Il mio Amen alla volontà di Dio
eBook - ePub

Il mio Amen alla volontà di Dio

(dall'Epistolario)

Immacolato Brienza, Ennio Laudazi

Share book
  1. 136 pages
  2. Italian
  3. ePUB (mobile friendly)
  4. Available on iOS & Android
eBook - ePub

Il mio Amen alla volontà di Dio

(dall'Epistolario)

Immacolato Brienza, Ennio Laudazi

Book details
Book preview
Table of contents
Citations

About This Book

A confratelli e confidenti Fra Immacolato non aveva nascosto la sublime vocazione per la salvezza delle anime, né la testimonianza dell'amore verso Dio con la preghiera e il sacrificio. Al Processo di canonizzazione veniva ribadita la preziosità del suo operare con l'offerta di atroci e taciute sofferenze. Alla luce della malattia irreversibile, che lo costrinse in un letto pressoché per tutta la vita.Un'antologia di lettere scelte dal corposo Epistolario. Con uno stile tra il confidenziale e il suasivo, "Il mio Amen alla volontà di Dio" riferisce debolezze e combattimenti interiori, accettazioni e offerte, consigli e esortazioni che Fra Immacolato aveva rivolto ai corrispondenti e registrato come ciò che gli stava più a cuore, come una sorta di presa di coscienza della propria maturità di vita: il suo "sì" alla volontà di Dio per realizzare la missione di cui si sentiva investito nel Carmelo e nella Chiesa.Il percorso dall'impegno personale all'atto di consacrazione e offerta, con le ragioni che lo sostengono, è ben illustrato nel saggio di P. Ennio Laudazi che accompagna il testo

Frequently asked questions

How do I cancel my subscription?
Simply head over to the account section in settings and click on “Cancel Subscription” - it’s as simple as that. After you cancel, your membership will stay active for the remainder of the time you’ve paid for. Learn more here.
Can/how do I download books?
At the moment all of our mobile-responsive ePub books are available to download via the app. Most of our PDFs are also available to download and we're working on making the final remaining ones downloadable now. Learn more here.
What is the difference between the pricing plans?
Both plans give you full access to the library and all of Perlego’s features. The only differences are the price and subscription period: With the annual plan you’ll save around 30% compared to 12 months on the monthly plan.
What is Perlego?
We are an online textbook subscription service, where you can get access to an entire online library for less than the price of a single book per month. With over 1 million books across 1000+ topics, we’ve got you covered! Learn more here.
Do you support text-to-speech?
Look out for the read-aloud symbol on your next book to see if you can listen to it. The read-aloud tool reads text aloud for you, highlighting the text as it is being read. You can pause it, speed it up and slow it down. Learn more here.
Is Il mio Amen alla volontà di Dio an online PDF/ePUB?
Yes, you can access Il mio Amen alla volontà di Dio by Immacolato Brienza, Ennio Laudazi in PDF and/or ePUB format, as well as other popular books in Teologia e religione & Misticismo. We have over one million books available in our catalogue for you to explore.

