Le persone non servono
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Le persone non servono

Lavoro e ricchezza nell'epoca dell'intelligenza artificiale

Jerry Kaplan

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Lavoro e ricchezza nell'epoca dell'intelligenza artificiale

Jerry Kaplan

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L’intelligenza artificiale, fino a poco tempo fa relegata all’immaginario di letteratura e cinema, è entrata definitivamente nelle nostre vite. In questo saggio ormai classico, Jerry Kaplan, tra i maggiori esperti mondiali sull’argomento, ci guida alla scoperta di un campo di studi che oggi, dopo cinquant’anni di sforzi e miliardi di dollari spesi, sembra arrivato a esprimere definitivamente tutte le sue potenzialità. Automobili senza pilota, aiutanti robot e consulenti finanziari automatizzati possono darci ricchezza e tempo libero, ma anche rappresentare per noi una minaccia concreta. Non sappiamo se il prezzo di algoritmi sempre più evoluti sia l’obsolescenza umana. Il passaggio all’automazione del lavoro in più campi potrebbe essere brutale e protratto nel tempo, soprattutto se non affronteremo tempestivamente i grandi problemi rappresentati da un mercato del lavoro sempre più incerto e da crescenti disuguaglianze di reddito. Kaplan, con Le persone non servono, propone soluzioni politiche e di libero mercato che possono aiutarci a evitare un lungo periodo di tumulti sociali, mostrando in modo a un tempo accessibile e completo le opportunità e i rischi dell’intelligenza artificiale.

