Catechismo popolare per la libera pensatrice
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Catechismo popolare per la libera pensatrice

About this book

Pubblicato nel 1869, Catechismo popolare per la libera pensatrice sollevò ampia indignazione nei credenti ma apprezzamento da parte della critica imparziale, anche all'estero. Il libro in estrema sintesi afferma che la emancipazione femminile passa attraverso il superamento del bigottismo cattolico ma, al contempo, elargisce un erudito e istruttivo excursus sulla religione cristiano-cattolica, sulla filosofia e sulla storia. In questa edizione il testo è stato lievemente e prudentemente revisionato nella forma.

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Information

PARTE PRIMA

Di Dio
Dio è un quadro vuoto
nel quale non si trova alcun’altra iscrizione
all’infuori di quella che tu stesso vi metti.
(Lutero)
D. Chi è Dio?
R. Dio per i Teologi è sommo bene e prima cagione del tutto. Per i Razionalisti Dio è il progressivo sviluppo della natura, o meglio la natura stessa.
Nei tempi primordiali gli uomini incolti e rozzi, in ragione del minore sviluppo universale non pensavano neanche a domandare a loro stessi, in qual modo si fosse formato il mondo e perché; a poco a poco però, perfezionandosi la natura si perfezionarono pure gli uomini, e furono capaci di pensare più coordinatamente. Millecinquecento anni circa prima della venuta di Cristo, visse Mosè, fu educato alla corte dei Faraoni e comprese facilmente le scienze d’allora: filosofo e astronomo profittò di tutto ciò che era a sua cognizione per dirozzare il popolo ebreo: egli si fece suo condottiero; si servì per il suo fine dei maremoti, del lampeggiare delle folgori, del rumoreggiare del tuono, dello scrosciar delle procelle fenomeno nuovo per l’Egitto, e lo indusse a credere essere quella la voce di Dio che gli faceva per tal modo conoscere i suoi decreti. Gli ebrei accolsero come divino e indiscutibile tutto ciò che venne loro imposto.
Mosè attinse la teogonia e la cosmogonia che insegnò agli ebrei dai libri e dalle tradizioni degli Egiziani, dei Fenici, degli Indiani e forse anche dei Cinesi: in Mosè però nulla vi è di originale, la sua legislazione è un mosaico fabbricato coi frammenti delle legislazioni dell’antico Oriente; nondimeno fu egli l’anello di congiunzione fra l’Oriente preistorico e l’Oriente storico.
Passarono secoli e secoli in cui diverse credenze disputarono il posto assegnato alla scienza, ma le invenzioni e scoperte scientifiche vennero man mano cancellandole.
L’invenzione della stampa di Panfilo Castaldi e di Johann Gutenberg, mercé la quale con pochi mezzi tutti ebbero campo d’istruirsi, la scoperta dell’America fatta da Cristoforo Colombo per la quale si poté provare la forma sferoidale della terra, il termometro ad acqua, il compasso di proporzione e il telescopio di Galileo Galilei che ci scoperse un’infinità di mondi sconosciuti, furono le prime maggiori scoperte scientifiche che ci portarono a conoscere la vera origine della natura e il suo possibile sviluppo senza il bisogno di un concorso soprannaturale. La fisica ci provò essere l’Universo composto di forze materiali regolate e sottoposte le une alle altre, la Geologia ci provò avere il mondo subìto nella sua formazione varie fasi eliminando così la supposta creazione della terra o mondo.
Gli uomini incolti avevano bisogno di una forza creatrice per spiegarsi l’essere del mondo, e la trovarono in Dio, o meglio nella parola Dio, gli scienziati la trovarono nella natura stessa; non vi è che un cambiamento di lettere e nulla più; la forza è la stessa. – Dio è eterno e la natura è eterna – Dio è infinito e la natura è infinita – dunque, ripeto, non fa bisogno di trovare altra forza creatrice nella natura se non che la natura stessa, che se noi volessimo supporre un Dio creatore di questa, bisognerebbe che a nostra volta cercassimo un creatore di Dio.
Della natura, opera meravigliosa e armoniosa, noi ne vediamo, e ne spieghiamo gli effetti e le cause, e nel progressivo suo sviluppo e miglioramento troviamo l’esempio a migliorare; di Dio non possiamo farcene l’idea grandiosa che ci facciamo della natura perché con una potenza assoluta e benefica, come lo dipingono gli Ortodossi avrebbe dovuto formare un mondo perfetto mentre non lo è: meglio è dunque riconoscere per Dio la Natura stessa e seguirne le sue leggi determinate d’eguaglianza e progresso.

