Vita di Wang Yangming
eBook - ePub

Vita di Wang Yangming

Umberto Bresciani

Share book
  1. Italian
  2. ePUB (mobile friendly)
  3. Available on iOS & Android
eBook - ePub

Vita di Wang Yangming

Umberto Bresciani

Book details
Book preview
Table of contents
Citations

About This Book

Nel mondo cinese, anzi in tutta l’area estremorientale del mondo, Wang Yangming (1472-1529) da secoli è visto come uno dei quattro grandi maestri del confucianesimo, dopo Confucio (551-479 a.C.), Mencio (371-289 a.C.) e Zhu Xi (1130-1200). È lui che ha fondato la “Scuola Yaojiang” ovvero “Scuola della Mente di Wang Yangming”, o anche “Scuola Lu-Wang,” che nella seconda parte della dinastia Ming (1368-1644) divenne una delle scuole confuciane dominanti nella società, e lo rimase anche in seguito, fino ai nostri giorni.
Wang Yangming non era solo un filosofo; era un uomo straordinario, di quelli che di tanto in tanto compaiono sulla terra. "Il carattere cinese sheng che appare sulla copertina indica l'ideale di vita perseguito da Wang Yangming: diventare un saggio/santo ( sheng )." Umberto Bresciani, nativo di Cremona, ha conseguito il dottorato in Lettere cinesi alla National Taiwan University di Taipei, Taiwan. Attualmente è docente presso l’Università Cattolica Fujen di Taipei. Esperto dei temi attinenti al dialogo religioso e culturale con il mondo cinese, ha pubblicato, in particolare, ReinventingConfucianism. The New Confucian Movement (2001), tradotto in italiano come La filosofia cinese nel ventesimo secolo. I nuovi Confuciani (2009). Per Passerino Editore ha pubblicato Il primo principio della filosofia confuciana (ebook, 2014); WangYangming:AnEssential Biography (ebook, 2016)..

Frequently asked questions

How do I cancel my subscription?
Simply head over to the account section in settings and click on “Cancel Subscription” - it’s as simple as that. After you cancel, your membership will stay active for the remainder of the time you’ve paid for. Learn more here.
Can/how do I download books?
At the moment all of our mobile-responsive ePub books are available to download via the app. Most of our PDFs are also available to download and we're working on making the final remaining ones downloadable now. Learn more here.
What is the difference between the pricing plans?
Both plans give you full access to the library and all of Perlego’s features. The only differences are the price and subscription period: With the annual plan you’ll save around 30% compared to 12 months on the monthly plan.
What is Perlego?
We are an online textbook subscription service, where you can get access to an entire online library for less than the price of a single book per month. With over 1 million books across 1000+ topics, we’ve got you covered! Learn more here.
Do you support text-to-speech?
Look out for the read-aloud symbol on your next book to see if you can listen to it. The read-aloud tool reads text aloud for you, highlighting the text as it is being read. You can pause it, speed it up and slow it down. Learn more here.
Is Vita di Wang Yangming an online PDF/ePUB?
Yes, you can access Vita di Wang Yangming by Umberto Bresciani in PDF and/or ePUB format, as well as other popular books in Lingue e linguistica & Lingue. We have over one million books available in our catalogue for you to explore.

