Le Comete
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Le Comete

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La grande Cometa Donati. Il nucleo, la chioma e la coda delle comete. La luce, la massa e la distanza dalla Terra delle comete. L'apparenza delle comete in rapporto al loro movimento. Le comete periodiche. La cometa di Encke e la Cometa di Biela. L'influenza delle comete sul Mondo. La vita e il numero delle comete. Da dove vengono le comete. Le teorie: Keplero, Cartesio, Newton, ecc. E molto molto altro in questo raro libro illustrato.

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TEORIE


Teorie di Keplero e di Descartes (Cartesio)

Il lettore conosce il nome di Keplero, nato a Weil, nel ducato del Würtemberg, il 27 dicembre 1571. Fu una mente davvero sovrana; stampò nella scienza un’orma incancellabile, e per la parte grandissima che egli ebbe, nell’abbattere gli errori dei peripatetici, si rese benemerito dell’umanità... «Secondo costoro, scriveva egli, gli antichi non hanno potuto nulla ignorare; ogni nuova cognizione è interdetta ai moderni. Questi filosofi ciechi continuano a riguardare le comete quai fuochi, dei quali la coda è la fiamma, il capo l’alimento; e poiché essi e per la forza dei loro clamori, e per il peso dell’autorità, e per il numero dei libri, che danno alla stampa, hanno il sopravvento; e poiché essi si sono attribuiti il dominio esclusivo del commercio librario, non si presta l’orecchio che a loro, non si leggono che i loro lavori, e la ragione intanto si tace, e langue in un esigilo vergognoso...». Giammai parole suonarono più veridiche, o descrissero con maggior evidenza la fatale influenza peripatetica sulle menti umane.
Sono note le idee di Keplero (§ V) sul movimento delle comete nello spazio; sotto un punto di vista specialmente storico, non hanno minor valore i suoi concetti sulla natura fisica delle comete. Secondo Keplero, come da ogni terreno, anche non seminato, nasce una pianta, come in ogni ammasso d’acqua, e specialmente nei mari ampi, i pesci nascono, crescono e guizzano, così l’etere celeste, sparso per ogni dove, è così conformato, che in sé medesimo genera le comete, ed in ogni parte del suo vastissimo volume viene da esse attraversato. Il cielo è pieno di comete così come il mare di pesci, e se delle medesime l’uomo osserva un numero piccolissimo, ciò avviene in grazia dello spazio grandissimo, al quale si estende l’etere celeste; le comete si aggirano per esso senza posa, e solo pochissime, nel loro guizzare, si avvicinano alla Terra in modo da divenire visibili.
L’etere celeste non è dovunque lo stesso; si generano talora in esso alcuni tratti più densi, attraverso ai quali il Sole e le stelle non possono più lanciare í loro strali luminosi, e pervenire così fino alla Terra; questi tratti, per una virtù innata dell’etere stesso, si addensano e si contraggono, ed illuminati come sono, si trasformano in astri erranti con speciale movimento nel cielo.
Le comete non sono eterne; i raggi del Sole, attraversando la loro massa, ne esportano incessantemente una piccola parte, ed esse impallidiscono sempre più, e finiscono per disperdersi. E poiché i raggi solari spingono sul loro cammino, lungi dal Sole, alcunché della materia, onde il corpo delle comete risulta, contemporaneamente essi formano le code cometarie, le quali, si sa, si estendono sempre nello spazio in una direzione opposta al Sole, e non di rado si incurvano, perché le loro parti tenuissime non possono seguire con uguale velocità il capo della cometa nel suo corso attraverso all’etere.
Tutte queste idee sono insussistenti, anzi pare incredibile, che una stessa mente abbia potuto indagare tanto profondamente i fatti, da trarne con lungo e sostenuto raziocinio le leggi fondamentali dei movimenti planetari, ed insieme immaginare quell’etere dotato dell’inconcepibile facoltà di generare nel proprio seno una intera classe di corpi celesti. Ma in Keplero coesistevano appunto due attitudini opposte; era ad un tempo un calcolatore paziente ed insuperabile, un animo ardente ed entusiasta; mentre la sua ragione lo portava a indagare con logica sicura e stringente i fatti, la sua immaginazione potente lo spingeva ad idee e sistemi, che nulla devono invidiare alle astrazioni dei filosofi greci.
Sotto un diverso punto di vista non sono meno insussistenti le idee di Descartes, o Cartesio, sulla natura delle comete. Descartes ebbe il grande merito di fare del sistema del mondo un meccanismo; egli intuì, che il mondo, e i corpi, che lo compongono, sono dominati da leggi meccaniche, e non da enti immaginari, tolti ad imprestito dalla metafisica, ma non fu del pari felice nel tradurre il proprio intuito in un sistema meccanico concreto.
Secondo Descartes, le comete e i pianeti furono in origine altrettanti soli; le stelle fisse lo sono ancora attualmente. Le fisse però possono contrarre macchie alla loro superficie, così come il Sole; se queste macchie, in una data stella, si accrescono e si accumulano in modo da formare una crosta continua attorno al suo corpo, la stella cessa di essere un Sole, perde la forza di mantenersi al centro del suo vortice, e questo vortice stesso viene assorbito dai vortici attigui. Questa stella, avendo perduto il suo vortice, è trasportata qua e là in balia dei vortici attigui; sotto forma di cometa erra di vortice in vortice, fino a che divenga pianeta di qualche Sole, o, dissipandosi la sua crosta, riprenda il suo stato primitivo, e si formi un nuovo vortice.
Il lettore conosce (§ VIII) la parte, che nel sistema di Descartes rappresentano i vortici, ma per quel che riguarda le comete, la sua ipotesi, sebbene ingegnosissima, è contraria alle leggi della fisica, e alle osservazioni dell’astronomia.

