Capitolo 1 - C’era una volta
“Alice: “Per quanto tempo è…per sempre?”. Bianconiglio: “A volte, solo un secondo”.
Lewis Carrol
C’era una volta. Tutte le storie iniziano così.
La nostra ha inizio dal tempo. Un tempo di tanto tempo fa, ancora da venire. Il tempo dei tempi. In una notte.
C’era una volta il tempo.
Il nostro inizia dall’osservazione, che ci ha insegnato che esso scorre, e lo fa sempre e solo in avanti, verso il dopo, il futuro. Ma è così? E’ veramente proprio così? E’ questa la verità?
Il modo più veloce per misurare il nostro tempo è l’orologio, uno strumento nato migliaia di anni fa. Il primo orologio in assoluto fu la nostra Terra che ruota senza soluzione di continuità attorno al suo asse e attorno al sole. Abbiamo studiato e usato i suoi movimenti per misurare il tempo e il suo scorrere. Un processo ripetitivo che serve per contare i giorni, con il sorgere e il tramontare del sole. Abbiamo imparato che tutto ciò che ha un movimento ripetitivo può essere un misuratore, può essere un contatore di flusso temporale: un orologio.
Il posto migliore per sapere l’ora è un istituto situato nel Colorado (USA). Qui il tempo viene misurato con una precisione incredibile, usando un minuscolo elemento dell’Universo, l’atomo di un metallo raro chiamato Cesio. Ogni atomo, di qualunque elemento in natura, ha una frequenza naturale di vibrazione e quindi, facendolo in maniera ripetitiva, può essere un orologio. La frequenza vibrazionale dell’atomo di Cesio, il più accurato del conoscibile, è il riferimento relativo del tempo del mondo.
Ma gli orologi, se possono dirci che ora è, non saranno mai in grado di spiegarci la radice del tempo, ossia cosa è il tempo. Con la loro misurazione sappiamo che esso scorre allo stesso modo per tutti, a tutte le latitudini. Ma questo scorrere forse è di più di una simile conoscenza embrionale.
E questo perché il tempo può scorrere a diverse velocità. E fu l’intuizione di Albert Einstein. Lo scienziato comprese che il tempo non è un ente universale, non è uno e assoluto, ma è qualcosa che ognuno di noi sperimenta a proprio modo. Non esiste, quindi, il tempo di un tic tac eterno, ma esistono i tempi rapportati allo spazio. Una relazione fra tempo e spazio fu quindi la sua intuizione. Un profondo legame fra il movimento nello spazio da un lato e lo scorrere del tempo dall’altro. Se aumenta uno, diminuisce l’altro.
Albert capì che il tempo per una persona che si sta muovendo, scorre più lentamente. Alle basse velocità con cui ci muoviamo sulla terra, l’impatto del moto sul tempo è così piccolo che non può essere percepito, comprendendo per impercettibile anche quello di un aereo.
Per Einstein le due grandezze non potevano esistere separatamente e cominciò a dedurre una unificazione di spazio e di tempo. La loro fusione scientifica portò ad un unico ente, un’unica struttura quadrimensionale chiamata spazio-tempo. Una rivelazione incredibile, eccezionale: la distinzione tra passato, presente e futuro, potrebbe essere soltanto un’illusione.
Ogni evento sembra una successione di istantanee di tempo, momento dopo momento. Dalla nascita del big bang e dalla formazione delle stelle nella galassia alla formazione della terra, dalla nascita dei dinosauri fino ai tempi nostri, fino ad adesso.
Ma cosa è “adesso”?
Un insieme di eventi e avvenimenti che stanno verificandosi ovunque nel mondo e nell’Universo, in questo momento, adesso. Ma adesso, la scoperta universale, è che adesso non è adesso ovunque e comunque nell’Universo.
Se potessimo andare abbastanza lontano nello spazio, avremmo la possibilità di rilevare discordanze enormi su cosa significa “adesso”.
Il paradosso razionale, al contempo verità scientifica, è che, a seconda del movimento nello spazio, a seconda della sua direzione e della sua velocità, il nostro vivere sarà una serie di eventi che si sono verificati sulla terra nel passato o nel futuro.
Adesso, se fossimo in una galassia lontana, dipendentemente da come ci muoviamo, verso quale direzione e a quale velocità, se avessimo la possibilità di osservare la Terra, riusciremmo a scorgere il suo passato o il suo futuro. Che per noi, sarà “adesso”.
