Carlos V y el regreso a Italia de la reina Bona de Polonia
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Carlos V y el regreso a Italia de la reina Bona de Polonia

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Carlos V y el regreso a Italia de la reina Bona de Polonia

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Mediante ciento tres cartas inéditas de la reina Bona de Polonia y de los más importantes diplomáticos de la corte de Carlos V entre 1541 y 1559, se reconstruyen los preparativos secretos de la reina para abandonar Polonia y retirarse a Bari. Además, se incluyen sendas relaciones de su llegada a Padua y Venecia. Estos documentos muestran la habilidad negociadora y la virtud diplomática de la reina Bona; esclarecen su determinación, la polémica de su viaje y la relación con sus acompañantes, y aportan datos para continuar la investigación sobre el pleito en torno a su testamento y la restitución de Bari a Felipe II.

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Documentos
1.
(RB II 2266, f. 16r)
Bona Sforza a Nicolas Perrenot de Granvelle
Vilna, 9 de octubre de 1541
Sobre el reconocimiento del privilegio del ducado de Bari, iniciado en 1541 por cartas de Carlos V al virrey de Nápoles. Cuando sepa dónde estará el emperador mandará a alguien para proseguir con los privilegios del ducado de Milán y de Cremona.
||16r
Bona Dei Gratia Regina Polloniae, Magna Dux Lithuaniae Russiae, Prussiae, Masoviae Barique ecc. Domina.
Magnifice Domine Syncere Nobis Dilecte
Havemo receputo le lettere di V. S. et a bocca dal nostro nuntio inteso l’offitio che Quella ha fatto, et ne promette sempre per l’avenire fare appresso Sua Maestà caesarea in li negotii appartengono et apparterranno a nostro servitio et commodo, di che ne li rendemo assai gratie, et quella affectione che V. S. mostra verso di noi et le cose nostre. Cercheremo con ogni nostro studio et opera ricompensagliele in ogni cosa che si offerirà in commodo et benefitio di Quella, verso la quale sempre ci troveremo di prontissima voluntà, che desideramo volentieri farli a V. S. cosa grata a che sempre ne offeremo.
Appresso circa le cose et negotii del Ducato nostro di Bari havemo inteso la expeditione datane, et recevuto le lettere di Sua Maestà caesarea allo Illustrissimo Vicerè di Napoli, del che ne rendemo infinite gratie a Sua Maestà et tanbene a V. S., per il cui mezo sapemo essere state ottenute, et assí come Sua Maestà è restata servita (conforme alla nostra giustitia et alla sua solita vertù) farne gratie delle predette lettere, così desideriamo et preghiamo Sua Maestà si degni continovar tenere protecte et raccomandate le cose nostre et detti nostri sudditi alla iustitia, poichè il medesmo ancora torna aegualmente in servitio di Sua Maestà Caesarea, poiché li predetti, et noi tambene, sono principalmente sudditi si Sua Maestà Caesarea. Et preghiamo V. S. che in lo che vederà di bisogno voglia interponerci sua authorità (come in lei confidamo) che ne farà servitio et piacere accettissimo.
Circa lo che noi pretendemo dover conseguire di ragione in su lo stato di Milano et Cremona, di che Sua Maestà Caesarea come justissimo principe ||16v promette volerne far ragione, il che diferisse in tempo che per Noi sia destinata persona che da nostra parte faccia noto a Sua Maestà Caesarea la chiara iustitia che tenemo Noi di questo, ancora ne rendemo non poche gratie a Sua Maestà Caesarea, di che mai fummo in dubio che da un tanto prencipe potesse expettarsi altra risposta che conforme alla iustitia et alla vertù et grandezza del animo suo, et di questo tenevamo et tenemo tanta maggior certezza quanto che sapendo noi che Sua Maestà Caesarea alla iustitia non mancò mai ad privata et extranea persona, non habbiamo da dubitar che dovesse mancarne a noi, che semo et