LA GELOSIA TRA FRATELLI
PAPÀ DI CATERINA: Il problema della gelosia ci colpisce direttamente in quanto abbiamo due figli, Caterina, che ha tre anni e mezzo, e il piccolo che è appena nato (ha tre mesi).
Caterina ha cominciato a essere gelosa fin da quando le abbiamo detto che la mamma aspettava un bambino. Nei primi mesi di gravidanza esprimeva questa gelosia col desiderio di distruggere in qualche modo il bambino e il suo gioco preferito divenne quello di fare lei dei bambini. Prendeva le bambole e se le metteva sotto la gonna, oppure le picchiava fino a ucciderle.
Questo gioco ossessivo ci preoccupò molto. Quando poi la pancia cominciò a vedersi sempre di più, la cosa si aggravò. Non sapendo come fare, chiedemmo aiuto a Masal, che tranquillizzò noi e ci aiutò a dare una risposta alla bimba: la mamma le disse che lei avrebbe difeso sia il bambino dentro la pancia sia lei con le sue rabbie.
MAMMA DI CATERINA: I momenti più violenti di Caterina si attenuarono ma diventarono sempre più pressanti le domande sul posto che questo bambino avrebbe preso nella nostra vita.
Chiedeva: «Si prenderà i miei giochi?» «Dormirà nel mio letto?» «Dovrò dargli i miei vestiti?» e così via. La sua preoccupazione era evidente, sotto il problema della spartizione materiale cera quello dello spazio d’amore.
PAPÀ DI CATERINA: A questo punto cercammo di razionalizzarlo il più possibile; io le feci un esempio che mi sembrava potesse andar bene: le dissi che siccome noi genitori avevamo tanto amore potevamo anche avere tanti bambini, che era come comperare una bella torta e dividerla in tante parti in modo che ognuno potesse avere la sua fetta e così soddisfare i bisogni di tutti.
MAMMA DI RICHI: Anch’io ho due bambini: Richi, di due anni e mezzo, e il piccolo, di un anno. Però ho vissuto il problema in modo molto diverso, mi pare più serenamente.
PAPÀ DI CATERINA: Sicuramente erano ansie nostre... Di solito sono abbastanza ansioso e questo, probabilmente, Caterina lo ha sentito molto. In questo asilo, poi, i problemi dei bambini vengono a galla con più facilità, e così anche noi siamo coinvolti molto più direttamente.
MASAL: I problemi qui trovano uno spazio in cui venir fuori liberamente. È chiaro che se vedo Caterina giocare per intere mattinate a cambiare i bambolotti, a farli nascere, a fare la mamma, a trattarli bene e male mi rendo conto che c’è qualcosa che la preoccupa e che questo qualcosa va in qualche modo affrontato. Così lo comunico anche a voi e vi coinvolgo, per cercare di risolverlo insieme.
PAPÀ DI ALBERTO: E come è andata a finire questa storia di Caterina? È nato?
MAMMA DI CATERINA: Sì! Sì è nato. Nei giorni precedenti la nascita, Caterina faceva molto la brava bambina, stava composta a tavola, portarla al ristorante era un piacere... ma sembrava che facesse tutto questo per il timore di non essere più accettata. Ci sembravano un po’ atteggiamenti da adulto, forzati, e soprattutto non rispecchiavano assolutamente il carattere di Caterina.
Dopo la nascita del fratellino, Caterina è venuta più volte a trovarmi in clinica; quando sono tornata a casa ha cominciato lei a fare l’ammalata. Voleva che io le portassi la colazione a letto su un vassoio... faceva la mamma che ha tanti bambini e l’ultimo lo uccideva sempre.
Un uccello incinto. Maschera il desiderio e l’invidia nei confronti della mamma incinta. (Cinque anni e mezzo)
PAPÀ DI CATERINA: La fantasia più ricorrente in quei giorni era che questa mamma (che era lei) prendeva il suo ultimo bambino e lo buttava giù dalla finestra; il bambino finiva sotto una macchina e c’erano subito altre due macchine che passavano e lo schiacciavano; poi lei scendeva, lo raccoglieva, lo portava in casa, lo metteva nel forno e lo mangiava.
PAPÀ DI ALBERTO: Non sarebbe stato meglio responsabilizzarla?
