IL MEDIOEVO RUSSO
SECOLI X-XVII
1. LâEVANGELIZZAZIONE DEGLI SLAVI E DELLA RUSâ
La Rusâ, terra natale dello Stato russo, inizia a formarsi nellâVIII secolo nel bacino del Dnipro (Dnepr), a KyĂŻv, e si va progressivamente estendendo sino a comprendere verso nord la cittĂ di Novgorod1.
Al potenziamento di questa nuova entitĂ statuale contribuiscono i normanni, progenitori degli scandinavi e conosciuti anche come vichinghi, menzionati nelle cronache del mondo greco e antico slavo come varjaghi2, i quali, nella seconda metĂ dellâVIII secolo, scendono lungo le grandi pianure della Slavia orientale, attraversano i laghi Ladoga e Beloozero e incrociano i grandi fiumi, in particolare il Dnipro, la Volga e i loro affluenti, che usano come vie di comunicazione verso Oriente e il Meridione. Ă questa la cosiddetta via dei varjaghi (varjaĆŸskij putâ), lungo la quale sorgono le cittĂ di Novgorod e KyĂŻv3.
Secondo la Cronaca di Nestore4, nellâanno 6370 (862 d.C.), gli slavi, incapaci di amministrarsi a causa dei continui conflitti, invitano i varjaghi a governarli: «[gli slavi] cominciarono da sĂ© a governarsi, e non vi era fra loro giustizia, e si levĂČ stirpe contro stirpe, e vi era fra loro discordia e cominciarono a combattersi essi fra loro stessi. E si dissero: âcerchiamo un principe, il quale ci governi e giudichi secondo giustiziaâ. E andarono al di lĂ del mare dai Varjaghi, dai Russi. GiacchĂ© questi Varjaghi si chiamavano Russi5, cosĂŹ come altri si chiamano Svedesi, altri Normanni, Angli, Goti, cosĂŹ anche questi. Dissero ai Russi i Äudi, gli Slavi, i KriviÄi, e i Vesi: âLa terra nostra Ăš grande e fertile, ma ordine in essa non vâĂš. Venite a governarci e comandarciâ. E si riunirono tre fratelli con la loro gente, e presero seco tutti i Russi; e giunsero [ivi]; il piĂč anziano, Rjurik, si stabilĂŹ a Novgorod, e il secondo Sineus a Beloozero, e il terzo Truvor a Izborsk. E da questi Varjaghi prese nome la terra russa, i Novgorodiani, sono questi novgorodiani di stirpe varjaga, prima perĂČ erano slavi. Dopo due anni Sineus morĂŹ e anche il fratello suo Truvor. E assunse il potere Rjurik, e distribuĂŹ agli uomini suoi le cittĂ : ad uno Polock, ad un altro Rostov, ad un altro Beloozero»6.
Capo di questi peculiari colonizzatori che unificano i territori della Rusâ Ăš Rjurik, dal quale discenderĂ una dinastia che governerĂ la Rusâ prima e la Moscovia poi sino al 15987, anno della morte dellâultimo dei RjurikoviÄi, FĂ«dor IvanoviÄ, figlio del Terribile.
Alla sua morte (879), Rjurik lascia il Principato a Oleg «dopo aver affidato a lui il figliol suo Igorâ, ancora fanciullo»8. Nellâanno 882 Oleg, conquistata KyĂŻv, unifica il Paese: «E si stabilĂŹ Oleg principe in Kiev, e disse Oleg: âSia questa la madre delle cittĂ russeâ. E aveva presso di sĂ© Varjaghi e Slavi e altri che si chiamavano Russi. Oleg fondĂČ cittĂ ed impose tributi agli Slavi, ai KriviÄi, ai Meri, e dispose che da Novgorod venisse dato ai Varjaghi un tributo di 300 grivne9 allâanno, per la tutela della pace, e [Novgorod] fino alla morte di Jaroslav pagĂČ ai Varjaghi»10.