Information

Publisher
Passerino
Year
2019
ISBN
9788832575545

Capitolo 1: Sfondo storico


Wang Yangming visse e morì nel secolo di mezzo dei quasi tre secoli della dinastia Ming (1368-1644). Vale la pena di dare uno sguardo al retroscena storico del nostro personaggio effettuando una visita virtuale alla dinastia Ming.
Dagli Yuan ai Ming
Dopo aver conquistato mezza Europa e il Medioriente, le orde di Gengis Khan (1162-1227) bramavano la conquista della Cina. Nel 1215 Gengis Khan conquistò l’area dell’attuale Beijing e negli anni seguenti qualche altra porzione del nord della Cina; ma fu Kubilai Khan, nipote di Gengis Khan, a riuscire nell’intento di occupare la Cina settentrionale, che a quel tempo era dominata dai Liao, una dinastia tungusica. Kubilai Khan proclamò l’inizio di una nuova dinastia, la dinastia Yuan (1271), stabilendo la sua città capitale a Khanbaliq (l’odierna Beijing). Negli anni seguenti gradualmente anche la Cina meridionale (dinastia Song del sud, con capitale Hangzhou) venne conquistata dai Mongoli e la Cina unificata sotto la dinastia Yuan (1279).
La dominazione mongola sulla Cina aveva dei punti di vantaggio, ad esempio era facilitato il commercio internazionale, ma era oppressiva e crudele. Soprattutto aveva imposto una netta discriminazione razziale, dividendo la popolazione in quattro classi, dove la razza Han – la maggioranza dei cinesi - era la classe più in basso. Dopo alcuni decenni la popolazione soggiogata era in subbuglio, specialmente nelle regioni molto popolose ed economicamente prospere del delta del Fiume Azzurro. Verso la metà del XIV secolo, con il paese infestato da carestia, peste e rivolte dei contadini, uno dei capi rivoltosi di nome Zhu Yuanzhang riuscì a guidare le sue truppe alla conquista della Cina, mettendo fine alla dinastia Yuan e costringendo i mongoli a ritirarsi nelle steppe dell’Asia centrosettentrionale. Nel 1368 Zhu Yuanzhang conquistò Khanbaliq (oggi Beijing), la capitale della dinastia Yuan, e proclamando di aver ricevuto il mandato celeste, stabilì la dinastia Ming con capitale Nanjing (Nanchino), assumendo per sè un nuovo nome, il nome di Hongwu (Grande Marzialità). Il nuovo imperatore si preoccupò di abolire le leggi e le usanze mongole, perfino i nomi e il modo di vestire, e di tornare alle tradizioni cinesi. Qualche usanza tuttavia rimase, quale la efferata crudeltà nelle punizioni e perfino l’usanza dell’immolazione ( suttee) di tutte le sue concubine al momento della sua morte (1398). Hongwu stabilì una forma di governo assolutista e centralizzata, creando un sistema di polizia segreta ed effettuando delle operazioni di sterminio di qualsiasi persona che fosse un pericolo reale o sospetto per il suo potere. All’inizio governò con al suo fianco un primo ministro; poi abolì il primo ministro e amministrò l’immenso impero direttamente, con l’aiuto di “gran segretari.”
L’imperatore Hongwu regnò per lunghi anni e generò 27 figli maschi. Si fidava solo della sua famiglia, per cui ben presto prese il suo primogenito come erede e assegnò a tutti gli altri figli il possesso di un vasto feudo ciascuno, nelle ricche terre della valle del Fiume Azzurro oppure nei territori di frontiera al nord. Pensava che in questo modo potessero contribuire alla stabilità dell’impero; nel contempo, dato che vivevano una vita lussuosa nel proprio feudo a una notevole distanza l’uno dagli altri, pensava così di prevenire il disordine politico di ribellioni o colpi di stato da parte di qualche membro della sua numerosa discendenza.
Visto morire il primogenito e designato erede, l’imperatore Hongwu scelse come successore il nipote, figlio del primogenito. Per l’occasione si preoccupò anche di pubblicare un libro di Istruzioni ancestrali ( Huangming zuxun) in cui fissava per i suoi discendenti tutte le regole riguardanti i riti e le cose da fare nelle varie situazioni. Il capitolo introduttivo lo scrisse lui personalmente, esortando i figli a seguire sempre un modo di governare severo secondo i canoni legisti. Per assicurare il futuro della dinastia, ammoniva i futuri imperatori di vivere una vita di austerità e di mantenere un occhio vigile non solo sui doveri di venerazione degli antenati e sulle varie usanze rituali, ma anche sulla parentela, sugli alti funzionari (civili e militari) e sulle imperatrici.
