Ti cuocio, ti mangio, ti brucio, e poi ti faccio morire
eBook - ePub

Ti cuocio, ti mangio, ti brucio, e poi ti faccio morire

Come cogliere i messaggi nascosti nei pensieri, nei giochi e nei sogni dei bambini

  1. 133 pages
  2. English
  3. ePUB (mobile friendly)
  4. Available on iOS & Android
eBook - ePub

Ti cuocio, ti mangio, ti brucio, e poi ti faccio morire

Come cogliere i messaggi nascosti nei pensieri, nei giochi e nei sogni dei bambini

About this book

Attraverso il dialogo diretto tra educatori e bambini e (fatto del tutto inedito) tra educatori e genitori, Masal Pas Bagdadi racconta in questo libro una straordinaria esperienza: quella che dal 1966 al 1997 ha fatto di un piccolo asilo milanese una vera e propria scuola di ascolto per adulti. Approdata a Milano dopo varie avventurose vicende, Masal vi ha infatti fondato e a lungo diretto "ll Centro Giochi", gestendolo sulla base di un rigoroso tirocinio psicoanalitico, ma anche con grande passione e amore per i bambini. La chiave del suo approccio è facilmente riassumibile: parte dal presupposto che ogni gesto infantile è un messaggio simbolico. Bisogna saper leggere tra le righe per esorcizzare le ansie dei piccoli, per liberare la loro immensa creatività, per aiutarli a essere amici tra loro e dei grandi. Con un pizzico di psicoanalisi e tanta attenzione i lettori di questo libro agile e affettuoso apprenderanno perché i loro figli sono ossessionati dai lupi, perché i maschietti vogliono sposare la mamma e perché tutti, senza distinzione di sesso, vogliono bruciare, cuocere, mangiare il fratellino, la mamma, il babbo, la maestra d'asilo.

Frequently asked questions

Yes, you can cancel anytime from the Subscription tab in your account settings on the Perlego website. Your subscription will stay active until the end of your current billing period. Learn how to cancel your subscription.
At the moment all of our mobile-responsive ePub books are available to download via the app. Most of our PDFs are also available to download and we're working on making the final remaining ones downloadable now. Learn more here.
Perlego offers two plans: Essential and Complete
  • Essential is ideal for learners and professionals who enjoy exploring a wide range of subjects. Access the Essential Library with 800,000+ trusted titles and best-sellers across business, personal growth, and the humanities. Includes unlimited reading time and Standard Read Aloud voice.
  • Complete: Perfect for advanced learners and researchers needing full, unrestricted access. Unlock 1.4M+ books across hundreds of subjects, including academic and specialized titles. The Complete Plan also includes advanced features like Premium Read Aloud and Research Assistant.
Both plans are available with monthly, semester, or annual billing cycles.
We are an online textbook subscription service, where you can get access to an entire online library for less than the price of a single book per month. With over 1 million books across 1000+ topics, we’ve got you covered! Learn more here.
Look out for the read-aloud symbol on your next book to see if you can listen to it. The read-aloud tool reads text aloud for you, highlighting the text as it is being read. You can pause it, speed it up and slow it down. Learn more here.
Yes! You can use the Perlego app on both iOS or Android devices to read anytime, anywhere — even offline. Perfect for commutes or when you’re on the go.
Please note we cannot support devices running on iOS 13 and Android 7 or earlier. Learn more about using the app.
Yes, you can access Ti cuocio, ti mangio, ti brucio, e poi ti faccio morire by Masal Pas Bagdadi in PDF and/or ePUB format, as well as other popular books in Education & Education Theory & Practice. We have over one million books available in our catalogue for you to explore.

Information

INSEGNARE A COMUNICARE:
LE RIUNIONI CON I GENITORI

LE RIUNIONI CON I GENITORI

Le riunioni con i genitori sono parte integrante del lavoro che svolgo al Centro e costituiscono un momento di incontro e di scambio molto utile, anche per il rapporto che viene a crearsi tra i partecipanti.
Sono gli stessi genitori a scegliere gli argomenti da trattare di volta in volta e, come il lettore potrà osservare dai resoconti riportati, non c’è un momento di preparazione prima della riunione: ciascuno dice ciò che desidera, cercando di rimanere nell’ambito del tema prescelto.
Non tutte le cose che dico io vengono immediatamente assimilate dai genitori, che spesso non accettano i miei suggerimenti nel momento in cui li ricevono ma piuttosto nel corso degli anni. Con tutto ciò, mi premeva che dai colloqui risultasse evidente l’atmosfera di serena fiducia e di interesse che normalmente governa le diverse attività dell’asilo.
Tra i tanti, ho scelto il gruppo di riunioni che segue perché mi sembrava che tutte toccassero argomenti di estrema importanza in relazione alla loro fase evolutiva: la gelosia tra fratelli; ‘normalità’ e ‘anormalità’ nei bambini da un anno e mezzo a sei anni di età; l’erotismo infantile e l’identificazione sessuale; il bambino che ‘provoca’ e il genitore che vizia; ‘sposare’ la mamma e ‘uccidere’ il papà; la scuola anticipata.

