Credo che per sintetizzare lâopinione che Lenin ha della religione sia sufficiente richiamare quanto egli afferma in una lettera scritta a Maksim Gorâkij il 14 (27)1 Novembre 1913. Lo scrittore, nel suo racconto La confessione (Ispovedâ) del 1908, aveva proposto lâidea di dar vita a una sorta di religione laica, in altre parole a un ateismo religioso, opinione condivisa anche da Anatolij LunaÄarskij, il quale vede nella religione uno strumento per risolvere sul piano psicologico il disaccordo tra le leggi della vita e della natura2 e considera il socialismo scientifico come la piĂš religiosa di tutte le religioni3. Altri pensatori del tempo condividono lâidea e per questo sono chiamati edificatori di Dio (bogostroiteli)4. Lenin rimprovera Gorâkij con queste parole:
Caro Aleksej MaksimoviÄ5! Ma che razza di cose fate? Ă semplicemente orrendo (uĹžas), davvero! [âŚ] Ogni idea religiosa, ogni buon dio (boĹženâka) è necrofilia (trupoloĹžstvo) [âŚ]. Ogni idea religiosa, qualsiasi idea su qualsiasi buon dio, persino qualsiasi civettare con il buon dio è una turpitudine (merzostâ) inenarrabile [âŚ]. Ă la turpitudine piĂš pericolosa, la âinfezioneâ piĂš ripugnante (samaja gnusnaja âzarazaâ). Un milione di peccati, di porcherie, di violenze e di infezioni fisiche sono scoperti assai piĂš facilmente dalla folla e pertanto sono assai meno pericolosi dellâidea di un buon dio, sottile, spirituale, agghindata con i piĂš eleganti fronzoli ideologici6.
La Chiesa è accusata di sostenere lâautocrazia e per questo considerata come unâereditĂ del sistema politico che si vuole distruggere e la religione è dichiarata incompatibile con la concezione del mondo marxista-leninista. Ciò appare giĂ nel programma del partito operaio socialdemocratico russo (RSDRP) del 19037, rimasto in vigore sino al 1919, anno in cui, nel mese di Marzo, allâVIII° Congresso viene approvato il Programma del partito che prevede la piena scomparsa dei pregiudizi religiosi attraverso lâorganizzazione di unâampia propaganda di educazione scientifica (nauÄno-prosvetitelânuju) e antireligiosa, sottolineando, peraltro, la necessitĂ di
rifuggire da qualsiasi forma di offesa dei sentimenti religiosi dei credenti, la quale conduce solamente al rafforzamento del fanatismo religioso8.
Al punto 13 si afferma che ogni comunista deve essere ateo e condurre tra i non iscritti al partito unâattiva propaganda antireligiosa. A proposito della scuola si afferma che
la scuola statale deve essere assolutamente separata da qualsiasi religione e ogni tentativo di propaganda controrivoluzionaria sotto lâapparenza di predicazione religiosa deve essere represso. Ma la Costituzione della Repubblica Sovietica riconosce una piena libertĂ di professione religiosa e il congresso rivolge lâattenzione allâassoluta inammissibilitĂ di qualsiasi limitazione di questo diritto e anche di unâombra di violenza in materia religiosa. Coloro che attentano alla libertĂ di fede e di culto dei cittadini di ogni professione devono essere assoggettati a severa sanzione9.
I medesimi principi vengono ribaditi nei programmi adottati successivamente10. Peraltro, come rettamente sottolinea la Miljakova, la politica bolscevica nei confronti della Chiesa sarĂ assai piĂš radicale e distruttiva rispetto a quanto dichiarato nel programma del partito11.