Di un primo tentativo di cristianizzazione della Rusâ si ha notizia in una enciclica del patriarca PhĆtios, nella quale si menziona che nellâanno 865 un vescovo greco viene inviato nella Rusâ: «PoichĂ© non Ăš stato solo questo popolo [bulgaro] a mutare la precedente empietĂ nella fede in Cristo, ma anche lo stesso popolo denominato Ros, che gode grande fama e tutti supera per ferocia e spargimenti di sangue: un popolo che, avendo osservato quanti vivevano vicino ad esso ed essendosene oltremodo insuperbito, aveva levato la mano contro la stessa potenza romea! Anchâessi, tuttavia, hanno ora mutato la fede pagana di prima nella religione pura e veridica dei cristiani, atteggiandosi con sottomissione e benevolenza anzichĂ© con ruberie e arroganza nei nostri confronti, come avveniva fino a poco tempo fa. E si Ăš tanto acceso il loro desiderio appassionato e il loro zelo per la fede [âŠ] che hanno accolto presso di sĂ© un vescovo e pastore, e con grande fervore e impegno ritengono i riti cristiani»11.
Gli ottimi rapporti commerciali che si instaurano tra la Rusâ e Bisanzio dopo lâincursione infausta12 di Askolâd e Dir contro i greci dellâ866, vengono turbati ancora nellâanno 941 da unâaltra sciagurata spedizione organizzata dal principe Igorâ13 e vengono ripresi a seguito di un ulteriore tentativo di Igorâ nel 944 di sconfiggere i greci, il cui imperatore, venuto a conoscenza della volontĂ aggressiva del principe, gli manda a dire: «Non venire, prendi piuttosto un tributo, come lo prese Oleg, aggiungerĂČ ancora qualcosa a quel tributo»14. «Igorâ, giunto al Danubio, convocĂČ la druĆŸina15, e si consigliĂČ, e comunicĂČ ad essa il discorso dellâimperatore. E la druĆŸina di Igorâ disse; âSe cosĂŹ dice lâimperatore, cosa vogliamo di piĂč? Senza combattere avremo oro, e argento, e setaâ [âŠ]. Igorâ prestĂČ loro ascolto, ed ordinĂČ ai Peceneghi di combattere contro la terra bulgara; mentre egli, dopo aver preso dai Greci oro e tessuti per sĂ© e per tutti i guerrieri, tornĂČ indietro, e giunse a Kiev, alla sua città »16.
A KyĂŻv i seguaci del Cristianesimo sono giĂ numerosi alla metĂ del X secolo: nel 945, anno della morte di Igorâ17, esiste una chiesa dedicata a santâElia, dove i compagni del principe giurano fedeltĂ al patto di pace con Bisanzio18, nel quale sono espressamente menzionati i russi cristiani.
Si Ăš discusso a lungo se Olâga, la vedova di Igorâ, sia stata battezzata a Costantinopoli nel 957, oppure a KyĂŻv nellâanno 955, come si afferma nella Cronaca nestoriana: «AndĂČ Olâga dai Greci, e arrivĂČ a Costantinopoli. Era allora imperatore Costantino19, figlio di Leone20; e venne a lui Olâga; ed avendola vista molto bella dâaspetto e sensata, lâimperatore parlandole ebbe a meravigliarsi della sua intelligenza, e le disse: âSei degna di regnare con me in questa cittĂ â. Ella allora, avendo compreso, disse allâimperatore: âIo sono pagana, se vuoi battezzarmi, battezzami tu stesso; altrimenti non mi battezzerĂČâ; e lâimperatore la battezzĂČ con il vescovo. Essendosi purificata, godĂ© spiritualmente e materialmente; e la istruĂŹ il patriarca sulla fede, e le disse: âSii benedetta tra le donne russe, perchĂ© tu ami la luce, e la tenebra hai rigettato. Ti benediranno i figli russi fino alle future generazioni dei nipoti tuoiâ. E le dette i precetti sul regolamento della chiesa, sulla preghiera e sul digiuno, sulla caritĂ e sulla conservazione della purezza del corpo. [âŠ] Fu battezzata col nome di Elena: questo era stato anche [il nome] della vegliarda imperatrice, madre di Costantino il Grande»21.