Come a dire che qualsiasi momento passato o futuro, esiste. Ed esiste adesso. Dipende esclusivamente dal nostro movimento, dalla nostra distanza e dalla nostra velocità.
Sembra strano, addirittura impossibile. Il nostro cervello è abituato a scorrere i fotogrammi di tutto come in una proiezione di un film, in cui il proiettore illumina ritmicamente ogni istante scelto e fotogrammato per renderlo scorrevole in avanti. Nell’Universo, quello che noi percepiamo come un film, lo scorrere del fiume tempo, potrebbe non essere conformato esattamente così. Potrebbe non essere. La direzione verso cui si proietta il tempo, potrebbe non seguire sempre la direzione delle nostre certezze. Ne capiremo di più attraverso il tempo.
Capitolo 2 - Attraverso il tempo
“La mia religione consiste in una umile ammirazione dello spirito superiore e infinito, il quale si rivela nei dettagli minuti che riusciamo a percepire con le nostre menti fragili e deboli. Ecco la mia idea di Dio, la convinzione profondamente emotiva della presenza di una razionalità suprema che si rivela nell'universo incomprensibile.”
Albert Einstein
Viaggiare nel tempo, a questo punto, potrebbe essere possibile. E i metodi scientifici sono tanti. Non comprenderli appieno non significa che siamo razionali. Significa solamente che la nostra esperienza non ha raggiunto ancora queste sensibilità di materia universale.
Eppure abbiamo la prova scientifica di tutto questo, prova ancora non dimostrabile per limiti manifesti del nostro progredire.
Per viaggiare attraverso lo spazio-tempo, potremmo cominciare a sfruttare una strana qualità della forza di gravità.
La forza che ci attrae al centro della Terra e che può avere un impatto consistente sul tempo. La gravità, come il moto, può influenzare il tempo, è come se potesse tirarlo, attirarlo, rallentandone il passaggio. Più intensa è la forza gravitazionale in cui ci troviamo, più essa sembra in grado di rallentare il tempo. Sulla terra l’effetto è troppo piccolo per essere notato, ma è reale. Chi vive su un grattacielo percepisce lo scorrere del tempo in maniera più lenta rispetto a chi sta a terra. In maniera infinitesimale ma è così. E questo perché vicino al suolo la gravità è leggermente più grande.
Ma se viaggiassimo nello spazio vicino ad un buco nero, l’effetto della gravità sul tempo sarebbe enorme. I buchi neri, formatisi quando una stella collassa, hanno una forza di gravità immensa, miliardi di volte più intensa di quella della terra. Se qualcuno ci guardasse viaggiare attorno ad uno di essi, vedrebbe rallentare il nostro tempo drasticamente. Appariremmo molto lenti nei movimenti, nel parlare e anche nell’invecchiare. Per chi è sulla Terra passerebbero anni, per noi, nei pressi del buco nero, solo pochi minuti. Due minuti in orbita vicino ad esso, potrebbero equivalere a cinquanta anni sulla terra. E tornati sulla Terra, ci ritroveremmo nel futuro, avremmo, dopo solo qualche ora trascorsa, cinquanta anni in meno di quelli trascorsi sul nostro pianeta. Saremo più giovani del nostro gemello sulla terra di cinquant’anni.
Un passato nello spazio che viaggia più lento rispetto a quanto fa sulla Terra. Questo con una forza di gravità dissimile. La gravità ha la sua funzione anche attraverso la velocità di spostamento del moto. Secondo una tabella definita, la relatività suggerisce che il tempo e lo spazio, come sappiamo, non sono cose fisse, assolute, ma sono relative al sistema in cui si muovono.
Il concetto della velocità diventa quindi anch’esso un concetto chiave. Al centro di tutto il sistema c’è la velocità dell’unica unità di misura conosciuta come più veloce, quella della luce. Quando la velocità è vicina a quella della luce, il tempo si dilata e lo spazio si contrae in progressione molto rapida, quando diminuisce riporta le cose come prima. Arrivare alla velocità della luce significa quindi vedere tutto cambiare, sia le dimensioni che il tempo.
Se, ad esempio, qualcuno partisse oggi con una navicella per lo spazio, viaggiasse alla velocità della luce e tornasse fra due anni, atterrerebbe nel futuro. E, già sappiamo, del fratello gemello più vecchio.