La lotta antiecclesiastica si scatena subito dopo il rovesciamento del Governo Provvisorio: nei giorni 24-26 Ottobre (6-8 Novembre) il partito bolscevico organizza a Pietrogrado una rivolta armata: alle 10 del mattino del 25 Ottobre con il proclama Ai cittadini della Russia, scritto da Lenin, si dichiara il rovesciamento del Governo Provvisorio e il trasferimento del potere al Comitato rivoluzionario militare (VRK) del Soviet dei deputati degli operai e dei soldati. Alle due del mattino del 26 Ottobre reparti armati, dopo avere occupato tutti i punti strategici della cittĂ , irrompono nel Palazzo dâinverno e arrestano i membri del Governo Provvisorio. Tre ore dopo il II° Congresso dei Soviet di tutta la Russia dichiara:
Tutto il potere, in tutte le localitĂ , passa ai Soviet dei deputati degli operai, dei soldati e dei contadini, i quali debbono assicurare un effettivo ordine rivoluzionario12.
Il Congresso dei Soviet diviene lâorgano supremo del potere statale e la Russia è denominata Repubblica Socialista Federativa Sovietica di Russia (RSFSR). Il Congresso istituisce il Comitato esecutivo centrale di tutta la Russia (VCIK), nel quale per un breve periodo vi sono i rappresentanti di diversi partiti, e il Soviet dei commissari del popolo (Sovnarkom o SNK), del quale fanno parte i soli bolscevichi; il Sovnarkom è anche chiamato Governo Provvisorio operaio e contadino, provvisorio perchĂŠ investito di poteri sino alla convocazione dellâAssemblea costituente. Alla luce di questi fatti è improprio definire rivoluzione quello che in realtà è stato un coup dâĂŠtat. LâAssemblea costituente, riunita il 5 Gennaio 1918 è sciolta allâalba del 6 Gennaio con unâazione di forza, dopo che i bolscevichi sono costretti a prendere atto di essere in minoranza, nonostante i rappresentanti dei partiti moderati fossero stati arrestati prima della convocazione13.
Da parte sua, la Chiesa russa14, animata da tempo da una diffusa ansia di rinnovamento15, riunita in Concilio dal 15 (28) Agosto 1917, tre giorni dopo il colpo di Stato comunista, delibera di porre fine al periodo sinodale imposto da Pietro il Grande nel 1721, ricostituendo il Patriarcato. I membri del Concilio indicano democraticamente con voto segreto il nome della personalitĂ alla quale affidare la direzione della Chiesa: i tre candidati che ottengono il maggior numero di voti sono lâarcivescovo di Charkiv, Antonij (Chrapovickij), lâarcivescovo di Novgorod, Arsenij (Stadnickij), e il metropolita di Mosca, Tichon (Bellavin, Belavin). Il nome del patriarca Tichon è estratto a sorte dallo starec Aleksij il mattino del 5 (18) Novembre 191716.
1 Nella traslitterazione di alcune parole russe entrate nellâuso comune non ho seguito rigorosamente le regole IOS: cosĂŹ, invece di carâ, ho scritto zar e invece di Sovet ho scritto Soviet; ho usato Presidium in luogo di Prezidium, stante lâorigine latina del lemma. Nelle citazioni si riportano le lettere maiuscole e minuscole del testo originale. Nei titoli dei libri e nelle citazioni si riporta la traslitterazione adottata dagli editori, spesso diversa da quella scientifica da me adottata (ad es. Fedotoff e Fedotov, Pospelovskij e Pospielovsky, ecc.). Secondo la consuetudine russa si riportano le date del calendario giuliano, tuttora in vigore nella Chiesa ortodossa, e, in parentesi, di quello gregoriano, il quale ultimo è introdotto in Russia con decreto del 24 Gennaio (6 Febbraio) 1918. Si cancellano i giorni dal 1° al 13 Febbraio, cosĂŹ che si passa dal 31 Gennaio al 14 Febbraio, colmando la differenza di 13 giorni esistente tra i due calendari, cfr. decreto del SNK Dellâintroduzione del calendario europeo occidentale, in ÂŤSobranie uzakonenij i rasporjaĹženij RaboÄego i Krestâjanskogo pravitelâstvaÂť (di seguito: ÂŤSU RSFSRÂť), 1918, 19, art. 289. Sino al 1° Luglio 1918 nei documenti è indicata la data del calendario gregoriano e in parentesi di quello giuliano, vigente in precedenza (art. 10). A titolo di curiositĂ merita ricordare che nellâautunno 1918 il Commissariato del popolo dellâistruzione (Narkompros) presenta alla Sezione scientifica la proposta di sostituire il computo degli anni non piĂš con riferimento allâera cristiana, ma a quella socialista, cfr. Otdelenie Cerkvi ot gosudarstva i ĹĄkoly ot Cerkvi v Sovetskoj Rossii, Oktjabrâ 1917-1918. Sbornik dokumentov (di seguito: OtdelenieâŚSbornik), a cura del protoierej Vl. VorobâĂŤv, Izd. PSTGU, Moskva 2016, pp. 597-599.
