Charles Darwin
eBook - ePub

Charles Darwin

  1. English
  2. ePUB (mobile friendly)
  3. Available on iOS & Android
eBook - ePub

Charles Darwin

About this book

Charles Robert Darwin (Shrewsbury, 12 febbraio 1809 – Londra, 19 aprile 1882), naturalista e biologo britannico, è celebre per aver formulato la teoria della evoluzione delle specie animali e vegetali per selezione naturale agente sulla variabilità dei caratteri ereditari, nonché della loro diversificazione e moltiplicazione per discendenza da un antenato comune. Pubblicò la teoria sulla evoluzione delle specie nel suo celebre libro L'origine delle specie (1859). Raccolse molti dei dati su cui basò tale teoria durante un viaggio intorno al mondo imbarcato sulla nave Beagle e, in particolare, durante la sua sosta alle Isole Galápagos.

Frequently asked questions

Yes, you can cancel anytime from the Subscription tab in your account settings on the Perlego website. Your subscription will stay active until the end of your current billing period. Learn how to cancel your subscription.
At the moment all of our mobile-responsive ePub books are available to download via the app. Most of our PDFs are also available to download and we're working on making the final remaining ones downloadable now. Learn more here.
Perlego offers two plans: Essential and Complete
  • Essential is ideal for learners and professionals who enjoy exploring a wide range of subjects. Access the Essential Library with 800,000+ trusted titles and best-sellers across business, personal growth, and the humanities. Includes unlimited reading time and Standard Read Aloud voice.
  • Complete: Perfect for advanced learners and researchers needing full, unrestricted access. Unlock 1.4M+ books across hundreds of subjects, including academic and specialized titles. The Complete Plan also includes advanced features like Premium Read Aloud and Research Assistant.
Both plans are available with monthly, semester, or annual billing cycles.
We are an online textbook subscription service, where you can get access to an entire online library for less than the price of a single book per month. With over 1 million books across 1000+ topics, we’ve got you covered! Learn more here.
Look out for the read-aloud symbol on your next book to see if you can listen to it. The read-aloud tool reads text aloud for you, highlighting the text as it is being read. You can pause it, speed it up and slow it down. Learn more here.
Yes! You can use the Perlego app on both iOS or Android devices to read anytime, anywhere — even offline. Perfect for commutes or when you’re on the go.
Please note we cannot support devices running on iOS 13 and Android 7 or earlier. Learn more about using the app.
Yes, you can access Charles Darwin by Enrico Morselli in PDF and/or ePUB format, as well as other popular books in Biological Sciences & Science General. We have over one million books available in our catalogue for you to explore.

IV.

