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Le mura del cuore
About this book
Michela e Dario vivono un amore sofferto a Lucca, all'ombra delle sue antiche mura...contrastati da vari antagonisti e con cuore confuso come capita per molti amori in embrione. Basterà l'aiuto di una improponibile coppia di fantasmi a far trionfare il loro amore?
Paolo Bozzo è un giovane autore genovese che cerca di mettere l' anima in ogni suo testo. Di solito risulta molto facile identificarsi nei suoi personaggi. Ma attenti a non ritrovarci troppo di voi stessi.
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Information
Subtopic
Theatre PlaywritingScena prima
SUL TRENO – IN
STAZIONE
(SFONDO 1: INTERNO TRENO O IMMAGINI DAL FINESTRINO
SFONDO 2: OMBRE)
DARIO
MICHELA
SONIA
GIACOMO
SUONI DI TRENO
LUCI DA DIETRO PER PROIETTARE OMBRE
PANCA NERA (sedile treno)
SCALETTA NERA
BAGAGLI (che stagione e’?)
Dario
e Michela
stanno tornando in treno da Bologna dopo essersi laureati.
I loro sguardi si cercano e non si incontrano.
Quando accade, Dario
cerca di riacquisire il controllo della
situazione, con la prima battuta:
Dario: Che bella giornata! Non c’è una nuvola…
Michela: Già…(
pausa)… Sai, sono proprio contenta di tornare a casa… non
vedo l’ora di respirare di nuovo la nostra aria, di riprendere i
vecchi giri… in questi mesi di studio a Bologna abbiamo un po’
perso i contatti…
Dario: Uh, guarda!... Da qui si vedono già
le mura!
Michela: Fammi vedere! (
quasi gli salta addosso)
Dario: Ehi! Sei il solito elefante!
Michela: Ma sta zitto e guarda! Non sono
meravigliose?
Dario: Come no… sono le nostre... (
ride)
Michela: Cos’hai da ridere?
Dario: niente… pensavo a quando sei caduta con la
bici! Per poco non volavi giù dalle mura.
Michela: Che botta!
Dario: Poi però a vederti per terra siamo
scoppiati tutti a ridere…ah ah (
ridono)
Michela: Siete stati stronzi! Mi ero fatta male
veramente!
Dario: Sì... ricordo… sei persino dovuta ricorrere
all’acqua ossigenata… potevi morire, in effetti!
Michela: Ah, vuoi la guerra? E quella volta che ti
abbiamo chiuso nel campanile di San Frediano? Piangevi come una
femminuccia! [
mima il pianto toccandosi gli occhi con i pugni chiusi]
Dario: (
PAUSA) Ma avevo otto anni!
Michela: Già avevamo otto anni…e avrei dovuto
lasciàrtici fino ai dieci la dentro, così magari ti saresti
svegliato un po’…
Dario: cosa vorresti dire?
Michela: Niente, niente..lasciamo stare..comunque
se non fai il bravo ti ci rinchiudo di nuovo.
Dario: Sì, mamma.
Michela: Scemo! Stare a Bologna ti ha proprio
rincoglionito.
Dario: Ma non è vero… Dai, ci siamo trovati bene…
io sarei rimasto lì volentieri…
Michela: Uffa! E basta! Te la vuoi scordare
quella lì o no?
Dario: Innanzitutto
quella li ha un nome..
Michela: Ah è vero:
stronza!
Dario: Michela! Smettila!
Michela: No, non la smetto! Ma come fai a
pensarci ancora? Così volgare… Così gatta morta!
Dario: Non l’hai mai potuta vedere, fin da quando
te l’ho presentata e ancora di più da quando mi ha dato picche. Ti
conosco, Michela. E so quanto sei protettiva, ma devi capire che se
non si è ricambiati…….. Fa molto male, ma è così… e non è una
colpa!
Michela: Infatti io non contesto questo, ma il
modo in cui ti ha trattato! Comunque con te è fiato sprecato…non ti
ci dovrei chiudere nel campanile, ma buttartici giù!
