No grazie, sono ansioso
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No grazie, sono ansioso

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No grazie, sono ansioso

About this book

Tante persone convivono con disturbi d'ansia, ansia generalizzata, attacchi di panico e depressione, ho così ritenuto cosa gradita raccontare questa simpatica e divertente storia perché dietro alle nuvole, anche quelle più scure, c'è sempre il sole e il vero nemico della gente è la paura stessa.

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CHICAGO

PRIMO GIORNO (d omenica, l’arrivo)

– Ok Damiano… adesso che ci aspetta?
– Bella domanda ragazzi, vi illumino subito, allora… innanzitutto, vi aspetta il recupero dei bagagli al nastro trasportatore e poi un viaggio in taxi fino a casa nostra, così vedrete come batte il cuore di Chicago nelle ore di punta. Il tragitto non sarà breve, abitiamo dall’altra parte della città, questo vi permetterà di iniziare un po’ a conoscerla.
Ci mettemmo un’ora a recuperare tutti i nostri bagagli e fare timbrare i visti turistici. Quando andammo al parcheggio dei taxi erano quasi le 17:00 e, anche se era domenica, tutti si sbracciavano alla ricerca di un’auto libera, per fortuna ne trovammo una monovolume, così da poter stare tutti assieme.
– Ma è sempre così trafficata questa città, Chiara?
– Sì Betta, lo sono un po’ tutte le metropoli come questa, qui ci sono più di sei milioni di abitanti, e fino a tarda notte la situazione non cambierà di molto. Siamo stati fortunati a trovare un taxi con sette posti, ci ha permesso di fare il tragitto insieme dandomi modo di spiegarvi come gestiremo queste due settimane, allora… intanto adesso andiamo a casa nostra, si mangia, e ci si rilassa come uno vuole, o con la Tv, o con il computer, o con la radio, o chiacchierando, oppure per chi è molto stanco, come me, dormendo, anche perché il fuso orario si fa sentire, magari a voi giovani un po’ meno, ma io e Damiano vi garantisco che lo sentiamo per almeno un paio di giorni tutte le volte che andiamo e torniamo dall’Italia. Domani mattina andiamo al parco, mi raccomando… indossate abbigliamento sportivo, ho intenzione di insegnarvi qualche tecnica di respirazione e rilassamento. Questo avverrà tutte le mattine, dopo aver fatto rifornimento di energia con una giusta colazione; nei pomeriggi e nelle sere, invece, si affronteranno le vostre paure, iniziamo domani andando a visitare un bel museo, che di lunedì è piuttosto affollato di scolaresche. Poi dopo cena si va al cinema, conosco una multisala niente male.
Martedì vi porteremo su uno dei più caratteristici grattacieli della città, il Donnelley Building, ha quarantanove piani, ma ne viene calcolato uno in più per raggiungere la terrazza. Il portiere è un nostro ex paziente, nonché un amico di Damiano, quindi ci lascerà utilizzare gli ascensori per tutto il tempo che vogliamo; sul lato opposto della strada c’è un altro grattacielo dove passeremo il resto della serata, già… perché al trentaquattresimo piano di questo stupendo edificio vi abita un nostro carissimo amico, nonché collega cardiologo. Ha organizzato una rimpatriata tra vecchi compagni di università, cosa c’è di meglio di un rinfresco in queste occasioni? Avrete così modo di conoscere alcuni dottori e anche qualche nostro ex paziente.
Mercoledì ci sarà un giro turistico della città e sarete voi, verso sera, a decidere dove cenare.
Giovedì c’è una fiera come non ne avete mai viste, è immensa e c’è di tutto Ceneremo là dentro ovviamente.
Venerdì vi accompagniamo a visitare l’hinterland della città, la periferia è molto bella… vale la pena di vederla. In serata, dopo aver cenato a casina nostra, si va in discoteca.