Sono corsi oramai ventidue anni dalla pubblicazione dell’opera immortale sull’origine delle specie, e noi possiamo oggi apprezzarne l’immenso valore. Nessun altro libro ebbe mai sullo scibile umano l’influenza di questo piccolo volume, in cui si condensavano il lavoro, le meditazioni, le esperienze, le veglie di ventotto anni: ma è giusto ricordare ad elogio del Darwin come egli fosse perfettamente conscio della grande rivoluzione che si sarebbe svolta in seguito all’accettazione delle sue idee. «Quando, egli scriveva in fine al suo libro, le idee da me esposte in quest’opera e sostenute dal Wallace, o idee analoghe sull’origine delle specie, saranno generalmente adottate, possiamo vagamente prevedere che avverrà una notevole rivoluzione nella storia naturale. I sistematici potranno continuare come al presente, ma non saranno più molestati dal dubbio insolubile se questa o quella forma sia in essenza una specie. Noi avremo allora da trattare le specie come combinazioni puramente artificiali, fatte per comodità. Gli altri rami più generali della storia naturale presenteranno un interesse maggiore: i termini impiegati dai naturalisti, come affinità, parentela, unità di tipo comune, morfologia, caratteri di adattamento, organi rudimentali, ecc. non saranno più metaforici, ma avranno un significato evidente. Contempleremo ogni struttura complicata e ogni istinto come il risultato di molti adattamenti ciascuno dei quali fu vantaggioso all’individuo. Un vasto campo, quasi inesplorato, di osservazioni sarà aperto sulle cause e sulle leggi delle variazioni, sulla correlazione di sviluppo, sugli effetti dell’uso e del non-uso degli organi, sull’azione diretta delle condizioni esterne. Lo studio delle produzioni domestiche crescerà immensamente di valore. Le nostre classificazioni diverranno altrettante genealogie: gli organi rudimentali ci indicheranno infallibilmente la natura delle strutture perdute in epoche remote: le specie e gruppi di specie aberranti, veri fossili viventi, ci aiuteranno a compiere il disegno delle antiche forme di vita: l’embriologia ci rivelerà la struttura, che rimase alterata, dei prototipi di ogni grande classe. Noi saremo anche in grado di seguire le antiche emigrazioni degli abitanti del mondo intero: potremo anzi arrivare alla nozione dell’antica geografia. In quanto alla geologia, si riconoscerà che l’accumularsi d’una grande formazione fossilifera dovette dipendere da uno straordinario concorso di circostanze, e che gli intervalli di riposo e di inazione fra gli stadi successivi furono di una lunga durata: anzi giungeremo ad apprezzare la durata di questi intervalli con qualche sicurezza, facendo il confronto fra le forme organizzate anteriori e le posteriori».
Ora, tutto quanto aveva predetto Darwin si è completamente avverato: non v’è parte dell’immenso dominio delle scienze naturali che non abbia ricevuto impulso dalla teoria dell’elezione. Ma vi è di più: questa teoria, nel punto stesso che forniva una spiegazione naturale dell’origine delle specie, considerandole come organismi funzionanti in mezzo alle condizioni più opposte di vita, includeva pure più o meno tacitamente una riforma di tutte quelle scienze, che si rivolgono allo studio delle funzioni dell’essere animato più perfetto, cioè dell’uomo. Poiché se l’uomo rientrava nella serie animale per i caratteri fisiologici e morfologici, vi rientrava ancora per i caratteri psichici, nei quali esso doveva riguardarsi come il prodotto più elevato di quelle medesime leggi dell’elezione naturale e dell’adattamento, che sovrintendono allo sviluppo dei fenomeni mentali degli organismi viventi. Ora, erano appunto questi caratteri psichici, questi poteri mentali che la scuola ortodossa riguardava come esclusivi dell’uomo; erano dessi, che per una causa apparentemente misteriosa e super-organica avevano dato origine ai fenomeni complicatissimi della vita sociale, alla civiltà, alla religione, alla morale, al diritto, alla stessa scienza. La teoria darwiniana non poteva, escludendo l’uomo, limitarsi ai soli esseri inferiori, né applicata ai caratteri organici poteva arrestarsi di fronte ai caratteri mentali: la riforma delle scienze biologiche supponeva una modificazione analoga delle scienze morali: risolto il problema dell’origine umana, ne venivano anche rovesciate le vecchie basi della psicologia, della storia, della giurisprudenza, della letteratura e dell’arte, ma, quel che è più, tutti i concetti della antica filosofia perdevano ogni valore. «In un lontano avvenire» scriveva ancora fatidicamente Darwin «io vedo altri campi aperti alle più importanti ricerche: la psicologia sarà fondata sopra il principio già propugnato da Herbert Spencer, che cioè ogni facoltà e capacità mentale si sia necessariamente sviluppata a grado: si spanderà una viva luce sull’origine dell’uomo e sulla sua storia: noi potremo anche penetrare nel futuro, esser certi che nessun cataclisma venne mai a desolare il mondo intero, pensare con confidenza a un tranquillo avvenire di lunghezza incalcolabile, infine riflettere che tutte le qualità del corpo e dello spirito tenderanno a progredire verso la perfezione».