LA GELOSIA TRA FRATELLI

PAPÀ DI CATERINA: Il problema della gelosia ci colpisce direttamente in quanto abbiamo due figli, Caterina, che ha tre anni e mezzo, e il piccolo che è appena nato (ha tre mesi).
Caterina ha cominciato a essere gelosa fin da quando le abbiamo detto che la mamma aspettava un bambino. Nei primi mesi di gravidanza esprimeva questa gelosia col desiderio di distruggere in qualche modo il bambino e il suo gioco preferito divenne quello di fare lei dei bambini. Prendeva le bambole e se le metteva sotto la gonna, oppure le picchiava fino a ucciderle.
Questo gioco ossessivo ci preoccupò molto. Quando poi la pancia cominciò a vedersi sempre di più, la cosa si aggravò. Non sapendo come fare, chiedemmo aiuto a Masal, che tranquillizzò noi e ci aiutò a dare una risposta alla bimba: la mamma le disse che lei avrebbe difeso sia il bambino dentro la pancia sia lei con le sue rabbie.
MAMMA DI CATERINA: I momenti più violenti di Caterina si attenuarono ma diventarono sempre più pressanti le domande sul posto che questo bambino avrebbe preso nella nostra vita.
Chiedeva: «Si prenderà i miei giochi?» «Dormirà nel mio letto?» «Dovrò dargli i miei vestiti?» e così via. La sua preoccupazione era evidente, sotto il problema della spartizione materiale cera quello dello spazio d’amore.
PAPÀ DI CATERINA: A questo punto cercammo di razionalizzarlo il più possibile; io le feci un esempio che mi sembrava potesse andar bene: le dissi che siccome noi genitori avevamo tanto amore potevamo anche avere tanti bambini, che era come comperare una bella torta e dividerla in tante parti in modo che ognuno potesse avere la sua fetta e così soddisfare i bisogni di tutti.
MAMMA DI RICHI: Anch’io ho due bambini: Richi, di due anni e mezzo, e il piccolo, di un anno. Però ho vissuto il problema in modo molto diverso, mi pare più serenamente.
PAPÀ DI CATERINA: Sicuramente erano ansie nostre... Di solito sono abbastanza ansioso e questo, probabilmente, Caterina lo ha sentito molto. In questo asilo, poi, i problemi dei bambini vengono a galla con più facilità, e così anche noi siamo coinvolti molto più direttamente.
MASAL: I problemi qui trovano uno spazio in cui venir fuori liberamente. È chiaro che se vedo Caterina giocare per intere mattinate a cambiare i bambolotti, a farli nascere, a fare la mamma, a trattarli bene e male mi rendo conto che c’è qualcosa che la preoccupa e che questo qualcosa va in qualche modo affrontato. Così lo comunico anche a voi e vi coinvolgo, per cercare di risolverlo insieme.
PAPÀ DI ALBERTO: E come è andata a finire questa storia di Caterina? È nato?
MAMMA DI CATERINA: Sì! Sì è nato. Nei giorni precedenti la nascita, Caterina faceva molto la brava bambina, stava composta a tavola, portarla al ristorante era un piacere... ma sembrava che facesse tutto questo per il timore di non essere più accettata. Ci sembravano un po’ atteggiamenti da adulto, forzati, e soprattutto non rispecchiavano assolutamente il carattere di Caterina.
Dopo la nascita del fratellino, Caterina è venuta più volte a trovarmi in clinica; quando sono tornata a casa ha cominciato lei a fare l’ammalata. Voleva che io le portassi la colazione a letto su un vassoio... faceva la mamma che ha tanti bambini e l’ultimo lo uccideva sempre.
Un uccello incinto. Maschera il desiderio e l’invidia nei confronti della mamma incinta. (Cinque anni e mezzo)
Un uccello incinto. Maschera il desiderio e l’invidia nei confronti della mamma incinta. (Cinque anni e mezzo)
PAPÀ DI CATERINA: La fantasia più ricorrente in quei giorni era che questa mamma (che era lei) prendeva il suo ultimo bambino e lo buttava giù dalla finestra; il bambino finiva sotto una macchina e c’erano subito altre due macchine che passavano e lo schiacciavano; poi lei scendeva, lo raccoglieva, lo portava in casa, lo metteva nel forno e lo mangiava.
PAPÀ DI ALBERTO: Non sarebbe stato meglio responsabilizzarla?
MAMMA DI CATERINA: Non volevo che si sentisse più grande... Caterina è piccola ed è giusto che faccia la piccola, ha solo tre anni e mezzo! Mi sembrava giusto invece farle capire che io ero la mamma, che comunque ero la più forte e perciò in grado di occuparmi e di accudire tutti e due i miei bambini.
MAMMA DI RICHI: Io ho fatto esattamente il contrario. Mi sono fatta aiutare, sia perché mi faceva comodo sia perché lui era contento. Richi mi portava i pannolini e mi aiutava a fare il bagnetto al piccolo, ma non ricordo di aver avuto questi problemi.