Come politica economica, l’imperatore Hongwu abbracciò il punto di vista confuciano tradizionale, cioè che l’agricoltura e non il commercio debba costituire la fonte di ricchezza per la nazione. Di conseguenza, dopo la distruzione causata prima dal governo mongolo e poi dalla guerra civile, il fondatore della dinastia Ming intraprese un vasto piano di risanamento economico rivolto specialmente all’agricoltura, con innumerevoli progetti di irrigazione, rimboschimento, riparazione delle dighe e controllo dei corsi d’acqua. Favorì inoltre la creazione di comunità agricole autosufficienti. Lui voleva proteggere i contadini e aiutarli ad arricchirsi. Fece rimuovere a forza delle fette di popolazione da certe zone poco fertili e le fece traslocare in zone da aprire alla coltivazione. Istituì numerosi progetti di lavori pubblici; cercò di distribuire terre ai contadini. Verso la metà del suo regno, Hongwu emise un editto secondo cui chiunque avesse coltivato un terreno incolto ne diveniva il legittimo proprietario ed era anche esentasse. Con questi provvedimenti, alla fine del suo regno l’area coltivabile del paese era notevolmente aumentata. Le sue politiche davvero arricchirono i contadini perché vendevano i loro prodotti nelle città in fase di espansione urbana. Durante il suo regno vi fu un rapido aumento della popolazione. Anche il sistema fiscale dei Ming era di tipo agricolo. Tuttavia i pregiudizi di Hongwu nei confronti del commercio non portarono ad una diminuzione del numero dei commercianti, i quali anzi si moltiplicarono a causa dello sviluppo dell’industria nell’impero. Questo sviluppo dell’industria e commercio era dovuto in parte anche al fatto che certe zone del paese avevano il terreno poco fertile ed erano sovrappopolate, il che costringeva molti a cercare fortuna nel commercio.
Per questione di principio l’imperatore Hongwu era contrario ad imprese militari in paesi esteri. Quando i vietnamiti invasero il paese di Champa (oggi Cambogia), si rifiutò di intervenire in aiuto dei Champa. Si limitò a rimproverarli per la loro invasione. Al riguardo lasciò un monito specifico ai futuri imperatori di non impegnarsi in campagne militari per la gloria e la conquista. Nelle sue Istruzioni ancestrali del 1395 scrisse specificatamente che la Cina non doveva attaccare le nazioni straniere e invece di attaccare doveva concentrarsi sulla difesa dai barbari.
La Dinastia Ming (Primo Periodo)
Alla morte di Zhu Yuanzhang, il nipote, l’imperatore Jianwen, ereditò il trono Ming (1398) e subito diede inizio ad un programma ambizioso di riforme: voleva nientemeno che rifare la Cina, politicamente e moralmente. Una delle riforme mirava ad accentrare di nuovo il potere politico sbarazzandosi dei feudi principeschi militarizzati che il fondatore aveva creato, nell’illusione che, essendo i feudi in mano ai suoi figli, avrebbero funzionato da baluardi fidati della dinastia regnante. Il giovane imperatore Jianwen invece intuiva che i suoi numerosi zii non erano per nulla soddisfatti della successione al trono come era stata effettuata; e per questo aveva fretta di istituire delle norme che limitassero ulteriormente il loro potere politico e militare. Il governo dell’imperatore Jianwen cominciò con il sopprimere ad uno ad uno i principati più deboli, lasciando per ultimo il più forte, il principato di Yan. Questo fu un errore strategico fatale. Suo zio, il principe di Yan, ebbe il tempo sufficiente per armarsi e prepararsi a difendere il suo feudo. Il 13 luglio 1402, dopo tre anni di guerra civile, le truppe del principe di Yan sfondarono la cerchia di mura e occuparono Nanjing. Il palazzo di Jianwen fu distrutto da un incendio. Del giovane imperatore non si trovò più traccia, anche se per anni corse la voce che fosse riuscito a fuggire non si sapeva dove. Il suo regno era stato molto breve (r. 1398-1402).
Il principe di Yan prese il potere e regnò sulla Cina col nome di imperatore Yongle fino alla sua morte nel 1424. Stabilì Yan come seconda capitale e la chiamò Beijing, costruì la Città Proibita e ripristinò il Gran Canale e il primato degli esami statali per i pubblici funzionari. Nel 1421 Beijing venne riqualificata come capitale principale, ma in realtà divenne tale solo più tardi, nel 1450, con il completamento del Gran Canale.
Hongwu aveva saputo tenere a bada gli eunuchi di corte, proibendo loro di imparare a leggere e scrivere. Yongle invece rimunerò gli eunuchi che lo avevano appoggiato e li impiegò come contrappeso ai letterati confuciani burocrati. In questo modo venne offerta agli eunuchi la via ad un promettente futuro; il loro potere a corte crebbe sempre di più e col tempo divennero una fonte di gravi problemi per la vita politica dell’impero per tutto il resto del tempo della dinastia Ming.
