Art. 68 della Costituzione dopo la legge costituzionale n. 3/1993
I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nellâesercizio delle loro funzioni.
Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, nĂŠ può essere arrestato o altrimenti privato della libertĂ personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nellâatto di commettere un delitto per il quale è previsto lâarresto obbligatorio in flagranza.
Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza.
1.La libertĂ dei rappresentanti è la nostra libertĂ
In una democrazia rappresentativa, la libertĂ dâespressione e dâazione dei membri del Parlamento costituisce condizione indefettibile per la libertĂ degli stessi consociati. Lâuomo politico è longa manus della cittadinanza, legittimato a operare nellâinteresse collettivo, ma in grado di farlo solo in un contesto ispirato ai valori del garantismo e della libertĂ di manifestazione del pensiero. Non vi può essere risoluzione efficace delle questioni sociali ed economiche, se non in unâambiente di aperto confronto al diverso e allâopposto. La Costituzione della Repubblica assume, infatti, il pluralismo quale suo valore cardine, affermando allâart. 49 che ÂŤTutti i cittadini hanno diritto ad associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionaleÂť. La legittimazione attiva è attribuita a ciascun soggetto titolare di cittadinanza, senza alcuna discriminazione secondo il combinato disposto con lâart. 3.
Il verbo âconcorrereâ scelto dai membri dellâAssemblea è espressivo di compromesso e sintesi tra ideologie, nessuna avente maggiore dignitĂ politica dellâaltra. Queste si devono poi confrontare con metodo democratico, perchĂŠ i Padri Costituenti, reduci dal ventennio del totalitarismo fascista, ben conoscevano i pericoli di una maggioranza dispotica senza adeguati contrappesi e guarentigie per le minoranze.
Tuttavia, non fu sufficiente affermare i nuovi valori dellâItalia democratica, fu altresĂŹ necessario garantire ai rappresentanti dei cittadini specifiche prerogative per il libero esercizio del proprio mandato, perchĂŠ sentimenti dittatoriali sarebbero potuti tornare.
La libertà dei rappresentanti è condizione indefettibile per la libertà dei rappresentati.
Posto che il regime democratico è regime di pubblica opinione, che si fa valere attraverso la formazione di maggioranze raggruppate intorno a determinati programmi, è necessario che il diritto non ignori ordinamenti e procedimenti attraverso cui avviene questa formazione di volontĂ politica e la sua immissione nello Stato. Gli artt. 67 e 68 salvaguardano lâindipendenza del singolo parlamentare, interna rispetto al partito ed esterna in relazione agli altri poteri pubblici, affinchĂŠ questo possa agire in piena coscienza per rispondere ai propri elettori. Come scrisse un noto costituzionalista, che fu membro di quellâAssemblea, il parlamentare, coperto da immunitĂ , gode di prerogative e, dunque, di particolari vantaggi, che si distinguono dai privilegi, perchĂŠ mentre questi ultimi, scomparsi dagli ordinamenti moderni, sono accordati nellâinteresse dei singoli che vengono a beneficiarne, i primi tendono invece a garantire il regolare esercizio di pubbliche funzioni. Sancita la libertĂ dei rappresentanti, è altresĂŹ necessario che lâordinamento garantista la sua effettivitĂ .
2.Per non cadere nella morsa antipolitica
In unâepoca storica di tumultuose correnti antiistituzionali che hanno risucchiato anche le menti piĂš acute, riscoprire il dibattito, che ha dato luogo a uno Stato libero, può essere una chiave di volta per tornare ad attribuire dignitĂ e valore al ruolo del deputato.
Ă, infatti, alquanto pericoloso e demagogico sovrapporre il piano delle capacitĂ e della preparazione dellâattuale classe dirigente con quello della funzione del rappresentante politico. Il referendum sul taglio del numero dei parlamentari è espressione di un sentimento dâodio che inquina la salute della nostra democrazia. Riecheggia lâidea del politico affarista, disinteressato ai bisogni della civitas, e dunque mera scartoffia di cui sbarazzarsi al piĂš presto. Cade però cosĂŹ in crisi la legittimazione delle Istituzioni, organi dâespressione della voce di ciascun consociato. Il populismo disprezzante dâoggigiorno è come un cane che si morde la coda: riduce gli spazi dâazione della classe politica, ma senza accorgersene riduce anche i propri. La crisi della democrazia rappresentativa, arrecata da coloro che paventano forme di democrazia diretta, è una sconfitta non per lâestablishment, figura mistica dai contorni indefiniti, ma per tutti i cittadini. A rappresentanti delegittimati conseguono sempre rappresentati abbandonati.
A prescindere dalle qualità di coloro che siedono nel Parlamento della Repubblica, la salvaguardia della libertà delle funzioni che questi esercitano non può essere in alcun modo posta in discussione, pena il ritorno di nuove stagioni oscurantiste. A coloro che vorrebbero aprire le Istituzioni come una scatoletta di tonno si deve rispondere con la conoscenza del diritto, la storia, le parole e i fatti dei Padri della patria.
3.Lâorizzonte della ricerca
La nascita e lâevoluzione delle democrazie occidentali è indissolubilmente legata allâaffermazione della centralitĂ delle Assemblee legislative e delle prerogative dei loro membri. Riscoprire la storia delle guarentigie parlamentari è condicio sine qua non per valutare correttamente le conseguenze politiche della revisione costituzionale del 1993, frutto di quei sentimenti sopra descritti.
Al contempo, mai fu cosĂŹ necessario riesaminare gli atti preparatori della Costituente sullâart. 68, per riportare alla luce il pensiero di coloro che ci restituirono le libertĂ violate, anche grazie allâaffermazione delle guarentigie per i membri del Parlamento. Un dibattito di donne e di uomini che hanno messo a repentaglio la propria esistenza pur di ripristinare la legalitĂ , lasciando lungo il percorso amici, genitori, fratelli. Un dibattito in cui presero la parola le menti piĂš acute che il Paese potesse offrire dopo il secondo conflitto mondiale. Si confrontarono antitetiche visioni dellâindividuo e della societĂ , talvolta in contrapposizioni aspre, ma sempre ispirate dal senso di riconoscimento dellâaltro e dallâalto valore di dignitĂ della politica. Non semper mala tempora currunt.
Altrettanto intensa è lâesigenza di esaminare gli animi, le posizioni culturali e le ideologie poste a base della discussione parlamentare che condusse alla riforma delle immunitĂ durante la stagione di âTangentopoliâ. Fu una revisione lampo, conseguenza delle pressioni extraparlamentari di quegli anni, su cui non si è ancora riflettuto a sufficienza. Un Paese è il portato della propria storia. Non sapremo mai chi siamo e qual è il ruolo del Parlamento nel nostro sistema costituzionale se non si analizzano a fondo le battaglie politiche e le riforme del passato.
Bill of Rights, Assemblea Costituente, Costituzioni dei principali Paesi occidentali: elementi indefettibili per formulare un giudizio fondato sullâattuale art. 68 della Costituzione italiana.
A distanza di quasi trentâanni dallâabolizione dellâautorizzazione a procedere è doveroso interrogarsi su qual...