Dal superuomo al supereroe
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Dal superuomo al supereroe

Luca Bontempi

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Dal superuomo al supereroe

Luca Bontempi

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Saggi - saggio (71 pagine) - Il mito dell’eroe, dalla modernità con gli eroi del romanzo d’appendice, fino alla postmodernità con i supereroi di carta e del grande e piccolo schermo. La storia dell’eroe moderno passa attraverso il prefisso super. Il Superuomo di massa (che prende le distanze da quello di Nietzsche) e il Supereroe (in tutte le sue trasformazioni).
Il testo analizza in chiave storica l’espressione del mito dell’eroe, dalla modernità, con gli eroi del romanzo d’appendice, fino alla postmodernità, con i supereroi di carta e del grande e piccolo schermo. Attraverso scrittori classici e prolifici fumettisti mitopoietici, fino a cineasti nerd, il testo fornisce un quadro storico completo dell’evoluzione e i passaggi di medium della struttura archetipica dell’eroe.
Oltre l’analisi storica il saggio affronta l’evoluzione del genere nella sua funziona etica mitologica, una breve storia del medium fumetto, e alcune brevi considerazioni sul futuro e presente del genere stesso. Luca Bontempi, classe 1989, vive principalmente a Macerata, dove ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata, con una tesi di laurea sulla sceneggiatura di genere supereroistico.
Collabora con vari blog e siti e scrive fumetti.

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Information

Publisher
Delos Digital
Year
2016
ISBN
9788865309261

II. Il Supereroe dei fumetti

II.1 Definizione e precursori del fumetto

Visti i padri del genere, nella ricostruzione del genere supereroistico, è ora fondamentale tracciare anche una breve storia del fumetto.
Sebbene il fumetto sia un medium totalmente indipendente dai supereroi, e il supereroico sia un genere di larga diffusione su ben altri e più disparati linguaggi, è importante notare come il primo raggiunse la sua affermazione quando il secondo nacque tra le sue pagine, e che da sempre il fumetto è stato luogo delle principali rivoluzione del genere. Pertanto supereroi e fumetti sono legati a doppio filo tra loro.
Che cos'è il fumetto? Will Eisner, uno dei più influenti autori di fumetti di tutti i tempi, lo definì: Arte Sequenziale; Scott Mcloud, partendo da questa definizione di Eisner, giunse a quella di:
Immagini e altre figure giustapposte in una deliberata sequenza, con lo scopo di comunicare e/o produrre una reazione estetica nel lettore.22
E proprio partendo da questa definizione che possiamo tracciare la silenziosa avanzata del fumetto fino alla forma che riconosciamo oggi come tale.
Uno dei primi esempi che troviamo nella storia è la tomba di Menna, uno scriba e sovraintendente egiziano. Risalente alla fine XIV a.C. circa e sita nella Necropoli di Sheikh Abd el-Qurna, questa tomba è decorata da un dipinto raffigurante immagini della produzione del grano. Il dipinto letto a zizag, partendo dal basso a sinistra, ci narra proprio come un fumetto, tutte le fasi di questo processo, dalla mietitura fino alla riscossione delle tasse.23
Un altro antico esempio di arte sequenziale è l'arazzo di Bayeux, i cui primi riferimenti risalgono al 1100, quest'arazzo di 68,30 metri racconta la conquista normanna dell'Inghilterra a cominciare dal 1066. Leggendo da sinistra a destra vediamo gli eventi della conquista in ordine cronologico.24
La storia dell'arte è piena di simili esempi, sopratutto nell'arte sacra troviamo un forte utilizzo di queste tecniche narrative, dalle quattordici stazioni della via crucis, spesso raffigurate in una serie di quadri e disposti nelle chiese e in altri luoghi di culto in un ordine che ne favorisca la lettura; alle vetrate istoriate che mostrano episodi biblici. Ma anche nei dipinti in serie di Monet, come il ciclo delle Cattedrali di Rouen. Per arrivare però al fumetto universalmente riconosciuto come tale dobbiamo aspettare l'invenzione della stampa.