Teoria di Hewelke (Hevelius)

Giovanni Hewelke nacque a Dantzick il giorno 28 gennaio del 1611; ebbe una mente eletta, ed una rara attitudine astronomica; fu migliore osservatore che fisico, e sebbene abbia lasciato sulle comete lavori molti pregevoli, e di lunghissima lena, si formò sulla natura loro concetti, che, per noi abituati ai metodi della fisica moderna, cadono, non appena espressi. Essi tuttavia hanno una qualche importanza storica, e, specialmente in bocca di Evelio, mostrano in qual modo fosse conformata la mente degli uomini del suo tempo, e come la medesima, abituata al principio di autorità, seriamente si arrestasse sopra artificiose combinazioni di idee, cui certamente non comprendeva, che in ombra.
Secondo Hewelke, la prima causa della generazione delle comete è Dio, poi vi è una seconda causa difficile a scoprire. La si designa con nomi diversi, ed ora la si chiama anima del mondo, ora spirito, ora forma intrinseca, ora qualità occulta, ora virtù magnetica, ora proprietà essenziale, ora facoltà negativa. Ma con qualunque nome la si voglia distinguere, essa è una facoltà naturale ed innata, in grazia della quale i corpi celesti rigettano, respingono, condensano, rarefanno, dissipano, dissolvono, attraggono, in una parola operano ogni cosa. È questa virtù, che nell’interno, e sulla superficie della Terra genera metalli, i vegetali, gli alberi, e ad un tempo le esalazioni; è la virtù stessa, che genera le comete, e le stelle nuove.
Le comete sono nell’etere, e non mica in quest’aria crassa, che noi respiriamo; esse devono quindi essere formate di una materia eterea. La Luna, il Sole, i pianeti, le stelle stesse hanno probabilmente un’atmosfera analoga alla terrestre. Per la loro proprietà essenziale, i pianeti rigettano continuamente nella loro atmosfera le esalazioni, che potrebbero loro nuocere. Le più crasse di queste esalazioni poco si allontanano dal corpo del pianeta, che le ha prodotte; esse formano le nostre nubi, e le macchie solari; si disciolgono in seguito, e ritornano là d’onde sono uscite; le più sottili invece si elevano a maggiori altezze, raggiungono il limite esterno dell’atmosfera, e talora si spingono anche al di là. Allora può succedere, che a materia, di cui esse risultano, si attenui, ma può avvenire anche, che le parti di esse più dense e più tenaci si uniscano, per modo che più esalazioni e più nubi celesti si condensino in una sola nube più solida, in un sol corpo, in un solo nucleo. Questo può avvenire poiché la materia, come i vapori terrestri, per una facoltà naturale ed innata, inclina a condensarsi, e fa sì, che nubi formate dalle esalazioni di corpi diversi, nuclei nati da atmosfere diverse possono fra loro unirsi, e formare nel loro insieme una massa sorprendente, che a poco a poco, venendo a maturità, acquista una solidità capace di riflettere i raggi solari, e di apparire per tal modo sotto forma di una cometa.
La materia delle comete è adunque dovuta alla proprietà di alterare, di generare, di corrompere, che bisogna riconoscere in tutti i corpi celesti; essa si condensa in seguito a poco a poco, e poiché più la materia è densa, più è atta, al movimento, essa comincia a muoversi verso l’estremità dell’atmosfera del proprio pianeta. Là entra nell’etere, penetra in seguito nell’atmosfera del pianeta vicino, soprattutto se vi deve incontrare materia analoga, alla quale unirsi. Il tutto seguita poi nel suo movimento una direzione, determinata della materia in esso dominante. La figura ne è pressoché rotonda, in grazia della tendenza delle sue parti ad unirsi, tendenza che ha per causa una specie di forza magnetica. L’unione però non è perfetta, in grazia dell’eterogeneità delle materie, che compongono la cometa, e ne nascono quindi le comete formate di più nuclei.
Allorché la Cometa si avvicina al Sole, essa riceve in generale il più grande accrescimento, poiché le emanazioni solari tendono fortemente a condensarsi, e cementano in certo modo quelle degli altri pianeti. Ma il Sole, come tutti i corpi celesti, non solo emette esalazioni, ma le attrae ancora a tempo opportuno, ed è perciò, che la Cometa, dopo essere aumentata, comincia a decrescere nella sfera stessa del Sole.
Inoltre la sfera di Saturno, abbracciando tutte le altre, le comete da essa generate possono penetrare nelle sfere di Giove, di Marte e via; ma i vapori, generati da una sfera inferiore, non possono salire nelle sfere superiori, ed in conseguenza le comete, che, venendo da Saturno, avevano presi accrescimenti nelle sfere inferiori al pianeta generatore, sono obbligate ad abbandonare in queste sfere inferiori ad uno ad uno i loro accrescimenti, di mano in mano che salgono da una in un’altra sfera, ed è questa la ragione per cui diminuiscono di grandezza allontanandosi dal Sole.
Tale è l’edifizio ideato da Hewelke, così come brevemente lo delinea Pingrè nella sua Cometografia; edifizio immaginoso se si vuole, ma null’altro che immaginoso.

