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Cos’è la blockchain
IN QUESTA PARTE…
Conoscere la blockchain e chiarire le differenze con i Bitcoin.
Definire le tecniche di crittografia asimmetrica.
Creare le chiavi pubbliche e private.
Realizzare il primo wallet di Bitcoin in ambiente di test.
Analizzare il valore della blockchain con una piramide a tre livelli.
Capitolo 1
Gli elementi più importanti per capire la blockchain
IN QUESTO CAPITOLO
Conoscere e capire la blockchain Scoprirne le caratteristiche fondamentali Comprendere il perché del nome Analizzarne i concetti di base: fiducia decentralizzata e consenso distribuito Èimportante avere subito una visione della blockchain “a colpo d’occhio” tale da permettere di farsi immediatamente una ragione di cosa sia e perché possa realmente essere di grande utilità. Vediamo insieme alcuni concetti chiave e iniziamo a prenderne dimestichezza: sarà così più facile comprendere il valore della blockchain.
La blockchain “a colpo d’occhio”
La blockchain è una tecnologia che consente a persone diverse – che potrebbero anche non conoscersi reciprocamente – di verificare e validare transazioni memorizzate su un registro di eventi condiviso fra tutti, in assenza di un’entità centrale nella quale riporre fiducia. Il registro condiviso è chiamato Distributed Ledger ed è distribuito tra i partecipanti che operano sulla rete tramite dei nodi, mettendo a disposizione risorse di calcolo in comune. I nodi sono costituiti da computer particolarmente potenti che devono avere accesso a Internet e possono essere in cloud.
Le risorse di calcolo rese disponibili dai partecipanti permettono di validare le transazioni, evitando il ricorso a un intermediario terzo, raggiungendo un “consenso distribuito” ottenuto tramite sistemi crittografici che ne garantiscono l’unicità e la resilienza. I dati scritti sul registro distribuito sono, per questo motivo, immutabili.
In alcune blockchain come quella dei bitcoin, i partecipanti che concorrono a validare le transazioni sono chiamati miner e il loro lavoro viene remunerato tramite una ricompensa in criptomoneta. In altri sistemi, i soggetti che validano le scritture sul registro distribuito concorrono al raggiungimento di un obiettivo comune, condiviso e accettato da ciascun partecipante, e potrebbero essere ricompensati tramite la distribuzione di token rappresentativi degli “utili” che il sistema ha contribuito a generare.
Le caratteristiche fondamentali
Indipendentemente dalla tecnologia dei registri distribuiti adottata e dai diversi sistemi di consenso distribuito, possiamo riassumere le caratteristiche chiave di una blockchain come illustrato nella Figura 1.1
FIGURA 1.1
Le caratteristiche chiave della blockchain.
Usare la blockchain con successo
Da un primo sguardo alla Figura 1.1 possiamo comprendere che la blockchain può essere seriamente presa in considerazione quando si verificano e si accertano almeno le seguenti condizioni di base (e si ha la volontà effettiva di volerne mitigare i rischi):
1. numerosità di attori coinvolti in un processo, in una decisione, in un controllo e in ogni altra funzione che possa condizionare una scelta o un orientamento a vantaggio del singolo (o di singoli), a scapito di una collettività più ampia;
2. eterogeneità degli attori coinvolti in un processo, in una decisione, in un controllo e in ogni altra funzione che possa condizionare una scelta o un orientamento a vantaggio del singolo (o di singoli), a scapito dell’efficienza di una filiera; in questo senso, la situazione ideale si ha quando gli attori operano in concorrenza, sono esposti al rischio di corruzione o conflitto d’interessi o, più semplicemente, non si fidano gli uni degli altri;
3. assenza di un’autorità centrale preposta al controllo delle dinamiche sviluppabili nei contesti descritti ai precedenti due punti o dubbio sull’effettiva neutralità degli eventuali intermediari preposti a tal fine.
Al ricorrere delle situazioni “a contorno” di cui sopra, progettare soluzioni che si basino sull’impiego di blockchain e tecnologie Distributed Ledger è molto opportuno, a patto però che ci sia una precisa volontà di tutti gli attori/partecipanti nell’ottenere un reale beneficio di cui la comunità più ampia – sebbene composta dagli stessi soggetti – possa realmente fruire.
Laddove non siano presenti le tre condizioni elencate, la progettazione di soluzioni basate su blockchain risulterebbe un inutile dispendio di energie e andrebbero più che bene le attuali soluzioni tecnologiche fondate su database distribuiti e sistemi di comunicazione tradizionali. Sarebbe, infatti, solo il frutto di una fascinazione mediatica, avverso la quale è necessario dotarsi di appositi strumenti (per esempio questo libro) per comprendere e imparare a distinguere, in modo da evitare le conseguenze che da essa possono dipendere.
Criptoasset e beni digitali scarsi
Nel mondo tradizionale, esistono gli scambi di informazioni e il trasferimento di beni fisici o competenze, ossia valori che assumono tale significato in quanto scarsi. L’avvento di Internet ha consentito a una pluralità più ampia di persone di accedere e distribuire le informazioni. Grazie alla tecnologia, ognuno può intervenire sul dato stesso, replicandolo (anche all’infinito) modificandolo e rimettendolo in circolo.
Se chiamiamo “asset” questo dato digitale – o meglio ancora, l’informazione digitalizzata –, ci appare evidente come, in assenza di alcuni accorgimenti, non possa essere considerato unico. Qualora sia invece crittografato, ossia divenga un criptoasset, e scritto in un registro distribuito, potrebbe diventare un asset unico.
Nel mondo fisico, se passiamo un documento cartaceo a un amico o collega ne perdiamo il possesso: è come se uscisse dal nostro controllo per entrare nel controllo di chi lo riceve.
La blockchain consente al mondo digitale di riconquistare il concetto di scarsità dei beni del mondo reale e, nel momento in cui ci si scambia un asset digitale, quel bene non sarà più in alcun modo nella disponibilità di chi lo cede all’altro. Al tempo stesso, se la controparte cui si è trasferito l’asset vorrà (o dovrà) a propria volta condividerlo, ne perderà la disponibilità a favore di un altro soggetto. Il dato resterà unico e non sarà possibile duplicarlo.
Per poter eseguire un trasferimento di valore (o valori) via Internet, dunque, era necessario trovare un metodo che rendesse molto difficile vanificare l’immutabilità delle transazioni, che fosse il più possibile immune da un attacco esterno, volto ad alterarne le proprietà, e che potesse garantire tutto ciò anche in assenza di fiducia.
La blockchain è questo: un sistema matematico che ripropone nel digitale il concetto di scarsità, consentendo lo scambio di asset immune al rischio di replica, trasparente e tracciabile. L’asset, trasformatosi in criptoasset, mantiene sempre la rappresentazione digitale di valore che gli è propria, ma la sua univocità è resa tale grazie all’impiego di meccanismi crittografici. Li vedremo nei successivi capitoli e li analizzeremo in dettaglio della Parte 2 del libro.
La questione della fiducia
La fiducia. Ecco il secondo punto di attenzione cruciale su cui la blockchain e le tecnologie Distributed Ledger si basano e dal quale inizia la rivoluzione avviata da Satoshi Nakamoto.
Nel mondo tradizionale e nella vita di ogni giorno, ci fidiamo di entità ritenute super partes, quali le autorità, il governo, ma anche associazioni e consorzi. Se ...