Information

Publisher
Edizioni OCD
Year
2021
ISBN
9788872299777
1. IL PROGETTO DI DIO SU DI ME
99
Campobasso, 12.01.1948
(al padre spirituale Don Michele Ruccia)
Ave Maria!
Mio caro Don Michele,
sempre più sento e vedo la mia totale indegnità. Debbo tanto lottare col mio carattere che presenta contrasti assolutamente opposti: il serio e l’allegro, l’amore e la vendetta, il riso e le lacrime, spesso nel medesimo istante. Nella povera anima mia, poi, non sento nulla. Prostrazione completa fisica e morale; non ho uno slancio, non ho una aspirazione… niente, gelo completo! Buio assoluto! Alle volte mi domando, ma io vivo? Ho cuore? Ma cosa può mai vedere in me il Signore? Non ho altro che miserie, viltà e freddezze. A me sembra di sperperare i doni del Signore, e che “l’amore del mio io ha soffocato quello di Dio”. Sì, sono certissimo che Gesù mi ama, ma nello stato attuale – distrazioni, cattivi pensieri impuri e temerari, repulsioni, frequenti e ripetute cadute – posso io avere la presunzione che egli è contento di me? Credo al suo amore, alla sua bontà, alla sua misericordia, confido nel suo perdono, ma lo amo io davvero?
Per questo io vivo nella trepidazione. Io vorrei amarlo, lodarlo, glorificarlo come mai non lo è stato, ma non so; vorrei che Lui fosse sempre più il Sacerdote della sua povera piccola ostia. Ma, Don Michele, voi lo sapete, tutto ho sacrificato, tutto ho sofferto ed offro “alla causa divina” per le anime sacerdotali, non serbando nulla, ma nulla per me, anelando solo d’essere una vittima, un “Cristo vivente”; v’assicuro che non avrei mai creduto che tanto si dovesse soffrire e che fosse così consolante l’immolare tutto a Dio. Oh quante contraddizioni sono in me, fra quello che dico, quello che sento e quello che faccio. Oh, mio Gesù, dove ti celi? Per sempre mi resterai nascosto? Trasformiamo la nostra sofferenza in amore e che la nostra vita intera sia un alleluia. Aff.mo
Aldo
131
Campobasso, 04.11.1948
(al padre spirituale Don Michele Ruccia)
Pax Christi!
Mio caro Don Michele,
vengo a voi per darvi una spiegazione sulla confessione di stamattina, poiché mi accorgo di non essere stato molto chiaro. Riguardo al cibo i miei insistono non per il superfluo ma per il puro necessario, lo riconosco anch’io che prendo una quantità di cibo inferiore a ciò che mi abbisogna; ma diversamente non posso fare: prima, perché non sento appetito e poi perché è tanta la mia debolezza in certi giorni, che non mi sento di prendere il cibo, e tutto mi fa nausea, rifiuto perfino le bevande che tanto gradisco. Per i cattivi pensieri poi, vi assicuro che non ne ho colpa alcuna, poiché alle volte mi vengono in mente, sia con pensieri, sia con immagini, cose e fatti sì brutti, sì ripugnanti che non solo non li penso, ma non li immagino neppure; e questo dicasi anche per le continue orribili bestemmie che sento risuonare al mio orecchio, posso assicurarvi che son tanto forti e distinte che a me pare sia proprio io a pronunziarle. Quanto vi ho sopra detto, mi avveniva in passato sempre quando ero solo, ora invece anche quando sono in compagnia e alle volte contro la persona che mi è vicina, in ciò credo non abbiate bisogno di altre spiegazioni. Quando sono così provato, cerco per quanto mi è possibile di distrarmi, però non sempre riesco ad allontanare la tentazione, anzi quasi mai. Essa è tanto persistente, figuratevi che alcune notti or sono dovetti farmi violenza per tutta intera la notte per distrarmi da ciò che il nostro Beato Padre1 chiama “lo spirito di bestemmia”. In questi casi non recito lunghe preghiere, bensì brevi spontanee giaculatorie. Poiché è proprio nella preghiera che sono più distratto. Ed ora vi dico in quali preghiere soffro distrazioni e in quali cattivi pensieri.
Nelle preghiere del mattino, in quelle della sera come nel ringraziamento alla S. Comunione, avverto solo distrazioni, pochissime però nel ringraziamento, e ciò nei dieci anni di infermità (perché prima mai ne ho sofferto). Mentre scrivo mi sovviene di una grande tentazione impura sofferta sui dieci anni, che il buon Gesù felicemente mi fece superare, ora che ci ripenso vedo di quale grandezza e quanto terribile fu tale tentazione, solo il diavolo agiva in quella ora poiché è naturalmente impossibile che un ragazzo di tale età avverta con tale e tanta veemenza certi stimoli e conosca certe cose, io per me né ne capivo, né ne sapevo, né ne avevo mai provato. La “Via Crucis” poi è un vero tormento, solo e sempre pensieri cattivi, immagini impure, giudizi temerari, tanto che termino sempre con lo scoraggiarmi e l’avvilirmi. L’Ufficio lo recito discretamente, solo poche distrazioni. Il Rosario è un misto di distrazioni e cattivi pensieri, dal 1945, anno in cui ho cominciato a soffrire nello spirito, potranno contarsi i rosari che ho recitato senza cattivi pensieri. Con questo non intendo lagnarmi della prova, poiché non ho paura di soffrire, e non mi pento di essermi offerto al buon Dio, per il cui amore entusiasticamente abbraccio la croce, morendo volentieri a me stesso e soffrendo ogni pena sia pur pesante, per la sua gloria e a bene delle anime, nulla serbando per me.
