Capitolo VI
DOPO IL 2017. QUALE QUADRO POLITICO PER LA FRANCIA
di Ugo G. Pacifici Noja
All’indomani delle elezioni legislative del 2017, il quadro politico francese risulta completamente modificato rispetto al passato.
Partiti storici come quello socialista, presente all’Assemblea Nazionale dalla fine del XIX secolo, diventano all’improvviso una “force mineure”1. Si tratta di elezioni storiche anche perché con esse si colloca una pietra tombale sulla costruzione mitterrandiana.
L’invenzione politica di Emmanuel Macron, LREM-La République en Marche, riesce non solo a portare alla presidenza della Repubblica il proprio leader, ma a ottenere un risultato di grandissimo rilievo politico a livello nazionale.
Alcune forze politiche, invece, come il Front National, non ottengono a livello parlamentare i risultati attesi.
Lo scontro ormai in atto a livello europeo, tra le forze politiche euroscettiche e sovraniste e le forze più convinte della necessità di mantenere e rafforzare l’unità europea, trova in Francia uno dei suoi punti di maggior tensione.
Per questo lo scenario politico francese assume un ruolo di primaria importanza anche a livello europeo. La comparsa dei gilet gialli, che per ora costituisce ancora un fenomeno di tipo extraparlamentare, e di cui non è possibile prevedere l’evoluzione, rappresenta certamente una incognita che rende di difficile risoluzione l’equazione scritta sulla lavagna della politica francese.
In ogni caso complica la vita di LREM che deve fare i conti con questo nuovo soggetto politico.
En marche: una storia francese
Per comprendere storia e evoluzione de La République en Marche (LREM), il movimento politico che oggi ha la maggioranza al Parlamento francese, può essere utile fornire qualche elemento della biografia personale di Emmanuel Macron2.
Famiglia borghese. Genitori entrambi medici. Padre primario. Nonna preside; dunque una famiglia di couche alta3. Un’attitudine agli studi dimostrata fin dall’età più precoce. Studi nel prestigiosissimo liceo Henri IV di Parigi dove si è ammessi sulla base del fascicolo scolastico e della media dei voti. I detrattori lo vorrebbero a Parigi solo per allontanarlo da una storia d’amore che i genitori reputano quantomeno improbabile, vista la differenza di età. Ma è molto probabile che all’Henri IV Macron sarebbe stato inviato comunque4.
Conclusi gli studi superiori, Macron entra all’ENA, la Scuola nazionale dell’amministrazione, cioè l’alta scuola di formazione della classe dirigente della pubblica amministrazione francese.
Dopo essere entrato in un corpo molto prestigioso (quello degli ispettori del Ministero delle Finanze), Macron abbandona anzi tempo la carriera di dirigente della Amministrazione pubblica rifondendo l’Amministrazione stessa del danno che questa stima per le dimissioni anticipate in una somma pari a 50.000 euro.
Se dalle biografie risulta l’adesione di Macron al Partito Socialista, questa è messa in dubbio da giornali come «Libération» che ritengono improbabile una reale appartenenza socialista del (futuro) presidente Macron5, 6.
Tabella 3
I partiti politici francesi all’indomani delle elezioni legislative dell’11 e 18 giugno 20177
| Denominazione | Sigla | Seggi |
| La République en Marche | LREM | 308 |
| Les Républicains, Divers Droite | LR, DVD | 119 |
| Parti Socialiste, Parti Radical de Gauche, Divers Gauche | PS, PRG, DVG | 45 |
| Mouvement Démocrate | MoDem | 42 |
| Union des Démocrates et Indépendants | UDI | 18 |
| La France Insoumise | FI | 17 |
| Parti Communiste Français | PCF | 10 |
| Front National | FN | 8 |
| Régionalistes | | 5 |
| Divers | | 4 |
Macron socialista? Sembrerebbe di no. Forse un socialista-liberale. Espressione non molto usata in Francia, dove il pensiero di Carlo Rosselli non ha conosciuto una rilevante diffusione e dove la tradizione “operaista” è ancora molto forte, al punto da far tacciare il Partito Socialista in più di un’occasione di “partito di potere”; e dove l’insulto più temuto per “uno di sinistra” è di far parte della gauche caviar (o a seconda dei casi della gauche cachemire).
Macron è “ricco di famiglia”, ma demonizzarlo per questo sembra fuori luogo oltre che inutile. Nel Partito Socialista è stato guardato se non con sospetto almeno con sorpresa. Ci si chiede che cosa voglia un “signore” con natali borghesi che ha fatto molto giovane il pantouflage (passaggio dalla amministrazione pubblica al privato andando a lavorare per una grande banca d’affari internazionale).
Così, non appena esplode la crisi del Partito Socialista, Macron entra in contrasto con i vertici, e crea LREM. Macron a questo punto utilizza gli orfani del PS che hanno perduto la propria “casa politica”, utilizzandoli come bacino cui attingere quadri ed elettori.
Per rafforzare il movimento (per ora solo in fieri), Macron guarda anche ai partiti liberali di centro-destra, (di certo liberisti in economia) e alla società civile, raccogliendo l’adesione di numerosi professionisti, funzionari, insegnanti, esponenti dell’associazionismo e del volontariato.
6 aprile 2016: la nascita di LREM
Il 6 aprile 2016 ad Amiens dove Macron si trova per partecipare a un’assemblea di cittadini, decolla con annuncio ufficiale la nascita del movimento LREM, il cui nome si rifà probabilmente a una raccolta di scritti dello scrittore francese Émile Zola8.
Molti si interrogano su come nasca LREM e con quali fondi.. La sempre critica voce di «Libération» in maniera tranchante risolve il problema così: lanciata dal nulla nell’aprile 2016, la struttura che ha portato al potere il nuovo Presidente si è finanziata grazie alle elargizioni del mondo bancario o dei creatori di start-up. Ecco cosa si cela dietro le quinte d’una raccolta fondi superveloce e incredibilmente efficace, alle radici della Blitzkrieg elettorale macroniana9.
Relativamente a LREM, occorre notare l’oggettiva presenza di alcuni aspetti innovativi rispetto ai movimenti politici del passato.
Secondo i sondaggi degli ultimi mesi, il Presidente Macron, che aveva raccolto un ampio consenso elettorale con il suo République en Marche10, ha progressivamente perduto consensi. Si tratta evidentemente del fianco del partito su cui insiste la spina rappresentata dai gilet gialli.
Dall’altro lato, invece, si trova la concorrenza politica effettuata da Les Républicains e in particolare dal loro leader Laurent Wauquiez che non esita a spingere sul tasto del populismo per lusingare quei settori dell’opinione pubblica che sono più sensibili a questo argomento.
Nel 2008 il dipartimento della circulation routière francese, chiede allo stilista Karl Lagerfeld di fare da testimonial per il giubbotto rifrangente che il codice della strada francese denomina “à haute visibilité”, e che è stato da poco reso obbligatorio11. È stato pensato per l’automobilista in panne e il suo colore “fluo” deve rendere immediatamente riconoscibile il conducente con qualsiasi condizione di tempo.
Lagerfeld non è l’autore della pubblicità. Si limit...