La nuova dinastia nell’insieme procedette bene, grazie soprattutto alle caute istituzioni lasciate dal fondatore e dal suo successore l’usurpatore Yongle. I fondamenti solidi che aveva permisero all’impero di durare per quasi tre secoli, sebbene svariati imperatori succeduti sul trono fossero delle figure mediocri e la vita politica fosse spesso tesa a causa delle lotte interne fra la classe potente degli eunuchi e i letterati confuciani.
La Dinastia Ming (Periodo Mediano)
La dinastia Ming durò per 277 anni. I primi decenni furono di crescita in molti aspetti e i Mongoli - la minaccia costante che incombeva dal nord – vennero tenuti fuori. Il sistema politico e amministrativo instaurato dal fondatore e solo lievemente modificato dall’imperatore Yongle, continuò a funzionare durante la parte mediana della dinastia, anche se in quel periodo la situazione non era più tanto rosea. L’impero aveva smesso di espandersi, la politica interna presentava dei difetti gravi e gli imperatori erano spesso negligenti nello svolgere il loro lavoro. Gli storici di solito fanno iniziare il periodo mediano dal 1449, anno in cui l’imperatore Zhengtong (r. 1435-1449) venne catturato dai Mongoli Oirat e tenuto in ostaggio in una tenda mongola per sette anni, un fatto che evidenziava la debolezza interna dell’impero Ming. Il fratello di Zhengtong prese allora il trono col nome di imperatore Jingtai e regnò fino alla sua morte nel 1457. Al momento della sua morte, Zhengtong, che nel frattempo per mezzo di un riscatto aveva riguadagnato la libertà, ritornò sul trono e regnò altri sette anni (1457-1464). Altri storici mettono come data iniziale del periodo mediano il 1464, anno in cui ascese al trono Chenghua (l’imperatore Xianzhong), figlio di Zhengtong.
I due fatti storici più importanti del periodo mediano dei Ming sono l’usurpazione del potere da parte degli eunuchi sotto Wuzong (r. 1505-1521) e la Grande Controversia dei Riti sotto Jiajing (r. 1521-1567). Noi incontreremo questi due imperatori (Wuzong e Jiajing) nel corso della vita di Wang Yangming. Avremo occasione di comprendere che cosa effettivamente avvenne e quali furono le conseguenze di quei due fatti per il futuro dell’impero. Una caratteristica rilevante di questo periodo fu l’abitudine degli imperatori – specialmente di Wuzong e Jiajing – di passare le giornate a godersi la vita nei loro quartieri di piacere all’interno del palazzo oppure di fare viaggi di piacere, astenendosi totalmente dal governare e lasciando la gestione degli affari politici in mano agli eunuchi e ai favoriti di corte.
Nel frattempo i Mongoli al nord nella regione di Hohhot - in quella che oggi si chiama Mongolia Interna, una regione autonoma della Cina - si erano uniti sotto il comando di Altan Khan, discendente di Genghis Kahn. Con la capacità militare della Cina ridotta, nel 1542 i Mongoli penetrarono nella Grande Muraglia, bruciarono delle case, razziarono del bestiame e dei cavalli e massacrarono più di 200,000 persone. Nel 1550 i Mongoli attraversarono di nuovo la Grande Muraglia e avanzarono fino alle porte di Beijing, saccheggiando e bruciando la periferia della città. Il governo Ming alla fine riuscì a pacificarli concedendo loro dei diritti speciali di scambi commerciali.
Imperatori durante la Vita di Wang Yangming (1472-1529):
Nome personale Anni di vita Anni di regno Nome del tempio Nome dell’epoca
Zhu Jianshen 1447-1487 1464-1487 Xianzhong Chenghua
Zhu Youtang 1470-1505 1487-1505 Xiaozong Hongzhi
Zhu Houzhao 1491-1521 1505-1521 Wuzong Zhengde
Zhu Houcong 1507-1567 1521-1567 Shizong Jiajing
La Dinastia Ming (Ultima Parte)
Il terzo periodo, detto anche della ‘decadenza’ della dinastia Ming, inizia secondo alcuni storici con l’ascesa al trono dell’imperatore Wanli (1572). La maggior parte degli storici lo fa iniziare dal 1581, anno in cui Zhang Juzheng (1525-1582), gran segretario dell’imperatore Wanli, attuò una riforma fiscale su grande scala, nota come la ‘legge della frusta unica’ ( single whip law, yitiao bianfa). Wang Yangming morì nel 1529, per cui questo ultimo periodo della dinastia non riguarda direttamente la presente biografia. È importante invece per uno sguardo alla sorte della filosofia di Wang Yangming dopo la sua morte. Dopo la morte le sue idee si diffusero ampiamente e per un secolo la sua dottrina, con alterne vicende, fu l’ideologia dominante della Cina e venne esportata anche in Corea e in Giappone.
