1. Presentazione di un’indagine nazionale: – “cosa pensano e come vivono la mediazione, gli Italiani?” (di Monica Cerva)
“Non è vero che abbiamo poco tempo:
la verità è che ne perdiamo molto”
Seneca
Uno sguardo d’insieme
Capire quanto sia conosciuta la mediazione non è stato un lavoro semplice; dei questionari proposti, molti non hanno avuto risposta perché non sono stati restituiti, e questo è un primo indizio di quanto l’argomento possa essere interessante oppure no e quanto sia poco conosciuto.
Le risposte pervenute sono state leggermente superiori nelle donne, e le fasce d’età intervistate sono quelle tra i 18 ed i 65 anni. Persone chiaramente in piena attività lavorativa, sia autonoma che dipendente, inserite in un tessuto sociale che porta gli stessi soggetti a conoscere le novità normative, ad aggiornarsi costantemente e culturalmente predisposte ad una adattabilità in un contesto socio-politico in evoluzione.
Per le attività economiche hanno risposto sia l’imprenditore individuale, sia le società con un minimo di 2 dipendenti fino alla realtà con una ventina di lavoratori.
Per quanto riguarda la formazione scolastica, il questionario è stato proposto a tutti i soggetti con ogni tipo di scolarizzazione, poiché la conoscenza esula dal proprio percorso di studi, in quanto essendo una procedura stragiudiziale del tutto nuova non necessita di approfondimenti in materia. Sul procedimento le informazioni utili vengono fornite dagli operatori degli Organismi di mediazione, esse riguardano: le materie possibili oggetto di mediazione obbligatoria, la volontaria è sempre esperibile, i costi e tutta la compilazione per presentare la domanda.
Per quanto attiene alla professione svolta, è chiaro che chi è in forza in un posto di lavoro, dipendente od autonomo, riesce meglio a recepire le novità di un sistema, vuoi perché ne è direttamente coinvolto, ad esempio un lavoratore autonomo in materia di diritti reali, oppure di successione; ma anche un lavoratore dipendente; mentre solo marginalmente altre categorie possono venirne a conoscenza, lo studente poiché ne ha sentito parlare, quale opportunità lavorativa, il pensionato può essere incorso in qualche disavventura condominiale o contrattuale di tipo bancario od assicurativo.
La distribuzione regionale delle persone intervistate può essere suddivisa in 3 macro aree: Nord, Centro, Sud e Isole.
La parte maggiormente prevalente è quella delle regioni che si trovano nell’area settentrionale; se dovessimo trovare una giustificazione, questa è dovuta al momento di crisi economica quale quello che stiamo vivendo, l’economia trainante è quella commerciale ed industriale concentrata nell’area del Nord Italia. Non per questo è da tralasciare tutto il resto della nostra penisola, sicuramente però, sotto l’aspetto dei conflitti, se ne creano di più dove è più vivace un’attività economica ed il tessuto sociale è più dinamico a trovare risposte alternative ad una possibile controversia.
Quanto ne sappiamo di mediazione?
Alla domanda se si conosce la mediazione come alternativa alle controversie, la risposta è stata positiva nella maggior parte dei casi con una percentuale del 66%. Da una prima analisi verrebbe da dire che è un argomento di cui si sta parlando, pertanto la mera conoscenza è nota. Se poi però si analizza la modalità con cui si è venuti a conoscenza della mediazione ci si accorge che una parte della popolazione intervistata conosce la procedura attraverso la pubblicità, sia essa televisiva, un noto spot sulle reti nazionali, proponeva la mediazione quale soluzione alternativa alle liti, sia giornalistica o per cartellonistica stradale, con la promozione da parte delle Camere di Commercio; anche i siti internet hanno fatto la loro parte, nella misura in cui si volesse approfondire la procedura o per conoscere l’Organismo di mediazione presente nella propria provincia.
Le percentuali scendono per quanto riguarda la conoscenza normativa, qui hanno risposto affermativamente coloro che sono già mediatori o che in famiglia hanno un mediatore; parimenti anche l’utilizzo diretto della mediazione ha un equivalente in termini di numeri percentuali, in quanto solo chi è ricorso ad una composizione stragiudiziale ne conosce i tempi ed i modi.
Si è poi voluto approfondire se tra gli intervistati vi sono soggetti nella cerchia di amici, parenti e conoscenti che si sono avvalsi della mediazione. Un buon numero, che si attesta all’81%, ha risposto negativamente. L’aspetto che ha destato perplessità, è che il restante 19% ha commentato l’esito della procedura anche negativamente, tra le cause l’incapacità del mediatore, la mancanza di messa a punto degli strumenti che preparino sia le persone che andranno ad utilizzare la mediazione, sia i mediatori stessi; si è constatato che i migliori risultati siano stati raggiunti da chi non ha conoscenze tecnico-giuridiche (avvocati, commercialisti, etc.), ma dai professionisti in materie umanistiche (psicologi in primis), poiché l’attività mediativa si svolge su un piano paritetico tra le parti win/win e non win/lose, non avremo mai un vincitore, perché non siamo in una causa giudiziale.
Vi sono però anche giudizi positivi, poiché la mediazione racchiude in sé tutta una serie di aspetti, che se ben utilizzati, permette di raggiungere gli obiettivi prefissati, con il minimo sforzo. Su questo punto il parere è unanime tra le imprese. Per esse determinante è arrivare, nel breve tempo possibile, a raggiungere l’obiettivo prefissato.
