Settembre
Xiâan â ovvero vivere nel Medioevo
Da una settimana viviamo a Xiâan adattandoci lentamente ai ritmi cinesi. Finalmente è arrivata la bombola del gas e possiamo cuocere qualcosa alla nostra maniera, il digiuno di Alessandro stava diventando preoccupante. Fa ancora un gran caldo e lâasfalto emette vampe infuocate che entrano dappertutto rimbalzando nei cortili di cemento e sui muri degli enormi edifici di un grigio indefinibile, strettamente addossati gli uni agli altri dove una massa di gente vive seminuda sudando negli angusti appartamenti da cui escono di sera per cercare un poâ di refrigerio nei cortili. Nel nostro piccolo alloggio la ventola sul soffitto funziona a pieno ritmo.
Le lezioni non sono ancora iniziate ed abbiamo avuto pochi contatti con gli studenti che arrivano alla spicciolata giorno dopo giorno dai lontani villaggi. âVuoi frequentare un corso di lingua cinese per stranieri, oppure una scuola speciale con i figli dei Capi del Partito?â chiedo ad Alessandro cercando di coinvolgerlo in qualcosa di collettivo che lo faccia stare con gli altri. Ma lo vedo cosĂŹ indifferente e apatico e la sua costante, malinconica risposta è âNon so, vedròâ, che significa non mi interessa. Da solo, senza scuola nĂŠ amici, trascorre la maggior parte del tempo disteso sul letto a scorrere giornali italiani ormai vecchi, ascoltando sempre le stesse cassette. Ci facciamo compagnia come due naufraghi aggrappati ad una zattera alla deriva, per cena mi fa trovare apparecchiata la tavola con una tovaglia rossa e le candele accese, sembriamo degli invitati di riguardo ad uno sfarzoso banchetto.
Ă giĂ il 10 settembre e Zhang Lin, la mia collega professoressa di Relazioni Sociali, è arrivata tutta trafelata âPresto, presto, dovete vestirvi eleganti perchĂŠ stasera ci sarĂ il banchetto per lâapertura ufficiale dellâAnno Scolastico e voi sarete gli ospiti dâonoreâ. In Cina le giornate nazionali da festeggiare sono parecchie e si ripresentano con cadenza mensile: la Giornata del Bambino, la Giornata delle Donne, la Giornata delle Forze Armate, lâAnniversario della Repubblica e in settembre la Giornata del Professore o apertura dellâanno scolastico.
Per ragioni organizzative la nostra Scuola tiene la sua festa presso un nuovo hotel, anchâesso appartenente allâazienda di Turismo della Provincia dello Shaanxi, che âoffrirĂ â il banchetto inaugurale. Tutto è stato preparato con grandiositĂ e opulenza, grandi tavoli rotondi posti davanti al palco dâonore accolgono le PersonalitĂ , tuttâattorno sapientemente disposti a seconda della gerarchia si sgranano i tavoli minori. Camerieri in uniforme e guanti bianchi restano impalati in fondo alla sala pronti a scattare, ma per servire il banchetto ci vorrĂ ancora un poâ di tempo.
Il Presidente del Turismo apre la cerimonia e una serie ininterrotta di discorsi consentono ai dirigenti, ai vari rappresentanti del turismo e ai professori di esibirsi in pubblico, i cinesi si avvicinano al microfono con estrema naturalezza, abituati come sono fin da piccoli a presentarsi sul palco davanti a una folla di gente. Non câè da stupirsi quindi se, anche in situazioni di grande ufficialitĂ , qualche grosso personaggio si mette a intonare un pezzo dâopera o a raccontare una barzelletta. I discorsi sono dâobbligo e poichĂŠ piacciono solo a chi li pronuncia vengono seguiti da gente distratta e chiacchierona, pronta ad applaudire, impaziente solo dâiniziare a riempirsi la pancia. Finalmente il Capo politico della Scuola termina i convenevoli con queste parole:
âSono molto onorato di presiedere anche questâanno allâapertura dellâanno scolastico â e tutti applaudono ben sapendo quali intrighi abbia fatto per restare al potere â e saluto in particolare le persone che si sono adoperate per la riuscita di questa cerimonia. Rivolgiamo uno speciale applauso al Direttore dellâHotel che ci offre il banchetto â applauso sfrenato â e ai cuochi che ci hanno preparato con cura particolare le loro specialitĂ â piccole urla e risa â ma prima un ringraziamento alla Professoressa italiana che ha voluto dedicare un anno del suo tempo â e qui vorrei essere nella mente di ognuno per sapere se si pone la domanda di quanto io venga pagata â per preparare i nostri studenti a diventare abili Guide per i turisti italiani che verranno in futuro a Xiâanâ.
Prima di poter iniziare il lauto banchetto vengo gentilmente sollecitata a dire due parole di ringraziamento per questo invito della Scuola a insegnare a Xiâan. Poi tutti prendono posto, professori, impiegati, bidelli, autisti, tutto lo staff della Scuola raggruppato secondo la loro posizione gerarchica. Al tavolo dei Capi, che formalmente continuano a sorriderci, sediamo anche noi due come pesci fuor dâacqua.
