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About this book
La gestione dell'emergenza sanitaria durante l'epidemia di Covid ha imposto ai governi di limitare alcune libertà fondamentali, di anteporre la salute alla libertà. Si è parlato con accenti diversi, e con più o meno plausibilità, di "dittatura sanitocratica", "biopotere", "stato di eccezione", ecc. Anche se la nostra epoca può essere vista come un'epoca di emergenze continue, e di necessità del loro governo, il più generale rapporto fra la sicurezza (non solo sanitaria ma anche economica, militare, fisica, ecc.) e la libertà percorre tutto il pensiero filosofico e politico della modernità. È almeno da Hobbes che il dilemma, di cui si è fatto carico lo Stato, del rapporto fra questi due concetti si presenta in tutta la sua radicalità e irrisolvibilità davanti alle coscienze più attente. È come se il concetto stesso di libertà si mostrasse attraversato da una frattura che si tende a ricomporre senza mai però poterla sanare definitivamente. Attraverso un excursus storico che dall'autore del Leviatano giunge sino ai nostri giorni, l'autore si propone, in nome della Libertà, di portare alla luce e alla consapevolezza teoretica questa cesura ineliminabile.
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Information
Capitolo 9
Michel Foucault: saperi e sistemi di potere
messa a punto, tra il XVI e il XIX secolo, di tutto un insieme di procedure per incasellare, controllare, misurare, addestrare gli individui, per renderli docili e utili nello stesso tempo. Sorveglianza, esercizio, manovre, annotazioni, file e posti, classificazioni, esami, registrazioni. Tutto un sistema per assoggettare i corpi, per dominare le molteplicità umane e per manipolare le loro forze, si era sviluppato nel corso dei secoli classici negli ospedali, nell’esercito, nelle scuole, nei collegi, nelle fabbriche: la disciplina. Il XVIII secolo ha senza dubbio inventato le libertà, ma ha dato loro una base profonda e solida, la società disciplinare, da cui dipendiamo ancora oggi[2].
La divisione costante tra normale e anormale, cui ogni individuo è sottoposto, riconduce fino a noi, e applicandoli a tutt’altri soggetti, il marchio binario e l’esilio del lebbroso; l’esistenza di tutto un insieme di tecniche e di istituzioni che si assumono il compito di misurare, controllare e correggere gli anormali, fa funzionare i dispositivi disciplinari che la paura della peste richiedeva. Tutti i meccanismi di potere che, ancora ai nostri giorni, si dispongono intorno all’anormale, per marchiarlo come per modificarlo, compongono quelle due forme da cui derivano di lontano. Il Panopticon di Bentham è la figura architettonica di questa composizione[3]
Table of contents
- Cover
- Sinossi
- Indicazione di collana
- Frontespizio
- Colophon
- Introduzione
- Thomas Hobbes: lo Stato garante della sicurezza
- John Locke: lo Stato che garantisce la libertà garantisce anche la sicurezza
- La semantica della paura nella modernità e le sfide d’oggi del liberalismo
- Montesquieu: la paura come principio del governo dispotico
- Niccolò Machiavelli: la paura incorporata nella politica
- Giambattista Vico: la paura all’origine della storia
- Georg Wilhelm Friedrich Hegel: la filosofia speculativa come dispositivo securitario
- Jeremy Bentham: meccanismi di controllo
- Michel Foucault: saperi e sistemi di potere
- L’avvento dell’eugenetica fra positivismo e democrazia
- Peter Sloterdijk: “addomesticamento” e “selezione” dell’essere umano
- Friedrich von Hayek: fra neutralizzazione del Politico e critica del costruttivismo
- Benedetto Croce: la Vitalità come potenza destrutturante e lato d’ombra della libertà moderna
- Carl Schmitt: lo “stato d’eccezione” come “principio fondativo” del Politico moderno
- Giorgio Agamben: “stato d’eccezione” e biosicurezza
- Ulrich Beck: la “società del rischio globale”
- Michel Foucault: il dispositivo biopolitico
- Rischio, emergenza, eccezione
- L’emergenza pandemica appresa col concetto