Altreconomia 239 - Luglio/Agosto 2021
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Genova ricorda futuro

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Genova ricorda futuro

About this book

In copertina
GENOVA 2001, LO SPECIALE
Genova ricorda futuro. Il racconto della comunità di Altreconomia
GENOVA 2001, LO SPECIALE
Può accadere ancora. Non si volta pagina, di Enrico Zucca
GENOVA 2001, LO SPECIALE
La polizia si è sempre sottrattaal confronto, di Lorenzo Guadagnucci
GENOVA 2001, LO SPECIALE
Il conflitto non si spiega, si vive, intervista ad Haidi Giuliani Primo tempo
REPORTAGE
Dopo il carbone, il gas. Lo scenario fossile che agita Monfalcone
REPORTAGE
A Civitavecchia la “transizione” va dalla parte sbagliata. A caro prezzo di Simone Manda
ENERGIA
In Olanda i colossi del carbone pretendono indennizzi pubblici
SALUTE COSTITUZIONALE
La “ripresa” imposta dall’alto esclude le persone. Come a Genova Secondo tempo
REPORTAGE
Storie di pescatori che osservano il clima (e il mare) che cambia
ESTERI
Tonin Preci. Lotta e passione per i diritti
ECONOMIA
Dare un reddito ai più poveri, gli Stati Uniti si mettono alla prova Terzo tempo
STORIA
Cecilia Gnocchi e Ilaria Laise Le staffette della memoria
DIRITTI
Alberto Di Monte. Condividere il passo dei migranti
CULTURA
Il cinema per tutti, la rivoluzione dello streaming di “OpenDDB”
I NOSTRI LIBRI
Un tuffo dove l’acqua è più verde: guida alle acque dolci in Italia Rubriche
Editorialedi Duccio Facchini
Obiettivo
Monitor
La salute al caleidoscopiodi Nicoletta Dentico
Il clima è (già) cambiatodi Stefano Caserini
Il diritto di migraredi Gianfranco Schiavone
Semi in viaggiodi Riccardo Bocci
Distratti dalla libertàdi Lorenzo Guadagnucci
Il dizionario economico dell’ignotodi Alessandro Volpi
Piano Terradi Paolo Pileri
Osservatorio sulla coesionedi Dario Guarascio
Avviso Pubblicodi Pierpaolo Romani
Un volto che ci somigliadi Tomaso Montanari
La pagina dei libraidella libreria “Tra le righe”
Una finestra sul commercio equodi Marco Fazio
Le idee eretichedi Roberto Mancini

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Information

Publisher
Altreconomia
Year
2021
eBook ISBN
9788865164273

Genova ricorda futuro

Vent’anni fa un fiume di persone manifestava per un altro mondo possibile. Idee e proposte che si sono rivelate solide e giuste e che sono state represse nel sangue. Il racconto partecipato della comunità di Altreconomia

a cura della redazione

Il ricordo più brutto che ho di Genova 2001 è la telefonata della mia amica Cecilia. Lei era a Genova -io no, facevo la stagione per pagarmi l’università- e mi raccontò piangendo che cosa era successo. I temi ai quali mi sento più legata sono la giustizia sociale, la rappresentanza, i diritti. Contro la povertà, la distribuzione iniqua delle risorse, il consumismo.
Cristiana Gardiman

Avevo tre anni nel 2001, ero troppo piccola per essere a Genova. Per “tenerne vivo” il ricordo mi piacerebbe organizzare in un centro culturale della mia città (Vicenza) un ciclo di incontri sui movimenti che hanno portato all’estate 2001 e per cercare di avere una visione diversa da quella più conosciuta legata alle violenze. Vorrei conoscere che cosa ha mosso così tante persone e che cosa è restato.
Elena Sinico