sempre fummo al servitio de Sua Maestà Caesarea prontissima, et con la qual semo di sì stretta consaguinità congionta. Ben dicemo a V. S. che nostra intentione et animo non è (come non è lecito nè conviensi) intrare in giuditio con Sua Maestà, che più presto comporteriamo ogni extrema necessità che far questo, ma desideriamo che Sua Maestà resti servita vedere le nostre ragioni et, quelle cognosciute, faccia quello poi che parrà a Sua Maestà che o ’l tutto o parte che ne darà Sua Maestà lo reputeremo da Quella a mercè et particolare gratia di Sua Maestà, et aggiongeremola alle altre che per li anni passati di Quella habbiamo recevuto, et speramo recevier da Quella. Noi non mandiamo al presente alcuno nostro a Sua Maestà per il sopradetto negotio, perché non sapemo ancora se Sua Maestà si fermerà in Milano, o dove. Subito che ne haveremo certezza (che preghiamo V. S. ne voglia dar aviso) non pretermetteremo farlo, et in questo modo mezo pregamo V. S. resti contenta tenere le predette nostre cose et ogn’altro nostro negotio protetto et raccomandato appresso Sua Maestà caesarea, come confidamo in Quella, in honore et commodo, della quale de continovo ne offeremo. Di Vilna, alli IX d’ottobre M.D.XLI. ||17r
Nota: Lettres de la Royne de Polonia a Monsieur de Granvelle.
Dorso: Domino Nicolao Pernoto de sacra caesarea Catholica Maiestatis [...] o cancellario et, amico charissimo.
2.
(RB II 2266, f. 65r)
Bona Sforza a Nicolas Perrenot de Granvelle
Vilna, 3 de abril de 1542
Mediante el embajador del duque de Ferrara, portador de la carta, expondrá lo que solicita.
||65r
Magnifice ac Praestantissime Domine Amice Noster Charissime
Perché ne occorre far intendere alcune cose a V. S. per desgravio delle quali desideriamo che resti contenta da nostra parte supplicarne a Sua Maestà Caesarea, ne ha parso farlo con il mezo dello magnifico ambasciatore dello illustrissimo signor Duca di Ferrara, nostro parente, quale serà exhibitore della presente. Pregamo per tanto V. S. che, in lo che li esponerà da parte nostra, resti contenta prestarli intera e piena fede, come se fosse la persona nostra presente, e di più far doppoi quell’opera appresso Sua Maestà Caesarea sopra dette nostre petitioni, conforme al dovere et giustitia nostra, et allo che confidamo in la vertù et affettione di V. S., di che ne farà piacere gratissimo et teneremoneli obligo non piccolo in beneficio e commodo della quale de continovo ne offeremo. Di Vilna, alli III d’aprile MDXLII.
De V. S. ad farli piacere, Bona Regina.
Nota: a Monsignor de Granvelle (Nicolas Perrenot).
3.
(RB II 2266, f. 140r)
Bona Sforza a Nicolas Perrenot de Granvelle
Cracovia, 12 de enero de 1546
Aunque hay escasez de enanos, ha conseguido uno que está dispuesta a enviarle en primavera, cuando haga mejor tiempo.
||140r
Excellens et Magnifice Domine Amice Charissime
Anchora che sia molta caristia di nani maschi et femine per il molto essito n’habbiamo fatto a preghi di molti principi che strettamente ci l’hanno domandati, nondimeno disiderando Noi compiacere a V. S. di maggiore cosa che del nano ci ha scritto alli mesi passati, Le facemo col mezzo di questa intendere et sapere che, oltre n’havemo tenuta sempre fresca ricordatione, l’havemo già proveduta d’uno, il quale credemo sarà a sua sodisfattione, ma perché per gli freddi grandi che s’apropinquano, et per non saper la certezza dove la Maestà Cesarea farà ferma residenza, piú tosto patiria disagio che non, il che non saria con menor dispiacere suo che nostro, quando a tal tempo se l’inviasse per desiderare Noi che l’habbia sano, semo di parere per gli suddetti rispetti inviarlo a tempi buoni dopo Pascha. Sarà contenta adunque in questo mezzo di tempo avisarci dove se le potrà inviare et per qualche mezzo, che assi ne conformaremo e per più sua sodisfattione l’inviamo qui inchiusa la misura della grandezza di esso nano. Né altro occorrendone a divina Maestà La conservi et prosperi come più felicemente disidera. Da Cracovia il dì XII di genaro del XLVI.