L’ultimo periodo della dinastia Ming fu un periodo di sviluppo fiorente nel commercio, nelle arti e nelle attività letterarie; ma fu anche un periodo di progressivo peggioramento della situazione politica. Preso nel mezzo delle lotte fra i partiti dei letterati (specialmente il partito di Donglin) e gli eunuchi, il paese si trascinava avanti a fatica, finché un giorno lo stesso comandante in capo dell’armata imperiale, a causa di un insignificante rancore personale, aprì le porte della Grande Muraglia all’armata Manciù che stava in attesa di un’occasione per entrare. I Manciù invasero la Cina e la conquistarono, ponendo fine alla dinastia Ming.
Ideologia di stato dell’impero Ming
L’ideologia fondamentale dello stato durante l’impero Ming era il Neoconfucianesimo della scuola di Zhu Xi. Durante la dinastia Song (960-1279) si era verificata una grande rinascita del Confucianesimo con il fiorire di numerosi pensatori importanti e creativi. Zhu Xi (1130-1200) aveva realizzato una grandiosa sintesi delle varie idee filosofiche e le aveva organizzate in un sistema completo filosofico e pedagogico. Durante la sua vita Zhu Xi non assistette al trionfo del suo sistema di pensiero; tuttavia grazie ai suoi numerosi scritti e poi ancora agli scritti dei discepoli e del suo amico Lü Zuqian (1137-1181), le sue idee ebbero una discreta diffusione nelle numerose accademie tipo college ( shuyuan) che fiorivano durante l’epoca Song.
Poi ci fu l’invasione dei Mongoli, con la fondazione di una dinastia mongola, la dinastia Yuan. Fu proprio sotto il regime dei mongoli che Xu Heng (1209-1281), uno studioso confuciano nativo della Cina del nord, entrò nelle grazie di Kubilai Khan. Nel 1271 Kubilai Khan proclamò la fondazione della dinastia Yuan e insieme fondò un’Accademia Nazionale, nominando Xu Heng presidente della medesima. In tale posizione Xu Heng poté operare una diffusione su scala nazionale delle dottrine di Zhu Xi. Il trionfo di Zhu Xi arrivò nel 1313, quando il monarca mongolo stabilì un sistema di esami per entrare nella burocrazia statale del tipo cinese tradizionale, dove gli esami erano basati sui Classici Confuciani, specialmente i Quattro Libri, interpretati e spiegati dai commentari di Zhu Xi.
Dopo l’espulsione dei Mongoli (1368), l’imperatore Hongwu dei Ming già nel 1369 ordinò di stabilire delle scuole in tutti i distretti della nazione allo scopo di preparare degli studiosi per la burocrazia statale. Gli studenti erano sovvenzionati e godevano di preferenze al momento di fare domanda per l’ammissione all’Accademia Hanlin, l’istituzione più alta del sapere in tutto il paese che formulava le politiche didattiche per la nazione e aveva la supervisione delle scuole locali. Come risultato di questo editto imperiale, durante i Ming furono aperte più scuole in Cina che non nelle epoche precedenti e l’istruzione divenne inseparabile dagli esami per il reclutamento dei funzionari dello stato. L’autorità imperiale controllava il sistema degli esami non solo al vertice, ma anche nelle province, i cui promossi poi accedevano all’esame metropolitano e poi all’esame nel palazzo imperiale stesso. Il sistema degli esami permetteva di reclutare per il servizio nel governo le migliori menti di tutto l’impero, anche se gli esami erano concentrati solamente sull’interpretazione dei Classici offerta dai commentari Song e costringevano i candidati a scrivere dei saggi in uno stile letterario artificioso e scoraggiavano lo sviluppo dell’originalità.
I rapporti fra Zhu Yuanzhang, fondatore della dinastia Ming, e il Confucianesimo passarono attraverso degli alti e bassi. Da principio l’imperatore aveva arruolato come funzionari nella sua burocrazia coloro che avevano superato gli esami statali secondo il metodo neoconfuciano. Ben presto però, da persona sospettosa che era, cominciò a vedere gli studiosi confuciani come il gruppo più pericoloso e ne mise a morte parecchi. Ancora nel 1370 l’imperatore rimise in piedi il sistema degli esami, però non basato sui Classici Confuciani. Nel 1373 lo abolì, preferendo avere degli ufficiali governativi scelti per raccomandazione. Nel 1375 stabilì un sistema di scuole per gli studenti qualificati. Nel 1382 rimise in piedi il sistema tradizionale degli...

Table of contents