Dario: Dai, smettila! Finiamola qua! Diventi
brutta quando ti arrabbi! I tuoi occhi mi piacciono di più quando
ridi…[
breve pausa]
Michela: (
imbarazzata
) se credi di comprarmi con due moine ti sbagli di
grosso…tanto non cambio idea…quella non mi piace e basta!
Dario: Ok, ok… ma ora possiamo cambiare discorso?
Secondo te verrà qualcuno a prenderci?
Michela: (
spallucce) Io l’ho detto solo a Sonia a che ora
arriviamo…
Dario: Allora ci sarà pure il sindaco con la
banda…
Michela: Ma dai!
Dario: Ah no? Ma se fa girare più notizie di un
giornale!
Michela: Che stronzo!
Dario: Ah, invece tu, poco fa, eri
molto accomodante…comunque consòlati, anche Giacomo fa
così…Ci sarà sicuramente anche lui….
Michela: Beh, almeno lui è un uomo che
ragiona….
Dario: Ma credi che sia tanto deficiente?
[in questo punto MICHELA SORRIDE] Secondo te non vedevo il
comportamento di Silvia? Sai benissimo che quando si ama si è
disposti a passare sopra a molte cose…
Michela: È proprio vero sai? Guarda caso capita
anche a me…e non sai quanto!
Dario: Lo so, lo so… È un discorso che abbiamo già
fatto e mi dispiace molto… A volte è difficile voltare pagina.
Michela: Almeno promettimi di provarci…
Dario: Non posso promettere…
Michela: (
sempre più incazzata) Al diavolo! Rimani a bollire nel suo
brodo…e affogaci!
CERCHIO MIMICO DI SCENA
Un attimo di silenzio. Poi la luce sfuma e inizia una MUSICA.
Buio sul palco.
Di MICHELA E DARIO si vedono adesso solo le sagome dietro al
telo bianco (schermo).
Sono in piedi, con i loro bagagli, su una scaletta a due
gradini.
La musica sfuma e si sentono rumori di treno e, infine, la
voce: “LUCCA, STAZIONE DI LUCCA”.
I ragazzi scendono: li aspettano GIACOMO e SONIA.
Scena (sempre mimica) dei saluti. MICHELA E SONIA si
allontanano da destra, sempre dietro il telo.
Luce sul palco. DARIO
e GIACOMO escono da dietro il telo.
Giacomo: Ma che le hai fatto? Sembrava una
tigre…
Dario: Niente, è il solito discorso…valla a
capire…
Giacomo: Beh io la capisco…guarda che è dura per
lei…
Dario: Lo so… ma assalirmi così non risolve
nulla…
Giacomo: No. Ma stiamo parlando di Michela.
Dario: Che carattere… quando mi insulta ha degli
occhi, dovresti vederli…
Giacomo: Quelli li riserva solo all’uomo che
ama….[
dà un pugno di complicità sulla spalla di Dario]
Dario: Non mettertici anche tu… lo sai che mi
piace, ma non sono come Luca…ora ho nella testa anche Silvia e non
voglio illudere nessuno… specialmente Michela…
Giacomo: Va bene, ma sbrigati a decidere… non vi
meritate questa situazione.
Scena seconda
A CASA DI MICHELA
(SFONDO: INTERNO, CAMERA DA LETTO O SALOTTO)
SULLE MURA ( SFONDO: MURA)
A CASA DI MICHELA (o di Giovanni???)
MICHELA
SONIA
GOFFREDO
BEATRICE
M...
Table of contents
- Copertina
- Le mura del cuore
- Indice
- Prologo
- Introduzione
- Scena prima
- Scena seconda
- Scena terza
- Scena quarta
- Scena quinta
- Scena sesta
- Scena settima
- Scena ottava
- Scena nona
- Scena decima
- Scena undicesima
- Scena dodicesima
- Scena tredicesima
- Epilogo
