I delitti del papato
Più volte riandando colla mente ai periodi epici, in cui i pionieri del libero pensiero dovettero far getto della loro vita per difendere od affermare una verità, arrivavo alla logica conclusione che il genere umano non si sarebbe potuto affrancare dai dogmi religiosi e politici, se prima non venivano abbattuti i simboli che davano ai dogmi veste e riconoscimento di potenza suprema, universale.
E poi fino dal 1906 – di fronte all'insolente ridestarsi dell'intolleranza clericale – avevo iniziata sul Libertario l'appendice: I delitti del papato – che per molteplici occupazioni non potei più continuare, ma che mi propongo quanto prima di pubblicare in volumetto – nella quale appendice, a sommi capi, veniva tracciata e documentata l'azione nefanda, terribile e soverchiatrice del papato fin dal suo sorgere ed a traverso i secoli.
Non starò in questo modesto scritto ad accennare ai delitti consumati in nome del fantastico dio ed in nome dalla santa madre chiesa: a me basta dimostrare la necessità suprema che deve essere ormai sentita da tutti i popoli civili, e specialmente dalla parte più sana e liberale d'Italia, quella cioè di togliere al papato ogni influenza e potenza morale e politica.
E come questo stato di cose si può raggiungere? Alla sola condizione che il Vaticano cessi di essere l'augusta ed impenetrabile dimora dei papi.
Il Vaticano e l'insidia permanente
Bisognerebbe ignorare la storia e vivere all'infuori della realtà della vita per poter credere che il Vaticano si contenti oggi di compiere una missione passiva e mistica.
No, il Vaticano non vuole rinunciare a nessuna sua supremazia conquistata fin dai suoi primordi truffando l'ignoranza dei popoli e la credulità dei fedeli, e con blandizie, intrighi, e magari con minaccie, cerca di farsi valere e imporre ai popoli, agli uomini di governo, ai capi di Stato di tutto il mondo.
Senza riandare a fatti e periodi storici lontani, basta osservare la recente azione politica del Vaticano contro la Francia per il tentativo che questa fa di liberarsi dalle pastoie religiose, per farsi una pallida idea di quello che la chiesa domani sarebbe capace di tentare e di organizzare contro i suoi nemici.
Se oggi il Vaticano non osa chiamare in Italia eserciti di altre nazioni per farsi ripristinare nel suo antico potere temporale, è perchè sa che nessun regnante, nessun capo di Stato è così folle da aderire a tale pericoloso invito; è perchè sa che tutti i popoli e più di tutti il popolo italiano saprebbero erigere così potente barricata di petti umani che nessun esercito di tiranni potrebbe abbattere.
Non dunque sentimento di mansuetudine lo trattiene dal versare sangue generoso e dall'assumere un atteggiamento di aperta aggressiva ribellione, ma il momentaneo difetto di potenza materiale.
Fate che domani riesca con oro, con seduzioni, con intrighi, con tradimenti a lanciare « gli uni contro gli altri armati» e lo farà senza esitanza, senza scrupoli, senza pentimento e su tanta rovina si ergerebbe coi suoi roghi, ed imporrebbe le sue menzogne, il suo dominio assoluto sulla coscienza degli uomini e sulla vita dei popoli.
La Spagna, che più di tutti gli altri paesi è anche oggi sotto il dominio del papato; la Spagna che ha accolto nel suo seno quei preti e quei gesuiti che non potevano più trovare comodo soggiorno in Italia e in Francia; la Spagna che è la più popolata di conventi, dove oltre a molte porcherie, si fa una concorrenza spietata ai lavoratori laici, e dove si fabbricano anche bombe e monete false, è il paese...