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Information

Year
2021
ISBN
9788861056411

capitolo ottavo

Prendete il lavoro e automatizzatelo
Nonostante quello che scrivono i giornali, il riscaldamento globale non è così male, certamente non per tutti. Ci saranno vincitori e vinti, a seconda di dove vivi. Nel mio caso, è un tantino troppo fresco da queste parti per i miei gusti; ma fortunatamente per me si prevede che le temperature medie del posto in cui vivo saliranno di diversi gradi nei prossimi decenni. Sembra buono; spero di vivere per vederlo.
Il riscaldamento globale non è di per sé un problema. Dopotutto, la vita sulla terra è sopravvissuta a numerosi cicli di riscaldamento e raffreddamento. Il vero problema con il riscaldamento globale è quanto in fretta avviene. Se non c’è le creature viventi, compresi noi, non hanno il tempo di adattarsi, i rapidi cambiamenti nel clima e altri fenomeni metereologici semineranno il caos. Le conseguenze del catastrofico cambiamento climatico potranno ripercuotersi per centinaia di anni sulle specie viventi che soffriranno la terribile perdita del loro habitat, in uno scenario di estinzioni di massa.
L’impatto del cambiamento tecnologico sui nostri mercati funziona allo stesso modo. Finché il cambiamento è graduale, i mercati riusciranno a rispondere. Troppo veloce, ed è il caos. E come per le mie particolari preferenze ambientali, crea vincitori e vinti.
L’effetto accelerato dei recenti progressi nel campo dell’intelligenza artificiale sul cambiamento tecnologico confonderà i mercati del lavoro in due modi. Il primo è la pura verità che l’automazione rimpiazzerà i lavoratori, eliminando i loro impieghi. Questo significa meno posti di lavoro per le persone. È una minaccia facile da vedere e misurare: i datori di lavoro inseriscono un robot e accompagnano il lavoratore alla porta. Ma a volte il cambiamento è meno visibile. Ciascuna nuova postazione di lavoro potrà eliminare il bisogno di un quinto dei venditori, le chiamate gratuite su Skype ti permetteranno di lavorare in modo più produttivo da casa un giorno a settimana, rinviando il bisogno di una nuova assunzione fino al prossimo trimestre.
Se tutto ciò avvenisse lentamente, i miglioramenti risultanti nella produttività e i costi ridotti creerebbero benessere, stimolando la crescita a compensazione delle perdite. Le imprese recentemente migliorate potranno crescere linearmente, dato che i prezzi più bassi e la miglior qualità fanno aumentare le vendite, creando nuovo bisogno di assumere più lavoratori. Oppure potrebbe accadere in parti distanti dell’economia, con i consumatori che non hanno più bisogno di spendere tanto per un determinato prodotto o servizio che decidono di spendere altrove i soldi che hanno risparmiato. Se nuove tecnologie di estrazione comporteranno un abbassamento dei prezzi del gas naturale, forse qualcuno si potrà permettere quella barca a vela su cui aveva messo gli occhi.
Ma la seconda minaccia è molto più sottile e difficile da predire. Molti miglioramenti tecnologici cambiano le regole del gioco permettendo alle imprese di riorganizzarsi e riprogettare il modo in cui lavorano. I miglioramenti nell’organizzazione e nei processi spesso rendono obsoleti non soli i lavori, ma anche le competenze. Un cassiere verrà licenziato quando una banca installa un bancomat; il servizio migliorato crea il bisogno di assumere più ingegneri di rete, non cassieri. Anche se la banca alla fine estendesse la sua forza lavoro totale, i cassieri ne rimarrebbero fuori. I tessitori potrebbero imparare a operare sui telai, i giardinieri a fare la manutenzione dei tagliaerba, e i dottori, una volta accettato che gli intelletti sintetici sono superiori al loro giudizio professionale, impareranno a utilizzare i computer per selezionare gli antibiotici corretti. Ma acquisire nuove competenze non è una cosa che succede in una notte: a volte i lavoratori superflui semplicemente non riescono ad adattarsi, e per ottenere questo cambiamento si dovrà aspettare una nuova generazione di lavoratori.
Prendiamo ad esempio una trasformazione del mercato del lavoro che è sopravvissuta alle intemperie con successo, l’agricoltura. Agli inizi dell’ottocento, le fattorie davano lavoro a un importante 80% dei lavoratori americani1. Consideriamo che cosa significa. La produzione alimentare era di gran lunga il campo principale in cui le persone lavoravano per avere di che vivere, e senza dubbio questo schema è stato dominante sin dall’origine dell’agricoltura cinquemila anni fa.
Ma nel 1900 quel numero è sceso della metà, al 40%, e oggi è all’1,5%, incluse famiglie non pagate e lavoratori senza documenti2. Essenzialmente, con l’automazione siamo riusciti ad spingere fuori dai posti di lavoro quasi chiunque; eppure non siamo rimasti nella disoccupazione, ma abbiamo dato alle persone l’opportunità di destinarsi ad altre attività produttive e redditizie. Quindi negli ultimi due secoli l’economia americana è stata in grado di assorbire, ogni anno, in media l’1/2% di lavoro agricolo in meno, senza nessun particolare sconvolgimento.