È noto che l’opera del Darwin fu accolta dapprima nel mondo scientifico con uno scoppio quasi generale d’indignazione e di orrore. Soltanto pochi furono i naturalisti che sin d’allora ne riconobbero la grande superiorità su tutte le teorie precedentemente emesse intorno al problema dell’origine naturale delle specie: pochissimi poi coloro che ebbero il coraggio di accettarla e di farsene propugnatori. La storia delle lotte e delle fasi che ha dovuto subire la teoria darwiniana varrebbe a dimostrare nel modo più evidente tutti gli errori, le illusioni, le contraddizioni, dirò di più, tutte le temerità e le menzogne di che può essere capace lo spirito umano; ma il tempo di scrivere codesta storia non è forse ancora giunto, e io voglio qui mettere in rilievo questo fatto solo: che la rapidità con la quale si è operato di fronte alla teoria evoluzionistica un cangiamento così profondo dell’opinione pubblica come quello degli ultimi quindici anni, basterebbe da sola a contrassegnare la nostra epoca fra le più grandi attraversate dal pensiero umano nel suo cammino progressivo. Nel 1868 la lotta fra darwinisti e antidarwinisti era più accesa che mai e pareva pendere ancora a favore di questi ultimi, persino nei paesi ove si parlava la lingua materna di Charles Darwin. L’ Athenaeun inglese proclamava che oramai la teoria del Darwin era una cosa del passato, e che l’appoggio accordatole da alcuni naturalisti andava dileguandosi. E il Crawfurd al Congresso antropologico di Londra faceva smascellare dalle risa la dotta assemblea, mettendole avanti agli occhi, a proposito della origine scimmiesca dell’uomo, il quadretto umoristico degli asini che vogliono diventare cavalli e dei maiali che desiderano trasformarsi in elefanti. In America l’Agassiz, il campione più risoluto dell’ortodossismo, il continuatore delle tradizioni cuvieriane, l’inventore della teoria eclettica, un po’ cristiana un po’ pagana, dei centri di creazione, e a onta di ciò uno dei più grandi naturalisti e osservatori del secolo, scriveva ancora articoli seri sulla Contemplazione di Dio (nel «Kosmos christian Examiner» 4 a serie, vol. XV) e sosteneva che la battaglia già vinta nel campo della metafisica doveva trasportarsi e vincersi anche nel terreno della scienza fisica. Nell’Europa continentale Darwinismo non era meno osteggiato sebbene già in Germania e in Italia un certo numero di naturalisti e di critici si fosse schierato nelle ancora scarse fila dei sostenitori dell’evoluzionismo, e mi basterà citare i nomi rispettabili di De Filippi (1865), Trezza (1865), Canestrini (1865), Delpino (1867) e Mantegazza (1868). Ma le ostilità maggiori venivano dalla Francia, cioè da dove le due scuole fin dai principi del secolo s’erano sempre trovate di fronte e dove la lotta era stata fatalmente decisa a favore del Cuvier. L’opposizione fatta al darwinismo dalla scienza francese fino a questi ultimi tempi è conosciuta da tutti: meno noti son forse gli attacchi che la teoria dell’evoluzione ha dovuto subire in Francia nelle aule universitarie e persino nelle sale dei tribunali. Sui primi del 1868, nel discorso d’apertura dell’anno giuridico, il procuratore generale Ducreaux proclamava che l’estendersi delle idee darwiniane era da annoverarsi fra le cause più sicure dell’aumento dei reati correzionali: accusa che rivelava soltanto però un aspetto dell’accanita e sistematica opposizione fatta ancora da certuni ai concetti della filosofia moderna in vista che essi costituirebbero la rovina della società e l’abbruttimento della specie umana!
Ma di queste e altre simili argomentazioni anti-darwiniane il tempo è già passato: Darwinismo trionfa in tutti i rami dello scibile, penetra nelle coscienze, sostituisce alle vecchie affermazioni dogmatiche un concetto più scientifico e positivo della vita, cangia l’indirizzo della storia e dell’arte, modifica le idee e i sentimenti e si prepara per l’avvenire a produrre analoghe trasformazioni anche nei costumi e nelle leggi e nelle usanze. Io ho voluto ricordare queste lotte e questi trionfi solo per dire che il successo delle dottrine evoluzionistiche si deve quasi del tutto alla prudenza e alla serenità, con le quali Charles Darwin ha assistito impassibile alla tempesta che egli stesso aveva suscitata e in cui la parte più colta e civile dell’umanità ha visto sommergersi tutti i suoi vecchi ideali e fare naufragio quasi tutto ciò che le proveniva dalla civiltà antica. Che cosa faceva l’autore dell’Origine delle specie, mentre a lui d’intorno s’agitava la grande battaglia e il suo nome dagli uni portato alle stelle veniva dagli altri fatto segno alle accuse più inique, ai sarcasmi più sanguinosi, alle imprecazioni e quasi all’abborrimento universale, così da divenire in breve per le coscienze timorate simbolo spaventevole di ateismo, di corruzione e di pervertimento?
