Il Medioevo russo
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Secoli X-XVII

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Secoli X-XVII

About this book

Questo volume, primo di quattro, esamina il tema della conversione della Rus' e dell'influenza del mondo bizantino sul cristianesimo orientale, il quale, a causa della dominazione tatarica, viene a trovarsi isolato per due secoli e mezzo dall'Europa e dalla sua evoluzione culturale. A seguito dell'espansione lituana, che incorpora le terre occidentali della Rus', nascono la metropolia di Haly? e quella di Lituania e si pone in tal modo fine al principio dell'unitĂ  giurisdizionale della Chiesa della Rus' rappresentata dalla metropolia di KyĂŻv prima e di Mosca poi. Nel secolo successivo questa frattura trova conferma nell'Unione di Firenze (1439), respinta dalla Chiesa di Mosca, la quale al tempo di Vasilij II il Cieco decide di proclamare la propria autocefalia da Costantinopoli (1448). Con l'allargamento dei confini del principato di Mosca ad opera di Ivan III il Grande, i tempi sono maturi per l'affermarsi dell'idea di Mosca Terza Roma e per l'incoronazione del primo zar russo (1547), Ivan IV il Terribile, il quale istaura un regime assolutista e porta a compimento il processo di asservimento della Chiesa al potere politico che segnerĂ  la storia della Russia nei secoli successivi. Per contro, la parte occidentale della Rus', che comprende le terre bielorusse e ucraine incorporate nella Rzeczpospolita polacco lituana, a confronto con la mentalitĂ  occidentale, assorbe peculiaritĂ  linguistiche e culturali che l'allontanano progressivamente dalla Russia moscovita e culmineranno nel 1596 con l'adesione a Roma delle eparchie rutene, in risposta alla nascita del Patriarcato di Mosca (1589) e alle sue velleitĂ  espansionistiche. A questa terza grande frattura dell'unitĂ  della Chiesa di Mosca fa seguito nel secolo successivo lo scisma dei Vecchio-credenti che dĂ  vita ad una Chiesa nazionale contrapposta a quella ufficiale posta al servizio del potere politico.

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Information

Publisher
Jaca Book
Year
2021
eBook ISBN
9788816802834
Topic
History
Index
History

