Un attimo quarant'anni
eBook - ePub

Un attimo quarant'anni

Vite e storie della strage alla stazione di Bologna

  1. 187 pages
  2. English
  3. ePUB (mobile friendly)
  4. Available on iOS & Android
eBook - ePub

Un attimo quarant'anni

Vite e storie della strage alla stazione di Bologna

About this book

Una stazione d'agosto. Il caldo non dà tregua, la confusione sotto le pensiline, gente in fila per un biglietto, qualcuno perde il treno, altri aspettano figli, nipoti, nonni, madri, parenti lontani. Arrivi e partenze, sogni e speranze, voglia di mare e riposo. Nulla è diverso intorno alle 10, 25 del 2 agosto 1980, a Bologna. Nella sala d'aspetto di seconda classe c'è chi legge quotidiani, chi fuma una sigaretta. Storie di gente comune, di vita quotidiana. Volti, occhi, mani, sguardi, discorsi. Accade quarant'anni fa alla stazione di Bologna, prima che qualcosa la trasformi in una grande catasta di macerie di dolore, di orrore, di morte. 85 morti, oltre 200 feriti. Questo libro parla di vittime e si rivolge al grande pubblico, specie ai più giovani. Quello che leggerete è il percorso individuale e collettivo di uomini e donne. Il loro privato dolente e la rabbia si sono tradotti in impegno civile: un modello di partecipazione democratica che difende persone colpite negli affetti, altrimenti lasciate sole al loro destino. Chiedono solo la verità, vogliono che ai loro morti venga resa giustizia.

Frequently asked questions

Yes, you can cancel anytime from the Subscription tab in your account settings on the Perlego website. Your subscription will stay active until the end of your current billing period. Learn how to cancel your subscription.
At the moment all of our mobile-responsive ePub books are available to download via the app. Most of our PDFs are also available to download and we're working on making the final remaining ones downloadable now. Learn more here.
Perlego offers two plans: Essential and Complete
  • Essential is ideal for learners and professionals who enjoy exploring a wide range of subjects. Access the Essential Library with 800,000+ trusted titles and best-sellers across business, personal growth, and the humanities. Includes unlimited reading time and Standard Read Aloud voice.
  • Complete: Perfect for advanced learners and researchers needing full, unrestricted access. Unlock 1.4M+ books across hundreds of subjects, including academic and specialized titles. The Complete Plan also includes advanced features like Premium Read Aloud and Research Assistant.
Both plans are available with monthly, semester, or annual billing cycles.
We are an online textbook subscription service, where you can get access to an entire online library for less than the price of a single book per month. With over 1 million books across 1000+ topics, we’ve got you covered! Learn more here.
Look out for the read-aloud symbol on your next book to see if you can listen to it. The read-aloud tool reads text aloud for you, highlighting the text as it is being read. You can pause it, speed it up and slow it down. Learn more here.
Yes! You can use the Perlego app on both iOS or Android devices to read anytime, anywhere — even offline. Perfect for commutes or when you’re on the go.
Please note we cannot support devices running on iOS 13 and Android 7 or earlier. Learn more about using the app.
Yes, you can access Un attimo quarant'anni by Daniele Biacchessi in PDF and/or ePUB format, as well as other popular books in History & Italian History. We have over one million books available in our catalogue for you to explore.

