L'essenza dell'Anarchismo
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L'essenza dell'Anarchismo

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«Nel concetto comune, accettato dai più senza controllo, si suole designare col nome di anarchico colui il quale, professandosi nemico dell'attuale ordinamento economico-politico, vagheggia e, per quanto può, tende con altri al fine rivoluzionario di rovesciarlo mediante la violenza, aspirando come ideale ultimo, della sua azione rivoluzionaria, a una società nuova fondata sulla perfetta uguaglianza di tutti i suoi componenti». In questo libro Cesare Enrico Aroldi traccia, fra l'altro, elementi delle ideologie di Proudhon, Marx, Kropotkin, Stirner, Bakunin.

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LA NEGAZIONE DI DIO E DELLO STATO IN MAX STIRNER E MICHAIL BAKUNIN

Max Stirner.
Benché molti anarchici ostentino di ripudiare Max Stirner, come un pensatore borghese, una specie di anarchico spurio, imbevuto di egoismo e di individualismo, è tuttavia fuor di dubbio che in un compendio delle dottrine anarchiche occorre assolutamente fagli posto. E invero, se la Negazione dello Stato (per tacere della negazione di Dio), è l’idea centrale dell’anarchismo teorico, pochi, per non dire nessuno, hanno saputo, più di Max Stirner, formularla con pari vigoria e proclamarla con altrettanta potenza dialettica e con maggior impeto. BASTEREBBE QUESTO – PRESCINDENDO DALLE PAGINE TERRIBILI CONTRO DIO – PER FARE DI MAX STIRNER – SIA PURE CON TUTTA L’ASSENZA D’UMANA SIMPATIA CHE SPIRA NELLA SUA OPERA – UN PENSATORE ANARCHICO.
Le due negazioni fondamentali della filosofia stirneriana sono le seguenti: la negazione di Dio e la negazione dello Stato. Per contro la sola affermazione della stessa filosofia è l’affermazione dell’ individuo (l’ Unico) che Max Stirner presenta e considera come la sola, unica realtà dell’Universo. E c’è questo di caratteristico: che l’affermazione dell’individuo, dell’ Unico (aspetto positivo del pensiero stirneriano), VIEN FATTA CONTRO L’AFFERMAZIONE TRADIZIONALE DI DIO E DELLO STATO. SI DIREBBE QUASI CHE NEL CONCETTO DELLO STIRNER L’INDIVIDUO SI AFFERMI ANZITUTTO ED ESSENZIALMENTE CON UN ATTO DI RIBELLIONE CONTRO DIO E CONTRO LO STATO.
E non basta: infatti, se ben guardiamo, la negazione di Dio precede nel libro dello Stirner la negazione dello Stato, ne costituisce in qualche modo la premessa necessaria, il punto di partenza logico. Vedremo, nella susseguente breve esposizione, il come e il perché. DIO NON È PER MAX STIRNER CHE LA PRIMA GRANDE SUPERSTIZIONE DELLO STATO. NEGARE DIO, TRAE QUINDI PER NECESSARIA CONSEGUENZA DI DOVER NEGARE LO STATO.
STIRNER FA, IN ALTRE PAROLE (NESSUNO PRIMA DI LUI E NESSUNO MEGLIO DI LUI SEPPE FARLO), IL PROCESSO TEOLOGICO DELLO STATO.
La negazione di Dio.
È forse opportuno premettere che ai tempi di Max Stirner (nato nel 1806 a Bayreuth e morto nel 1856 a Berlino) la Germania intellettuale era, si può dire, conquistata dalla sinistra hegeliana, la quale aveva per rappresentanti degli scrittori di grande valore, come ad esempio Bauer, Strauss e Feuerbach. E mentre i primi due si erano dati principalmente alla critica storica dei documenti biblici (dei testi del Nuovo Testamento), il Feuerbach aveva attaccato il concetto di Dio. Egli aveva, in altre parole (vedi ad esempio le sue Lezioni su l’essenza della Religione), fatto il processo all’idea di Dio, dimostrando con inusitato vigore di argomenti in qual modo si sia venuto formando nella mente umana l’idea di Dio come esteriorizzazione nelle ombre dell’ignoto delle nostre sensazioni e della nostra soggettività.
