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Riflessioni e pensieri
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Appunti, annotazioni, epigrammi, idee: Riflessioni e pensieri raccoglie gran parte della produzione "inedita" del grande filosofo e pensatore francese. Riflessioni che riguardano le parti di romanzi e di opere mai pubblicate, le opinioni personali su temi economici e sociali, le inquietudini esistenziali, i dilemmi quotidiani che ogni essere umano deve affrontare. Un excursus illuminante che attraversa tutta l'opera dell'autore dello Spirito delle leggi.
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Information
IX. Materiali per i suoi lavori e appunti presi dopo la loro pubblicazione
Lettere persiane
Difesa delle «Lettere persiane». – Non si possono accusare le Lettere persiane di quelle cose che si è affermato vi offendessero la religione.
Tali cose non vi sono mai unite con l'idea del libero esame, bensì con l'idea della singolarità; non mai con l'idea della critica, bensì con l'idea dell'eccezionalità.
Era un Persiano che parlava, e doveva esser colpito da tutto ciò che vedeva e da tutto ciò che udiva.
In tal caso, quand'egli parla di religione, non ha da sembrarne informato più che non delle altre cose, quali gli usi e i costumi della nazione, ch'egli non giudica affatto buoni o cattivi, ma sorprendenti.
Come le nostre abitudini gli appaiono bizzarre, così gli appaiono a volte un po' singolari alcuni punti dei nostri dogmi, perché li ignora; e li spiega male, perché non conosce nulla di ciò che li unisce tra loro né della catena di cui fanno parte.
È vero che è un po' indiscreto aver accennato a questi argomenti, dato che non si è altrettanto certi di ciò che possono pensare gli altri come di ciò che si pensa noi.
*
Il pregio principale delle Lettere persiane è costituito dal fatto che vi si trova, senz'aspettarselo, una specie di romanzo. Se ne scorge l'inizio, lo sviluppo, la fine. I diversi personaggi sono legati tra loro da una catena. A mano a mano che si prolunga il loro soggiorno in Europa, i costumi di questa parte del mondo assumono nella loro mente un aspetto meno miracoloso e meno bizzarro, ed essi sono più o meno colpiti da quelle bizzarrie e da quei miracoli secondo la diversità dei loro temperamenti. D'altra parte, nel serraglio asiatico il disordine aumenta in proporzione al prolungarsi dell'assenza di Usbeck, cioè a mano a mano che s'accresce il furore e l'amore diminuisce.
D'altronde, i romanzi di questo tipo di solito riescono bene, perché vi si riferisce di persona sul proprio stato presente: ciò che fa intendere le passioni meglio d'ogni narrazione che si possa farne, ed è una delle cause del successo di Pamela e delle Lettere peruviane (opere deliziose che sono state pubblicate in seguito).
Infine, nei romanzi soliti le digressioni non possono essere concesse se non quando formino di per sé un nuovo romanzo. Non c'è modo d'introdurvi dei ragionamenti, perché, nessuno dei personaggi essendo stato messo lì insieme con gli altri per discutere, il disegno e la natura dell'opera ne rimarrebbero turbati. Ma nella forma epistolare, dove gli attori non sono scelti, ma imposti, e dove ogni argomento svolto non dipende da alcun disegno o progetto prestabilito, l'autore s'è creato il vantaggio di poter unire un po' di filosofia, di politica e di morale a un romanzo, e di collegare ogni cosa con una catena segreta e in certo modo sconosciuta.
Le Lettere persiane ebbero sul principio una vendita così prodigiosa che i librai olandesi fecero di tutto per procurarsene qualche seguito. Prendevano per la manica tutti coloro che incontravano: «Signore, – dicevano, – fatemi delle Lettere persiane».
Tutto il diletto non consiste se non nel contrasto che c'è fra i fatti veri e il modo come sono visti.
Frammenti di vecchi materiali delle «Lettere persiane»66.
Mi domandate che cos'è la Reggenza. È un susseguirsi di disegni mal riusciti e di idee originali; degli impeti atteggiati a sistema; un miscuglio informe di debolezza e di autorità; tutta la pesantezza senza la gravità che hanno i ministeri; gli ordini dati sempre con troppa rigidezza o con troppa mollezza; ora incoraggiata la disubbidienza, e ora scoraggiata la legittima fiducia; un'infelice incostanza che trascura perfino il male; un consiglio che ora s'irrigidisce, ora si moltiplica, che fa bella mostra di sé e si compromette dinanzi agli occhi della gente in modo segreto o chiassoso, altrettanto diverso nelle persone che lo compongono come nel fine ch'esse si propongono.