Sabato c’è un convegno il cui argomento principale sarà il disturbo da attacchi di panico. Per l’occasione è stata organizzata una cena con lotteria, il tutto dentro a uno degli stand della fiera, così ne approfittiamo per visitarla ancora un po’.
Domenica pomeriggio andremo al luna-park e lunedì in piscina.
I rimanenti giorni sarete voi a decidere come passarli e dove trascorrerli. Che tempismo ragazzi, ho finito di spiegarvi il tutto proprio ora che siamo giunti a destinazione! Noi abitiamo lì ed è anche dove ha lo studio Damiano.
– Peerò… complimenti Chiara… non ve la passate mica male!
– Sono contenta che ti piaccia Elisa, aspetta di vederla dentro, ho pensato io stessa all’arredamento.
– Mi raccomando ragazzi, dite che è stato arredato benissimo, altrimenti mia moglie non ci prepara niente per cena.
– State tranquilli… non date ascolto a mio marito e date pure il giudizio che volete, preferisco siate sinceri!
– Sarebbe comoda una moto per girare in mezzo a questo traffico, ce l’hai tu Damiano?
– Sì Anthony, ho un custom, perché? Ti piacciono le moto?
– Di brutto!!
– E te ne intendi di meccanica?
– Certo! E non solo di meccanica! Dagli qualunque cosa rotta e lui te la ripara. Mica per niente lo chiamiamo “Ciappinaro”.
– Non esagerare Marco, non sono proprio un meccanico, diciamo che mi diletto. Dice così perché gli ho riparato la sua vecchia Vespa dandogli anche una riverniciatina; ma lui è stato lì con me, ad aiutarmi per tutto il tempo della riparazione. Perché mi chiedi questo Damiano? Hai forse qualche problema alla moto?
– Sì, ma non trovo il tempo per darci un’occhiata. A livello di tagliando o di normale manutenzione me la saprei anche cavare, ma mi sa tanto che ci sia qualche altro problema da risolvere e prima di darla in mano a un meccanico avrei voluto provare io a sistemarla.
– Se vuoi che ci guardiamo insieme Damiano, io sono disponibile, basta che hai gli attrezzi necessari.
– Perché no, vieni con me, Anthony, che la faccio vedere subito, voi ragazzi, nel frattempo, potete accomodarvi e mettere le vostre valigie nelle camere dove soggiornerete in questi quindici giorni. Entra pure, non ti spaventare per il disordine, si vede che non ci passo molto tempo in garage… vero Anthony?.
– Ma no dai… non è mica poi così disordinato, dovresti vedere il mio! Anzi, hai un gran bel garage, ci stanno due auto comodamente. Bello anche l’angolo dell’attrezzatura. Come mai avete un’auto sola?
– Questa è l’utilitaria di Chiara, a lei piacciono le auto piccole, la mia è una monovolume a metano. Mi piace viaggiare comodo, ma spendendo e inquinando poco, della potenza non me ne importa niente. Ora è in carrozzeria, mi hanno tamponato prima di partire. Il danno comunque non è grosso e nessuno si è fatto male. La moto è sotto quel telo, toglilo pure e dimmi se ti piace!
– Santo Cielo… è bellissima! Ma di che anno è?
– Del 1970, è considerata una moto d’epoca. Me la regalò un paziente pieno di soldi che, per amore di un’argentina, è andato a vivere in Sudamerica.
– Non sei solo un uomo istruito, sistemato sentimentalmente e professionalmente, tu Damiano sei anche fortunato. Ma dimmi piuttosto, che problemi ha la moto?
– Ha che è ferma da cinque anni e bisognerebbe smontarla completamente, revisionare il motore, cambiare tutte le guarnizioni, verniciarla e portare a far cromare le parti del telaio, poi cambiargli tutti i cavi dei freni, della frizione e dell’acceleratore, infine lubrificarla nei punti giusti e pulire i carburatori. Ti rendi conto Anthony di quanto tempo mi ci vorrebbe?
– In effetti, Damiano, non hai qualche piccolo problemino, è proprio da rifare tutta! Comunque penso che, se ci mettiamo seriamente dietro io dico che in questi quindici giorni potremmo anche riuscire a finirla. Basta solo che ci organizziamo.