Teoria di Newton

Secondo Newton, le comete sono corpi solidi, compatti e durevoli così come i pianeti; se esse fossero esalazioni della Terra, del Sole e dei pianeti, dovrebbero interamente dissiparsi nel loro passaggio vicino al Sole. Infatti il calore del Sole, a distanze diverse da esso, è, come la densità dei raggi solari, inversamente proporzionale al quadrato delle distanze stesse; e per conseguenza allorché la Cometa del 1680, il giorno 8 di dicembre, era ad una distanza dal Sole, la quale stava alla distanza analoga della Terra, come il numero 6 al numero 1000, il calore prodotto dal Sole sulla Cometa, stava al massimo nostro calore estivo come 1.000.000 a 36, ossia come 2.800 ad 1. Ma il calore dell’acqua bollente è quasi triplo del calore, che la creta arida prende, esposta ai raggi solari estivi; ed il calore del ferro incandescente è alla sua volta triplo o quadruplo di quello dell’acqua bollente, quindi il calore, cui il corpo della cometa ricevette dal Sole, è quasi 2.000 volte più grande, che non quello del ferro incandescente. A tanta temperatura i vapori, le esalazioni, ed ogni materia volatile dovrebbe d’un tratto consumarsi e dissiparsi.
Le code delle comete nascono dal loro capo stesso, e ascendono nelle regioni opposte al Sole. E ciò è manifesto; le code stesse infatti deviano sempre nel piano dell’orbita descritto dalla cometa, piano che passa per il Sole, verso quella parte, che il capo della cometa, progredendo nella sua orbita, ha abbandonato; esse ad uno spettatore, il quale giace nel piano stesso dell’orbita, paiono direttamente opposte al Sole, ed a uno spettatore collocato fuori del piano stesso, paiono invece alquanto deviare dalla direzione del raggio vettore; infine le code, che non deviano da questa direzione, appaiono diritte; quelle che deviano, appaiono invece curvilinee.
E poiché i fenomeni delle code dipendono dal movimento del capo delle comete, e non dalla regione del cielo in cui questo viene osservato, le code stesse sono generate da materia, che effluisce dal capo delle comete, e non sono un’apparenza, dovuta alla rifrazione dei cieli. Come nella nostra atmosfera il fumo di ogni corpo, che brucia, si innalza, perpendicolarmente se il corpo è immobile, obliquamente se il corpo ha un movimento laterale, così nei cieli, dove i corpi gravitano sul Sole, i fumi ed i vapori ascendere devono dal Sole, e innalzarsi nelle regioni superne, perpendicolarmente se il corpo fumante giace immobile, obliquamente se il corpo, progredendo, abbandona incessantemente il luogo, dal quale si innalzarono le parti più alte dei vapori stessi. E questa obliquità sarà minore dove il moto ascendente del vapore sarà più veloce, nelle vicinanze cioè del Sole e del corpo fumante. In grazia della diversa obliquità delle sue parti, la colonna del vapore si incurverà; e poiché nel lato precedente della colonna il vapore è più recente, e ad un tempo più denso, esso rifletterà più intensamente la luce, e la coda apparirà terminata in modo più deciso e distinto.
Newton ammette nel Sole la causa dello svolgersi delle code dal capo delle comete; ma la spiegazione che egli dà di alcuni dei fatti osservati nelle code cometarie, ammette implicitamente lo spazio ripieno d’un mezzo trasparente e gassoso, nel quale, sotto l’influsso della gravitazione, e del calore irradiato dal Sole, si producono naturalmente, secondo i principi di Archimede, i fatti osservati. Ora l’esistenza di questo mezzo è affatto arbitraria, e l’ascendere della materia cometaria in esso, a guisa di fumo, non basta a spiegare la rapidità con cui si formano, si svolgono, si trasformano le code, e più ancora l’istantaneità con cui in queste una molecola si spinge a milioni di miglia dal nucleo.
Sebbene queste idee non valgano a dar ragione di tutti i fenomeni cometari, pure in esse si sente già Newton, e l’indagatore profondo dei fenomeni naturali.
Non più principi astratti, forze occulte, innate, inesplicabili; ma da una parte i fatti osservati, dall’altra le leggi dei fenomeni, che si svolgono attorno a noi, ed uno sforzo incessante di spiegare quelli con queste, senza mai ricorrere a nulla, che sappia di sovrannaturale; tali appunto sono i caratteri speciali di quel metodo, che con Newton e dopo Newton tanto giovò a svolgere le nostre cognizioni nel mondo dei fatti esistenti.