II.2 Pionieri del fumetto

Il padre del fumetto moderno è Rodolphe Töpffer.25 Figlio d'arte e aspirante pittore Töpffer, a partire dal 1827, scrisse e illustrò brevi storie che non era sua intenzione pubblicare. Fu solo a seguito delle pressioni di allievi ed amici, e in particolar modo di Goethe, che Töpffer, nel 1833, si decise a dare alle stampe una di queste storie, Histoire de monsieur Jabot. Negli anni successivi altre sette storie verranno pubblicate e, nel 1842, una di queste verrà anche tradotta e pubblicata negli Stati Uniti, segno dell'interesse che avevano suscitato per la loro originalità espressiva.
Poi vennero le strisce. Nell'Inghilterra vittoriana alcuni settimanali detti Penny Dreadful (pessimi da un penny, corrispondenti dei dime novel), pubblicavano strisce umoristiche secondo la tradizione del teatro di varietà. Un'accesa rivalità tra Joseph Pulitzer e William Randolph Hearst (i due principali editori dell’epoca) stimola la creazione delle strisce a fumetti per i giornali, che si rivelarono estremamente popolari tra i nuovi immigrati con una conoscenza limitata dell'inglese.26 Nella guerra della tiratura, l'innovazione di stampare una striscia di fumetti a colori (o meglio un solo colore, il giallo) lanciò i giornali di Pulitzer davanti alla concorrenza. Era il 5 maggio del 1895, le prime tavole a colori di Yellow Kid facevano il loro debutto sul supplemento domenicale del New York World. Yellow Kid, il bimbo nato dalla fantasia di Richard Felton Outcault e caratterizzato da un camicione giallo su cui comparivano le battute che pronunciava, diede il via all'industria del fumetto statunitense come fenomeno di massa. Ma dobbiamo aspettare il 1933 per l'affermazione degli albi a fumetti.
All'epoca l'edicole erano piene delle cosiddette riviste pulp (il nome deriva dalla carta di scarsa qualità, ricavata dalla polpa di legno, utilizzata per abbattere i costi) che offrivano un intero romanzo inedito per soli dieci centesimi. All'apice del successo alcuni titoli pulp vendevano varie centinaia di migliaia di copie per mese, che perfino a dieci centesimi la copia, costituivano una bella somma di denaro durante la depressione. In questo ambiente molto competitivo alcuni giovani editori decisero di ristampare alcune strisce a colori apparse sul supplemento domenicale dei quotidiani, usando carta da giornale e piegandone i fogli in un opuscolo 17 x 21 cm (crearono così il comic book, il formato standard per il fumetto statunitense, rimasto invariato fino a oggi). Al prezzo di dieci centesimi a numero, questi fumetti da edicola andarono a ruba dimostrando come questi albi avessero un prosperoso futuro. Per soddisfare la domanda di quegli editori di fumetti che non volevano (o non potevano) assicurare il pagamento ai “consorzi di distribuzione” per i diritti di ristampa sulle strisce dei giornali, il Maggiore Malcom Wheeler-Nicholson ingaggiò un gruppo di giovani disegnatori e scrittori affamati di lavoro e ordinò loro del materiale originale. Ben presto le riviste pulp vennero soppiantate dai fumetti con storie poliziesche e horror, con animali divertenti e semplici gag, con eroi, agenti segreti e nemici del crimine con poteri mistici.27
Poi nel 1938 una navicella verrà ritrovata da Jonathan e Martha Kent, a Smallvile, nel Kansas, e niente sarà più come prima.

II.3 La Golden Age

Jerry Siegel e Joe Shuster, due adolescenti e grandi appassionati di fantascienza, decisero di amalgamare tre temi classici dei racconti pulp sci-fi: il visitatore da un altro pianeta, il super uomo e la doppia identità. Traendo ispirazione da Doc Savage e The Shadow, per le abilità superumane e l'identità segreta (nonché il nome dell'alter ego) e da John Carter di Marte, ma ribaltandone l'avventura, non più un terrestre che raggiunge un nuovo, stravagante pianeta, ma bensì, un abitante di un mondo lontano dotato di poteri particolari che arriva sulla terra, i due crearono il primo supereroe: Superman.
Nato nel 1933, il personaggio vestito di un'uniforme variopinta (forse ispirata a quelli che gli uomini forzuti mettevano all'epoca nei circhi), viene inizialmente respinto da tutti i giornali a cui si rivolsero gli autori. Dopo quattro anni di rifiuti i due si affacciarono al mercato degli albi a fumetti, qui trovarono consenso presso un giovanissimo editore, Sheldon Mayer.
Nel giugno del 1938 esce lo storico Action Comics n.1. Ben presto le edicole si riempirono di fumetti di supereroi, con personaggi che vantavano costumi sgargianti e una gamma stupefacente di poteri e abilità. L'attuale DC Comics (all'epoca National e American Comics) reduce dal successo di Superman, introdusse nei mesi seguenti svariati personaggi tra i quali: Aquaman, Flash, Lanterna Verde, Batman e Wonder Woman. La Marvel, sotto il nome di Timely, muoveva i primi passi con la prima Torcia Umana e con Namor. Siamo all'interno di quel periodo storico del fumetto americano tra la metà degli anni trenta e i primi anni cinquanta noto come Golden Age.
Durante questo periodo i fumetti godettero di un incremento di popolarità, sopravvivendo al razionamento della carta, la grande depressione e la Seconda guerra mondiale, dove molti autori persero la vita. Inoltre il fumetto divenne una delle forme d'arte principale (la nona arte), e definì il suo vocabolario artistico e le convenzioni creative sulla base della prima generazione di autori, disegnatori ed editori. Insieme al debutto dei supereroi più famosi, tutti personaggi con la caratteristica cruciale di essere abbastanza diversi da Superman, venne creato e definito l'archetipo del supereroe.