Soluzioni originali

MASAL: Vediamo come ognuno di noi trova un suo modo per affrontare il problema, proprio perché siamo diversi uno dall’altro.
MAMMA DI RICHI: Richi ha picchiato spesso suo fratello neonato con la pistola.
MAMMA DI GIORDANO (quattro anni): Scusa, ma non avevi detto che non avevi avuto problemi?
MAMMA DI RICHI: HO sempre pensato che fosse una cosa del tutto normale. Io ho avuto un fratello più piccolo che mi ha sempre picchiata: mia madre mi raccontava che le prendevo e non reagivo.
MASAL: (Scherzosa) E tu fai fare a Richi quello che non sei riuscita a fare a tuo fratello...
PAPÀ DI ALBERTO (quattro anni e mezzo): Io ho un figlio che è terribilmente geloso quando io e mia moglie ci parliamo. Lui arriva e si mette sempre di mezzo.
PAPÀ DI LALLA (tre anni e mezzo): Noi aspettiamo un bambino, e Lalla ha cominciato a essere gelosa quando la pancia ha cominciato a vedersi.
MAMMA DI LALLA: Non è andata proprio così: è che io con Lalla ho sbagliato tutto all’inizio, perché le ho detto che mamma e papà le facevano un regalo, un fratellino. Lei è diventata una peste e io non capivo perché. Ho detto che facevamo un bimbo per lei.
MASAL: È chiaro che, avendole detto che era un regalo, lei non poteva rifiutarlo apertamente. La gelosia non era diretta al bambino nella pancia (come quella di Caterina), né a voi ‘buoni’ genitori, che le offrivate un regalo così straordinario. Ma, essendo insostenibile l’ansia che questo le procurava, la esprimeva facendo i capricci o, come dici tu, era diventata una peste.
Io penso che i genitori non devono fare un figlio per l’altro che hanno già, ma perché lo desiderano per sé.
MAMMA DI LALLA: Dopo aver chiarito questo problema con Masal è stato più facile affrontare il discorso con Lalla. Ora lei si identifica molto con me.
MAMMA DI RICHI: Anche Richi è geloso, ma per me è una cosa normale. Anch’io sono gelosa!
MAMMA DI SUSANNA (quattro anni): Per noi è stato diverso. All’inizio sembrava che Susanna non si rendesse conto della gravidanza, poi, dopo la nascita della sorellina, ha avuto una regressione pazzesca. Era diventata un neonato anche lei. Allora ci siamo occupati molto di lei e adesso il problema è inverso: è la piccola a essere gelosa di Susanna, anche se è molto più autonoma di quanto non fosse Susanna.
MAMMA DI RICHI: Sì, il secondo è più trascurato, cresce da sé, e perciò impara ad arrangiarsi da solo molto prima.
MAMMA DI CLAUDIO (cinque anni): Non credere che sia così automatico Anch’io pensavo che lo fosse, poi il mio secondo era così geloso del fratello che per sei mesi non mi ha fatto dormire!
PAPÀ DI ALBERTO: Tutti siamo stati gelosi dei nostri fratelli! Se solo penso a me...
PAPÀ DI SUSANNA: Io sono riuscito a superare la gelosia nei confronti di mio fratello solo quando sono diventato più alto di lui!

La gelosia, sentimento ‘normale’

MASAL: La gelosia del bambino nasce ancora prima di avere fratelli. Il bambino piccolo vuole mantenere il possesso della mamma tutto per sé. Questo idillio viene disturbato (anche se in modo minimo) dall’interferenza del padre. Il bambino, crescendo, si rende conto un po’ alla volta di dover dividere la madre con lui; questo gli crea dispiacere e tanta rabbia.
Il meccanismo della ...

Table of contents

  1. Copertina
  2. Presentazione
  3. Frontespizio
  4. Dedica
  5. Prima di cominciare
  6. Il centro giochi di Masal, i suoi bambini, i suoi genitori, i suoi educatori
  7. Imparare a comunicare: il dialogo con i bambini
  8. Insegnare a comunicare: le riunioni con i genitori