Adesso immaginate che questo fosse successo in due decenni invece di due secoli. Vostro padre lavorava in una fattoria, come suo padre prima di lui, e così all’indietro per un tempo immemore. Poi l’Henry Ford dell’agricoltura rivoluziona l’intera industria in un istante. Il terreno trema sotto i nuovi scintillanti aratri, trebbiatrici e mietitrebbia; l’aria è satura dell’odore del diesel. I prezzi del cibo precipitano, le imprese comprano i terreni agricoli con i finanziamenti illimitati di Wall Street. Nel giro di qualche anno, la fattoria della vostra famiglia viene pignorata, insieme a qualunque altro vostro bene, eccetto la Bibbia di famiglia.
Voi e i vostri cinque fratelli e sorelle, con un’educazione media, vi ritrovate con delle capacità completamente inutili come ferrare cavalli, scavare solchi lunghi e dritti e imballare fieno, e lo stesso è successo a tutti i vostri vicini. Ma avete ancora bisogno di mangiare. Conoscete qualcuno che conosce qualcuno che lavora con queste nuove macchine, dodici ore al giorno in cambio di pochi spicci, e a quanto pare ha ottenuto il lavoro a Topeka; così vi trasferite in una di queste vaste tendopoli sorte nelle maggiori città del Midwest, nella speranza di trovare lavoro, qualunque tipo di lavoro. Presto, vi giunge voce che i vostri genitori hanno venduto la Bibbia per comprare le medicine per la vostra sorellina più piccola, che è morta comunque di dissenteria. Infine avete perso i contatti con il resto degli altri fratelli.
L’1% che ha ancora un lavoro vive in case minuscole e a malapena sopravvive, ma nonostante questo suscita l’invidia degli altri, perché almeno ha un tetto sopra la testa. Ogni giorno, fuori da queste comunità recintate gli altri si mettono in fila sperando di avere l’occasione di lavare i loro vestiti o consegnare il loro pranzo. Gira voce che le figlie di un imprenditore leggendario, che aveva cambiato il mondo, abbiano usato la sua vasta fortuna per costruire un favoloso museo d’arte di cristallo in una piccola città dell’Arkansas. Ma questo era prima della rivoluzione. Dopo le cose sono andate davvero male.
Discuterò del fatto che uno spostamento tettonico del genere è incombente, anche se senza dubbio in modo meno drammatico e più umano. I lavoratori artificiali rimpiazzeranno la necessità della maggior parte dei lavoratori specializzati; gli intelletti sintetici soppianteranno in larga misura le vaste fila di chi ha studiato. All’inizio, quando verranno messe in campo, molte nuove tecnologie sostituiranno direttamente i lavoratori, svolgendo praticamente lo stesso lavoro allo stesso modo. Ma altre innovazioni oltre a rimpiazzare i lavoratori elimineranno direttamente interi lavori del passato.
Per esempio, prendiamo in considerazione il modo in cui Amazon costantemente riadatta gli schemi di stoccaggio dei suoi magazzini. Se fosse una persona a dover organizzare il magazzino, come accade in molte altre compagnie tradizionali, i prodotti potrebbero essere organizzati in modo logico e comprensibile: oggetti identici sarebbero posti gli uni vicino agli altri, per esempio, così che quando ne serve uno si sa dove trovarlo. Ma l’intelligenza sintetica del tipo costruito da Amazon non è soggetta a queste limitazioni. Per esempio, alcuni oggetti possono essere posti vicino ad altri in base alla frequenza con cui sono spediti assieme; o saranno in un altro scaffale dove possono essere ordinati in modo più compatto. All’occhio umano questo sembra il caos, prodotti di differenti misure e forme sono immagazzinati casualmente ovunque, tanto che questo tipo di organizzazione di magazzino è chiamata stoccaggio caotico3; ma un intelletto sintetico può tenere traccia di qualunque cosa e dirigere il lavoratore esattamente al posto giusto, per eseguire un ordine in modo molto più efficiente di qualunque organizzatore umano.
Un effetto secondario dell’introduzione di quest’innovazione è che riduce l’istruzione e le competenze richieste ai magazzinieri, cosa che li rende molto più suscettibili di rimpiazzo da parte dei lavoratori artificiali. Questi impiegati non dovranno più conoscere il posizionamento dell’oggetto sullo scaffale; in effetti sarebbe praticamente impossibile in un ambiente così casuale e in evoluzione. Avendo prima di tutto semplificato le capacità richieste per svolgere il lavoro, Amazon adesso può sostituire i lavoratori dei magazzini. Questo probabilmente è il motivo per cui la compagnia nel 2012 ha comprato l’impresa di robotica Kiva Systems, a quanto pare per 775 milioni di dollari4.
Questo è un singolo esempio del profondo cambiamento che gli intelletti sintetici causeranno nel nostro mondo. La necessità di imporre l’ordine, non solo nelle strutture dei magazzini ma praticamente in qualunque cosa, è dovuta alle limitazioni della mente umana. Gli intelletti sintetici non soffrono di queste limitazioni, il loro impatto trasformerà l’ordine in disordine in molti aspetti delle nostre vite. Lo sforzo di disciplinare i nostri domini intellettuali e fisici come fossero giardini ben curati cederà il passo a cespugli fittissimi e impenetrabili.
Quando la maggior parte delle persone pensa all’automazione, di solito ha in mente il rimpiazzo diretto dei lavoratori, o il miglioramento della velocità o della produttività di un lavoratore, ma non l’estensiva disgregazione causata dai processi di riprogettazione. Per questo alcuni lavori insospettabili soccombono all’automazione e potrebbero addirittura scomparire.
Per esempio, alcuni studi spesso citano come esempi di mestieri che difficilmente potrebbero essere automatizzati nel prossimo futuro quelli che richiedono buone capacità di relazione con le per...

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