Nestore sottolinea il ruolo svolto da Olâga nella diffusione del Cristianesimo nella Rusâ: «Come lâaurora precorre il sole e come lâalba la luce, cosĂŹ fu Olâga a precorrere il cristianesimo della terra [russa]. GiacchĂ© come splendeva la luna nella notte, cosĂŹ tra gli uomini pagani ella splendeva: come splende una gemma nel fango; vi erano uomini infangati dal peccato, non purificati dal santo battesimo. Ella era stata purificata alla santa fonte battesimale, e si era liberata dalle spoglie peccaminose dellâantico uomo Adamo; del nuovo Adamo si era rivestita, cioĂš di Cristo»22.
SarĂ la principessa Olâga, ora chiamata Elena in onore dellâimperatrice, sua madrina di battesimo, a rivolgersi allâimperatore del Sacro Romano Impero Ottone I per chiedere di inviare dallâOccidente un vescovo nella cittĂ di KyĂŻv.
Pertanto, quando ancora non si Ăš consumata la frattura tra Roma e Costantinopoli, sussistono nella Rusâ due presenze missionarie, una orientale e lâaltra occidentale, le quali si riconoscono vicendevolmente.
La diffusione del Cristianesimo nella Rusâ Ăš concordemente attribuita a Volodymyr (Volodymer) il Grande (958-1015), al quale spetta lâappellativo onorifico di uguale agli apostoli (ÎčÏαÏÏÏÏολοÏ, ravnoapostolânyj), riconosciuto agli imperatori bizantini e attribuito anche alla principessa Elena, sua nonna23. Ă infatti Volodymyr, dopo aver ricevuto il battesimo a KyĂŻv nellâanno 988, a rendere il Cristianesimo religione dello Stato e a porre le premesse per la sua espansione, anche se per lungo tempo le divinitĂ precristiane24 sopravvivranno accanto a esso, dando origine al fenomeno della doppia fede (dvoeverie)25, peraltro non peculiare della sola Rusâ, che durerĂ a lungo.
Il battesimo di Volodymyr prima, e quello della Rusâ poi, nasce da particolari circostanze politiche, giacchĂ© Ăš una conseguenza dellâaiuto militare a lui domandato dagli imperatori Basilio II (Bulgaroktonos) e Costantino VIII Porfirogeneti per arginare gli attacchi provenienti dallâAsia Minore. Il principe Volodymyr accoglie la richiesta, ma pone la condizione di avere in moglie la sorella degli imperatori, Anna, impegnandosi nel contempo a ricevere il battesimo cristiano.
La conversione al Cristianesimo della Rusâ avviene tardivamente rispetto a quella di altri popoli slavi: infatti, nellâ863 Rastislav, principe di Moravia, chiede allâimperatore bizantino Michele III lâUbriaco (ᜠÎÎΞÏ
ÏÎżÏ) e al patriarca PhĆtios lâinvio di missionari: «Il nostro popolo, da quando ha respinto il paganesimo, osserva la legge cristiana, perĂČ non abbiamo un maestro tale, che sia in grado di spiegarci la vera fede cristiana nella nostra lingua, perchĂ© anche le altre regioni [slave], vedendolo, seguano il nostro esempio. Inviateci pertanto, Signore, un tale vescovo e maestro. Da voi, infatti, sempre emana la legge valida per tutto lâecumene». Soggiunge Rastislav: «Missionari sono venuti dallâItalia, dalla Grecia e dalla Germania, insegnando a noi in maniera diversa; noi slavi siamo gente semplice e poco colta e non abbiamo chi ci educhi nella veritĂ e ci spieghi il senso»26.
Lâimperatore bizantino accoglie questa «innovazione ardita, studiata e giustificata a Bisanzio nei circoli imperiali e patriarcali»27 e dispone lâinvio di due fratelli di Tessalonica, cittĂ in cui esiste una folta colonia slava che ha permesso loro di apprendere perfettamente questa lingua in gioventĂč. Essi sono figli del magistrato Leone, legat...