Information

Publisher
Jaca Book
Year
2020
eBook ISBN
9788816802322

FINO A PROVA PROVATA

Le stazioni sono tutte uguali. Estate e inverno, non fa alcuna differenza. I binari si incrociano sempre nello stesso punto, poco prima e poco dopo le pensiline. Treni che vanno lassù, quasi a sfiorare il Nord. Altri raggiungono il Sud. E i volti dei passeggeri, oggi, non sono poi diversi da quelli che stavano seduti nella sala d’aspetto di seconda classe, il 2 agosto 1980. Lo senti quell’odore forte di ferro e segatura, di acqua non potabile, panini riscaldati e tramezzini avvolti con il cellophane. Le vedi ancora quelle valigie muoversi, portate da gente che gira veloce, e attende treni, e si sbraccia per un posto. Accade anche oggi, alla stazione di Bologna.
Daniele Biacchessi
Non c’è tempo per pensare, riflettere. È presto per dire “giustizia è fatta”. Non si ha tempo per assaporare il senso della vittoria che già l’Associazione si deve difendere da altri attacchi esterni.
Dai verbali dell’ultima inchiesta sulla strage di Piazza Fontana, emergono nuove dichiarazioni dell’armiere del gruppo di Ordine Nuovo del Veneto, Carlo Digilio. Si prospetta un alibi per Francesca Mambro e Valerio Fioravanti. Loro ricordano che quel 2 agosto non erano a Bologna ma a Padova: dovevano accompagnare Gilberto Cavallini a un incontro con Carlo Digilio, detto “zio Otto”, appartenente a Ordine Nuovo e agente della CIA in Italia. Digilio conferma il racconto di Fioravanti e Mambro, mentre Cavallini lo smentisce. “Zio Otto non è Digilio”. Per la Procura, l’alibi è costruito a tavolino durante il periodo in cui Digilio e Giusva si trovano nello stesso carcere. Il Comitato Direttivo dell’Associazione si riunisce il 21 febbraio 1997.
Bolognesi illustra l’andamento processuale, puntualizzando che le tesi portate avanti da più parti sugli spunti investigativi che potrebbero riaprire il processo per la strage di Bologna, non trovano riscontri e non hanno nessun fondamento. Anche l’alibi nuovo di Mambro e Fioravanti che viene dalle inchieste del giudice di Milano Guido Salvini, si basa su un vecchio carteggio processuale e superato dalle indagini nel corso dei processi. Analizzando la tematica e visto gli interventi di elementi del ROS dei Carabinieri, si deduce che esiste una manipolazione dei Servizi per creare un ennesimo depistaggio sulla strage di Bologna1.
“Nessun riscontro oggettivo”, secondo il sostituto procuratore di Bologna Paolo Giovagnoli.
Nessun esito danno i nuovi spunti investigativi, anche le indagini sulla scarcerazione di Massimo Sparti. Abbiamo aperto un fascicolo su questi indizi al centro della polemica. E lo abbiamo fatto perché vogliamo che non ci siano dubbi. Ci eravamo limitati ad accertare le indicazioni che erano arrivate tramite il giudice di Milano Salvini, da Valerio Fioravanti, sul suo alibi e sulla malattia di Sparti. Le abbiamo trovate tutte prive di riscontri oggettivi. Ma l’indagine non l’abbiamo mai chiusa. Il reato di strage non si prescrive, noi abbiamo l’obbligo di verificare ogni nuova indicazione. E lo facciamo ancora oggi2.
Il presidente della Commissione Stragi Giovanni Pellegrino del PDS rilancia però i nuovi spunti investigativi emersi dall’inchiesta sulla strage di Piazza Fontana.
Anche su Bologna stanno emergendo nuovi spunti investigativi che vanno approfonditi. I crimini di Franco Freda sono stati utilizzati per elevare a prova gli indizi contro Mambro e Fioravanti. Se si fosse seguito lo stesso schema nel processo di Piazza Fontana, Freda non sarebbe stato assolto per insufficienza di prove. Da tempo sostengo che quella è una strage su cui, ancor oggi, non si è giunti interamente alla verità. Questo vale sia per la strage di Bologna che per il rapido 904, la strage alla vigilia di Natale ’843.
Il sindaco di Bologna Walter Vitali non ci sta e risponde a Giovanni Pellegrino.
Trovo grave e sconcertante che il Presidente della Commissione stragi dica che sulla strage di Bologna stiano emergendo nuovi spunti investigativi. Pellegrino mette in dubbio l’operato dei giudici che dopo cinque gradi di giudizio hanno condannato Fioravanti e Mambro. Non si possono fare dichiarazioni allusive su una materia così delicata che ferisce una città4.
Non tutto è stato ancora accertato nel primo processo sulla strage alla stazione di Bologna. Ancora altri imputati vanno giudicati. Il 18 aprile 1997 inizia a Bologna il processo a Luigi Ciavardini, accusato di aver collocato la bomba alla stazione insieme a Francesca Mambro e Valerio Fioravanti.