Dell’Universo o Mondo
L’Universo che è lo stesso per tutti
non è stato creato né dagli Dei,
né dagli uomini,
ma esso fu e sarà sempre un fuoco vivente
che si rianima e si estingue secondo determinate leggi.
(Eraclito di Efeso)
D. Che cosa è l’Universo o Mondo?
R. Il Mondo o Universo è il prodotto ascendente della sua forza stessa.
Il Mondo quale ci viene dimostrato nella Genesi è opera di Dio il quale lo creava in sei giorni, prima era il caos che vuol dire confusione: ciò è quanto viene insegnato nelle pubbliche scuole, e quanto credono quelli che non sanno leggere gl’incuranti e i credenti, ma così non è in fatto e tenterò provarlo. Per poco che ognuno voglia ragionare penserà che avrebbe potuto crearlo d’un soffio e perfettissimo; per poco che si voglia studiare si verrà a conoscere trovarsi nella terra le vestigia della sua antichità e delle notevolissime sue modificazioni. Tuttle dice: «Le migliaia d’anni stanno al cronometro della natura quanto un sol minuto del pendolo o un minuto secondo per noi».
A New Orleans scavando il suolo assai profondamente si trovarono dieci strati di terreno differenti, e negli ultimi strati degli avanzi di crani, i più appartenenti alla razza americana, l’antichità dei quali fu dai Geologi giudicata a circa cinquantasettemila anni.
Il monte Etna da solo basterebbe a sbugiardare la cosmogonia e la cronologia biblica. In esso si riscontrano oltre cinquanta strati di terreno che un tempo, giudicando dai resti che contiene, deve essere stato coltivato. A ognuno di questi strati è sovrapposto uno strato di lava che rappresenta una eruzione vulcanica: perché gli uomini abbiano potuto portare terreno seminare e raccogliere su questi strati devono essere passati molti secoli: sommati assieme i secoli che saranno stati necessari per rendere coltivabili questi cinquanta strati ne risulteranno tante migliaia d’anni che formeranno più del decuplo della vita che la Bibbia assegna alla terra.
Questi fatti positivi mettono dunque nella necessità di credere indiscutibilmente a un’epoca anteriore e remota, che non è quella della creazione; il che ottenuto, è messa in dubbio la veracità della Genesi, e conseguentemente distrutta l’idea supposta della creazione stessa dacché prima di questa esistevano già uomini o cose.
Il globo o terra fu già allo stato liquido; le materie primitive, dice Zimmerman, dovevano essere prima di tutto: l’Idrogeno, l’Ossigeno, l’Azoto, il Carbonio, il Siliceo, lo Zolfo, i metalli Alcalini e altri. Da queste sostanze nacquero, tosto che il riavvicinamento permise loro di combinarsi, la Terra, gli Alcali, e gli Acidi – esistevano quindi delle materie; ora in natura non può esistere materia senza forza, né forza senza materia. Forza senza materia o materia senza forza sono entità incomplete, inconcepibili, l’una è condizione indispensabile dell’altra. Büchner nel suo erudito libro Forza e Materia dice: «Il movimento della materia segue le leggi che in essa hanno attività, e i fenomeni delle cose altro non rappresentano che i prodotti delle combinazioni diverse, varie, fortuite e necessarie del movimento materiale». Il mondo è dunque il prodotto fortuito e inevitabile delle materie in esso contenute, è quindi il prodotto della sua forza stessa.
Sarebbe bene dare una lunga definizione e spiegazione non solo della lenta formazione e stratificazione della terra, ma degli altri mondi esistenti nello spazio; ma ciò è difficile a spiegarsi brevemente e chiaramente in rapporto al titolo e volume di questo opuscolo, e d’altronde non è questo il mio scopo. Ho dovuto parlare di Dio e del Mondo per basare questo lavoro francamente sulle leggi di natura; ma mio precipuo intento è solo fissare l’attenzione della donna su questo argomento, quindi metterla a pensare e invogliarla di osservare quanto la circonda, farla ragionare; ciò ottenuto illustri scienziati hanno di già chiaramente dimostrata la grandezza dell’Universo, e la formazione della Terra da noi abitata; su di essi quindi io richiamo l’attenzione di chi mi leggerà: Zimmerman o il Mondo avanti la Creazione; Büchner Forza e Materia; La Fisica del Globo di Gerolamo Boccardo, sono fra i libri che vorrei leggesse, come pure vorrei leggesse L’Immortalità dell’Anima di Serafino Ruggero; La Filosofia delle Scuole Italiane di Ausonio Franchi; Il Razionalismo del Popolo dello stesso; I Sette Sacramenti di Filippo De Boni. Tutti libri basati sulla ragione. Questi la persuaderanno a svincolarsi da false e assurde teorie e a credere le cose soltanto che percepite dai sensi, resi più acuti, quando ce ne sia bisogno, dagli strumenti fisici, e aiutati dalle analisi chimiche, possono soltanto diventare elementi di sillogismi, di deduzioni e di considerazioni veramente scientifiche, poiché le cose che non impressionano i sensi o le facoltà affettive non possono mai formare oggetto di logico esame da parte della mente, sono impossibili, non possono esistere che come aberrazioni, come sogni e illuminata così la mente, comprenderà quanto sia più grande la natura in se stessa che formata e limitata all’arbitrio di un solo.