Tra i ricordi più belli c’è la fuga dal corteo minacciato dalla polizia e il lungo giro a piedi in una Genova sconosciuta, soleggiata e deserta. Vent’anni dopo sono lo stesso di allora, faccio le stesse battaglie, ma in un orizzonte culturalmente e politicamente molto più povero. Il tema al quale sono rimasto maggiormente legato è quello che in seguito è stato il più dimenticato: l’opposizione (e le alternative) alla “globalizzazione” guidata da imprese e finanza.
Luigi Piccioni

Non ero a Genova ma il ricordo più bello che conservo è stata la risposta democratica. Il più brutto, la violenza delle forze dell’ordine.
Pierluigi Del Torchio

La partecipazione di associazioni di tanti credo diversi, accomunati da un unico ideale per migliorare la società è la cosa più bella di Genova 2001.
Pio Francesco Rizzato

Per tenere viva Genova 2001 dobbiamo camminare insieme, anime diverse e biografie politiche anche molto distanti. Fare rete, in nodi e gruppi di affinità all’interno di più ampi obiettivi comuni. Battersi contro qualsiasi forma di repressione.
Italo Di Sabato

Sono rimasto molto male per le conseguenze pesanti subite dopo dai movimenti e non vedo più quella rete unita in Italia. Anche se non c'ero fisicamente, lo ero anche attraverso amici e amiche. Mi sentivo rappresentato da tutte le istanze buone portate avanti da tutti i movimenti.
Aniello Vicidomini

Ero parte dei movimenti globali nati nei Forum sociali mondiali di Porto Alegre. Anche dopo Genova 2001 ho cercato di praticare valori e attività: il commercio equo, la finanza etica, i movimenti altermondialisti. Il ricordo più bello è sicuramente il senso di essere un movimento mondiale e di affrontare i temi più importanti. Il peggiore è la sensazione di essere carne da macello rispetto a violenze e attacchi di istituzioni e polizia.
Gigi Eusebi

Per non perdere le ragioni e il ricordo di Genova dobbiamo incontrarci e fare agape insieme.
Antonio Bruno

Nel 2001 vivevo a Genova. I ricordi più belli che conservo di quei giorni sono i cortei colorati, le persone di ogni età unite dal desiderio di uguaglianza. Manu Chao e don Gallo. La sensazione di fratellanza, gli anziani dalla finestra che ci incoraggiavano con gli occhi o calavano bottiglie d’acqua dal balcone. Dobbiamo continuare a parlare delle ragioni che hanno mosso le persone a scendere in corteo, al desiderio di uguaglianza. Purtroppo la morte di Carlo Giuliani e le violenze della Diaz, pur da non dimenticare, hanno spostato l’attenzione dai temi veri di quei giorni.
Il ricordo più brutto è legato alle cariche della polizia con i lacrimogeni, la paura dei black bloc, il momento, al termine del corteo, in cui siamo rimasti bloccati in una piazza e non sapevamo come tornare a casa. Per fortuna essendo genovesi siamo riusciti a passare da strade poco sorvegliate nelle alture, ma chi veniva da fuori è rimasto bloccato e molti sono stati picchiati e minacciati.
Laura Squitieri

Nella mia vita e nell'impegno quotidiano è rimasto il tentativo nel piccolo di importare il valore della partecipazione e dei “grandi temi”. Ricordo Genova nelle azioni di tutti i giorni.
Federico Pagan

Non dimentico lo “spirito di gruppo” del nostro Gruppo di Azione Nonviolenta (GAN “Neruda”, dal nome del locale torinese in cui ci riunivamo), che ci ha permesso di restare uniti e scampare i pericoli maggiori durante le fasi più “calde” del 19 e 20 luglio. Dobbiamo riprendere gli argomenti di senso che caratterizzavano la mobilitazione (contrasto alla politiche del G8 e non solo), con particolare riferimento alla crisi ambientale ed economica in cui siamo precipitati oggi, che affonda le sue radici nelle questioni che già venivano denunciate all’epoca.
Lorenzo Vinci