Facciamo un esercizio di immaginazione. Supponiamo che la velocità della luce non sia di 300.000 km al secondo, ma molto più bassa, ad esempio 100 km all’ora. In tal caso potremmo sperimentare quotidianamente l’effetto della relatività. Per esempio su un’automobile in autostrada che viaggia alla velocità della luce circa, tutto il tempo è al rallentatore rispetto a chi è fermo, tanto più al rallentatore quanto più la velocità viene aumentata. Se viaggiasse per 10 anni di seguito senza fermarsi, al momento dell’arrivo sarebbe passato per chi è a bordo solo qualche giorno, mentre per chi è a terra, ad esempio, 10 anni.
Le cose stanno così da sempre, siamo noi a non essercene mai accorti, perché non abbiamo mai sperimentato quelle velocità.
Lo stesso meccanismo dà una spiegazione dell’Universo visibile. Il cielo stellato reale è molto diverso da quello che noi vediamo, quando l’osserviamo. Ogni luce che risplende nel cielo appartiene al passato. Il firmamento che vediamo è soltanto un’illusione temporale, non ottica. Ogni stella che brilla, in realtà, potrebbe non esistere più. Ogni elemento nel cielo è distante anni luce. Essendo l’unità di misura il tempo luce, ogni stella è tanto vecchia, quanto è la distanza dalla terra. Quando osserviamo il centro della Via Lattea ad esempio, lo vediamo come era trentamila anni fa, cioè tanto fa quanto è la distanza che ci separa. La luce che adesso vediamo è quella che è partita trentamila anni fa. Come sarà adesso il centro della Via Lattea, lo vedremo tra trentamila anni, tanto quanto impiega la luce ad arrivare al punto di osservazione della Terra.
Un altro viaggio nel tempo, spiegava Einstein, può avvenire anche attraverso gli Worm-Hole, i cunicoli spaziotemporali dell’Universo. Si può fare anche questo in teoria. Si può accedere al passato attraverso gli Worm-Hole. Gli Worm-Hole sono scorciatoie nello spazio-tempo. Cunicoli che collegano non solo due punti diversi, ma anche due momenti diversi. Il cosiddetto tunnel del tempo.
C’è un’immensa voragine nell’Universo. Si trova tra 6 e 10 miliardi di anni luce dalla Terra. Si tratta di un volume di spazio con un diametro di circa 900 milioni di anni luce dove esiste il “nulla”. Agli strumenti che l’hanno scoperto appare come una gigantesca macchia oscura nel cielo, come se una mano smisurata avesse cancellato quasi tutti gli oggetti luminosi presenti al suo interno. E’ l’impronta indelebile di un altro universo che sta oltre il nostro.
Un universo di tanti altri, paralleli e disgiunti, accessibili solo a velocità estreme, ancora incomprensibili. Velocità affascinanti, chiaramente, che aprirebbero consapevolezze ancora ignote solo a pensarle.
Ma nell’infinito dello spazio-tempo, come abbiamo capito, già qualcosa che viaggia nel tempo c’è. Ed è la luce. La Luce, bagliore ed energia. Informazioni genetiche di vita universale. Fasci di energia eterna che, comprese, ci porterebbero ovunque, avanti e indietro nell’Universo. Fasci di energia cosmica.
Capitolo 3 - Energia cosmica
“Noi vediamo, sentiamo, parliamo, ma non sappiamo quale energia ci fa vedere, sentire, parlare e pensare. E quel che è peggio, non ce ne importa nulla. Eppure noi siamo quell’energia”
Albert Einstein
L’energia è una forma di pensiero, arcaico, primordiale. Qualcosa di impalpabile, che pur tuttavia esiste. Ed ha una connotazione precisa. Definita e definitiva: l’Origine. I primordi del tutto. Suo mentore è la consapevolezza originaria, unica, iniziatrice di quello che è l’universale. Una consapevolezza cosmica che è un soggetto del divenire e non un complemento oggetto del divenuto. Cioè, non è il pensiero che ha prodotto la consapevolezza, ma esattamente il contrario.
Tutto è energia. Che viaggia nell’infinito attraverso lo spazio e il tempo, secondo leggi ancora troppo poco conosciute. Come inconoscibile è ancora il meccanismo universale che regola le energie. E in che maniera l’energia del cosmo sia parte integrante e indissolubile del nostro esser...