Lâabbigliamento dei presenti è molto diversificato. I politici e gli insegnanti, che seguono fedelmente la linea piĂš radicale, sono in divisa: pantaloni e giacca molto aderente di un grigio indefinibile in stile occidentale le donne e in stile maoista gli uomini, distintivo della scuola appuntato al petto. Le studentesse hanno cercato dâindossare qualche modello malamente copiato dai giornali di Hong Kong, mentre i maschi al massimo della frivolezza portano pantaloni neri e camicia bianca.
Xiâan è una cittĂ alquanto periferica rispetto alla Capitale da cui dista milleduecento chilometri e le novitĂ arrivano con notevole ritardo, in particolare la moda che non trova molti clienti presso la sua popolazione di estrazione prevalentemente rurale. A Lu Ma, una piccola strada nel centro della cittĂ , è sorto da poco un libero mercato ricco di bancarelle in cui si possono acquistare jeans e magliette dâimitazione marcate Fila, Lacoste, provenienti dalla lontana e piĂš progredita Canton.
Domani sarĂ il mio primo giorno di lezione. Il mio impegno scolastico di sole due ore al giorno si esaurisce al giovedĂŹ, ad esso devo aggiungere unâobbligatoria disponibilitĂ a ricevere il collega Prof. Lin, che insegna la grammatica italiana agli studenti e che verrĂ da me a sciogliere tutti i suoi dubbi. Sulla cinquantina, tipico esempio di studioso, dallâaria sempre assorta e molto impacciata, con grosse lenti da miope, introverso e schivo, si sposta su unâantiquata bicicletta nera e unâinseparabile vecchia borsa di pelle. La sua conoscenza della lingua italiana scritta ha dellâeccezionale considerando che riesce a gustare sia i nostri scrittori del 1400, che quelli contemporanei, è infatti un buon traduttore e fra le sue opere annovera giĂ un libro di Pasolini ma anche il Principe di Machiavelli mentre ora è fortemente impegnato con la Divina Commedia, unâimpresa davvero mastodontica.
La sua attivitĂ letteraria è encomiabile e dimostra una notevole cultura dellâoccidente, mi ricorda ciò che avevo letto riguardo alle prime traduzioni in cinese di alcuni romanzi stranieri famosi. Agli inizi del 1900 essi furono âtradottiâ attraverso liberi racconti orali dettati ad alcuni scrivani da quei pochi cinesi colti, figli di famiglie borghesi, che avevano studiato in Europa.
Dal punto di vista didattico il prof. Lin è incredibilmente scrupoloso e bombarda gli studenti di esercizi di grammatica spesso troppo difficili. Pur convenendo che la sua conoscenza della lingua italiana scritta può essere ritenuta ottima, quella della lingua parlata è pressochĂŠ nulla ed infatti riesce a capire solo piccoli stralci di ciò che gli dico. Incuriosita, gli ho chiesto in che modo si sia accostato alla lingua italiana. âLa mia famiglia apparteneva alla buona borghesia e possedeva delle fabbriche, mio padre, militare di carriera, venne inviato durante il governo del Guomintang allâAmbasciata cinese di Roma come Addetto Militare. A quel tempo avevo circa 4 anni e avevo iniziato a parlare un poâ dâitaliano, poi al rientro in Cina ho continuato a praticarlo in famiglia, al Liceo ho studiato il latino, il tedesco e oggi sono pure un fautore dellâesperantoâ.
La prima volta che si è presentato nella mia nuova casa mi ha porto timidamente un foglietto da firmare spiegandomi che deve riconsegnarlo al cancello dâuscita al guardiano controllore poichĂŠ tutti quelli che vengono a trovarmi devono dimostrare per quanto tempo e quante volte in una settimana hanno avuto contatto con un occidentale. Buffo è il fatto che questo controllo sarĂ sempre valido per il prof. Lin mentre non lo sarĂ mai per i miei studenti che invaderanno giorno e notte la nostra casa.
Il mio orario scolastico, come pure quello del Prof. Lin, considerato come me un âesperto esternoâ e come tale super pagato, comprende solo otto ore di lezione da svolgere in quattro giorni settimanali. Lavoro considerato abbastanza faticoso che mi viene retribuito con uno stipendio di 700 yuan, cioè circa 100 $, equivalenti alla paga di sette professori cinesi e che è lo stesso per tutti gli âespertiâ stranieri in servizio nelle diverse UniversitĂ della Cina. Oltre allo stipendio mi è stata data lâabitazione e lâuso di due biciclette, nonchĂŠ lâauto con autista per portarci una volta al mese in gita.
Nelle UniversitĂ di Lingue Straniere, dove i docenti sono numerosi e vivono in alloggi speciali, vengono organizzati concerti e proiezioni di vecchi film e una volta al mese anche una gita in autobus. Io non godo degli stessi privilegi perchĂŠ non vivo assieme agli altri occidentali che abitano nello âzooâ â come ho denominato il loro casermone super controllato â dove essi ripropongono i modelli di vita della patria lontana sottraendosi ad ogni contatto con la realtĂ locale. Pagati dalle FacoltĂ delle varie UniversitĂ sono obbligati a restare tutti assieme in questi edifici speciali, a me per fortuna è stato consentito di vivere in mezzo ai lavoratori dellâHotel dellâUfficio del Turismo, cui appartengono gli alloggi, certamente in una situazione molto meno confortevole ma tanto piĂš interessante.
La mia casa dista solo dieci minuti a piedi dalla Scuola dove le lezioni iniziano alle otto di mattina, solitamente arrivo al cancello quando gli altoparlanti stanno dando la sveglia comunitaria al ...