Ed ora eccoci al mio punto debole: il risentimento, l’avversione: candidamente vi confesso che non mi so spiegare, poiché non riesco a comprendere da dove nascono. Può darsi benissimo che ciò dipende dal mio carattere “mercuriale” o da quando vedo cose e persone che poco o niente hanno di Dio, come pure quando sono contraddetto o ripreso, ma proprio non riesco a comprendere da dove provengono quando (e ciò è spesso) sin dal primo mattino senza nulla vedere o sapere avverto avversione, risentimento e ripugnanza per tutto e per tutti, eccezion fatta per chi mi tiene il luogo di Dio, o in chi mi riflette Iddio. Simili sentimenti li ha provati anche la N. S. Madre, però quando lessi questo nelle sue opere non mi soffermai, poiché ancora non provavo nulla, ora che vorrei vedere se i miei sentimenti sono della stessa natura, non so più in quale punto delle opere la nostra Santa Madre tratti tali argomenti, per quanto ho fatto non ci son riuscito, me lo sapete dire voi? Per le mie mancanze di tratto, di carità e per le risposte sgarbate riconosco che è come voi mi dite: cioè conseguenza delle nostre miserie, però dato che mi sono prefisso di usare nel tratto, nelle parole, nel pensiero, la “quinta essenza” della delicatezza, ogni volta che mi accorgo di esser venuto meno al mio proposito, mi angustio ed appena ho bisogno di imparare a mettere in pratica ciò che tanto bene so per teoria – che sentire ed avvertire il male non è acconsentire – finora non ci riesco, per quanti sforzi faccio per convincermi. Come avverto qualcosa mi convinco di peccato, credo che non andrà a lungo ed io sarò convinto di aver mancato a tutti e dieci i Comandamenti, di ciò già vorrei accusarmi in confessione.
Mi sento avvolto “dalle reti della morte” e mi sembra di provare già i terrori dell’inferno. A volte ho la sensazione che un macigno ostruisca il mio slancio verso Dio, e che una nube di bronzo impedisca alla mia preghiera di passare. Perdonatemi il guazzabuglio dello scritto, ma mi sento così miserabile che mi è impossibile spiegarmi con verità, è questa un’altra pena per me, temo di non palesarvi tutto il mio intimo e di non sapervi spiegare in una parola la paura di ingannarvi, poiché sono la più miserabile delle creature agli occhi del Signore, come pure al cospetto di tutti. Il pensiero che vi trascrivo è del Padre Plus, nel leggerlo mi ha lasciato tanto perplesso, è dunque vero che io sto per perdermi? “Certe anime devote sotto pretesto di virtù si rimproverano i loro piccoli mancamenti in modo così esagerato da perdere ogni slancio; ogni granello di sabbia è per loro una montagna. Senza dubbio tra persone che pretendono di amarsi sinceramente ogni mancanza di riguardo ripugna per un cuore ben fatto; ma se sotto questo aspetto qualunque peccato non si può dire leggero, la cosa è ben diversa dal lato morale. Lo stupore e l’abbattimento di animo che mi invade quando cadiamo in qualche difetto, non sa forse un po’ di puntiglio e di ingenuità? Credere che il Signore si allontani da noi per qualche nostra debolezza sfuggita vuol dire non conoscere per nulla chi è il nostro Dio”. Ditemi, ogni qual volta vi è l’Assoluzione Generale debbo avvisarvi, oppure solo nelle principali feste? Il nostro Gesù faccia sì che in noi regni il divino silenzio. Aff.mo
Fra Giuseppe Maria dell’Addolorata
353
Campobasso, 10.12.1952
Pax Christi
Oss.mo e Carissimo Padre Valentino,
la Mamma nostra le dica tutta la mia riconoscenza per il suo scritto, per i suoi tanto graditi auguri. Grazie, Padre, grazie. Mi aiuti V.R. a ringraziare la Madonna per quanto mi ha donato. È Lei che sin dal primo istante della mia vita, mi ha segnato col sigillo della immolazione, mi ha formato per Gesù, mi ha conservato presso Gesù. La Madonna mi ha sorriso fin dal mattino della mia vita, ha guidato i miei passi sempre. Se ho ben compreso il valore della Croce, se dal primo istante ho amato ed invocato la sofferenza, è suo dono. La vocazione religiosa e il Carmelo è suo regalo. Il viver da religioso, a comprendere la vita religiosa è stata la Mamma ad insegnarmelo, è stata la mia Maestra, la “mia Madre Maestra”. Chi se non la Madonna mi ha insegnato a dire il breviario? Tanto la pregai fino a che mi accontentò. L’ho amata sempre la Madonna, l’ho sempre invocata, ed anche ora che non mi conosco più, che ho smarrito il mio Dio, che sono venduto e soggetto al peccato, che “non quel bene che voglio faccio, ma quel male che odio fo”, la prego, la supplico a convertirmi. Nulla desidero, nulla voglio, bramo d’essere il povero piccolo niente di Maria, la lode di gloria della divina volontà, l’Ostia di lode della Trinità Santa.
Preghi pure lei, Padre, per la mia conversione, preghi ch’io cessi d’essere l’anima tormentata del Cuore di Dio. Non la dimentico mai e domando alla Madonna che renda V.R. ostia offe...

Table of contents