Teorie di Hook, di Mairan e di Euler

La teoria di Roberto Hook sulla natura fisica delle comete non può che eccitare la curiosità. Secondo Hook, la gravità che fa muovere un pianeta attorno ad un centro, può essere distrutta da un movimento intestino delle parti, onde il pianeta risulta; questo movimento incendia il pianeta, ed imita la fiamma; il pianeta, trasformatosi in cometa, lascia il suo posto , per descrivere una linea retta, tangente alla sua orbita primitiva, la quale però un po’ si incurva verso il Sole, poiché la materia più interna, e più prossima al Sole non subisse così tosto una metamorfosi intera. Lo stesso non avviene della materia esterna; questa divenuta assai tenue e leggera, non tende più al Sole, si scioglie nell’aria, e con essa dal Sole si allontana; e poiché le molecole sue sono infiammate, esse appaiono come una moltitudine di raggi, infuocati, uscenti dal capo della cometa in direzioni opposte al Sole, e danno origine alle code. Tutto questo è fantastico, e senza fondamento. In che consiste il movimento intestino, base della teoria? Quale ne è la causa? D’altra parte le comete si muovono in vere sezioni coniche, e non in linee rette, incurvantisi senza legge alcuna.
Secondo Mairan, il Sole è circondato da una atmosfera di forma lenticolare, avente la sua massima dimensione nel piano dell’equatore solare stesso. Questa atmosfera ha un’estensione variabile; talora raggiunge l’orbita terrestre, e l’oltrepassa anche; talora invece termina a qualche distanza dalla Terra. Le parti che la compongono gravitano verso il Sole, ma vi è un limite, oltre il quale, l’azione di altri corpi sopra le medesime vince quella del Sole, e questo limite, per la Terra, giace a 61813 leghe dal suo centro. L’atmosfera solare a noi pare luminosa; e lo è forse per sua propria natura, forse perché è attualmente infiammata dai raggi solari, forse perché, essendo composta di molecole meno eteree che non siano quelle della luce, essa ha potere di riflettere quest’ultima.
Quando una cometa, verso il suo perielio, attraversa l’atmosfera solare, il suo inviluppo aereo vaporoso si unisce ad essa. La materia dell’atmosfera del Sole viene lanciata verso gli strati superiori dell’involucro apparente della cometa, sia per impulso dei raggi solari stessi, sia perché essa naturalmente ascende, come fa il fumo nella nostra atmosfera, sia per altra causa. Essa genera per tal modo la coda della cometa; e non solo la coda, ma anche la sua chioma, e di questa la parte specialmente più prossima al limite esterno, è formata dalla materia luminosa, onde risulta l’atmosfera del Sole.
Quest’ipotesi di Mairan ebbe qualche successo. Ma la si può minare da più di un lato; non si capisce perché l’atmosfera del Sole non debba avere una forma sferica; non si capiscono tutte le altre proprietà ad essa attribuite da Mairan; e dal punto di vista più specialmente cometario, molte comete, che non raggiunsero mai l’atmosfera del Sole, quali quelle del 1747 e del 1762, apparvero circondate da chiome, e seguite da code; altre poi, quella del 1769 ad esempio, svolsero le code loro prima ancora di raggiungere l’atmosfera stessa. L’ipotesi di Mairan è ora generalmente abbandonata.