– Se sei d’accordo, caro Anthony, possiamo fare in questa maniera: ci dedichiamo a lei ogni sera che ne abbiamo la voglia e la possibilità, dopo essere tornati da una delle nostre prove. Se poi ci capita anche qualche oretta libera durante il giorno ne approfittiamo per andare avanti coi lavori!
– Per me va bene. Sai Damiano… questa cosa ci voleva, renderà più piacevole questa vacanza, spero mi aiuterà ad affrontare tutto quello che mi aspetta.
– Vedrai Anthony che ve la caverete tutti e quattro. Piuttosto… che ne dici se ora raggiungiamo gli altri?… Inizio ad avere una certa fame.
– Anch’io Damiano, avrò così l’onore di conoscere la cucina di tua moglie.
Presi le mie due valigie e mi diressi in casa per prendere le scale interne, il piano terra era diviso in due ambienti: lo studio e la saletta adibita a sedute di gruppo, ai muri vi erano appesi una miriade di diplomi e attestati vari di Damiano e Chiara e anche di foto dei vari gruppi da loro seguiti. Salendo le scale le mie narici vennero stimolate da un buon odore di cibo, accelerai la salita e andai per mettere le mie valigie in una delle camere, pochi attimi e Chiara…
– La cena è quasi pronta, è solo da scaldare, potete già mettervi comodi ragazzi! La signora che ci dà una mano a tenere in ordine la casa ci ha lasciato pronto qualcosa da mettere sotto i denti. Sarà difficile che la incontrerete, in queste due settimane, lei viene alla mattina quando noi usciamo, tranne la domenica. Oggi è stato un caso perché sapeva del nostro rientro. Damiano… fai vedere la stanza ad Anthony per favore, così dopo venite a tavola anche voi, la casa gliela fai vedere con calma dopo.
– Ok Chiara, il piatto per me fallo scondito, per cortesia, lo stomaco non è mica ancora a posto!
– Ci ho già pensato amore, ti ho fatto del riso in bianco e un po’ di carne di pollo con purè.
– Capisci ora Anthony perché l’ho sposata?
– Ma è molto che siete sposati?
– Quattro anni, ma ci conosciamo da quando facevamo le medie. Essendo stati sempre molto amici passavamo tutto il tempo insieme, questo fino alla laurea in medicina, avvenuta otto anni fa, periodo in cui ci fidanzammo. Ecco, tu dormi in questa stanza insieme a Marco e, magari, senti se si vuole unire a noi nel restauro della moto, chissà che non aiuti anche lui aver qualcosa di stimolante a cui pensare, sempre che gli piacciano le moto.
– Lui adora le moto, oltre alla Vespa ha un enduro, ma sono anni che non ha più il coraggio di usarla per paura di essere assalito da un attacco di panico mentre guida.
– Tra voi quattro lui sembra quello più vulnerabile a queste crisi. Tra quindici giorni vedrai che il tuo amico starà molto meglio. Adesso andiamo a riempirci la pancia e poi godiamoci una videocassetta, domani è un altro giorno.
Ho un bel ricordo di quella serata, la casa era molto accogliente e Chiara si era dimostrata un’arredatrice di buon gusto, per non parlare del suo modo di fare aggraziato e modesto. Una donna niente male davvero. Damiano ci fece poi vedere un vecchio film in videocassetta, ne aveva un centinaio e il più recente era del 1982. Devo dire che alcune vecchie pellicole sanno dare veramente tante emozioni, a volte più di quelle nuove. Abbiamo visto un classico film western, C’era una volta il west, veramente bello. La storia, le splendide melodie, scritte da Ennio Morricone, che la accompagnavano e gli attori di gran livello, ormai quasi tutti scomparsi, resero questo film epico. Andammo a dormire tutti quanti subito dopo la sua conclusione, eravamo esausti, ma contenti.
Sì, avevamo passato una serata decisamente positiva.