Ero a Genova per adesione agli ideali del movimento globale che chiedeva un altro mondo possibile, a partire da un altro modello di sviluppo e da un’altra economia. Ideali in cui ancora credo fermamente, e le cui istanze ritengo quanto mai attuali e necessarie. Dopo qualche tentennamento [...] decisi di andare a Genova non appena vista la china che le cose stavano prendendo: con un amico siamo partiti in auto da Roma venerdì 20 luglio. Ricordo la luce che c’era nelle strade e sulle facce delle persone: speranzose, colme di ottimismo, fiduciose verso il futuro e il valore delle collettività.
Una scena emblematica che avrò sempre negli occhi: tre ragazzini vestiti da black bloc, attrezzati di tutto punto, ma ragazzini! Magrolini e anche un po’ imbranati, che danno fuoco ai cassonetti mentre noi cerchiamo rifugio e un gruppo di celerini non trova di meglio che inseguire noi, ignorando loro...per poi fermarsi proprio a pochi passi da quei tre per fumarsi una sigaretta (senza degnarli di uno sguardo). Ecco, al di là delle immagini rimaste nella memoria di ciascuno, il ricordo più brutto di quelle giornate -che è rimasto, si è sedimentato e ci ha segnato- è come tutta quella speranza e progettualità condivisa possa essere stata stroncato da pochi violenti con la piena complicità di istituzioni, autorità e forze dell’ordine. Molte delle analisi e delle proposte portate a Genova si sono dimostrate centrali ancora oggi e hanno anticipato fatti e tendenze che poi abbiamo potuto toccare con mano, come la crisi finanziaria del 2007 o quella sanitaria che viviamo con la pandemia da Covid-19.
Forse sarebbe questo l'aspetto da riprendere, per salvare e riproporre il meglio di ciò che Genova ha rappresentato per tante persone: una visione integrata dei problemi tra Nord e Sud del mondo, tra economie e società, nei rapporti di lavoro e di produzione, nelle relazioni tra finanza ed economia reale, oltre che la scoperta di un impegno in prima persona che fuori dagli egoismi e dalle individualità può contribuire a costruire "un altro mondo possibile".
Alessandro Messina

Ero a Genova a manifestare per un mondo migliore. Lottavamo insieme per un mondo “pulito” e solidale. Per i diritti umani, contro le disuguaglianze, il profitto, la globalizzazione. Mi restano molte cose a partire dal mio stile di vita e che cerco di riproporre (con le parole di oggi) con progetti nelle scuole sui temi della globalizzazione, della immigrazione, del commercio equo, del carcere.
Claudio Debetto

Di Genova conservo l’idea di mettere in discussione il sistema economico (di rapina) vigente allora come oggi. Non ero lì, in genere (colpevolmente) non partecipo a manifestazioni. Vedere lo Stato (violento contro i propri cittadini) appiattito sulle posizioni e al servizio del sistema economico è un ricordo brutto. Dobbiamo continuare a parlarne, in tutte le sedi possibili e immaginabili.
Stefano Poli

Nonostante fossi stata ad altre manifestazioni di quell'anno (Napoli 17 marzo 2001), non andai a Genova. Ero ancora minorenne, ma seguii gli eventi con attenzione. Ricordo la diversità, il confronto, la moltitudine di persone accomunata dalla volontà di lavorare per un mondo migliore. Il G8 e la morte di Carlo Giuliani hanno sancito la fine. I miei ideali, i miei desideri, le mie lotte sono evaporate da quel momento storico in poi. La politica è riuscita a cancellare uno dei movimenti più spontanei, eterogenei e concreti della storia. I temi di Genova 2001 restano però più che mai attualissimi, anche perché dopo di allora non mi risulta ci siano state esperienze di confronto di quella portata. Resto ancora legata al problema delle diseguaglianze economiche e sociali, ambientalismo, anti proibizionismo, contro-informazione. Ho sempre pensato di dover agire in prima persona anziché imputare agli altri le responsabilità sugli eventi. Vorrei che gli spazi sociali tornassero ad essere popolati di persone, idee e obiettivi perché le nostre scelte quotidiane oggi hanno più potere che mai.
Viky Cacchione