IL MEDIOEVO RUSSO

SECOLI X-XVII

1. L’EVANGELIZZAZIONE DEGLI SLAVI E DELLA RUS’

La Rus’, terra natale dello Stato russo, inizia a formarsi nell’VIII secolo nel bacino del Dnipro (Dnepr), a Kyïv, e si va progressivamente estendendo sino a comprendere verso nord la città di Novgorod1.
Al potenziamento di questa nuova entitĂ  statuale contribuiscono i normanni, progenitori degli scandinavi e conosciuti anche come vichinghi, menzionati nelle cronache del mondo greco e antico slavo come varjaghi2, i quali, nella seconda metĂ  dell’VIII secolo, scendono lungo le grandi pianure della Slavia orientale, attraversano i laghi Ladoga e Beloozero e incrociano i grandi fiumi, in particolare il Dnipro, la Volga e i loro affluenti, che usano come vie di comunicazione verso Oriente e il Meridione. È questa la cosiddetta via dei varjaghi (varjaĆŸskij put’), lungo la quale sorgono le cittĂ  di Novgorod e KyĂŻv3.
Secondo la Cronaca di Nestore4, nell’anno 6370 (862 d.C.), gli slavi, incapaci di amministrarsi a causa dei continui conflitti, invitano i varjaghi a governarli: «[gli slavi] cominciarono da sĂ© a governarsi, e non vi era fra loro giustizia, e si levĂČ stirpe contro stirpe, e vi era fra loro discordia e cominciarono a combattersi essi fra loro stessi. E si dissero: “cerchiamo un principe, il quale ci governi e giudichi secondo giustizia”. E andarono al di lĂ  del mare dai Varjaghi, dai Russi. GiacchĂ© questi Varjaghi si chiamavano Russi5, cosĂŹ come altri si chiamano Svedesi, altri Normanni, Angli, Goti, cosĂŹ anche questi. Dissero ai Russi i Čudi, gli Slavi, i Kriviči, e i Vesi: “La terra nostra Ăš grande e fertile, ma ordine in essa non v’ù. Venite a governarci e comandarci”. E si riunirono tre fratelli con la loro gente, e presero seco tutti i Russi; e giunsero [ivi]; il piĂč anziano, Rjurik, si stabilĂŹ a Novgorod, e il secondo Sineus a Beloozero, e il terzo Truvor a Izborsk. E da questi Varjaghi prese nome la terra russa, i Novgorodiani, sono questi novgorodiani di stirpe varjaga, prima perĂČ erano slavi. Dopo due anni Sineus morĂŹ e anche il fratello suo Truvor. E assunse il potere Rjurik, e distribuĂŹ agli uomini suoi le cittĂ : ad uno Polock, ad un altro Rostov, ad un altro Beloozero»6.
Capo di questi peculiari colonizzatori che unificano i territori della Rus’ Ăš Rjurik, dal quale discenderĂ  una dinastia che governerĂ  la Rus’ prima e la Moscovia poi sino al 15987, anno della morte dell’ultimo dei Rjurikoviči, FĂ«dor Ivanovič, figlio del Terribile.
Alla sua morte (879), Rjurik lascia il Principato a Oleg «dopo aver affidato a lui il figliol suo Igor’, ancora fanciullo»8. Nell’anno 882 Oleg, conquistata KyĂŻv, unifica il Paese: «E si stabilĂŹ Oleg principe in Kiev, e disse Oleg: “Sia questa la madre delle cittĂ  russe”. E aveva presso di sĂ© Varjaghi e Slavi e altri che si chiamavano Russi. Oleg fondĂČ cittĂ  ed impose tributi agli Slavi, ai Kriviči, ai Meri, e dispose che da Novgorod venisse dato ai Varjaghi un tributo di 300 grivne9 all’anno, per la tutela della pace, e [Novgorod] fino alla morte di Jaroslav pagĂČ ai Varjaghi»10.
Di un primo tentativo di cristianizzazione della Rus’ si ha notizia in una enciclica del patriarca Phƍtios, nella quale si menziona che nell’anno 865 un vescovo greco viene inviato nella Rus’: «PoichĂ© non Ăš stato solo questo popolo [bulgaro] a mutare la precedente empietĂ  nella fede in Cristo, ma anche lo stesso popolo denominato Ros, che gode grande fama e tutti supera per ferocia e spargimenti di sangue: un popolo che, avendo osservato quanti vivevano vicino ad esso ed essendosene oltremodo insuperbito, aveva levato la mano contro la stessa potenza romea! Anch’essi, tuttavia, hanno ora mutato la fede pagana di prima nella religione pura e veridica dei cristiani, atteggiandosi con sottomissione e benevolenza anzichĂ© con ruberie e arroganza nei nostri confronti, come avveniva fino a poco tempo fa. E si Ăš tanto acceso il loro desiderio appassionato e il loro zelo per la fede [
] che hanno accolto presso di sĂ© un vescovo e pastore, e con grande fervore e impegno ritengono i riti cristiani»11.
Gli ottimi rapporti commerciali che si instaurano tra la Rus’ e Bisanzio dopo l’incursione infausta12 di Askol’d e Dir contro i greci dell’866, vengono turbati ancora nell’anno 941 da un’altra sciagurata spedizione organizzata dal principe Igor’13 e vengono ripresi a seguito di un ulteriore tentativo di Igor’ nel 944 di sconfiggere i greci, il cui imperatore, venuto a conoscenza della volontĂ  aggressiva del principe, gli manda a dire: «Non venire, prendi piuttosto un tributo, come lo prese Oleg, aggiungerĂČ ancora qualcosa a quel tributo»14. «Igor’, giunto al Danubio, convocĂČ la druĆŸina15, e si consigliĂČ, e comunicĂČ ad essa il discorso dell’imperatore. E la druĆŸina di Igor’ disse; “Se cosĂŹ dice l’imperatore, cosa vogliamo di piĂč? Senza combattere avremo oro, e argento, e seta” [
]. Igor’ prestĂČ loro ascolto, ed ordinĂČ ai Peceneghi di combattere contro la terra bulgara; mentre egli, dopo aver preso dai Greci oro e tessuti per sĂ© e per tutti i guerrieri, tornĂČ indietro, e giunse a Kiev, alla sua città»16.
