Cinquemila anni di effetto placebo
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Cinquemila anni di effetto placebo

Nella pratica clinica, negli studi controllati e nelle medicine non convenzionali

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Cinquemila anni di effetto placebo

Nella pratica clinica, negli studi controllati e nelle medicine non convenzionali

About this book

La crescente sfiducia nella medicina ufficiale, il ricorso sempre più frequente a pratiche alternative – spesso inutili, se non perfino pericolose – mostra come le aspettative di cura e di guarigione siano influenzate da fattori non sempre riconducibili alla sfera razionale dell'uomo. Da malati, vogliamo guarire, e l'efficacia della terapia non si misura talvolta con l'evidenza scientifica del trattamento: può bastare un placebo a persuaderci. Il termine "placebo" (dal latino, "io piacerò") indica ogni sostanza o terapia priva di principio attivo, che può tuttavia provocare effetti paragonabili a quelli di farmaci realmente efficaci. Cinquemila anni di effetto placebo è il libro che mette un punto fermo sul dibattito: dopo una panoramica storica – davvero millenaria – l'autore affronta il tema dell'effetto placebo nella pratica clinica, negli studi controllati e nelle medicina cosiddette "non convenzionali". Con passo sicuro dettato dalla sua lunga esperienza di divulgatore scientifico e dal fatto di essere uno dei massimi esperti mondiali in materia, Giorgio Dobrilla racconta in modo chiaro e accessibile, ma rigoroso e aggiornatissimo nella bibliografia sull'argomento, una storia lunga ormai millenni, costellata da sciamani e guaritori, medici e ricercatori, tutti alle prese con le affascinanti e complesse interazioni tra mente e corpo. Perché spesso i cambiamenti che si ripercuotono nei meccanismi neuronali possono essere attivati non solo da un farmaco privo di principio attivo, ma anche da una parola, un simbolo, un gesto. O, per usare le parole di Silvio Garattini: Il placebo può non essere solo una compressa o un'iniezione, come vorrebbe la nostra società farmacocentrica, ma può essere l'attenzione del medico, un ambiente favorevole, l'aiuto di un amico.

