Daniello Bartoli. Vita di Ignazio di Loyola
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Daniello Bartoli. Vita di Ignazio di Loyola

About this book

Vita e Istituto di Sant'Ignazio (di Loyola) è il tomo di apertura della Istoria della Compagnia di Gesù (1650-1673), di Daniello Bartoli, il più esteso classico della letteratura italiana, lungo oltre diecimila pagine. Il Gesuita ferrarese Daniello Bartoli (1608-1685) è stato un biografo, storico e scrittore incredibilmente prolifico, la sua opera più conosciuta è appunto la Istoria della Compagnia di Gesù.

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Information

VITA DI IGNAZIO DI LOYOLA

I.
Ignazio di Loyola, prototipo dell’eroe cavalleresco rispondente a un disegno divino finalizzato al soccorso della Chiesa «in tempi calamitosi», cavaliere in vita e santo poi, nacque il 31 luglio 1491 (ultimo di undici figli: tre femmine e otto maschi) nel castello paterno dei Loyola: famiglia di nobili origini basche formatasi, con il matrimonio dei genitori di Ignazio, dalla fusione delle illustri stirpi di Ognes e Balda, a loro volta nobili ceppi i cui antenati «raccordano gran numero d’uomini riguardevoli in ogni pregio, d’armi e di lettere» [1] . Daniello Bartoli nella Vita precisa il luogo di nascita: «In quella parte dell’antica Cantabria, che da’ più moderni fu detta Guipuscoa, e giace sul mare, rivolta a Settentrione, fra i Pirenei e la Biscaja»; sarebbe a dire l’attuale montuosa regione cantabriese che si affaccia a nord sul golfo di Biscaglia, confina a ovest con le Austrie, a sud con la Castiglia León e a est con le province Basche.
Ignazio è dunque cavaliere fin dalla nascita, avvenuta nel grembo di una famiglia già ricca di tradizione militare (armi) e di solida cultura (lettere). Va ricordato infatti che, fin dall’alto medioevo, l’istituzione morale e religiosa della Cavalleria da parte della Chiesa risolse il problema dei cadetti (figli non primogeniti del feudatario e perciò esclusi dall’eredità, sovente costretti a diventare scudieri al seguito di un altro signore oppure cavalieri erranti), avviandoli a svolgere funzioni sociali importantissime: lotta contro la violenza e l’ingiustizia, aiuto ai più deboli, ai poveri e, se necessario, alla Chiesa.
Nella Vita e Istituto di Sant’Ignazio, nel tratteggiarne l’“origine” e il “nascimento”, volutamente Bartoli non si dilunga troppo sui particolari, l’autore appare relativamente disinteressato all’approfondimento dei legami sanguinei o parentele acquisite dei suoi avi. La certezza della presenza di una stirpe nobile, ricca «d’armi e di lettere» appaga sufficientemente il suo desiderio di proporre da subito una figura moralmente predestinata, favorevole alla grazia e che già nell’immediata condizione prereligiosa (la giovinezza) dimostri il naturale ardore che conierà la sua caratteristica peculiare. Ignazio è già un “eroe” segnato dalla volontà divina e dalle origini nobili e la sua figura è contraddistinta, fin dalla nascita, dal carattere della “eccezionalità”; Bartoli infatti la colloca in un contesto terreno di avvenimenti epocali: la scoperta dell’America, gli attacchi luterani alla Chiesa cattolica.
Fissate le origini nobili e il volere divino che sembra predestinarlo a grandi eventi, la figura di Ignazio viene sviluppata dal Bartoli secondo il modello cavalleresco. In questo si avverte la suggestione di quella cultura cavalleresca rinascimentale che l’autore, essendo nato e vissuto fino a diciotto anni a Ferrara (sede della raffinata corte Estense) dovette certamente assimilare. Ed è la Chiesa la grande Madre del cavaliere Ignazio e la Vergine Maria la donna/simbolo cui riporre le proprie imprese e alla quale invocare protezione, in una dedizione cristiana assoluta che lo porterà a far voto di castità e a quella “veglia d’armi” che rappresenta la conclusione cavalleresca del suo cammino interiore e l’inizio del “viaggio”, alla ricerca delle imprese che Dio gli ha destinato e che egli ancora ignora.

II.
Morta la madre Martina, a soli sette anni Ignazio venne affidato alle amorevoli cure della cognata Maddalena, probabile artefice della sua educazione religiosa e scolastica, nonché dell’apprendimento della lingua castigliana - che sovrappose all’originario basco - e forse anche di qualche rudimento di latino, non è escluso infatti che il padre intendesse, come già aveva fatto con un altro figlio, avviarlo a una possibile carriera ecclesiastica. Ma la vera tradizione della famiglia - tiene ad evidenziare il Bartoli nella Vita - è sostanzialmente militare: i fratelli di cui si ha notizia erano soldati nelle Americhe o in Italia, ricorrenti erano i racconti delle imprese cavalleresche narrate nelle sere trascorse davanti al camino con i familiari, addirittura è forse ipotizzabile una precoce forma di dirozzamento nel maneggio d...

Table of contents

  1. Copertina
  2. DANIELLO BARTOLI. VITA DI IGNAZIO DI LOYOLA
  3. Indice
  4. Intro
  5. DANIELLO BARTOLI. VITA E OPERE
  6. VITA DI IGNAZIO DI LOYOLA
  7. Ringraziamenti