Già Guglielmo Whiston a proposito delle comete aveva detto... «oltre al centro solido o nucleo della cometa, e alla vasta atmosfera, che la circonda, si vede ordinariamente una lunga traccia di luce, cui la cometa acquista nello avvicinarsi al Sole, e che pare formata delle parti le più luminose, e le più leggere dell’atmosfera, rarefatte dall’azione del calore solare. Se, in grazia di questa rarefazione esse non acquistano una leggerezza specifica paragonabile a quella delle parti dell’etere, divengono almeno tanto lievi da dover cedere ai raggi del Sole; questi raggi le disperdono, e ne formano una specie di nebbia, o ammasso vaporoso dal lato opposto al Sole, che è poi quello, che si chiama una coda di cometa...».
In ultima analisi a queste idee di Whiston si riducono quelle, che Euler ebbe sulla formazione delle code cometarie, e che furono del pari accettate e difese da Pingrè. Secondo questi, i raggi della luce, sia che si credano i medesimi lanciati direttamente dal Sole, come pensa Newton, sia che si ammetta una propagazione delle onde luminose attraverso all’etere, come crede di averlo dimostrato Euler [1] , hanno certamente una forza di impulso sugli altri corpi. Allorché una cometa arriva dalle parti dello spazio le più lontane dal Sole, l’atmosfera che la circonda deve essere estremamente condensata dal freddo. Se si scopre in tale istante la cometa, essa deve apparire, o piuttosto realmente appare come una nube sensibilmente rotonda, cupa e poco estesa. La cometa si muove verso il suo perielio; il calore agisce sulla sua atmosfera, ne dilata e ne attenua le parti; la chioma diviene più estesa, e più brillante. Più la cometa si approssima al Sole, più i raggi di questo agiscono sulla sua atmosfera, ne espellono, e spingono avanti a loro le parti più tenue, che si raccolgono poi nella coda.
Questa teoria, ed altre affini, nelle quali i raggi del Sole divengono in certo modo i veicoli delle molecole, componenti le code cometarie, sono, quasi certamente, non conformi al vero. Esse sono poco probabili per sé medesime, poiché non si concepisce così facilmente, in qual modo le onde luminose possano trasportare molecole materiali; e per quel che riguarda le comete, esse non danno in modo alcuno ragione del fatto, per cui la materia, raccolta nella chioma, comincia ad agitarsi, a ribollire quasi in quella parte, che riguarda il Sole, poi si spinge per un istante verso questo, e bruscamente si ripiega su sé medesima, e va a formare la coda in direzione opposta al Sole. Se fosse vera la teoria di Euler dovrebbero le molecole della coda staccarsi direttamente dalla parte del nucleo alla coda rivolta, e le code stesse dovrebbero apparire come un prolungamento naturale, massiccio del nucleo.

