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Evoluzione storica della moneta
About this book
L'argomento esposto in questa tesi ha come centro della discussione l'euro come moneta unica, le regole a cui devono sottostare gli Stati appartenenti all'area euro, quali hanno fatto dell'austerità il filo dominante.
Nel primo capitolo si esplicita la descrizione del signoraggio bancario adottato dalla Bce nella gestione dei "finanziamenti" e nella stampa della moneta unica. Si percepisce come per via convenzionale ai biglietti moneta (con costo di produzione zero) di valore intrinseco nullo si riesce a dare valore legale e allo stesso tempo produrre interessi. Sempre nel primo capitolo si danno le prime origini, nozioni ed attivazione del meccanismo.
Nel secondo capitolo si introduce il concetto di moneta unica iniziando a parlare con i cenni storici che hanno portato i vari Stati aderenti a definire la creazione della moneta, i tassi di cambio, le regole a cui sottostare per essere all'interno, le politiche economiche da adottare all'interno dei singoli Stati fino al famoso patto di stabilità.
Si in descrive infine come la BCE non ha un controllo democratico nei suoi comportamenti e che si impone come "titolare" di decisioni anche di politica economica negli Stati.
Nelle conclusioni si da un indirizzo di come si potrebbe venir fuori dalla crisi che ormai da almeno 5 anni vede sempre maggiori tagli ai servizi, perdita di posti di lavoro, assenza di tutela per coloro rimasti fuori dal mondo lavorativo, nonché il crollo del sistema finanziario il quale ricorso è sempre meno aperto ai piccoli imprenditori mentre vedono porte aperte le grandi imprese "condotte" o "vicino" a politici. Letizia Vella, appassionata di materie giuridiche, ha frequentato l'I.T.C. G. Filangieri di Formia laureandosi successivamente in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza". Attualmente è docente di diritto ed economia presso le scuole superiori.
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Information
Moneta europea
- 1979 – Istituzione del Sistema monetario europeo (SME), con la partecipazione di tutti i Paesi membri della Comunità europea, ad eccezione della Gran Bretagna;
- 1986 – Approvazione della realizzazione del Mercato interno entro il 1992;
- 1989 – La Commissione Delors consegna la proposta per l’attuazione di una moneta unica nella Comunità europea;
- 1991 – Approvazione del Trattato di Maastricht che stabilisce le basi giuridiche e gli obblighi per la sostituzione delle valute nazionali con una valuta europea comune;
- 1997 – Trattato di Amsterdam;
- 1998 – Decisione su quali Paesi rispondono ai criteri di convergenza e possono partecipare alla terza fase del UEM dall’inizio;
- 1999 – I corsi di cambio delle valute nazionali che partecipano all’euro sono fissate in modo irreversibile: l’Euro diviene la valuta di calcolo fra i Paesi partecipanti all’Eurozona e il debito pubblico dei Paesi partecipanti si converte in Euro;
- 2000 – Trattato di Nizza; referendum popolare in Danimarca sulla rinuncia a quattro punti di riserva sul UEM, condizione per la partecipazione alla moneta unica (EUM) viene respinto con 56,6% contrari;
- 2002 – Introduzione dei biglietti e moneta dell’Euro nei Paesi UEM; le monete nazionali vengono ritirate nel corso di 6 mesi. I prezzi nei Paesi sono trasformati in Euro, il che provoca alcuni rialzi su alcuni prodotti di consumo;
- 2005 – I Criteri di convergenza fissati nel Patto di stabilità e crescita sono alleggeriti a causa del superamento del massimo consentito per debito pubblico di alcuni Paesi ( Germania e Francia);
- 2005 – Referendum popolare in Francia respinge la proposta di Costituzione europea;
- 2007 – Un nuovo Trattato dell’Unione viene concordato e sottoscritto dai capi di governo a Lisbona;
- 2008 – l’Irlanda respinge con un referendum popolare il Trattato di Lisbona.
- 2010 – Elaborazione da parte della Commissione Europea di obiettivi fondamentali chiamata “Europa 2020. Una Strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva).
- La prima, dal 1979 al 1986, che va sotto il nome di “vecchio SME”. Caratteristiche: frequenti revisioni delle parità centrali (riallineamenti); mantenimento dei controlli sui movimenti dei capitali;
- La seconda, dal 1987, ciclo del cosiddetto “nuovo SME”. Le sue caratteristiche possono riassumersi nella sostanziale assenza di riallineamenti e nella graduale eliminazione dei residui controlli dei movimenti dei capitali;
- La terza fase dello SME si apre, nel 1992, con un’ondata speculativa che investe le monete europee, sterlina e lira in primis. In un contesto difficile si scaricano sul sistema le conseguenze della riunificazione delle due Germanie.
- – Una valuta doveva aver partecipato allo SME per almeno due anni e in tale periodo doveva aver fluttuato all’interno dei margini normali di oscillazione. Lo Stato membro non doveva aver svalutato di propria iniziativa il cambio centrale bilaterale nei confronti delle altre valute SME;
- – I tassi di interesse a lungo termine non dovevano superare di più di 2 punti percentuali la media dei tassi dei tre paesi a minore inflazione. I tassi da considerare erano i rendimenti lordi dei titoli pubblici a dieci anni;
- - Per la finanza pubblica, il Trattato fissava un duplice criterio di convergenza riguardante l’indebitamento netto e il debito lordo delle amministrazioni pubbliche. Il primo non doveva superare la soglia del 3%, il secondo il 60%, entrambi rispetto al PIL [4] . Se un paese incorreva in un deficit eccessivo, nelle cosiddette circostanze eccezionali; in particolare, il Trattato indicava tre specifiche condizioni: a) l’eccezionalità: lo sfondamento del 3% doveva essere dovuto a cause eccezionali, non ordinarie; b) la temporaneità: lo sfondamento del 3% doveva essere temporaneo; c) la prossimità quantitativa: il deficit doveva restare su valori prossimi al 3%. Queste tre condizioni dovevano verificarsi simultaneamente (Buti, Franco, Ongena, 1997).
Table of contents
- Copertina
- Evoluzione storica della moneta
- Indice
- Introduzione
- Signoraggio
- Moneta europea
- Conclusioni
- Bibliografia
- Sitografia