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Information

Capitolo 1

Introduzione

Tell me and I forget,
show me and I remember,
involve me and I learn.
B. Franklin (1706-1790)
Dicono che noi italiani (ma forse non siamo i soli) sappiamo tutto di tutto magari senza aver mai letto niente o molto poco sul tema che si sta dibattendo. Succederebbe in quasi tutti i settori e gli unici che in genere parlano poco su uno specifico argomento sono quelli che ne sanno di più e, se mai si degnano di intervenire, spesso lo fanno con un linguaggio per addetti ai lavori. Ne viene che “quelli che sanno tutto di tutto” continuano a rimanere disinformati o convinti ingenuamente che quello che pensano sia giusto. Quanti fedeli del resto hanno letto la Bibbia e quanti che si dichiarano marxisti hanno letto Marx ed Engels al di là (ed è già tanto!) della frasetta iniziale del Manifesto dove si annuncia che «Uno spettro si aggira per l’Europa»? Quanti tra quelli che si ritengono esperti di strategia calcistica hanno mai praticato questo sport e ne conoscono le regole? Quanti hanno esperienza di problematiche inerenti alla vita sessuale tra coloro (laici o religiosi) che danno consigli o giudizi? Quanti, tra coloro che giudicano chi è colpevole o innocente in base ai “processi” vissuti in tv, dispongono di un minimo di indispensabili dettagli? Quanti pseudo-esperti in storia e in economia politica hanno un minimo di cultura per auspicare o demonizzare interventi militari di peacekeeping o peacemaking?
Figurarsi se non succede così anche per il placebo, fenomeno largamente ignorato e termine usato quasi sempre a sproposito senza conoscerne significato, caratteristiche, potenzialità e, chissà perché, usato di solito in accezione negativa (“ma sì, sarà un placebo!”). Fanno eccezione le generazioni più giovani le quali conoscono per altro solo il gruppo Placebo, una band di rock alternativo britannico, del tutto sconosciuta ai seniores (anche a chi scrive, che però si è documentato!) che avrebbe venduto fino a ora più di 10 milioni di dischi. Eppure, paradossalmente, sembra che proprio i membri fondatori della band, Brian Molko (voce e chitarra) e Stefan Olsdal (basso, chitarra, tastiera) abbiano scelto il nome del gruppo ispirandosi in controtendenza proprio al vero significato del placebo, inteso come “qualcosa che tu credi faccia meglio”.
Anche tra i medici, per colpe non loro ma della didattica universitaria, le idee sono piuttosto approssimative, benché con l’affermarsi e il diffondersi una cinquantina d’anni fa degli studi clinici controllati contro placebo, una qualche nozione è emersa. Così è successo anche a chi scrive, che ha “scoperto” il placebo nel lontano 1979, rimanendone sconcertato per taluni aspetti [1]. Decenni dopo, sfugge tuttavia ancora alla maggior parte dei non addetti, e lo ribadisce opportunamente Silvio Garattini, che «il placebo può non essere solo una compressa o un’iniezione, come vorrebbe la nostra società “farmacocentrica”, ma può essere l’attenzione del medico, un ambiente favorevole, l’aiuto di un amico» [2].
L’ignoranza e la conseguente sottovalutazione dell’effetto placebo rimangono una grave lacuna della medicina convenzionale e ancor più di quella alternativa, e anche la sua sovrastima potrebbe essere un’ingenuità e un rischio da non correre. E i quesiti non mancano: per esempio, come si fa a stabilire che l’effetto osservato dopo una cura placebica “farmacologicamente inerte” sia dovuto proprio a questa e non si sarebbe osservato comunque in ambiente comparabile anche senza cura alcuna? In altre parole, ci si potrebbe chiedere come si fa a dimostrare che il placebo è più efficace del non-trattamento o che non sia solo l’evoluzione naturale del disturbo considerato? Infine, l’effetto ipotetico del placebo potrebbe pure dipendere dal fenomeno noto agli esperti come “regressione verso la media”.
Nonostante tali ragionevoli quesiti e riserve, le risposte sono oggi possibili grazie a una letteratura ormai ampia e ricca di contributi specie negli ultimi 15 anni [3,4,5,6,7,8,9,10,11,12,13,14,15,16], incentrata principalmente sui meccanismi neurofisiologici, biochimici d’azione del placebo, ma che non trascura neppure l’impatto clinico e le questioni di indole clinica filosofica ed etica. Se ne tratterà in dettaglio nel modo più divulgativo possibile in questo volume che confermerà le sconcertanti proprietà dei vari tipi di placebo e la reale superiorità terapeutica di questi sul “non far niente” e che descriverà il suo impatto nella pratica clinica, negli studi controllati e nelle medicine non convenzionali.
Giorgio Dobrilla
Post scriptum, per giustificare due scelte. L’esperienza personale di quanto sia noioso interrompere la lettura di un testo per andare a verificare a fine volume chi sono gli autori dei riferimenti bibliografici mi ha indotto a indicare in calce a ogni singolo capitolo le relative voci di letteratura. Ciò comporta inevitabilmente che alcuni contributi vengano ripetuti più volte, ma ritengo che, per chi legge, questa soluzione risulterà più comoda e immediata. La seconda precisazione è che le scoperte neurofisiologiche degli ultimi decenni, grazie in particolare alle tecniche di imaging, non potevano essere ignorate del tutto, nonostante sia tutt’altro che facile tradurle dal “medichese” in un volume divulgativo come questo, concepito per lettori non addetti ai lavori. Essendo d’altronde impossibile non farvi accenno almeno a grandi linee, ho utilizzato spesso per questi approfondimenti un corpo minore rispetto al testo principale, in modo che il lettore meno esigente, se vuole, possa saltare tali paragrafi senza che ciò influisca sulla comprensione dei vari capitoli. Inoltre, per chi volesse comprendere meglio i dati di neuroimaging descritti nel testo, ho previsto a fine volume una tavola con alcuni dettagli anatomici riguardanti il sistema nervoso centrale.

Bibliografia

[1] G. Dobrilla, M. Felder. Placebo: Problemstellung und praktische Auswirkungen. Deutsche Medizinische Wochenschrift 1979; 104: 1023-1026.
[2] S. Garattini. “Introduzione”. In: G. Dobrilla. Placebo e dintorni. Breve viaggio tra realtà e illusione. Pensiero Scientifico Ed., Roma, 2004.
[3] H.K. Beecher. The powerful placebo. JAMA 1955; 159 (17): 1602-1606.
[4] H. Brody. Placebos and the philosophy of medicine. Clinical, conceptual and ethical issues. University of Chicago Press, Chicago, 1977.
[5] M. Jospe. The placebo effect in healing. Lexington Books, Toronto, 1978.
[6] H.M. Spiro. Doctors, patients and placebo. Yale University Press, New Haven and London, 1986.
[7] F. Benedetti. La realtà incantata. Zelig Ed., Milano, 2000.
[8] P. Lemoine. Effetto placebo. Come guarisce la medicina della fiducia. Red Ed., Como, 2002.
[9] D.E. Moerman. Meaning, medicine, and the “placebo effect”. Cambridge University Press, Cambridge, 2002.
[10] H.A. Guess, A. Kleinman, J.W. Kusek et al. (Eds.). The science of the placebo. Toward an interdisciplinary research agenda. BMJ Books, London, 2002.
[11] G. Dobrilla. Placebo e dintorni. Breve viaggio tra realtà e illusione. Pensiero Scientifico Ed., Roma, 2004.
[12] M. Lombardi Ricci, S. Leone (Eds.). La fiducia che guarisce. L’uso del placebo tra scienza ed etica. ISB Ed., Acireale (CT), 2006.
[13] G. Dobrilla. Le alternative. Guida critica alle terapie non convenzionali. Avverbi-Zadig Ed., Roma, 2008.
[14] F. Benedetti. L’effetto placebo. Breve viaggio tra mente e corpo. Carocci Ed, Roma, 2012.
[15] W.A. Brown. The placebo effect in clinical practice. Oxford University Press, Oxford, 2013.
[16] F. Benedetti. Effetti placebo e nocebo. Dalla fisiologia alla clinica. G. Fioriti Ed., Roma, 2015.