Ricordo la manifestazione del venerdì: io e il mio compagno eravamo al presidio della rete Lilliput, dove tutto filava liscio, fino a quando abbiamo sentito per radio dell'arrivo dei black bloc. Abbiamo avvisato Elettra Deiana (all'epoca deputata, che si è poi presa le mazzate dalla polizia) e siamo scappati per la collina (con gli elicotteri che volteggiavano sulle nostre teste) fino a tornare al centro sportivo (di cui non ricordo il nome) dove stavamo campeggiando. Lì ci è arrivata la notizia della morte di Carlo Giuliani. La notte abbiamo dormito in auto, per paura dell'incursione della polizia. Mi è rimasta la diffidenza nelle forze dell’ordine, la rabbia per i corpi dello Stato che hanno deliberatamente spaventato tante persone, la voglia di non dargliela vinta comunque.
Non so se tener vivo il ricordo di quei giorni può suscitare interesse nei più giovani (che non c'erano); piuttosto che vivere del ricordo di una stagione che non tornerà, trovo più utile portare avanti i temi di Genova nella pratica politica odierna. Le cose più belle di Genova per me? Gli incontri dei primi giorni della settimana, partecipati da una moltitudine di persone di provenienza diversa, dove si elaboravano idee per cambiare il mondo. La manifestazione antirazzista del giovedì. Il concerto di Manu Chao.
Anna Gigli

Nel 2001 abitavo a Genova ed ero interessata a fare controinformazione e a contrastare il G8, le disuguaglianze, ingiustizia sociale ed ambientale, modello di sviluppo che ne è la causa.
Anna Lazzarotto

Oggi resta il mio impegno quotidiano per un mondo più giusto. Porto avanti concretamente questi valori sia nelle scelte di vita quotidiana, a partire dalla spesa attraverso il Gas ad esempio, sia nel mio lavoro di insegnante in una scuola superiore. Vorrei che non si ricordasse Genova solo per le violenze, ma anche per i valori che ha risvegliato. Sarebbe bello se si dedicasse una "giornata commemorativa" per ricordare, educare e ricominciare a sognare un mondo più giusto.
Valentina Tonin

Ero davanti alla tv quando vedevo le immagini terribili e apprendevo le notizie da amici, amiche, compagne e compagni che erano lì. Ricordo un fotogramma con un poliziotto che sembrava robocop, faceva davvero paura anche se visto solo in televisione. Genova 2001 per me è stato un acceleratore/moltiplicatore dell'impegno sociale e civile. È stata la conferma che stavamo facendo la "cosa giusta" e non ho più smesso di continuare a fare ciò che è giusto. Dopo Genova ho vissuto in prima persona le molte battaglie sociali, dal No alla guerra (Afghanistan, Iraq) alla legge iniziativa popolare e successivo referendum per l'acqua, all'impegno per l'allargamento dei diritti umani e civili.
Francesco Penzo

Non ero a Genova, non sono riuscito ad organizzare il viaggio in tempo. Ricordo però la partecipazione oceanica. È rimasta la voglia di migliorare il mondo.
Massimo Mariani

Ero a Genova per chiedere la riduzione o cancellazione del debito dei cosiddetti “Paesi in via di sviluppo”, maggior rispetto verso l’ambiente, la riduzione dell'impatto umano sul clima. Il ricordo più bello che ho è la varietà e la vivacità delle varie realtà (intendendo per queste le varie ong, onlus, organizzazioni di base e non e via dicendo) presenti nelle giornate del G8. Il più brutto è la tensione e il sentimento di paura provati durante la manifestazione, le devastazioni dei cosiddetti black bloc alle quali ho purtroppo assistito personalmente. Oggi sono impegnato nel commercio equo e solidale e sostengo Altreconomia.
Fulvio Naglieri