*
C'è una sorta di turbante che fa fare metà delle sciocchezze che si fanno in Francia.
Discorso di ammissione all'Accademia di Francia
Idee che non sono potute entrare nella mia orazione dell'Accademia
Signori, non oso dirvi nulla della scelta che avete fatta. A parlare di sé, si fa mostra di vanità anche quando se ne parli con modestia: attrarre l'attenzione altrui è un'arte. Si rivela tutto intero il nostro amor proprio quando si vuol apparire così abili nel nasconderlo; (oppure) e dirvi che non meritavo i vostri suffragi, sarebbe pur sempre chiederveli, in un momento in cui non ho più da temere una vostra ripulsa.
Avete perduto un confratello67 che il suo ingegno, le sue virtù e il vostro stesso rimpianto hanno reso celebre...
La maggior parte degli autori scrivono per farsi ammirare. Sembrava che il signor di Saci non scrivesse che per farsi amare...
Era uno di quegli uomini multiformi, infinitamente più rari di coloro che sono chiamati di solito uomini straordinari, di coloro che, per mezzo di aiuti altrui, e spesso di qualche vizio, trovano la via della gloria...
Voi siete, signori, come quei figli ai quali dei padri illustri hanno lasciato un gran nome da difendere, e che, se degenerassero, sarebbero umiliati anche dalla gloria stessa dei loro avi...
L'illustre Richelieu non fu il vostro protettore se non serbandosi il diritto d'essere il vostro rivale. Egli prendeva qualunque strada che potesse condurre alla gloria. Percorse la carriera dei vostri poeti e dei vostri oratori. Non si accontentò della preminenza dell'ingegno: ambì anche la preminenza delle doti naturali. Il secondo posto lo indignava, in qualunque campo lo avesse. Sentì per primo che il Cid non doveva stupire il suo ingegno, e che il primo posto nella poesia francese poteva ancora essere conteso.
Quand'anche lo colmaste di mille nuove lodi, non potreste aggiungere un sol giorno all'eternità ch'egli conserverà nella memoria degli uomini...
Dello Spirito delle leggi
Materiali che non sono potuti entrare nello «Spirito delle leggi»
La legge è la ragione del grande Giove68.
*
Prefazione. – Noi riflettiamo poco: la sollecitudine che abbiamo di formarci delle idee giuste sulle cose cede a un'altra sollecitudine, che è quella d'un certo riposo e d'un piacevole oblio di se stessi.
*
Se mi è concesso prevedere la fortuna del mio lavoro, esso sarà più approvato che letto: letture cosiffatte possono essere un piacere; non sono mai un divertimento.
*
Bisognava leggere molto, e bisognava servirsi assai poco di quel che si era letto.
*
Ostentando le letture che posso aver fatto, turberei la mente dei miei lettori più di quanto li potrei illuminare con le mie ricerche.
*
Se tutti non intendono quel che dico, ho torto.
Non tutto quel che è nuovo è ardito.
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Il mio ingegno è avvezzo a non volgersi indietro, verso quello che tutti sanno. Ma le cose più ardite non offendono quando sono state dette spesso, e le più innocenti possono irritare i piccoli ingegni, perché non sono ancora state dette.
*
È in un secolo pieno di lumi che gli uomini di Stato acquistano il gran talento di compiere le cose buone a tempo opportuno. Tutti possono cercare di emanare qualche raggio di questa luce, senza avere il vanto di diventare dei riformatori.
Non ho avuto dinanzi agli occhi se non i miei principi: mi guidano essi, e non li regolo io.
Sono il primo tra tutti gli uomini del mondo nel credere che coloro che governano hanno delle buone intenzioni. So di paesi che sarebbero governati male, e che difficilmente si potrebbero governare meglio. Infine, vedo più di quanto non giudichi; ragiono su tutto, e non critico nulla.
*
Ho stima dei ministri: non sono gli uomini che sono piccoli, ma i compiti che sono grandi.
*
Plutarco ha osservato che la filosofia antica non era altro che scienza di governo. I sette savi, egli dice, tranne uno solo, non si dedicarono che alla politica e alla morale, e benché i Greci si siano dedicati in seguito alle scienze speculative, si vede assai bene che stimavano soprattutto la filosofia pratica e professavano un autentico culto per i reggitori delle città e i loro legislatori.
*
La conoscenza delle arti che giovano in qualche modo agli uomini che vivono in società è subordinata alla grande arte che costituisce e regola le società.
*
Nel nostro secolo si è attribuito tanto valore alle conoscenze del campo fisico che non si è serbato altro che indifferenza per le conoscenze del campo morale. Dopo i Greci e i Romani, il bene e il male morale sono diventati piuttosto un sentimento che un oggetto di conoscenza.
