzione della “corrotta” messa celebrata nelle chiese del rito cattolico romano e di quello ortodosso. Tuttavia il Telemita aveva un obbiettivo più alto del semplice adepto dell’OTO. I metodi e le pratiche che conducono al dispiegamento della Volontà Reale dell’individuo sono raggruppati da Crowley sotto il termine generale di Magick, in contrapposizione alla magia nera e al satanismo: “Magick è la Scienza e l’Arte di provocare un Cambiamento in conformità alla Volontà” (Crowley, Magick in Theory and Practice, cit. in Atack).4
Alla fine della guerra Parsons, a seguito della vendita della sua quota dell’Aerojet e i proventi dei suoi brevetti, era in possesso di una discreta ricchezza. Inoltre bruciava dal desiderio di portare fino in fondo i suoi esperimenti nell’occulto per tentare l’evocazione di Babalon , la Donna Scarlatta di Crowley. Tutto il magick era dedicato a Babalon,5 della quale Crowley si considerava schiavo e servitore. Tentare di evocare questa entità, incarnarla in una donna reale per poterla controllare, era una forma di blasfemia per la Chiesa di Thelema. Ma per eseguire questo compito sovrumano, Parsons sentiva di aver bisogno di un aiutante.
Quando, nell’agosto del 1945, alla porta del “Parsonage” si presentò un giovane sottufficiale di Marina in attesa di congedo, Parsons percepì subito di aver trovato un uomo con un potenziale fuori dal comune. Di certo non avvertì quanto fatale gli sarebbe stato quell’incontro. Il nome dell’affascinante nuovo adepto era Lafayette Ron Hubbard.
Quando entrò in contatto con Parsons, Hubbard aveva ormai già pubblicato la maggior parte dei romanzi per i quali è tuttora conosciuto nell’ambiente della SF,6 ed era insoddisfatto dei risultati economici della sua attività letteraria. Dovendo mantenere una moglie, per quanto lontana, stava tentando di farsi congedare dalla Marina con una pensione di invalidità. In un’intervista del 1980, A. E. van Vogt racconta che, nel 1950, nel tentativo poi riuscito di coinvolgerlo nella sua attività, Hubbard gli avrebbe detto: “C’è un sacco di gente là fuori che vuole mandare soldi in giro a qualcuno, e non trovano nessuno a cui mandarli” (Platt 139). L’ospitalità generosa di Parsons dovette sembrare a Hubbard una buona occasione per rilassarsi e intanto guardarsi un po’ intorno. Dopotutto, Parsons era sempre un personaggio importante al JPL e all’Aerojet, e le teorie esoteriche professate da Jack interessavano Ron in maniera particolare.
Non ultimo lato interessante del “Parsonage” per Hubbard era il fatto che fosse frequentato da diverse sue vecchie conoscenze dell’ambiente della SF. Parsons, infatti, fin da ragazzo si era abbeverato di sogni e visioni dalle pagine di Amazing e dai romanzi di Verne. Da “ingegnere” del JPL, aveva frequentato le riunioni della Los Angeles Science Fiction Association, costola della SF League fondata da Hugo Gernsback, sopravvissuta per merito esclusivo della dedizione di Forrest J. Ackerman, il quale ricorda di aver conosciuto Parsons a uno degli incontri, mentre altri ricordano di averlo visto diverse volte. Ray Bradbury lo ricorda così: “Ho incontrato Parsons solo una volta, quand’ero adolescente, quando venne a tenere una lezione alla LASFS nei tardi anni trenta… Facevo parte di una piccola platea di circa una trentina di persone che erano affascinate dalle sue idee sul futuro” (Carter 60).
Carter prosegue: “Molta importanza viene data a un collegamento fra Robert Heinlein e Parsons, ed è stato affermato che Heinlein fu la prima persona alla quale Parsons presentò la sua seconda moglie, Cameron. Si ritiene che Parsons sia rimasto in contatto con Heinlein dopo aver lasciato Hollywood” (Carter 60). Diversamente da quanto sostenuto da Carter (“La signora Heinlein e L. Sprague de Camp hanno sostenuto che Heinlein non ha mai conosciuto Parsons” Carter 60), esiste nel fondo DeCamp alla University of Texas di Austin, una lettera di Heinlein datata giugno 1949 dove quest’ultimo descriveva Parsons in questi termini: “Jack è proprio un gran bravo ragazzo e un ingegnere missilistico coi controfiocchi” (Pendle 287).