Ricordo ancora la manifestazione antirazzista del giovedì. E poi la domenica mattina, quando sono andata con una compagna alla scuola Diaz e ho visto i segni del massacro. E poi la notizia della morte di Carlo Giuliani. Ho visto la polizia caricare i manifestanti pacifici della manifestazione di venerdì e lasciare i black bloc liberi di agire, fabbricare molotov nelle stazioni di benzina. Il controvertice è stata un'occasione straordinaria di confronto su tutti i temi globali e incredibilmente preveggente. Peccato che i media in generale non ne abbiano fatto minimamente cenno, diffondendo anzi in alcuni casi notizie completamente false per creare il panico. Mi rimane la consapevolezza che il sistema dominante fa e farà di tutto per negare l'evidenza e mantenere il suo potere, e che è essenziale la costruzione della consapevolezza dal basso. Infatti, ho lasciato il mestiere di giornalista e da dieci anni lavoro in campo educativo con ragazze/i e adulti per costruire responsabilità sociale e ambientale.
Alessandra Cangemi

Oggi faccio ancora parte di un Gas, pratico il consumo critico (anche riguardo all'informazione), cerco di avere l'impronta ecologica più piccola possibile. Mi sento ancora legato al consumo critico e alla lotta al capitalismo globale.
Paolo Coita

Il ricordo più bello di Genova per me è la volontà di tutti di testimoniare pacificamente dopo la morte...

Table of contents

  1. Copertina
  2. Altreconomia 239 - Luglio/Agosto 2021
  3. Indice dei contenuti
  4. Altreconomia ha "tenuto" grazie a voi. Ora è tempo di rilanciare
  5. Monitor, osservatorio sul mondo (giugno 2021)
  6. Genova ricorda futuro
  7. Può accadere ancora. Non si volta pagina
  8. La polizia si è sempre sottratta al confronto
  9. Il conflitto non si spiega, si vive
  10. Dopo il carbone, il gas. Lo scenario fossile che agita Monfalcone
  11. A Civitavecchia la “transizione” va dalla parte sbagliata. A caro prezzo
  12. Cina-Lombardia: alla ricerca delle origini del virus
  13. "Ormai è troppo tardi", tesi climatiche da maneggiare con cura
  14. In Olanda i colossi del carbone pretendono indennizzi pubblici
  15. Da Genova alla rotta balcanica: quando lo Stato di diritto sparisce
  16. La “ripresa” imposta dall’alto esclude le persone. Come a Genova
  17. Chi ha paura della crescita del biologico. E chi si affida al mercato
  18. Dalla Francia un’inchiesta che buca l’omertà sulla polizia
  19. Perché nel 2001 è nato un nuovo mondo finanziario. E perché è fallito
  20. Storie di pescatori che osservano il clima (e il mare) che cambia
  21. La transizione ecologica non può essere nemica del suolo
  22. Tonin Preci. Lotta e passione per i diritti
  23. Dare un reddito ai più poveri, gli Stati Uniti si mettono alla prova
  24. La proposta di una rete di protezione dopo la pandemia
  25. Il mercato globale della droga e l’impatto della pandemia
  26. Cecilia Gnocchi e Ilaria Laise. Le staffette della memoria
  27. Alberto Di Monte. Condividere il passo dei migranti
  28. Così vogliamo cambiare l’università italiana
  29. Il cinema per tutti, la rivoluzione dello streaming di “OpenDDB”
  30. Un tuffo dove l’acqua è più verde: guida alle acque dolci in Italia
  31. La pagina dei librai (da Altreconomia 239)
  32. I valori di Genova vivono in quelli del commercio equo
  33. Vent'anni dopo Genova, quel movimento siamo noi