Charles Darwin nel suo tranquillo ritiro di Down Beckenham, in mezzo alle gioie purissime della vita domestica, circondato dall’affetto e dalla venerazione dei figli, degli amici e di tutti i dotti, lavorava indefessamente intorno alla sua grande teoria, e in molti punti la completava, riunendo un numero straordinario di prove, facendo esperimenti, osservando la natura. Io non so, ma questo vecchio, che affranto dagli studi, con la salute profondamente turbata, con la pazienza instancabile del romito, con la calma serena dell’eroe prosegue il suo cammino senza badare ai plausi e alle imprecazioni della folla dei piccoli che gli si avvoltola sotto; questo ricercatore indefesso, che fiso lo sguardo a una meta ideale mai s’arresta davanti agli ostacoli e va oltre, fermo e diritto, in mezzo alle tempeste e quasi in una oscurità tenebrosa fino a che si squarcino le nubi e splenda il primo raggio della verità a illuminare il problema di tutta la sua vita, il problema dei problemi; questo lavoratore titanico, di cui ogni colpo atterra e suscita, disperde e vivifica allo stesso tempo, e che non sembra aver coscienza della sua forza, tanto essa è parte intima ed essenziale della sua potente individualità; quest’olimpico Darwin, che la nostra immaginazione non crea ma che i nostri occhi videro e riconobbero realmente, ha in sé qualche cosa di sì superiore, che io non saprei trovare nella storia del pensiero umano altra figura che l’agguagli, se pur non si voglia pensare a Socrate e a Newton. Un fatto, che non mi pare d’aver visto accennato ancora ad altri, è che se vi fu mai riformatore cui mancassero apparentemente l’entusiasmo e la fibra dell’apostolo, questi è certamente Darwin, e in ciò egli s’assomiglia in tutto al suo grande compatriota che ora nominai, e forse al Galileo Galilei e al Kant; si distacca invece da quanti altri ebbe la scienza umana di più grandi rigeneratori, specialmente nell’età antica. Socrate praticò, per esempio, un vero apostolato, e parlò piuttosto ai sentimenti che alla ragione: ma oggidì il carattere dominante della civiltà moderna è di tendere allo sviluppo dei poteri intellettuali a scapito e freno degli impulsi sentimentali; oggi l’osservazione dei fatti ci soddisfa assai più che non l’esposizione di un sistema o la proclamazione di un dogma. E Charles Darwin, che fu di questa tendenza dello spirito moderno il più degno rappresentante, appunto per ciò, senza quasi lottare, si impose.
Noi abbiam visto negli ultimi anni come ciascuna sua opera non mirasse ad altro che a consolidare sempre più la sua teoria: ciascuna era anzi come un colpo di fulmine che il Giove della scienza moderna scioglieva di quando in quando dalla sua mano poderosa, portando lo sgomento nelle sempre più scarse fila dei suoi avversari. Io non dirò del valore di questi libri per rispetto alla teoria dell’evoluzione: essi possono assomigliarsi ai colpi distruttori d’un antico ariete, che cozza in silenzio e con tenacia terribile contro le mura d’un edificio condannato a sfasciarsi, e continua in modo quasi maestoso la sua opera di distruzione in mezzo al bollore e ai mille episodi del combattimento. Nessun grido di collera, nessuna esclamazione di disprezzo e di sarcasmo, nessuna parola d’impazienza è uscita mai dalla penna di questo uomo, che pure vedeva sorgere contro di sé tutto l’antico mondo dei pregiudizi e scorgeva il suo nome posto al bando dalla intolleranza, dalla malignità, dall’interesse, dall’ignoranza e dalla superstizione insieme collegate ai suoi danni: ma tutti questi libri del Darwin, che si succedevano regolarmente a intervalli di uno, due o tre anni, movevano per vie diverse e talora indirette verso la grande meta, che ci s’era prefissa, così da servire come termini miliari per sempre irremovibili sulla via novella da lui aperta alla biologia.
La più gran parte di queste opere tratta argomenti di botanica, che fu la scienza prediletta di Charles Darwin; anche perché la vita di campagna gli porgeva il destro di immaginare e ripetere continue esperienze sulla fisiologia vegetale. Uno dei più notevoli risultati degli studi botanici del Darwin, dal punto di vista della filosofia scientifica, fu di avere sempre più diminuita la distanza fra gli animali e le piante, dimostrando l’esistenza di funzioni analoghe di sensibilità, di movimento, di nutrizione e di assimilazione, di adattamento alle condizioni esterne e perciò di variabilità in ambo i grandi regni del mondo organico, fra i quali prima codeste funzioni parevano creare una divisione insuperabile. Un giudice competente come l’Hooker ha detto che queste ...

Table of contents

  1. Copertina
  2. CHARLES DARWIN
  3. Indice
  4. Intro
  5. CHARLES DARWIN
  6. Charles Darwin
  7. I.
  8. II.
  9. III.
  10. IV.
  11. V.
  12. VI.
  13. VII.
  14. Ringraziamenti