Alla radice dell’idea di Dio, Feuerbach trova, in altre parole, un’illusione di prospettiva intellettuale. NOI, diceva Feuerbach, PERVENIAMO AL CONCETTO DI UN DIO, DI UN ENTE SOPRANNATURALE SOLO PERCHÉ PROIETTIAMO FUORI DI NOI LA COSCIENZA DELLA NOSTRA PERSONALITÀ.
Feuerbach non attaccava Dio con gli argomenti metafisici dei materialisti o degli atei che avevano filosofato prima di lui polemizzando coi teologi; egli rifaceva la genesi dell’idea di Dio, chiarendone l’UMANITÀ, la psicologia.
Dopo Feuerbach, i liberi pensatori, rovesciando il dogma religioso, poterono dire che non già l’uomo era fatto ad immagine e somiglianza di Dio, come si legge tuttora nel catechismo, bensì al contrario che Dio era fatto ad immagine e somiglianza dell’uomo.
Del resto, l ’analisi di Feuerbach è troppo nota perché qui senta il bisogno di riassumerla. Mi preme invece di insistere – perché a mio avviso è tipico del pensiero di Feuerbach – sul fatto ch’egli, vero e legittimo fondatore dell’ateismo moderno, ha cambiato completamente faccia alla questione dell’esistenza di Dio.
In altre parole, Feuerbach – e qui sta proprio il suo merito e la sua originalità – ha fatto di una questione prettamente filosofica, metafisica, una questione di psicologia.
E veniamo ora a Max Stirner.
Dio, dice Max Stirner, è il fantasma misterioso e incomprensibile che s’aggira nell’Universo e lo turba. Ahimè! Da che l’uomo ha incominciato a filosofare, s’è fitto in capo di dimostrare l’esistenza di un Ente Supremo. Tutta la storia della filosofia non è che la storia dei tentativi fatti dall’intelligenza per afferrare l’inafferrabile, per convertire in cosa reale il fantastico, per dar corpo alle ombre. Quale vanità! A sentire i filosofi non è già l’uomo con le sue passioni, co’ suoi istinti e co’ suoi desideri la realtà del mondo; tutto questo non è che verità apparente, e di reale, di vero non ci sono che le ESSENZE, gli spiriti, gli dei, i demoni.
Recentemente la questione dell’esistenza di Dio parve sciogliersi in senso negativo per opera di Feuerbach. Ma non in modo definitivo. Infatti, è bensì vero che Feuerbach ha detronizzato il Dio personale della teologia, MA NON HA SOPPRESSO IL DIVINO. Ne consegue che l’errore religioso resta semplicemente spostato.
A che si riduce in ultima analisi la religiosità?
Essa consiste essenzialmente nel fastidio che si prova per l’uomo QUAL È. È quindi naturale che essa si affermi col desiderio di contrapporre all’uomo QUAL È, un uomo ideale, un TIPO DI PERFEZIONE da raggiungere. Ed eccoci ricaduti, anzi ripiombati nel regno dei fantasmi, delle illusioni. ECCOCI IN PIENO ATEISMO... RELIGIOSO. Infatti i nostri atei, aggiunge Max Stirner, hanno elevato l’uomo (intendi l’UOMO ASTRATTO) alla dignità di ENTE SUPREMO, e all’antico TIMOR DI DIO, predicata dai preti, hanno sostituito il TIMOR DELL’UOMO. Evidentemente urge, di fronte al problema religioso, prendere un’altra posizione: una posizione decisiva, non importa nulla se, per prenderla, si dovrà fare opera di PROFANAZIONE.
Per iniziarla, Max Stirner esordisce col dichiarare che egli sarà l’avversario di ogni idea sin qui e dalla maggioranza degli uomini ritenuta come sacra. Egli adopererà le sue forze contro IL TIMOR DI DIO, egli sarà anzi l’AVVERSARIO di Dio, mentre le religioni insegnano di propiziarselo con l’adulazione e con l’umiliazione. Purtroppo la religiosità ha tuttora profonde radici nella coscienza umana. Il cristianesimo è lungi dall’essere distrutto, e non ha nulla da temere dagli attacchi del facile anticlericalismo e dal cosiddetto libero pensiero. Viviamo, dice Max Stirner, in un’età cristiana, in cui le stesse ribellioni contro Dio (l’autore allude evidentemente a Feuerbach) sono intinte di pece teologica, sono meschine schermaglie di strategia teoretica.