Jack Williamson, al contrario di altri suoi colleghi, non ha mai avuto problemi a raccontare di Parsons e del “Parsonage”:
Nel 1941, in uno degli incontri del giovedì, Parsons conobbe uno dei suoi autori preferiti, Jack Williamson, che ricorda questo incontro nella sua autobiografia, Wonder's Child, Williamson aveva scritto Darker than You Think, che apparve nella rivista Unknown nel 1940 e venne ampliato considerevolmente per l’edizione in volume del 1948. In Wonder’s Child Williamson scrive: “[Parsons] aveva letto il mio romanzo Darker than You Think, che tratta del soprannaturale. Rimasi sconcertato nello scoprire che lui aveva un atteggiamento molto meno scettico del mio sull’argomento”. […] In seguito, Williamson si recò a casa di Parsons per uno degli incontri del sabato pomeriggio fra appassionati e scrittori che Parsons organizzava ogni settimana. Williamson ricorda la serata: “Incontrai John Parsons. Un enigma strano per me, un ingegnere missilistico con inconsueti interessi nell’occulto. Mi volle incontrare perché avevo scritto Darker than You Think. Un sacco di gente l’aveva preso più seriamente di me: è capitato che streghe della setta Wicca mi considerassero un adepto. Parsons apparteneva all’OTO, un ordine segreto fondato credo dal satanista Aleister Crowley. Una notte, Cleve Cartmill7 e io fummo ammessi a salire nell’attico con Parsons per partecipare a un incontro segreto. Il rito fu una delusione. Non c’era nessuna vergine sull’altare e Satana non venne invocato”. Darker than you Think racconta la storia di lupi mannari che scoprono la loro vera natura bestiale e cercano di far rinascere gli antichi modi e le antiche divinità. Compiono questa rinascita attraverso la guida del “Figlio della Notte” che è il risultato di una nascita magica. Il libro di Williamson influenzò evidentemente Parsons. (Carter 58)
Altri autori di SF conobbero Parsons, fra questi A.E van Vogt, mentre Alva Rogers – autore di diversi romanzi e storico della SF americana – visse per diverso tempo nella “comune” di Parsons, sulla quale ha lasciato una vivace testimonianza scritta. Esiste anche la possibilità di una connessione fra il gruppo di Parsons e la cerchia di H.P. Lovecraft attraverso E. Hoffman Price, che si vantava di aver introdotto all’occulto il noto autore di Providence.
Secondo Alva Rogers, un altro frequentatore del “Parsonage” era A.H. White, che scriveva science fiction come Anthony Boucher e gialli come H. H. Holmes. Nel 1942, White nella sua incarnazione come “Boucher” pubblicò Rocket to the Morgue, un romanzo poliziesco evidentemente ispirato al gruppo di Parsons e agli esperimenti sull’auto-razzo che questo stava eseguendo al JPL. Il romanzo dipinge Parsons nelle vesti del personaggio di Hugo Chantrelle, Forman è il suo assistente “Gribble”, Robert Heinlein è “Austin Carter”, Hubbard è “D. Vance Wimple”, John Campbell è “Don Stewart” e Jack Williamson è “Joe Henderson”. Boucher scrive nella postfazione: “La ‘Manana Literary Society’ di Heinlein esisteva precisamente come la descrivo nel libro… sono riuscito a cogliere un momento di qualche interesse di uno spaccato di storia della cultura popolare. Così andavano le cose in California del Sud prima della guerra, quando alla SF veniva data la sua forma presente” (Boucher 173). Lo stesso Williamson conferma in un recente articolo: “Rocket è un ‘roman à clef’, ambientato a Los Angeles alla vigilia di Pearl Harbour. I personaggi sono membri facilmente riconoscibili della ‘Manana Literary Society’, la riunione settimanale dei fantascientifici nella casa di Robert Heinlein a Hollywood, e il romanzo è un quadro rivelatore della fantascienza nell’‘età dell’oro’, quando Astounding e Unknown di John W. Campbell erano le riviste più importanti. Il racconto illumina il lat...

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