De V. S. Ad farli piacere.
4.
(BNE, ms. 20209/51)
Bona Sforza, reina de Polonia, a Nicolas Perrenot de Granvelle
Cracovia, 18 de junio de 1546
Le manda un enano, como deseaba.
||1r
Excellens et Magnifice Domine Amice Charissime
Havemo allí mesi passati con un’altra nostra scritto a V. S. che l’havevamo proveduta d’un nano, come disiderava, il qual acció le pervenesse più commodo et salvo restasse contenta certificarne per sue lettere per qualche mezzo et via ci lo dovevamo inviar. Dello che non tenendo risposta forsi perché le nostre lettere non le sono pervenute n’è paruto con quest’altra, della quale sarà dator il presente cubiculario del serenissimo nostro consorte et signor colendissimo, col mezo del quale sono certa che le pervenerà, sarà contenta farci risposta et avisarne per qual mezzo dovemo inviarcilo che cussì ne conformaremo per compiacerle, né altro con questa occorrendone sarà contenta tenere quella fresca ricordatione delle cose nostre presso Sua Maestà che in lei confidamo. In honor della auqle ne offeremo sempre pronta. Da
Cracovia il dì XVIII di giugno del XLVI.
Di V. S. ad farli piacere, Bona Regina.
Dorso: Excellenti et magnifico domino Nicolao Perrenotho de Granvela, secretario cesareo et catholico cesareo Maiestatis pro magno cancelliero, etc. amico nostro charissimo.
Nota: (de mano de Antoine Perrenot de Granvelle) De la Royne de Polone Bona XIII [sic] de junio 1546. Respondue.
5.
(BNE, ms. 7917/146, f. 1r)
Antoine Perrenot de Granvelle a Bona Sforza, reina de Polonia
Ratisbona, 20 de julio de 1546
Pide que le mande el enano a Ratisbona, donde se aloja en casa de Georgio Loxano.
||1r
Serenissima Regina
Ho habuto le litere de V. M et in quelle visto certi segni della benevolentia che per sua humanità mi porta, della quale humilmente li baso le mani et me li offero per humile et affettionatissimo servitore, qual me trovarà come sempre ha fato nelle cose che occorrerano del suo servitio. Quanto al nano, del quale la Maestà Vostra mi fa gratia poi li piace cossì et che io desegni luoco dove esso si possi mandar si Vostra Maestà ne sarà servita, seria el più a proposito che si mandasse qui in Ratispona al patrone della casa dove io allogio, che è il signor Georgio Loxano capitaneo de questa terra et vicecancellario de Boemia, cognosciuto, como io credo, da Vostra Maestà, il quale ne farà bonissima ||1v guardia et me lo poterà indrisare commodamente dove io mi ritrovi et basando anchora di questo favore humilmente le mani de Vostra Maestà farò fine, pregando Idio che sempre la feliciti et prosperi. De Ratispona alli XX de julio 1546.
Nota: A la regina de Polonia per Monsignor de Granvella a XX de julio 1546.
6.
(BNE, ms. 7905/87, f. 1r)
Bona Sforza a Antoine Perrenot de Granvelle
Cracovia, 1 de junio de 1548
Bona Sforza escribe sobre la viudedad de su hija, a la que desea casar de nuevo con algún principe alemán. Ella defiende que se comiencen las negociaciones para que su nieto, hijo de la reina viuda Isabella, case con una hija de Fernando, Rey de Romanos. Pide que la ayude ante el emperador para que se nombre notario imperial a don Vito Pascale.
||1r
Excellens ac Magnifice Domine Amice Noster Charissime,
Per la sua di XVIII di marzo risponsiva alla nostra di V di febraro, havendo inteso ciò che V. S. ci scrive tanto circa la buona relatione ch’Ella in gene...

Table of contents

  1. Cubierta
  2. Anteportada
  3. Portada
  4. Página de derechos de autor
  5. Índice
  6. ESTUDIO INTRODUCTORIO
  7. DESCRIPCIÓN CODICOLÓGICA
  8. DOCUMENTOS
  9. RELACIÓN DE CARTAS
  10. APÉNDICE
  11. FUENTES
  12. ÍNDICE ANTROPONÍMICO
  13. ÍNDICE TOPONÍMICO