In nome della passione
Emanuele Crivello
Quando ho accettato di partecipare alla stesura di questo saggio ero relegato âin una placida isola dâignoranzaâ,1 in quanto associavo il regista protagonista di questo saggio al solo Gremlins del 1984, pietra miliare del cinema anni Ottanta e prima collaborazione di Joe Dante con Steven Spielberg.
Con enorme interesse e stupore, le battute iniziali della mia ricerca mi hanno rivelato che Dante ha diretto diverse pellicole che ho amato durante lâinfanzia come Explorers, Salto nel buio e Lâerba del vicino (con protagonista un Tom Hanks allâepoca stella emergente). Altrettanto stupore lâho provato nellâapprendere che forse la mia impreparazione non era dovuta solo a una personale cagione di conoscenza della cinematografia degli eighties, bensĂŹ anche a un tratto caratteristico del regista americano.
Seppur lâopera di Dante sia di ispirazione per la sua originalitĂ e visione acuta, è spesso oscurato dai lavori con maggior successo sia critico che finanziario dei suoi contemporanei (Steven Spielberg, Robert Zemeckis, Tim Burton, e Ron Howard tra gli altri) [âŚ] LâintegritĂ e umiltĂ di Dante e, consequenzialmente il suo disinteresse nellâautopromozione, lo situano nel particolare fenomeno del âpost-cult cinemaâ.2
Jonathan Rosembaum in un saggio pubblicato da âLa Furia Umanaâ sostiene che Joe Dante appartiene alla corrente cinematografica del âpost-cultâ in quanto è ÂŤuno dei pochi registi commerciali americani che conosco che ha rifiutato di assumere un pubblicista personaleÂť, e sostanzialmente ÂŤha scelto di essere riconosciuto al meglio solo dai suoi âiniziatiâ (ovvero cultori o compagni dâarma) piuttosto che dal grande pubblicoÂť. Per Rosembaum, Dante è semplicemente un ÂŤgenuino amante del cinema che assapora le ramificazioni del cinema di genere, nel quale lâanonimato risulta essere un vero e proprio distintivo di autenticitĂ .Âť3
Genuino amante del cinema è una definizione che calza perfettamente per Joe Dante, e la sua storia personale lo dimostra in maniera evidente. Il regista si avvicinò da ragazzino alle sale cinematografiche di Morristown, nel New Jersey, durante i matinee del sabato: si trattava di occasioni durante le quali venivano proiettati dieci cartoni animati e due film. Inizialmente interessato ai soli cartoon, Dante si avvicinò al cinema âda adultiâ (come lui stesso lo definisce4) con It Came from Outer Space,5 uno dei grandi classici della fantascienza basato su un soggetto di Ray Bradbury, primo film della Universal a essere girato in 3D.6
Diventai un conoscitore di cartoni e questo portò al mio interesse per i live-action movies, per via del brivido di essere al buio e guardare unâimmagine grande ed emozionante proiettata sullo schermo.
Da quel momento Dante divenne avido divoratore di film al cinema, in particolare quelli di fantascienza e western (ne venivano prodotti moltissimi a colori allâepoca), ma fu lâavvento dei film horror in televisione7 a influenzare Dante al punto da fargli conoscere âFamous Monster of Filmlandâ,8 la storica rivista che alimentò la passione di moltissimi ragazzini americani che ÂŤpensavano di essere sfigati e non avevano amici cui piacesse la stessa roba che piaceva a loroÂť.9
Tra il 1960 e il 1963 lâarrivo di un fratellino piĂš piccolo diede al giovane Joe la possibilitĂ di sperimentare la realizzazione di âcortometraggiâ disegnati su un rotolo di carta e poi âproiettatiâ per il suo ridottissimo pubblico â per lâappunto il suo fratello di sei anni â tramite una scatola di scarpe con un buco in mezzo: la fessura era utilizzata per far scorrere le âvignetteâ realizzate a mò di pellicola. Dante aveva addirittura immaginato sia una casa distributrice, la Scribbly international, che una casa produttrice, la Pencil Pusher Productions! Tuttavia, seppur il regista desiderasse diventare un cartoonist, si scontrò con la dura realtĂ dellâepoca, nella quale i cartoni animati non erano ancora considerati una forma dâarte. Optò quindi per una scuola di cinema, senza tuttavia realizzarsi come filmmaker, sebbene divenne abile a âparlare di cinemaâ: è proprio in quegli anni che il futuro regista iniziò a collaborare con âCastle Frankensteinâ, magazine simile a âFamous Monster of Filmlandâ grazie al quale venne contattato da Jon Davison, che lo invitò a casa sua.