Gli Antichi prediligevano le scienze; proteggevano le arti. Ma portarono fino a una specie di culto la stima che sentivano per chi avesse inventato qualcosa in materia politica.
*
Quest'opera è il frutto delle riflessioni di tutta la mia vita, e forse da un lavoro immenso, da un lavoro fatto con le migliori intenzioni, da un lavoro fatto per la pubblica utilità io non ritrarrò che dolori, e, sarò compensato dalle mani dell'ignoranza e dell'invidia.
*
Ho lavorato vent'anni di seguito a quest'opera, e non so ancora se sono stato ardito o se sono stato temerario, se m'abbia schiacciato la grandezza del tema o se la sua maestà m'abbia sostenuto.
*
A che mi servirebbe aver riflettuto per vent'anni, se mi fosse sfuggita la prima di tutte le riflessioni, che la vita è breve? Non ho neppure il tempo di abbreviare quel che ho fatto.
*
Avevo formulato il disegno di ampliare e approfondire alcuni punti di quest'opera: non riuscirei più a farlo. Le mie letture mi hanno indebolito gli occhi, e la luce che ancora mi resta mi sembra non essere che l'aurora del giorno in cui essi si chiuderanno per sempre.
Quasi m'avvicino al momento in cui devo cominciare e finire, momento che svela e nasconde ogni cosa, momento misto d'amarezza e di gioia, momento in cui perderò perfino le mie debolezze.
Perché occuparmi ancora di pochi frivoli scritti? Vado in cerca dell'immortalità, ed essa è in me. Anima mia, innalzati! Slanciati nell'immensità! Ritorna nel grande Essere!
Nella deplorevole condizione in cui sono, non mi è stato possibile dare l'ultima mano a quest'opera, e l'avrei bruciata mille volte, se non avessi pensato che era bello rendersi utile agli uomini addirittura fino all'ultimo respiro.
Dio immortale! il genere umano è l'opera tua più degna. Amarlo vuol dire amarti, e, giunto al termine della mia vita, io ti consacro questo amore.
*
Il Principe. – Ama quando si crede amato; perciò bisogna persuaderlo d'essere amato.
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I costumi non sono mai molto puri nelle monarchie. Questa nobiltà, col suo lusso e le virtù che si attribuisce, è l'origine di ogni corruzione.
*
Lo Zar69 ha introdotto la civiltà nei suoi Stati per l'utilità del genere umano, e non del suo impero: sarebbe impossibile che quest'impero, se fosse incivilito, abitato, coltivato, potesse seguitare ad esistere.
*
Una prova che dar valore ai costumi si addice maggiormente a una buona repubblica che a una buona monarchia: nelle buone repubbliche si dice Noi, e nelle buone monarchie si dice Io.
*
Quasi tutte le nazioni del mondo seguono questo ciclo: dapprima sono barbare; fanno delle conquiste, e diventano nazioni civili; questa civiltà le fa più grandi, e diventano raffinate; la raffinatezza le rende più deboli; sono conquistate e ridiventano barbare: ne sono la prova i Greci e i Romani.
*
Del governo militare. – Il governo militare si fonda in due modi: o in seguito alla conquista compiuta da un esercito che vuol sempre conservare l'aspetto di un corpo armato, come è adesso il governo di Algeri; oppure è un abuso esagerato del governo dispotico, e, per così dire, la corruzione di tale governo.
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È una sciocchezza costringere le parti a difendersi attraverso l'intermediario di un avvocato; perché, se gli avvocati sono liberi di non patrocinare una causa, le parti devono essere ancora più libere di patrocinarla da sé.
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Si consideri bene la sorte delle grandi monarchie che, dopo aver fatto stupire con le loro forze, hanno fatto stupire con la loro debolezza. Quando, nella rapidità del potere arbitrario, o dispotismo, permane ancora una scintilla di libertà, uno Stato può compiere grandi cose, perché quanto vi resta di buoni principi viene messo in movimento. Ma quando la libertà è scomparsa per intero, d...
Table of contents
- Montesquieu
- Riflessioni e pensieri inediti
- I. Su se stesso
- II. Sull'uomo
- III. Sulle opere dell'ingegno
- IV. Sulla cosa pubblica
- V. Frammenti storici
- VI. Caratteri delle nazioni
- VII. Fedi
- VIII. Sulle scienze
- IX. Materiali per i suoi lavori e appunti presi dopo la loro pubblicazione
- X. Pagine di diario
- Crediti
- Tra i Fogli volanti