II.4 Un mito moderno

Nel raccontare la creazione di Superman, Jerry Siegel parla di una notte adolescente di ispirazione mitologica; l'autore di Superman infatti dice di aver pensato a un personaggio simile ad Ercole e Sansone, e di averlo scritto alzandosi dal letto ogni due ore per buttare giù qualcosa.28 Nel mito, dietro il mito c'è in nuce qualcosa che descrive approfonditamente la funzione del supereroe.
La definizione da vocabolario Treccani della parola eròe ci viene ulteriormente incontro:
1. Nella mitologia di varî popoli primitivi, essere semidivino al quale si attribuiscono gesta prodigiose e meriti eccezionali; presso gli antichi, gli eroi erano in genere o dèi decaduti alla condizione umana per il prevalere di altre divinità, o uomini ascesi a divinità in virtù di particolarissimi meriti.
Il rapporto tra mito e supereroistico viene ulteriormente approfondito e confermato dall' editore, autore e teorico del fumetto di genere Danny Fingeroth, il quale afferma:
Eroi biblici e mitologici sono chiaramente precursori dei supereroi. Ulisse, Thor, Mosè sono individui di coraggio, fiducia e nobili ideali, viziati per quanto possano essere come individui.
Ma cosa unisce il mito ai supereroi oltre al valore sovrannaturale delle qualità e delle gesta dei personaggi? Per rispondere a questa domanda ricorriamo nuovamente al saggio di Fingeroth:
Così in qualche modo, il supereroe-più che l'eroe classico della finzione deve rappresentare i valori della società che lo produce. […] In entrambi i casi, l'eroe fa la cosa giusta. Forse cosa ancora più importante, lui sa quello cosa è giusto.29
È chiaro come la funzione di mezzo di trasmissione di credenze, ideali e principi etici, sia comune tanto al mito quanto al superhero comic,30 come ha sottolineato anche Richard Reynolds:
Supereroi non sono in generale sostenitori della lettera della legge; non sono agenti di polizia impiegati dallo stato. L'insieme dei valori che tradizionalmente difendono è riassunta dall'etichetta di Superman di, verità, giustizia e modello americano. A volte l'ultimo termine è stato interpretato in maniera strettamente nazionalista… ma molto più spesso… ha resistito per gli ideali sanciti dalla Costituzione degli Stati Uniti.31
Eppure contrariamente al mito antico, quello moderno differisce per alcuni aspetti fondamentali. Per prima c'è la possibilità di identificazione con il lettore, spiegare quali siano i meccanismi di questo fenomeno significa analizzare tutti quegli aspetti in comune, ma anche alla base, del successo dei principali miti supereroici, come la doppia identità o l'essere orfano (caratteristica che accomuna poi molti supereroi quali Batman, Superman o ancora Spider-Man e Capitan America, con altrettanti personaggi della letteratura quali Harry Potter o Oliver Twist), il che significherebbe addentrarsi in un territorio molto vasto e fuori dagli interessi di questa indagine, che sono per lo più storici, pertanto ci basterà la spiegazione del processo di identificazione in Superman secondo Umberto Eco:
Tuttavia l'immagine di Superman non è al di fuori di ogni possibilità di identificazione per il lettore. Infatti Superman vive tra gli uomini sotto le mentite spoglie del giornalista Clark Kent; […] Ma dal punto di vista mitopoietico la trovata è poi addirittura sapiente: infatti Clark Kent impersona in modo abbastanza tipico il lettore medio assillato da complessi e disprezzato dai suoi simili; attraverso un ovvio processo di identificazione, qualsiasi ragioniere di qualsiasi città americana nutre segretamente la speranza che un giorno, dalle spoglie della sua attuale personalità, possa fiorire un superuomo capace di riscattare anni di mediocrità.32
Naturalmente questa possibilità identificativa nel mito moderno è uno degli elementi alla base del suo successo.
Una delle altre caratteristiche fondamentali del genere, è l’immortalità dei suoi protagonisti. I supereroi possono essere momentaneamente sconfitti, apparentemente o realmente uccisi, ma qualsiasi cosa accada torneranno.
Per far luce su questa caratteristica e la sua importanza torniamo al saggio di Eco che evidenzia una fondamentale differenza tra il mito supereroistico e quello classico:
Stabilita pertanto la innegabile connotazione mitologica del personaggio, occorrerà individuare le strutture narrative attraverso le quali il "mito" viene quotidianamente o settimanalmente offerto al suo pubblico. C'è infatti una differenza fondamentale tra una figura quale Superman e figure tradizionali quali gli eroi della mitologia classica, nordica o le figure delle religioni rivelate.
L'immagine religiosa tradizionale era quella di un personaggio, di origine divina o umana, che nell'immagine rimaneva fissato nelle sue caratteristiche eterne e nella sua vicenda irreversibile. Non era escluso che dietro al personaggio esistesse, oltre che un insieme di caratteristiche, una storia: ma la storia si era già definita secondo uno sviluppo determinato e veniva a costituire la fisionomia del personaggio in modo definitivo. […] Ercole si era concretato in uno sviluppo temporale di eventi, ma questo ...

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