2 CosĂŹ in A. LunaÄarskij, Religione e socialismo, con introduzione di V. Strada, Guaraldi, Firenze 1973.
3 Prosegue il LunaÄarskij: E il vero socialdemocratico è un uomo profondamente religioso [âŚ] Ă lâuomo della religione del lavoro collettivo, cfr. BuduĹĄÄee religii, in ÂŤObrazovanieÂť, 1907, 10, p. 23.
4 Jutta Scherrer, La crise de lâintelligentsia marxiste avant 1914: A. LunaÄarskij et le bogostroitelâstvo, in ÂŤRĂŠvue des ĂŠtudes slavesÂť, 51 (1978), pp. 207-215. Agli edificatori di Dio si contrappongono i rappresentanti della corrente filosofica dei cercatori di Dio (bogoiskateli), sorta in Russia negli anni Novanta del XIX secolo, ostile al marxismo, che vagheggia un nuovo cristianesimo sulle orme del pensiero di FĂŤdor Dostoevskij e di Vladimir SolovâĂŤv. A questa corrente appartengono eminenti esponenti della cultura russa, come Nikolaj Berdjaev, Sergij Bulgakov, Dmitrij MereĹžkovskij, Vasilij Rozanov, Zinaida Gippius, Dmitrij Filosofov, Nikolaj Minskij (N.M. Vilenkin) e altre figure rappresentative dellâintelligencija, che hanno contribuito allâantologia Vechi, pubblicata nel 1909 (M.O. GerĹĄenzon, N.A. Berdjaev, S.N. Bulgakov, A.S. Izgoev, B.A. Kistjakovskij, P.B. Struve, Vechi. Sbornik statej o russkoj intelligencii, Moskva 1909, reprint Novoe Vremja, Moskva 1990, edizione italiana: Vechi. La svolta, Lâintelligencija russa tra il 1905 e il 1917, traduzione di A.U. Floridi, Jaca Book, Milano 1970 e 1990 con introduzione di S. Romano). Sullâatteggiamento di Lenin nei confronti dei bogoiskateli e dei bogostroiteli cfr. I.A. Kryvelev, Lenin o religii, Izd. Akademii Nauk SSSR, Moskva 1960, p. 72 e ss. Sullâargomento cfr. altresĂŹ A. Caricyn, Lenin v borâbe s bogostroitelâstvom, GAIZ, Moskva 1939 e M. Laskovaja, Bogoiskatelâstvo i bogostroitelâstvo. PreĹžde i teperâ, Moskovskij raboÄij, Moskva 1976.
5 Maksim Gorâkij è lo pseudonimo di Aleksej MaksimoviÄ PeĹĄkov.
6 V.I. Lenin, Polnoe Sobranie SoÄinenij (di eseguito PSS), a cura dellâInstitut Marksizma-Leninizma pri CK KPSS, izdanie pjatoe, izdatelâstvo PolitiÄeskoj Literatury CK KPSS (Politizdat, di seguito: Izd. Pol. Lit.), Moskva 1967, in 55 volumi, tom 48, pp. 226-227. Merita qui sottolineare il tono sprezzante di Lenin; giustamente il Caprio rileva che Lenin sapeva ridurre ogni oppositore a caricatura, impedendo una vera comprensione delle posizioni in campo; la volgarit...