
- English
- ePUB (mobile friendly)
- Available on iOS & Android
Componimenti distratti di un'estate senza Caterina
About this book
Non sapeva chi era Caterina, non sapeva neanche se esistesse, non aveva compreso nemmeno se Caterina era una sola o tante altre, tutte le altre, sue o d'altri, non sapeva nulla di nulla.
Eppure l'aveva conosciuta, un autunno di diversi anni fa. Lei lavorava in una birreria vicino piazza Bologna, a Roma. Lui sì, innamorato, Lei lusingata delle sue avances. Le recitava tutti i sonetti del mondo e le si rivolgeva come quei cantori medioevali, in un modo plateale, caotico, caostico, forse pagliaccesco e, almeno nella sua convinzione, romantico. Questa estate Lei è partita per il Portogallo, ha raggiunto l'attuale fidanzato, circostanza che egli non poteva sopportare e, nel tentativo di recuperarla ad ogni costo, ha pensato bene di ricordarle la loro incoerente storia.
Decise, per scherzare e, al contempo, per non demordere, di scriverle ogni giorno d'estate un pensiero.
L'incipit riportava la data, cui seguiva il vocativo "Dolce Caterina" e, di seguito al corpo del messaggio, terminava con una chiosa d'altri tempi.
Frequently asked questions
- Essential is ideal for learners and professionals who enjoy exploring a wide range of subjects. Access the Essential Library with 800,000+ trusted titles and best-sellers across business, personal growth, and the humanities. Includes unlimited reading time and Standard Read Aloud voice.
- Complete: Perfect for advanced learners and researchers needing full, unrestricted access. Unlock 1.4M+ books across hundreds of subjects, including academic and specialized titles. The Complete Plan also includes advanced features like Premium Read Aloud and Research Assistant.
Please note we cannot support devices running on iOS 13 and Android 7 or earlier. Learn more about using the app.
Information
PREMESSA
Non sapeva chi era Caterina, non sapeva neanche se esistesse, non aveva compreso nemmeno se Caterina era una sola o tante altre, tutte le altre, sue o d’altri, non sapeva nulla di nulla.
Eppure l’aveva conosciuta, un autunno di diversi anni fa. Lei lavorava in una birreria vicino piazza Bologna, a Roma. Lui sì, innamorato, Lei lusingata delle sue avances. Le recitava tutti i sonetti del mondo e le si rivolgeva come quei cantori medioevali, in un modo plateale, caotico, caostico, forse pagliaccesco e, almeno nella sua convinzione, romantico. Questa estate Lei è partita per il Portogallo, ha raggiunto l’attuale fidanzato, circostanza che egli non poteva sopportare e, nel tentativo di recuperarla ad ogni costo, ha pensato bene di ricordarle la loro incoerente storia.
Decise, per scherzare e, al contempo, per non demordere, di scriverle ogni giorno d’estate un pensiero.
L’incipit riportava la data, cui seguiva il vocativo “Dolce Caterina” e, di seguito al corpo del messaggio, terminava con una chiosa d’altri tempi.
“E la chiamano estate, questa estate, senza Te”
A Caterina, nei mesi d’estate
24 giugno 2017
è inconsueto il mio proposito e, ne sono certo, la prima sensazione che respirerai sarà l’inquietudine, alla quale seguirà un forte imbarazzo ed infine un sorriso, di quei sorrisi che fanno scorrere via ogni formalismo e che permettono di liberarsi dell’onere.
Ti scrivo proprio perché nell’impossibilità della nostra relazione devo provare ad eseguire una missione altrettanto impossibile e se entrambe le impossibilità si annullassero, come nell’algebra due negative danno soluzione positiva, potrebbe perfino accadere che questa distanza diventi prossimità e questo mio disio divenga verità.
Il mio proposito, folle già nell’intenzione, figurarsi nell’attuazione, è quello di scrivere un pensiero per ogni giorno a partire da oggi fin quando non finirà l’estate. Un pensiero che ti riguardi, una riflessione sentita per ogni istante che percepisco la mancanza e che da quella mancanza fa prendere vita a parole intrise di mistero, di follia, di necessità. Necessità di rivolgerti il più raro dei miei pregi ed il più prezioso dei doni concessi all’umana ispecie, il silenzio quando riconosce bellezza. Quel silenzio ti donerò, mia dolce actresse.
25 giugno 2017
imperversa il caldo a Roma. Gli sparuti soffi del vento sono un sollievo inaspettato, si sprecano i tanti sorrisi stanchi delle persone mentre si avvicendano davanti i ventilatori e che, con ventagli per lo più improvvisati, fogli di carta o qualsiasi oggetto aduso a recuperare aria, cercano invano un refrigerio. Mi rivedo in loro. Si illudono di ottenere freschezza quando, in realtà, non fanno altro che muovere senza sosta il corpo, faticano a vuoto, aggravano la loro insofferenza all’afa. Certe volte mi sembra di essere come loro, patisco un impulso, come il tuo viso, mi accanisco inconsciamente su quella immagine, le mie sinapsi la trasmettono in ogni dove, e più la ricerco, più mi convinco di viverla, abbasso la guardia, quasi mi sazio, salvo poi domare la fantasia e, “finito di ventilare”, sorprendermi di aver dato soltanto sfogo a pensieri sofferti, sapendoti altrove.
26 giugno 2017
sto cercando di capire se la tua fossetta che tanto mi fa impazzire abbia un nome, scientifico o fiabesco, una ragione mitologica, invece nulla. Si parla solo del prolabio, l’arco di Cupido, che è quella fossetta tra labbra e naso, ma della tua, di fossetta, del tuo lieve solco, se ne sa ben poco, pressoché nulla. Certo, per deduzione potrei ritenere che sia qualche altra attribuzione del Dio dell’Amore, di Eros, ma mi chiedo cosa, quale dei suoi accessori, quale traccia del suo passaggio. Non può essere un’ala, perché non ne ha la forma, non può esserne un ricciolo perché è un solco deciso, non crespo, forse potrebbe essere, anzi, mi sembra la più fondata tra le ipotesi: è l’esatto punto in cui ha colpito la sua freccia, è la traccia nascosta ad occhio nudo, che si manifesta soltanto quando si riesce a farti sorridere. D’altronde, quando si sorride in qualche modo ci si rivela, quando sorridi si scorge il dardo amoroso che ti colpì. Forse è il tuo destino, per farti innamorare bisogna farti ridere, questo il vincolo divino alla tua felicità! Che dire? Da oggi ogni sorriso che ti farò vivere, sarà per me una prova d’amore.
27 giugno 2017
non so se sei mai stata al lago di Castel Gandolfo. Prendi l’Appia, ad un certo punto curvi a sinistra e ti immetti nella via dei laghi. Quando ho percorso stamane per la prima volta la via con questo insolito nome non mi aspettavo di trovare un microcosmo con questi cuori d’acqua in mezzo al verde, diversi da tutto ciò che li circonda.
Stavo andando a Velletri, verso il Tribunale, concentrato sui miei affari, sugli impegni, non potevo concepire questa pittura distesa. A costo di far tardi all’udienza rallentavo sino a sostare...
Table of contents
- Almicare Solina