SECONDO GIORNO (lunedì)

Alle otto le sveglie situate in ogni camera ci fecero aprire gli occhi, la fame mattutina fece il resto. Una decina di minuti dopo eravamo tutti a tavola a gustarci una colazione coi fiocchi, e non ditemi che pane, burro e marmellata spalmati su un bel panino, completata con una gustosissima tazza di cioccolato, non è una colazione coi fiocchi! Cavolo… solo a parlarne mi è già venuta l’acquolina in bocca, è meglio tornare a noi, dunque… dov’eravamo rimasti… ah sì… mezz’ora dopo quel bellissimo momento ci dirigemmo a piedi verso il parco, il quale distava un paio di chilometri da casa. I problemi arrivarono subito, quando Betta chiese quanto ci fosse ancora da camminare. Avevamo appena fatto un centinaio di metri che lei si fermò con l’intento di tornare indietro.
A quel punto Damiano le chiese spiegazioni: – Mi dispiace Damiano, ma io non me la sento di allontanarmi troppo dalla macchina o dalla casa, figurati poi di due chilometri, dimmi solo che mi venga un attacco di panico, cosa faccio? Svengo e magari davanti anche a della gente? Pensa che figura del cavolo. No, no… io vi aspetto a casa.
– Due chilometri? Ma solo che non scherziamo! Neanche io vengo, fossi matta. Andate pure voi maschietti, io e Betta vi aspettiamo qui.
– Ragazze! Mi lasciate sola con questi tre maschiacci? Non saprei neanche di che parlare con loro. Invece tra noi donne un argomento lo si trova sempre. Due chilometri tra una chiacchiera e l’altra si fanno senza problemi e ne varrà la pena, visto il bellissimo parco che ci aspetta.
– Scusa Chiara ma perché non ci andiamo in auto?
– Ecco, bravo Marco… ti ci metti anche tu! Abbiamo un’auto sola, è per quattro persone e noi siamo in sei, hai una soluzione migliore?
– Volendo ci sarebbe… prendere un taxi per esempio!
– Ma cos’è una congiura ragazzi?!
– No, è che noi rischiamo veramente di stare male e di norma se possiamo evitare di fare certe cose o andare in luoghi per noi dannosi lo facciamo.
– Ma voi siete qui proprio per vincere queste paure Marco! Senti Anthony, visto che tu mi sembri il più sicuro del gruppo, prova a vedere se riesci a farli ragionare!
– Ci posso anche provare Chiara, ma non ti garantisco il risultato.
– Provaci lo stesso, male che vada la situazione rimane com’è, e se il tuo tentativo non dà risultati, studieremo qualcos’altro.
– Ma sììì va là… tentar non nuoce… Betta, Marco, Elisa, fatemi capire… non avremo mica fatto un viaggio del genere per farci fermare da una passeggiata di due chilometri? Forse non vi rendete conto che se una camminata come questa ci ferma, per noi non ci sono più speranze. Eh sì ragazzi… è così. Come possiamo affrontare tutte le altre prove se questa ci ha già dato il colpo di grazia? Vi voglio fare notare che fisicamente siamo in ottima forma e che è tutta una questione psicologica quella di non sentirsi in grado di affrontare cose del genere. Possiamo controllare queste paure in ogni momento, dobbiamo solo imparare come farlo, una volta che siamo in grado di avere questo controllo allora torneremo a condurre una vita normale. Si sono fermati Damiano… dici che mi hanno ascoltato?
– Credo di sì Anthony, a quanto sembra il tuo discorso ha sortito l’effetto sperato e comunque hai detto una cosa giustissima, non solo, ma hai anche compreso l’essenza di quello che stiamo facendo e cioè imparare a controllare le nostre paure. Bravi ragazzi! Mi fa piacere che ci abbiate ripensato! Se vi dico che una situazione si può affrontare, potete credermi, perché ci siamo già passati sia io che Chiara. Abbiamo sofferto anche noi in età giovanile dei vostri stessi disturbi e un bel giorno abbiamo deciso di fare qualcosa, affrontando il problema direttamente a trecentosessanta gradi, iniziando con delle brevi cure farmacologiche affiancate da terapia psicoanalitiche e psicoterapeutiche, poi, una volta terminata la cura con ansiolitici, abbiamo