Antropologia e etnografia
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Antropologia e etnografia

Scienza, metodo, scrittura

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Antropologia e etnografia

Scienza, metodo, scrittura

About this book

Qual è il rapporto fra etnografia e antropologia? Come elaborare un discorso scientifico a partire da un'esperienza personale, profondamente coinvolta nel processo di ricerca e nei rapporti con gli interlocutori sul campo? Da un lato il volume osserva come l'iniziale assunzione dei principi della scienza moderna configuri la separazione fra pratiche etnografiche e teoria antropologica; dall'altromostra come l'adozione delle prospettive ermeneutiche e delle acquisizioni scientifiche contemporanee concepisca l'integrazione fra pratica etnografica, elaborazione teorica e scrittura. Riflettendo su questi problemi il libro conferisce all'antropologia una posizione privilegiata per interrogare lo statuto epistemologico della conoscenza e promuovere il dialogo fra le scienze.

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Information

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Antropologia e etnografia: una questione epistemologica

Attività originale e dimensione costitutiva dell’antropologia come scienza empirica, l’etnografia designa un metodo di ricerca e i suoi prodotti scritti. La densità etimologica del termine (dal greco antico ethnos “popolo” e graphéin “scrivere”) definisce il peculiare lavoro sul campo, condotto mediante prolungati periodi di permanenza a diretto contatto con gli oggetti di studio e con gli interlocutori. Evidenzia, altresì, che l’etnografia è una versione della realtà sociale inevitabilmente mediata da forme di scrittura.
La pratica etnografica è un processo che ha segnato l’evoluzione dell’antropologia, accompagnandone i cambiamenti teorici e la professionalizzazione accademica. Elemento di identificazione disciplinare e rito di passaggio imprescindibile per qualificare l’identità e il ruolo professionale dell’antropologo, ha costituito la linfa vitale della disciplina e il motore delle innovazioni. Ha rappresentato un fondamentale luogo di formulazione dei maggiori contributi antropologici indirizzandone gli obiettivi e le finalità. In un’epoca in cui i confini fra le discipline sono confusi, l’antropologia rivendica la propria originalità rispetto alle altre scienze soprattutto per la ricerca sul campo. Gli stessi antropologi sono identificati attraverso le loro relazioni con i protagonisti del “loro” campo: Bronislaw Malinowski con i trobriandesi, Marcel Griaule con i dogon, Franz Boas con i kwakiutl, Alfred Reginald Radcliffe-Brown con gli isolani delle andamane, Edward Evans-Pritchard con i nuer e gli azande, Raymond Firth con i tikopia, Maurice Leenhardt con i dinka, Clifford Geertz con i balinesi, Gregory Bateson con gli iatmul, Bruno Latour con gli scienziati e gli ingegneri, Paul Rabinow con i biotecnologi ecc.
La complessità semantica del vocabolo permette, inoltre, di coniugare la questione metodologica con quella epistemologica e analizzare criticamente le possibilità di realizzare un discorso scientifico sulla base di un’esperienza personale. L’intenso coinvolgimento degli etnografi nel processo di ricerca e nelle relazioni con i loro interlocutori - nonché la sua affinità elettiva relativizzante, trasversale e cross-culturale – conferisce alla disciplina una posizione privilegiata per interrogare lo statuto scientifico della conoscenza e i paradigmi di neutralità e oggettività che altre scienze possono più facilmente idealizzare o dare per scontati.
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La concezione moderna della scienza: ricerca empirica ed elaborazione teorica

L’etnografia, intesa come “immediata” raccolta dei dati e “semplice” descrizione di una cultura, è stata originariamente distinta dalla teorizzazione scientifica da parte dell’antropologia. Tale scissione si fonda sull’appropriazione della concezione moderna della scienza. La subordinazione ai principi che hanno avuto origine nella conoscenza empirica e razionale dell’astronomia e della fisica del XVII secolo, sebbene abbia permesso l’accettazione della disciplina fra le scienze, ha, tuttavia, impedito di affrontare efficacemente il problema della relazione fra attività di ricerca ed elaborazione teorica. Il comparativismo evoluzionista, l’osservazione partecipante, l’uso di metodi quantitativi e di linguaggi formalizzati hanno prodotto una rigida opposizione tra pratica etnografica e teoria antropologica e portato all’eliminazione epistemologica e metodologica delle esperienze dei soggetti coinvolti nelle ricerche. Concepisce la stessa idea di metodo oggettivo in alternativa alla soggettività.
L’antropologia ha così assunto, per lunga parte della sua storia, l’idealizzazione dell’incompatibilità tra soggetto, metodo e oggetto propria dell’orizzonte epistemologico della scienza moderna: il modello induttivo baconiano; l’unione galileiana di osservazione, sperimentazione e matematizzazione della natura; la meccanica classica sperimentale e causazionale newtoniana; la sistematizzazione metafisica cartesiana basata sul dualismo tra res cogitans e res extensa e sulla concezione della conoscenza come rappresentazione. Come spiega Heidegger (1950), l’apertura di senso propria della modernità risiede in un doppio movimento. Da un lato, dispiega il mondo degli oggetti reali ed esterni, “dati grezzi” dotati di proprietà indipendentemente dalle prospettive del ricercatore, accessibili all’osservazione diretta, sottoposti alle leggi della causalità fisica e trascrivibili nel linguaggio denotativo e referenziale delle scienze attraverso la loro appartenenza a una classe omogenea. Dall’altro intende il soggetto come un ente neutrale, preliminarmente de-soggettivizzato, un polo ideale di un insieme di funzioni razionali. Questa concezione della scienza ha configurato una forma di razionalità basata sulla normatività di un linguaggio emendato dall’ambivalenza dell’esperienza del ricercatore e dallo spessore qualitativo delle sue relazioni con le soggettività dei suoi interlocutori e le particolarità dei suoi oggetti.
In questo orizzonte epistemologico viene programmaticamente delineato l’ideale di una scienza naturale della cultura e della società, allo stesso tempo in cui Auguste Comte andava elaborando la sociologia come “fisica” della società occidentale. In Europa, l’evoluzionismo di Edward Burnet Tylor e James Frazer, l’organicismo dell’etnologia classica francese di Lucien Lévy-Bruhl, Èmi...

Table of contents

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. Indice
  5. 1. Antropologia e etnografia: una questione epistemologica
  6. 2. La concezione moderna della scienza: ricerca empirica ed elaborazione teorica
  7. 3. Teorici in poltrona e ricercatori sul campo
  8. 4. Etno-antropologia: la negoziazione dei significati sul campo
  9. 5. Scrittura, partecipazione, riflessivitĂ 
  10. 6. Il contributo dell’antropologia al dialogo fra le scienze
  11. Bibliografia
  12. Risvolto di copertina
  13. L’autore
  14. Collana “L’arca di Scholé”