Max Stirner (siamo dolenti di non poter che riassumere in proporzioni ridotte) rifà per conto suo il processo al Cristianesimo, formulando un atto d’accusa nuovo, tutt’affatto suo e che invano cercheremo in Bauer o in Strauss. Secondo Max Stirner, l’essenza del Cristianesimo è di ALLONTANARE l’uomo dalle COSE per preoccuparlo esclusivamente dello SPIRITO. Esso ha creato così la dottrina dell’uomo, intendi, dice Max Stirner, di «un essere senza mondo, e senza rapporti, vale a dire un puro spirito». I VALORI umani furono rovesciati di pianta; l’asse centrale della vita, così com’era concepito dagli antichi, si spostò. E che cosa accadde? L’AVVILIMENTO DELL’UOMO FU IL NECESSARIO, L’INEVITABILE PORTATO DEL CRISTIANESIMO. (Perché sarebbe un errore credere che il Cristianesimo inculchi la simpatia e l’amore pel prossimo). Il Vangelo parla bensì del dovere di amare il nostro prossimo come noi stessi; ma nella realtà, l’uomo ideale, non già l’uomo qual è, con le sue passioni, co’ suoi slanci e con le sue miserie – il quale va anzi schernito, disprezzato e odiato. – Il Cristianesimo giunge, in altre parole, all’apogeo della CORDIALITÀ APATICA.
E questa non è che una prima constatazione. Abbiamo visto come il Cristianesimo tenda a spiritualizzare la vita. Pel credente tutto è opera dello spirito: il fiore che schiude alla rugiada primaverile i suoi petali olezzanti, la nuvola variopinta che volteggia capricciosamente nel cielo, la polla d’acqua che scaturisce fresca dalla roccia... Il credente vede nel mondo un fantasma, l’ombra di uno spirito.
Ma, evidentemente, se tutto il mondo appare SPIRITUALIZZATO e fatto simile a un misterioso fantasma, non c’è da meravigliarsi, dice Max Stirner, ANCHE SE IN TE STESSO NON TROVERAI ALTRO CHE UNA RIDDA DI FANTASMI».
Ed ecco pertanto cosa diventa l’uomo: un ossesso del grande fantasma, un’apparenza, uno spettro... Dal momento in cui gli insegnamenti di Cristo arrivarono a questo risultato, l’uomo ebbe terrore di sé stesso ( timore dell’Uomo). Ahimè! « Il fantasma ha preso carne: Dio s’è fatto uomo, ma l’uomo stesso è ora l’orrido fantasma del quale prima indagava il mistero e ch’ei si sforzava di cacciare, di evocare e di far parlare! l’uomo è lo SPIRITO». Il peggio si fu che, aperto l’adito a questo « spirito prototipo», irruppe tutta una schiera di altri spiriti e fantasmi (la Verità, il Diritto, la Giustizia, la Legge ecc.), che si imposero alla mente umana con la forza delle idee fisse e che gli valsero infiniti dolori, vani entusiasmi, folli fanatismi e l’assoluta perdita d’ogni tranquillità. Oggi si parla di « religione dell’amore», di « religione della libertà», di «religione politica», e di altre consimili sciocchezze.
Qui Max Stirner affronta direttamente il problema della liberazione da ogni credenza religiosa. Egli osserva che la schiavitù religiosa ha fatto velo agli occhi dell’uomo, il quale per fare ciò che piace a Dio, rinuncia stolidamente alla propria autonomia. Ci si è fatto credere che noi siamo degli idealisti, delle creature dabbene; ci hanno per tal modo legato mani e piedi con le catene dei Doveri, della Pietà ...

Table of contents

  1. Copertina
  2. L’ESSENZA DELL’ANARCHISMO
  3. Indice
  4. Intro
  5. INTRODUZIONE
  6. LA NEGAZIONE DELLA PROPRIETÀ: P.J. PROUDHON
  7. LA NEGAZIONE DELLA SOCIETÀ «BORGHESE» E LA CONCEZIONE «SCIENTIFICA» DELL’ANARCHIA
  8. LA NEGAZIONE DI DIO E DELLO STATO IN MAX STIRNER E MICHAIL BAKUNIN
  9. Ringraziamenti