proseguito per qualche anno ancora con le sedute psicoterapeutiche. Questo disturbo è stato anche la molla che ci ha portato a intraprendere gli studi di psicologia, psicoterapia e psicoanalisi. È stata la voglia di capire e conoscere ciò che scatena questi attacchi d’ansia a farci entrare in questo mondo. Lo sapevate che durante gli anni di studio per prenderci la laurea in questo settore abbiamo fatto anni di sedute psicoanalitiche?! Era necessario, per diplomarsi, imparare a conoscere il proprio io, perché non puoi pretendere di conoscere gli altri se non conosci te stesso. E vi garantisco che il costo delle sedute era molto salato. Ora stiamo bene, anche se le ansie non ci hanno mai abbandonato del tutto. Per questo vi dico che se ce l’abbiamo fatta io e Chiara non vedo perché non ce la possiate fare voi. Se volete portarvi delle gocce, del cibo o dell’acqua, per togliervi quel senso di vuoto che prende allo stomaco, fate pure. Siete liberi di fare quello che vi sentite, vi chiedo solo di non arrendervi alle prime difficoltà.
– Sono d’accordo con Damiano, Betta. Tentiamo e se proprio non ce la facciamo, amen, ma almeno proviamoci.
– Va bene Anthony ma se dovessimo sentirci male qualcuno torna indietro insieme a noi?
– Io e Chiara vi promettiamo che, se veramente l’ansia avrà il sopravvento su di voi, vi accompagneremo a casa. Se riusciamo a stare uniti affrontando le difficoltà che si presenteranno avremo più possibilità di cavarcela. Vi informo che per ognuno di noi vi sono delle zone e delle situazioni più a rischio di attacchi che per altri. Questo significa che ora Betta e Elisa hanno timore di affrontare questo tratto di due chilometri, ma magari Anthony avrà dei problemi ansiosi nell’affrontare la fiera, e forse Marco durante la visita in museo o nei grattacieli. Ecco perché chi, nell’affrontare alcune delle prove, si sente meno ansioso è giusto che aiuti chi invece lo è di più! Oooh… bene, ora che abbiamo messo in chiaro le cose, che ne pensate di proseguire?
– Posso chiedere un’ultima cosa Damiano?
– Certo Marco, dimmi pure.
– Se a qualcuno di noi dovesse venire un urgente bisogno della toilette, che fa?
– Nel parco non mancano i bagni pubblici e se vi scappa durante il tragitto, si può resistere tranquillamente. Due chilometri si fanno in una mezz’oretta. Vi do un consiglio ragazzi… pensate di meno e cercate di guardare le cose per quelle che sono, vi accorgerete di quanta bellezza c’è intorno a voi. Vivetela, guardate il cielo com’è bello oggi, sembra un quadro; le foglie degli alberi mosse da questo leggero vento, producono un suono molto rilassante. Imparate ad assaporare e a gustare quello che la vita vi offre. Concentratevi sulle cose che vi piacciono e cercate di non pensare a quelle negative. Vivete ogni momento come se fosse l’ultimo, ok!?
Un coro di sì ci rimise in marcia, lo spirito sembrava essersi alleggerito di un peso, e questa sensazione la stavamo provando tutti e quattro. I discorsi e le parole giuste, al momento giusto, producono un effetto quasi miracoloso. Dopo poco più di venti minuti i nostri piedi calpestavano l’erba del parco, e lì ci sedemmo in attesa dell’inizio degli esercizi respiratori e di rilassamento che Damiano e Chiara ci avrebbero dovuto insegnare.
– Perché vi siete seduti ragazzi?
– Aspettiamo che tu ci faccia la lezione di rilassamento Chiara.
– Sì, ma non inizia mica così!
– A no?!
– No ragazzi, alzatevi pure in piedi, e seguitemi in questa corsetta intorno al parco.
Una quindicina di minuti dopo eravamo stremati, per fortuna la corsa non era durata di...

Table of contents

  1. Copertina
  2. NO GRAZIE, SONO ANSIOSO
  3. Indice
  4. Intro
  5. PREFAZIONE E RINGRAZIAMENTI
  6. L’INCONTRO
  7. LA BIBLIOTECA
  8. LA DECISIONE
  9. VIAGGIO VERSO CHICAGO
  10. CHICAGO
  11. RITORNO IN ITALIA
  12. RICONGIUNGIMENTO DEL GRUPPO
  13. RITORNO AI GIORNI NOSTRI
  14. Ringraziamenti