Di Cristo
Le pleiadi innumerevoli di martiri della libertà,
vennero fecondate dal sangue di Cristo.
D. Chi fu Cristo?
R. Cristo per i cattolici fu ed è il figlio di Dio; mandato da esso a redimere il genere umano. Per il razionalista, Cristo fu il più grande filosofo rivoluzionario del suo tempo.
Dopo la fondazione di Roma quasi tutto il Mondo conosciuto era in potere dei Romani; Galli, Greci, Germani, Egizi, Sciti, Etiopi, Indi, Ebrei, e tutti gli altri popoli confinanti con l’Impero Romano, erano tributari di Roma; per cui, avendo comunicazione fra loro, ne venne una mescolanza d’idee religiose, una confusione, un miscuglio tale, che tutti i popoli ne vennero depravati e corrotti; superstizioni create dall’ignoranza generarono ogni sorta di mali e incagliarono inoltre il progresso morale. Fra tutti questi popoli, il popolo Ebreo, sperava sempre nella venuta del Messia, che siccome Mosè aveva predetto, gli avrebbe liberati dalla schiavitù e dalla tirannide da cui erano oppressi, tirannide che non avvertivano essere la conseguenza dei loro stessi vizi.
Fu in quel tempo che nacque Cristo. Cristo o Gesù nacque in Nazaret verso l’anno 750, della fondazione di Roma, sotto il regno d’Augusto e fu soprannominato il Nazareno; il suo vero nome fu Joshua, nome comunissimo che fu alterato o cambiato con quello di Gesù. Egli era figlio del popolo; Giuseppe suo padre e Maria sua madre, erano artigiani, di carattere mite, tranquillo, al contrario di Gesù che era di carattere ardente e di mente svegliata.
Egli si avvide dello stato miserevole, dell’umiliazione in cui era caduto il popolo Ebreo, e nella sua viva immaginazione pensò rimediarvi; comprese però abbisognare molto tempo al suo progetto e molta sagacia; per ottenere più sicuramente la rigenerazione morale, credette necessario adottare l’antica religione dei Patriarchi: ciò stabilito, per meglio attuare il magnanimo suo proponimento, raccolse tutto il buono che trovò nelle filosofiche dottrine dei Greci, degli Egizi e degli Indi e vi studiò sopra fino ai trent’anni; indi, per meglio riuscire, si diede a credere per il Messia promesso dai Profeti, e con l’autorità che questo sotterfugio gli procurava, ridestò, per quanto era possibile nella classe plebea la fiducia, la stima; ingentilì le menti con la speranza di una ricompensa oltre tomba, si servì insomma della Religione per farli uniti, concordi, forti, e così mettere un argine alla tirannide e conquistare compatibile libertà. Egli si servì di tutti i mezzi che gli suggerivano le scienze d’allora, facendo ora da medico, ora da demagogo, ma pure sempre tenendo gli elementi della legge Mosaica. Egli insegnò una legge eguale per tutti d’amore, di concordia, d’abnegazione, di giustizia dandone Egli stesso l’esempio; la sua dottrina fu sempre la libertà delle anime e la virtù: modesto, umile, mansueto, Egli si compiaceva di stare coi poveri e schivava ogni idea di grandezza.
Si narra che, essendo in Galilea, quel buon popolo volesse farlo Re per forza, ed egli, non potendo esimersi, fuggisse su di un monte e vi restasse solitario per molto tempo. Egli concepì il bene, ne fu l’esempio e lo rese vittorioso fra gli uomini col proprio sangue.
L’amabilità del suo carattere congiunta a un bellissimo volto lo rendevano affascinante; ed egli poté essere il più gran rivoluzionario morale del suo tempo, come Giuseppe Mazzini lo è del nostro. Gesù si servì delle parabole e della legge Mosaica perché erano l’unico mezzo in quei tempi per farsi comprendere dal suo popolo, Mazzini col suo Apostolato della Giovine Italia; Gesù fu Apostolo di Emancipazione, Mazzini fu Apostolo di Unità, di Libertà e affascinante come Gesù, come Gesù ebbe i suoi seguaci: Gesù accusato d’ambizione e frainteso nel suo sublimissimo fine fu crocifisso come cospiratore; Mazzini, martire della sua idea di libertà, fu condannato più volte nel capo e...

Table of contents

  1. Copertina
  2. CATECHISMO POPOLARE PER LA LIBERA PENSATRICE
  3. Indice
  4. Intro
  5. PROEMIO
  6. CATECHISMO POPOLARE PER LA LIBERA PENSATRICE
  7. PARTE PRIMA
  8. PARTE SECONDA
  9. Conclusione
  10. Ringraziamenti