Invasione silenziosa

Collana ACF

• Publisher: Youcanprint
• Year: 2017
• eBook ISBN: 9788827803929
• Topic: Social Sciences
• Subtopic: Emigration & Immigration
• Index: Social Sciences

L'Accademia per la Cultura e la Formazione (A.C.F.), oltre a proporre un'offerta formativa completa e accessibile a tutti su molte tematiche di attualità, riserva anche al tema dell'immigrazione una particolare attenzione. Nel primo numero di questa collana viene proprio sviluppato il tema dell'immigrazione attraverso due approfondimenti: uno della dottoressa Valeria Lupidi, sociologa ed uno del dottor Marino D'Amore, criminologo. La dott.ssa Lupidi, nel suo contributo, analizza le migrazioni e l'immigrazione. Nel contributo del dott. D'Amore viene messo in luce il legame tra gli attuali movimenti migratori e la questione del terrorismo.

Invasione silenziosa: aspetti sociologici

a cura della dott.ssa Valeria Lupidi

Immigrazione: fenomeno antico

L’immigrazione, o meglio, la migrazione, è un fenomeno che ha sempre accompagnato la vita dell’essere umano. Tralasciando l’uomo delle caverne, possiamo ricordare le migrazioni bibliche verso e dall’Egitto e quelle che sono state chiamate “invasioni barbariche”.Nei tempi più moderni si sono avvicendate quelle verso l’America e poi all’interno dell’Europa, motivate prioritariamente dalla ricerca del lavoro. Dal ventesimo secolo il flusso migratorio non si è mai arrestato, né vi sono prospettive di rallentamento a breve termine.

Il continuo spostamento di singoli individui, famiglie o intere comunità ha motivazioni complesse che possono essere ricondotte sia alla necessità di “fuga” dovuta ad esempio a siccità, carestie, disoccupazione, mancanza di libertà politiche o religiose, guerre e conflitti, sia “all’attrazione” che alcuni Paesi esercitano sulle popolazioni di altri, grazie anche alla diffusione dei mezzi di comunicazione di massa.

L’individuazione delle cause dell’emigrazione, quindi, come abbiamo visto, risale a fattori di espulsione (push factors) e di attrazione (pull factors) che provocano il fenomeno migratorio e la misura del loro peso si collega strutturalmente con la lettura e l’interpretazione dei fenomeni sociali. Si rende quindi necessaria, per una corretta comprensione del fenomeno, una ricerca pluricausale per spiegare le cause che interagiscono sul flusso migratorio.

Alcuni studiosi, oltre a fattori attrattivi ed espulsivi, individuano fattori naturali (scarsità di risorse per lo sviluppo del gruppo umano, disastri naturali) e fattori umani: esogeni al gruppo coinvolto nelle migrazione, che possono essere a loro volta straordinari (guerre e persecuzioni) o inerenti ai processi socioeconomici e alle politiche di popolazione degli Stati (opportunità differenti del mercato del lavoro, innovazioni tecnologiche nei settori primario, secondario e terziario, pressione demografica ovvero equilibrio tra ritmo di crescita delle risorse e ritmo di crescita della popolazione); oppure endogeni al gruppo coinvolto quali i bisogni indispensabili per la vita propria e del gruppo sociale e i timori, come pure, positivamente, le aspirazioni, i desideri, la ricerca di opportunità o migliori condizioni di vita. A questi fattori umani endogeni si ispira, in particolare, la teorie delle aspirazioni di Chombart de Lowe¹.

Negli ultimi decenni, le cause che determinano i sempre più vasti flussi migratori internazionali sono essenzialmente i fattori di espulsione presenti nei paesi di uscita e conseguentemente quelli di attrazione in quelli di entrata.

Se nei secoli passati l’America costituiva la terra dove ogni uomo poteva soddisfare le proprie aspettative e trovare nei suoi immensi spazi la propria collocazione lavorativa, facendone un fattore di attrazione per milioni di europei, oggi costituiscono una meta ambita i Paesi sviluppati occidentali, nei quali il livello retributivo è in genere, tale da far sperare di potervi vivere decentemente e di poter inviare ai familiari lontani consistenti risparmi che garantiscano la loro sopravvivenza nei Paesi di origine.

La presenza di un sempre maggiore numero di immigrati non può però non produrre sostanziali e progressive modifiche nella composizione e nei costumi della società dei Paesi accoglienti.

Nei Paesi sviluppati, e l’Italia ne è un esempio, è in atto dal punto di vista demografico un deficit di popolazione ed un conseguente processo di invecchiamento. Alla riduzione del numero di nascite di bambini italiani però, si contrappone un costante incremento delle nascite di bambini figli di stranieri o di coppie miste. Anche il numero delle unioni coniugali miste sta infatti diventando significativo e si somma ai ricongiungimenti familiari.

Per quanto riguarda poi il mercato del lavoro, gli immigrati costituiscono in genere una riserva di manodopera a basso costo, essendo disposti ad accettare retribuzioni inferiori alla media. Anche non tenendo conto del lavoro nero e dello sfruttamento, gli immigrati contribuiscono comunque a modificare gradualmente il mercato del lavoro nel Paese di accoglienza.

L’emigrazione determina pertanto profondi cambiamenti sia nei Paesi di partenza che in quelli di destinazione. Per quanto riguarda i primi, all’alleggerimento della pressione demografica e del fenomeno della disoccupazione si accompagna il consistente flusso di denaro delle rimesse, che consente il miglioramento delle condizioni di vita ed offre possibilità di sviluppo all’intera comunità. I Paesi riceve...

Table of contents

• Invasione silenziosa
• Indice
• Prefazione
• Invasione silenziosa: aspetti sociologici
• I processi di globalizzazione: rapporto tra dinamiche terroristiche e movimenti migratori.