Capitolo 2

Perché cinquemila anni?

L’uomo di oggi è nato notoriamente ben prima di 5000 anni fa e di questi periodi remotissimi abbiamo comunque una serie importante, anche se scarna, di tracce riguardanti le malattie e le terapie. Più che di storia si deve parlare evidentemente di preistoria, in quanto non disponiamo certo di documenti scritti. Se si cerca in internet la voce “medicina preistorica”, antecedente cioè ai 4-5000 anni a.C., in 0,56 secondi si ottengono 56.000 voci da consultare (accesso il 28 marzo 2017) di notevole interesse. Altre informazioni riguardanti le cure mediche di tempi lontanissimi si possono inoltre ricavare “in tempo reale” osservando i comportamenti di popolazioni ancora primitive non civilizzate (sempre meno numerose). Si può pure ipotizzare se non const...

Table of contents

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. Indice
  5. Prefazione
  6. Ringraziamenti
  7. Capitolo 1. Introduzione
  8. Capitolo 2. Perché cinquemila anni?
  9. Capitolo 3. Fenomeni in... odore di placebo
  10. Capitolo 4. Etimologia ed evoluzione del significato
  11. Capitolo 5. Definizione e significato attuale del placebo
  12. Capitolo 6. Placebo “puri” e “impuri”
  13. Capitolo 7. Effetto placebo: ma in sostanza cos’è?
  14. Capitolo 8. Placebo: efficace solo sulla percezione dei sintomi?
  15. Capitolo 9. Variabilità dell’effetto placebo
  16. Capitolo 10. Persistenza (durata) dell’effetto placebo
  17. Capitolo 11. Fattori che influenzano l’effetto placebo
  18. Capitolo 12. Effetto placebo e storia naturale delle malattie
  19. Capitolo 13. Effetto placebo e regressione verso la media
  20. Capitolo 14. Basi genetiche dell’effetto placebo: esistono?
  21. Capitolo 15. Effetto placebo: anche in soggetti sani?
  22. Capitolo 16. Effetto placebo: anche in bambini e animali?
  23. Capitolo 17. Caratteristiche sorprendenti del farmaco-placebo
  24. Capitolo 18. Placebo e importanza della compliance
  25. Capitolo 19. Placebo: meccanismi d’azione
  26. Capitolo 20. Analgesia da placebo: generalità
  27. Capitolo 21. Protagonisti biochimici dell’analgesia: endorfine e cannabinoidi
  28. Capitolo 22. Protagonisti biochimici dell’effetto placebo nel morbo di Parkinson: dopamina
  29. Capitolo 23. Protagonisti biochimici dell’effetto placebo nei disturbi psichici: serotonina
  30. Capitolo 24. E se l’effetto placebo non esistesse?
  31. Capitolo 25. Efficacia media del placebo: l’exploit di Beecher
  32. Capitolo 26. Placebo in malattie con dolore come sintomo prevalente
  33. Capitolo 27. Placebo in malattie con sintomo prevalente diverso dal dolore
  34. Capitolo 28. Placebo in depressione, ansia, demenze e malattie sui generis
  35. Capitolo 29. Placebo in malattie chirurgiche
  36. Capitolo 30. Placebo in psicoterapia e psicanalisi
  37. Capitolo 31. Placebo, fede e preghiera
  38. Capitolo 32. Placebo, sport e doping
  39. Capitolo 33. Placebo e studi clinici controllati
  40. Capitolo 34. Problemi etici nell’uso del placebo
  41. Capitolo 35. Nocebo: il rovescio della medaglia
  42. Capitolo 36. Placebo e omeopatia
  43. Capitolo 37. Placebo e agopuntura
  44. Capitolo 38. Fitoterapia: inserimento indebito tra le medicine non convenzionali
  45. Capitolo 39. Conclusioni sulla natura placebica delle medicine alternative
  46. Capitolo 40. Il placebo: un indizio per una buona pratica clinica
  47. Capitolo 41. Dopo cinquemila anni: attenti alla luna e non al dito che la indica
  48. Tavola anatomica