Un quesito posto riguardava proprio gli aspetti positivi che la mediazione ha al suo interno.
- La celerità nella soluzione delle controversie. Entro tre mesi dalla presentazione dell’istanza deve essere conclusa l’intera procedura, con la stesura di un verbale positivo, negativo o di mancato accordo. I tre mesi sono veramente una brevità in tutto il panorama giudiziario italiano, pensiamo che una causa civile ad oggi, arriva a sentenza tra i 4 ed i 6 anni. A ciò si aggiunga la riforma della giustizia che prevede l’accorpamento di molti tribunali!
- L’economicità della mediazione. Le tariffe sono stabilite dal Ministero della Giustizia per quanto attiene le materie obbligatorie. Se confrontate con le spese legali sostenute per l’assistenza di un avvocato in sede di giudizio civile, la mediazione ha dei costi ridotti e fiscalmente detraibili.
- L’informalità e la risoluzione stragiudiziale sono aspetti strettamente connessi. Il primo riguarda la sede dove si avvia la mediazione, non si tratta di un’aula di tribunale, la quale provoca in molti ansie e paure, ma di una sala all’interno dell’Organismo di mediazione, molto informale; il mediatore stesso ha la funzione di mettere a proprio agio i soggetti, di calmare le loro ire (teniamo conto che si tratta di persone in conflitto che rivendicano una pretesa) lasciando spazi di discussione, talvolta anche accesa, ma utili a far conoscere al mediatore quale soluzione può essere adottata, molte volte è nemmeno il quantum a far accendere gli animi. E qui la professionalità e la capacità del mediatore arrivano a condurre le parti a trovare nella soluzione stragiudiziale (al di fuori della giustizia ordinaria) un esito che si concluderà con un verbale positivo (accoglimento della pretesa da entrambe le parti); un verbale negativo (rifiuto di ogni possibile accordo) e conseguente avvio di una causa civile.
- L’ultima caratteristica positiva della mediazione è la snellezza nel procedimento, nessuna istanza è prodotta in bollo, le memorie relative alla propria pretesa possono essere presentate da entrambe le parti, non vi è un vero è proprio giudizio, si espongono i fatti, poi se il mediatore lo ritiene opportuno sente i soggetti, assistiti dai propri legali, separatamente. In linea di massima la procedura si conclude in giornata. Tra le possibilità vi è contemplato anche il rinvio, ma comunque il tempo massimo è quello previsto dei tre mesi.
Passando alle domande più tecniche sugli attori della mediazione, molti non conoscono la figura del mediatore. Il dato è positivo solo nel mondo economico, sia come figura che come ruolo. Tra i privati coloro che hanno affermato di esserne a conoscenza il più delle volte confondono il mediatore con il giudice di pace (che è organo competente della giustizia ordinaria per le cause civili fino a € 1.100,00 e per i beni mobili fino a € 5.000,00).
Anche il luogo in cui prende avvio la mediazione, chiamato Organismo di mediazione, non è conosciuto tra le persone, la critica deve essere mossa ad una coerente informazione che spesso anche nei messaggi pubblicitari può creare confusione.
Per le aziende la risposta è stata fornita correttamente.
L’organismo di mediazione è un ente pubblico o privato, costituito previa ammissione dei requisiti e registrazione presso il Ministero della Giustizia.
Le materie oggetto della mediazione sono per la maggior parte sconosciute. La risposta prevalente rimandava al codice civile, ma una percentuale del 74% ha risposto di non conoscere alcun argomento dei 13 previsti (condominio, diritti reali, divisione, successione, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto aziende, risarcimento per danno derivante da responsabilità medica e sanitaria e da diffamazione con il mezzo della stampa od ogni altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari). Premesso che si tratta di materie obbligatorie, pertanto prima della causa civile va comunque esperito il tentativo di mediazione, occorre mettere in atto quegli strumenti che permettano alle persone di conoscere al meglio le opportunità offerte dal risoluzione stragiudiziale.
Tra i dati raccolti nel mondo imprenditoriale, almeno una volta le aziende sono già ricorse all’istituto della mediazione per esempio per l’affitto di azienda o per il recupero dei crediti.
Una procedura innovativa
Quando si arriva in mediazione, molto spesso non si conoscono tutti i passaggi, proprio perché la mancata applicazione per molto tempo ha visto una battuta d’arresto, che tradotta in termini di conoscibilità ha fatto sì che pochi e se non addetti ai lavori, abbiano avuto modo di sperimentarla.
Il fatto che il giudice possa prevedere il rinvio in mediazione (la c.d. delegata) è un punto di focale importanza, ed in un’ottica di snellimento dell’amministrazione giudiziaria, la legge impone che sia proprio lo stesso organo detentore del potere giudiziario, a voler instaurare (è questa una chiara intenzione del legislatore di voler risolvere le liti in maniera bonaria) un contatto con una procedura stragiudiziale, più veloce, più economica, più informale e più snella.
Ma quanti sanno che lo stesso giudice può rinviare la causa ad un tentativo di mediazione? Pochissimi anche tra le aziende.
Questo è a dire che il ricorso alla giustizia ordinar...