2 agosto 1997. Diciassette anni dopo. Il tempo passa, ma Paolo Bolognesi dell’Associazione non demorde. Ci sono gli esecutori e i depistatori, ma quando saranno accertati i responsabili politici della strage?
Con un copione che si ripete, ogni volta che inizia una nuova fase processuale, non sono mancati i tentativi di depistaggio, non adeguatamente contrastati neanche da autorevoli esponenti di alcuni partiti del Governo. La sensazione che vi sia un accordo per tacitare le richieste di verità sulle stragi e sul terrorismo appare sempre più concreta; ormai si corteggiano i terroristi, debbono essere favoriti in ogni modo, con l’amnistia, l’indulto, la grazia, i benefici di pena. L’ultimo tentativo conosciuto di inquinamento del processo per la strage alla stazione di Bologna è dell’agosto 1995, alla vigilia della sentenza della Suprema Corte di Cassazione, inquinamento ripreso nel febbraio di quest’anno. Il SISMI, servizio segreto militare, in sintonia con i due terroristi fascisti Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, influenzando il giudice istruttore di Milano Guido Salvini, ha tentato di accreditare un loro falso alibi per riaprire il processo e mettere nel nulla verità giudiziali definitivamente accertate. Nonostante l’invio dei documenti alle più alte cariche istituzionali del Paese non ci risulta siano stati presi dei provvedimenti nei confronti dei responsabili di questa operazione, anzi la terrorista Francesca Mambro è stata premiata come detenuta modello. È questa la modalità per assicurarsi il loro silenzio? Di quale protezione godono5?
1998. Secondo anno dell’Ulivo. Le promesse del Governo purtroppo non vengono mantenute. Il segreto di Stato per le inchieste di strage e terrorismo pesa ancora come un macigno. Nessuno lo vuole rimuovere davvero. Il Governo non trova il coraggio. L’Associazione si deve battere contro i silenzi e l’inerzia. I cassetti rimangono chiusi perché c’è un silenzio da coprire.
2 agosto 1998. Paolo Bolognesi e i familiari delle vittime ricordano il diciottesimo anniversario della strage. Dal palco giungono accuse. Dopo Bolognesi, il sottosegretario Massimo Brutti promette che il disegno di legge sul segreto di Stato comprenderebbe anche l’abolizione del segreto di Stato nei delitti di strage e terrorismo.
… Restano pendenti presso il Tribunale di Bologna due processi: quello contro Ciavardini, accusato di essere uno degli esecutori della strage e il processo bis, detto dei depistaggi, che vede imputati altri uomini dei servizi segreti accusati di aver operato per sviare le indagini e nascondere la verità sulle stragi alla stazione di Bologna e al Treno Italicus. Sul manifesto di quest’anno abbiamo scritto: “I politici che hanno nominato gli appartenenti ai servizi segreti iscritti alla P2 e coinvolti direttamente o indirettamente nelle stragi devono mettersi finalmente da parte per rispetto della coscienza democratica del Paese”. Al dovere della memoria si deve unire il dovere del rispetto della coscienza democratica del Paese. L’anno scorso alla precisa denuncia dell’Associazione dei ritardi del Ministro dell’Interno nel punire i responsabili degli occultamenti dei documenti ritrovati in locali di pertinenza del suo ministero e la rapida riabilitazione degli stessi, vi è stata una reazione critica nei confronti dell’Associazione. I fatti poi hanno confermato quanto l’Associazione aveva dichiarato. In quell’occasione nessun Membro del Governo ha mostrato di prendere coscienza che la volontà di invertire prassi di copertura a favore di chi aveva operato per nascondere la verità va rimarcata con azioni concrete. Il 2 Agosto 1997, Membri del Governo e delle Istituzioni, assicurarono che sarebbe stata presentata dall’esecutivo, entro la fine dello stesso anno, una legge che avrebbe rivisto complessivamente la materia del segreto di Stato dandogli un limite temporale e avrebbe trattato il problema del segreto di Stato nei delitti di strage e terrorismo tenendo ampiamente conto della legge di iniziativa popolare presentata nel 1984, 14 anni fa, dall’Unione dei familiari delle vittime. La legge promessa non è stata presentata e così si è perso un altro anno6.
7 ottobre 1998. Dopo diciassette anni di carcere Valerio Fioravanti, condannato tra l’altro all’ergastolo per la strage alla stazione di Bologna lascia il carcere romano di Rebibbia per un permesso di 96 ore. È l’ultimo dei segnali.
2 agosto 1999. Non è ancora il nuovo millennio, ma poco ci manca. Paolo Bolognesi chiede ancora l’abolizione del segreto di Stato nelle inchieste su stragi e terrorismo. La promessa di Massimo Brutti e del Governo dell’Ulivo non viene mantenuta.