Mash-up e pesci carnivori: la collaborazione con Roger Corman
Joe Dante incontrò Jon Davison nel 1965. Assieme a quello che sarebbe poi diventato un noto produttore10 realizzò nel 1968 il suo primo film (se cosÏ lo si può definire), ovvero The Movie Orgy. Questa pellicola è una compilation di clip di film, pubblicità e trailer montate dallo stesso Dante, che venne proiettata svariate volte durante un tour itinerante; a seconda della situazione il film poteva avere lunghezza differente, con un record addirittura di sette ore. Possiamo in sostanza considerare The Movie Orgy come il preludio analogico ai video mash-up e ai supercut edits ora prevalenti in piattaforme digitali come YouTube e Vimeo.11
Lâesperienza di The Movie Orgy fu necessaria a Dante per ottenere un lavoro da montatore di trailer, presso la New World Entertainment di Roger Corman. Il racconto del loro primo incontro peraltro è abbastanza emblematico e lo racconta lo stesso Dante in una video intervista su Piranha reperibile su YouTube.12
Il mio primo incontro con Roger non fu particolarmente convenzionale, dovevo mostrargli il mio trailer per Caged Heat ed era un casino, era terribile. Arrivai tardi allo screening e la prima cosa che Roger mi disse fu: âSe io fossi in te giovanotto, cercherei di essere puntualeâ. [..] Pensai: âĂ andata, è finita, tornerò in New Jerseyâ [..] Invece [Roger Corman] fu molto dâaiuto, mi disse cosa fare e cosa non fare, tornai indietro, tagliai nuovamente il trailer e il film finĂŹ per fare molti soldi.
SarĂ proprio nella scuderia di Corman (produttore capace di coltivare un vivaio fantastico, che ha prodotto registi del calibro di Francis Ford Coppola, Ron Howard e Jonathan Demme) che Dante ebbe lâoccasione di girare, con un budget ridicolo e tempi risicatissimi (circa 60mila dollari in quindici giorni) il suo primo film. Al âragazzo dei trailerâ venne infatti affidata nel 1976 la codirezione assieme ad Allan Arkush di unâintera pellicola dal titolo Hollywood Boulevard.13 Il film, che parla di unâaspirante attrice arrivata a Los Angeles, venne prodotto per una scommessa tra Davison e Corman sul realizzare il lungometraggio piĂš economico per la New World Entertainment. Per completarlo fu utilizzato materiale di recupero di altre pellicole della stessa casa produttrice14 e, come si può intuire dalle premesse, non fu affatto un successo.
Corman diceva spesso ai suoi registi ÂŤse fai due film buoni di fila per me, non dovrai mai piĂš lavorare per meÂť.15 Lâoccasione di realizzare un secondo film si presentò addirittura con tanto di possibilitĂ di scelta tra due soggetti: il primo, quello di Rock ânâ Roll High School, risultava di maggior gradimento per Dante, che tuttavia si fece da parte per permettere al collega Arkush di coronare il sogno della vita, ovvero quello di girare un film sul rock & roll. Il soggetto rimasto disponibile era quello di Piranha, ÂŤuna brutta copia de Lo Squalo che aveva aspettato troppi anni per essere realizzata.Âť16 Il soggetto â opera di un tale Richard Robinson â era veramente di scarsa qualitĂ e quindi si optò per assumere un autore emergente, John Sayles, per riscriverlo. Una volta ingaggiato, Sayles cambiò completamente la trama, che mantenne solo gli elementi cardine: lâacqua e i piranha.
Il budget ammontava a circa 600mila dollari (circa il doppio di uno dei normali film prodotti da Corman) e il regista non solo era insoddisfatto del soggetto, ma anche preoccupato dal fatto che si trattasse della prima pellicola che avrebbe girato âin solitariaâ.
Non ero affatto entusiasta di questo film, era unâidea talmente fallimentare: Jaws era stato un grande successo di critica e di pubblico ed era costato tantissimi soldi. Inoltre, avevo saputo quanto era stato difficile realizzare il film nellâacqua. Bambini, cani ed effetti speciali nellâacqua: ed era il mio primo film da solo! Perciò durante tutte le riprese continuavo a pensare: âNon funzionerĂ nulla, non sto facendo un buon lavoroâ.17
In seguito al rifiuto di Peter Fonda ad assumere il ruolo di protagonista della pellicola (collegato soprattutto allâincertezza di Corman circa la buona riuscita degli effetti speciali), Dante si dedicò con molta cura alla realizzazione dei piranha. Si avvalse di una piscina olimpionica che divenne teatro di test di immersione e di riprese subacquee utilizzando diversi tipi di pesci, durante le quali il regista venne aiutato da esperti degli effetti speciali, alcuni dei quali addirittura provenienti dal set di Star Wars. Furono provate numerose soluzioni come pesci elettrici e pesci manovrati da fili, ma alla fine si arrivò a sc...