MAMMA DI CATERINA: Non volevo che si sentisse più grande... Caterina è piccola ed è giusto che faccia la piccola, ha solo tre anni e mezzo! Mi sembrava giusto invece farle capire che io ero la mamma, che comunque ero la più forte e perciò in grado di occuparmi e di accudire tutti e due i miei bambini.
MAMMA DI RICHI: Io ho fatto esattamente il contrario. Mi sono fatta aiutare, sia perché mi faceva comodo sia perché lui era contento. Richi mi portava i pannolini e mi aiutava a fare il bagnetto al piccolo, ma non ricordo di aver avuto questi problemi.
Soluzioni originali
MASAL: Vediamo come ognuno di noi trova un suo modo per affrontare il problema, proprio perché siamo diversi uno dall’altro.
MAMMA DI RICHI: Richi ha picchiato spesso suo fratello neonato con la pistola.
MAMMA DI GIORDANO (quattro anni): Scusa, ma non avevi detto che non avevi avuto problemi?
MAMMA DI RICHI: HO sempre pensato che fosse una cosa del tutto normale. Io ho avuto un fratello più piccolo che mi ha sempre picchiata: mia madre mi raccontava che le prendevo e non reagivo.
MASAL: (Scherzosa) E tu fai fare a Richi quello che non sei riuscita a fare a tuo fratello...
PAPÀ DI ALBERTO (quattro anni e mezzo): Io ho un figlio che è terribilmente geloso quando io e mia moglie ci parliamo. Lui arriva e si mette sempre di mezzo.
PAPÀ DI LALLA (tre anni e mezzo): Noi aspettiamo un bambino, e Lalla ha cominciato a essere gelosa quando la pancia ha cominciato a vedersi.
MAMMA DI LALLA: Non è andata proprio così: è che io con Lalla ho sbagliato tutto all’inizio, perché le ho detto che mamma e papà le facevano un regalo, un fratellino. Lei è diventata una peste e io non capivo perché. Ho detto che facevamo un bimbo per lei.
MASAL: È chiaro che, avendole detto che era un regalo, lei non poteva rifiutarlo apertamente. La gelosia non era diretta al bambino nella pancia (come quella di Caterina), né a voi ‘buoni’ genitori, che le offrivate un regalo così straordinario. Ma, essendo insostenibile l’ansia che questo le procurava, la esprimeva facendo i capricci o, come dici tu, era diventata una peste.
Io penso che i genitori non devono fare un figlio per l’altro che hanno già, ma perché lo desiderano per sé.
MAMMA DI LALLA: Dopo aver chiarito questo problema con Masal è stato più facile affrontare il discorso con Lalla. Ora lei si identifica molto con me.
MAMMA DI RICHI: Anche Richi è geloso, ma per me è una cosa normale. Anch’io sono gelosa!
MAMMA DI SUSANNA (quattro anni): Per noi è stato diverso. All’inizio sembrava che Susanna non si rendesse conto della gravidanza, poi, dopo la nascita della sorellina, ha avuto una regressione pazzesca. Era diventata un neonato anche lei. Allora ci siamo occupati molto di lei e adesso il problema è inverso: è la piccola a essere gelosa di Susanna, anche se è molto più autonoma di quanto non fosse Susanna.
MAMMA DI RICHI: Sì, il secondo è più trascurato, cresce da sé, e perciò impara ad arrangiarsi da solo molto prima.
MAMMA DI CLAUDIO (cinque anni): Non credere che sia così automatico Anch’io pensavo che lo fosse, poi il mio secondo era così geloso del fratello che per sei mesi non mi ha fatto dormire!
PAPÀ DI ALBERTO: Tutti siamo stati gelosi dei nostri fratelli! Se solo penso a me...
PAPÀ DI SUSANNA: Io sono riuscito a superare la gelosia nei confronti di mio fratello solo quando sono diventato più alto di lui!
La gelosia, sentimento ‘normale’
MASAL: La gelosia del bambino nasce ancora prima di avere fratelli. Il bambino piccolo vuole mantenere il possesso della mamma tutto per sé. Questo idillio viene disturbato (anche se in modo minimo) dall’interferenza del padre. Il bambino, crescendo, si rende conto un po’ alla volta di dover dividere la madre con lui; questo gli crea dispiacere e tanta rabbia.
Il meccanismo della ...