A Kyïv i seguaci del Cristianesimo sono già numerosi alla metà del X secolo: nel 945, anno della morte di Igor’17, esiste una chiesa dedicata a sant’Elia, dove i compagni del principe giurano fedeltà al patto di pace con Bisanzio18, nel quale sono espressamente menzionati i russi cristiani.
Si Ăš discusso a lungo se Ol’ga, la vedova di Igor’, sia stata battezzata a Costantinopoli nel 957, oppure a KyĂŻv nell’anno 955, come si afferma nella Cronaca nestoriana: «AndĂČ Ol’ga dai Greci, e arrivĂČ a Costantinopoli. Era allora imperatore Costantino19, figlio di Leone20; e venne a lui Ol’ga; ed avendola vista molto bella d’aspetto e sensata, l’imperatore parlandole ebbe a meravigliarsi della sua intelligenza, e le disse: “Sei degna di regnare con me in questa città”. Ella allora, avendo compreso, disse all’imperatore: “Io sono pagana, se vuoi battezzarmi, battezzami tu stesso; altrimenti non mi battezzerĂČ”; e l’imperatore la battezzĂČ con il vescovo. Essendosi purificata, godĂ© spiritualmente e materialmente; e la istruĂŹ il patriarca sulla fede, e le disse: “Sii benedetta tra le donne russe, perchĂ© tu ami la luce, e la tenebra hai rigettato. Ti benediranno i figli russi fino alle future generazioni dei nipoti tuoi”. E le dette i precetti sul regolamento della chiesa, sulla preghiera e sul digiuno, sulla caritĂ  e sulla conservazione della purezza del corpo. [
] Fu battezzata col nome di Elena: questo era stato anche [il nome] della vegliarda imperatrice, madre di Costantino il Grande»21.
Nestore sottolinea il ruolo svolto da Ol’ga nella diffusione del Cristianesimo nella Rus’: «Come l’aurora precorre il sole e come l’alba la luce, cosĂŹ fu Ol’ga a precorrere il cristianesimo della terra [russa]. GiacchĂ© come splendeva la luna nella notte, cosĂŹ tra gli uomini pagani ella splendeva: come splende una gemma nel fango; vi erano uomini infangati dal peccato, non purificati dal santo battesimo. Ella era stata purificata alla santa fonte battesimale, e si era liberata dalle spoglie peccaminose dell’antico uomo Adamo; del nuovo Adamo si era rivestita, cioĂš di Cristo»22.
Sarà la principessa Ol’ga, ora chiamata Elena in onore dell’imperatrice, sua madrina di battesimo, a rivolgersi all’imperatore del Sacro Romano Impero Ottone I per chiedere di inviare dall’Occidente un vescovo nella città di Kyïv.
Pertanto, quando ancora non si ù consumata la frattura tra Roma e Costantinopoli, sussistono nella Rus’ due presenze missionarie, una orientale e l’altra occidentale, le quali si riconoscono vicendevolmente.
La diffusione del Cristianesimo nella Rus’ Ăš concordemente attribuita a Volodymyr (Volodymer) il Grande (958-1015), al quale spetta l’appellativo onorifico di uguale agli apostoli (ÎčÏƒÎ±Ï€ÏŒÏƒÏ„ÎżÎ»ÎżÏ‚, ravnoapostol’nyj), riconosciuto agli imperatori bizantini e attribuito anche alla principessa Elena, sua nonna23. È infatti Volodymyr, dopo aver ricevuto il battesimo a KyĂŻv nell’anno 988, a rendere il Cristianesimo religione dello Stato e a porre le premesse per la sua espansione, anche se per lungo tempo le divinitĂ  precristiane24 sopravvivranno accanto a esso, dando origine al fenomeno della doppia fede (dvoeverie)25, peraltro non peculiare della sola Rus’, che durerĂ  a lungo.
Il battesimo di Volodymyr prima, e quello della Rus’ poi, nasce da particolari circostanze politiche, giacchĂ© Ăš una conseguenza dell’aiuto militare a lui domandato dagli imperatori Basilio II (Bulgaroktonos) e Costantino VIII Porfirogeneti per arginare gli attacchi provenienti dall’Asia Minore. Il principe Volodymyr accoglie la richiesta, ma pone la condizione di avere in moglie la sorella degli imperatori, Anna, impegnandosi nel contempo a ricevere il battesimo cristiano.
La conversione al Cristianesimo della Rus’ avviene tardivamente rispetto a quella di altri popoli slavi: infatti, nell’863 Rastislav, principe di Moravia, chiede all’imperatore bizantino Michele III l’Ubriaco (ᜀ ÎœÎ­ÎžÏ…ÏƒÎżÏ‚) e al patriarca Phƍtios l’invio di missionari: «Il nostro popolo, da quando ha respinto il paganesimo, osserva la legge cristiana, perĂČ non abbiamo un maestro tale, che sia in grado di spiegarci la vera fede cristiana nella nostra lingua, perchĂ© anche le altre regioni [slave], vedendolo, seguano il nostro esempio. Inviateci pertanto, Signore, un tale vescovo e maestro. Da voi, infatti, sempre emana la legge valida per tutto l’ecumene». Soggiunge Rastislav: «Missionari sono venuti dall’Italia, dalla Grecia e dalla Germania, insegnando a noi in maniera diversa; noi slavi siamo gente semplice e poco colta e non abbiamo chi ci educhi nella veritĂ  e ci spieghi il senso»26.
L’imperatore bizantino accoglie questa «innovazione ardita, studiata e giustificata a Bisanzio nei circoli imperiali e patriarcali»27 e dispone l’invio di due fratelli di Tessalonica, cittĂ  in cui esiste una folta colonia slava che ha permesso loro di apprendere perfettamente questa lingua in gioventĂč. Essi sono figli del magistrato Leone, legat...

Table of contents

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. Indice
  5. Dedica
  6. Nota per la lettura dei nomi russi e ucraini
  7. Nota sui criteri di traslitterazione
  8. Elenco alfabetico degli acronimi e delle abbreviazioni
  9. Ringraziamenti
  10. Il medioevo russo secoli X-XVII
  11. Appendice: Brevi note su alcune Regioni menzionate nel testo
  12. Indice degli Autori e dei Nomi citati nel I volume
  13. Carte