Sul tema del segreto di Stato, ripreso solamente dopo l’uccisione del professore D’Antona, l’anno scorso, su questa piazza, l’onorevole Massimo Brutti, sottosegretario alla difesa di questo Governo, fece una promessa: il disegno di legge che avrebbe rivisto la materia del segreto di Stato avrebbe compreso anche l’abolizione del segreto di Stato nei delitti di strage e terrorismo, tenendo ampiamente conto della legge presentata nel 1984, 15 anni fa, dall’Unione dei familiari delle vittime. Così non è stato. Nel disegno di legge presentato dal Governo il 19 luglio al Senato, non vi è nessuna traccia di questa abolizione. Oggi è ancora possibile far scendere l’omertà di Stato nei delitti di strage e terrorismo. La delusione è grande per noi e per tutti i cittadini, ancora una volta le promesse non sono state mantenute7.
25 ottobre 1999. Quattro anni e mezzo dopo la prima udienza, con cui il Tribunale dichiara la propria incompetenza territoriale, si riapre a Bologna il processo sui depistaggi e i controdepistaggi delle indagini sulla strage alla stazione del 2 agosto 1980. Ora sul banco degli imputati ci sono Massimo Carminati, aderente alla Banda della Magliana e amico di Valerio Fioravanti, il delinquente comune con simpatie di destra Ivano Bongiovanni, l’ex direttore del centro SISMI di Firenze Federigo Mannucci Benincasa e il maggiore del SIOS dell’Aeronautica Umberto Nobili.
30 gennaio 2000. Luigi Ciavardini viene assolto dal Tribunale dei Minori di Bologna dall’accusa di aver partecipato alla strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, ma condannato a tre anni e sei mesi per banda armata8.
Image
[ultimo accesso marzo 2020]
9 giugno 2000. Il Tribunale di Bologna condanna a nove anni di reclusione Massimo Carminati, a 4 anni e mezzo ciascuno Federigo Mannucci Benincasa e Ivano Bongiovanni. Assolve invece Umberto Nobili.
2 agosto 2000. Parla Paolo Bolognesi a nome di tutti i familiari.
Il silenzio permane sui mandanti, sugli ispiratori politici, su coloro che hanno utilizzato la strage per fini politici e di potere. Nessuno, politicamente, ha pagato per la morte di quegli 85 innocenti; nessuno in Parlamento, in questi vent’anni trascorsi, ha chiesto conto delle responsabilità politiche all’On. Cossiga che, il 2 agosto 1980 era Presidente del Consiglio e pertanto, in base alla legge 801 del 1977, era il responsabile della sicurezza del Paese. Anzi, da allora ha ricoperto le massime cariche del Paese: Presidente del Senato, Presidente della Repubblica, dimostrando platealmente che al massimo grado di responsabilità politica corrisponde una totale irresponsabilità materiale al limite dell’impunità. Ancora una volta ripetiamo a tutta la classe politica che gli anni di piombo si chiuderanno solo con la verità, smascherando chi ha utilizzato il terrorismo9.
Dopo il discorso dell’Associazione è il turno del Presidente del Consiglio, Giuliano Amato. Il suo, bisogna ammetterlo, è un atto di coraggio che resta però solo tra le carte di un discorso pubblico.
… Ci dobbiamo accorgere di una amara verità: la giustizia, la quale ha lavorato per anni per queste stragi, riesce solo a darci una verità giudiziaria, ma non necessariamente una verità compiuta. Consideriamo il caso di Ustica, che ha colpito Bologna come questa strage, la strage di questa stazione. Abbiamo già dei colpevoli a Ustica? Ancora no. Di sicuro abbiamo dei colpevoli di menzogne, di bugie, di verità non dette, di verità celate, ma non abbiamo i colpevoli di questa strage. La giustizia ci ha consegnato due esecutori materiali, c’è più di una sentenza passata in giudicato. Perché questa strage è stata fatta? Chi l’ha voluta? Perché ci sono state connivenze all’interno dello Stato? Io qui rappresento lo Stato e per me è umiliante dover ammettere che tante volte, in passato, è accaduto che dall’interno dello Stato ci siano state connivenze, bugie, menzogne, appoggi, che non sappi...

Table of contents

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. INDICE
  5. Epigrafe
  6. Introduzione. Un libro a futura memoria
  7. Vite sospese
  8. L’inferno della stazione
  9. Anatomia di un dolore
  10. Messaggi
  11. La rete del pianto
  12. Il sonno della ragione genera mostri
  13. Processo per strage
  14. Un uomo dagli occhi buoni
  15. Fino a prova provata
  16. L’inchiesta sui mandanti
  17. Le radici del futuro
  18. Postfazione. Intervista a Paolo Bolognesi
  19. Le stragi
  20. Bibliografia e fonti consultate