Teoria delle forze attrattive e ripulsive

Olbers, in una sua memoria sulla Cometa del 1811, della quale il lettore già conosce la descrizione fisica (§ III): «… a me pare, dice, che dalla forma speciale della coda di questa Cometa chiaramente risulti, essere i vapori sviluppati dalla Cometa, e dalla sua speciale atmosfera respinti così dal Sole come dalla Cometa stessa...». Secondo Olbers esiste nella Cometa una forza ripulsiva, in grazia della quale, i vapori cometari si accumulano là, dove la forza ripulsiva del Sole prende il sopravvento, ed è appunto, perché soggetta a queste due forze ripulsive, che la materia, la quale in seguito va a formare le code, dapprima si slancia dal nucleo verso il Sole, e giunta ad una certa distanza, si arresta, per slanciarsi in una direzione opposta.
Olbers in seguito espressamente dice, che egli non sa in che cosa consista questa forza ripulsiva, né da che possa provenire questo tendere della materia delle code ad allontanarsi così dal nucleo, come dal Sole, ma che di questa tendenza le osservazioni appena lasciano dubitare. Difficilmente si può però a questo proposito r...

Table of contents

  1. Copertina
  2. LE COMETE
  3. Indice
  4. Intro
  5. LA GRANDE COMETA DELL’ANNO 1853 OSSIA LA COMETA DONATI
  6. IL NUCLEO E LA CHIOMA DELLE COMETE
  7. LA CODA DELLE COMETE
  8. LA LUCE DELLE COMETE
  9. LA DISTANZA DELLE COMETE DALLA TERRA E IL LORO MOVIMENTO NELLO SPAZIO
  10. LE APPARENZE DELLE COMETE IN RAPPORTO AL MOVIMENTO
  11. LE COMETE PERIODICHE
  12. LA COMETA DI ENCKE E L’ETERE RESISTENTE
  13. LA COMETA DI BIELA E IL FRANTUMARSI DELLE COMETE
  14. QUEL CHE AVVENGA DELLE COMETE DOPO IL LORO PASSAGGIO AL PERIELIO. IDEE DI GUGLIELMO HERSCHEL
  15. LA MASSA DELLE COMETE
  16. SUPPOSTE INFLUENZE DELLE COMETE
  17. IL NUMERO DELLE COMETE. LA VITA NELLE COMETE
  18. GRUPPI DI COMETE. DA DOVE VENGONO LE COMETE
  19. RELAZIONI FRA LE COMETE E LE STELLE CADENTI
  20. TEORIA FISICA DELLE COMETE. IDEE DEGLI ANTICHI
  21. TEORIE
  22. Ringraziamenti