Non essere triste viaggiatore
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Poesie dell'esilio

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Poesie dell'esilio

About this book

“ A Trieste,
città dell’amicizia e dei ricordi...
città dell’amore e della gentilezza:
per incontrarci di nuovo
io conto i secondi”. (Hedayatullah) Fuggiti da casa a causa della guerra, giunti in Italia dopo un viaggio terribile, soli, spaesati, incapaci di comprendere la lingua e di farsi capire, alcuni giovani hanno trovato a Trieste un ambiente accogliente attraverso il Consorzio italiano di solidarietà (Ics) che ha garantito loro una sistemazione dignitosa, la possibilità di imparare l’italiano e di seguire corsi professionali. Alle persone che li accolgono alcuni desiderano raccontare tutto il proprio vissuto, le ansie, le angosce e le speranze, e lo strumento diventa la poesia. Ma per parlare agli italiani, per farsi comprendere veramente e trovare un’intesa profonda, la lingua può essere solo l’italiano. Avere un approccio con la nostra arte e la nostra cultura diventa per loro una necessità, un piacere, e intanto regalano a noi, attraverso la loro poesia, molti aspetti della loro civiltà. Questo libro è una goccia utile a far diventare questo contatto tra mondi diversi un incontro tra il donare e il ricevere.

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Information

Le poesie di Hedayatullah SaberJo



immagine 1
Round midnight (foto di Massimo Tommasini).




Mi chiamo Hedayatullah e sono nato a Kabul. Quando avevo un mese di vita in Afghanistan è stato ucciso mio padre; poi è toccato alla mia mamma, che per me era non solo madre ma anche un secondo padre. La mia mamma mi ha iscritto a scuola quando avevo sette anni. Ma l’ho frequentata solo per tre anni perché la guerra nel 1992 mi ha impedito di continuare lo studio. Noi siamo immigrati in Pakistan, dove ho cominciato a lavorare, poi sono andato in Iran. Così la mia vita stava bruciando. E quando sono arrivato in Italia, a Trieste, dopo 24 anni di nuovo ci siamo riconosciuti io, la penna e la carta. Sapevo che non era più la stagione della primavera perché io ormai andavo verso l’autunno, ma ho voluto imparare la lingua italiana e scrivere un po’ dei miei dolori. Volevo condividere i miei dolori con voi e così ho fatto.
Ho nidificato come un uccello con le ali rotte
sulla terra fredda e umida nell’abbraccio della tristezza.
Le notti passano per me durature e oscure.
Anche i giorni non hanno calore
mentre scuoto la mia piuma e l’ala.
Io mi sto arrendendo alle lacrime e alla disperazione.
In una via io mi sono seduto
ma i suoi passanti al posto dei cuori hanno sassi.
Ogni silenzio non significa calma.
Ogni urlo non significa dolore.



La mia nostalgia la sente solo la Luna.
La mia lamentela ogni notte l’ascolta solo Dio.
Il mio cuore è uno spazio di sospiro e tristezza.
Il volume di quest’affanno lo capisce solo chi lo prova.
Io sono percosso dal vento e la tempesta mi turba.
Il mistero di questo dolore lo comprendono solo le foglie gialle d’autunno.
Sono come un paese che è in mano al nemico.
Il sovrano solamente sa la profondità di questa schiavitù.
Questa poesia è percorsa dalla nostalgia
e solo chi mi è amico comprende il segreto di questi versi.



Ti dico la vita.
Fino a dove vuole quest’uomo desolato correre al tuo seguito?
Talmente ha corso che tu hai reso molli le sue gambe.
talmente si è rattristato che tu hai reso neri i suoi capelli.
Talmente ha sofferto che aveva la statura di un albero di platano,
ma tu lo hai piegato come un arco.
Non vuole bussare la porta di nessuno, quest’uomo desolato.
A nessuno vuole chiedere aiuto perché è solo.
Quest’uomo desolato sta bruciando come una candela senza il candelabro.
Ogni notte solo possono ascoltare le stelle la voce del suo pianto.
E lui è come un mare pieno di lacrime che ha la tempesta nel suo cuore,
che ha un’onda nel suo coraggio.
Ma adesso è rimasto come un albero in autunno senza foglie
e con tutti i suoi rami rotti dalla tempesta.
Maledizione a quella notte che non ha stelle.
Maledizione a quel giorno che non ha sole.
Maledizione a quel mare che non ha onda.
Maledizione a quella tempesta che non ha voce.



Quando Dio ti ha creato
ha fatto un miracolo
perché ogni volta che ti guardo negli occhi
io credo.



Non devi inorgoglirti mai.
Le foglie quando cadono
pensano che sono state oro!



Ho sognato della mia bella
m’è apparsa sopra i rami
passava sopra la Luna
tra una nuvola e l’altra
andava e io la seguivo
mi fermavo e lei si fermava
la guardavo e lei mi guardava
e tutto è finito qui.



Il dolore del mio cuore
lo sa solo la farfalla
spersa nel mondo.
La mia tristezza
la sa solo l’usignolo
che è profugo dal suo nido.
Il mio pianto è appassionato
ma il mio cuore non parla.
Se non mi lamento di tristezza
il mio amore dice: Tu sei per me straniero.
Io mi sono seduto
e alla speranza ho detto: La sofferenza è nel mio cuore.
Ma anche lei ha riso di me
e ha detto: Tu sei folle.
Io giuro: quando mi ricordo di quei capelli
il mio cuore prende fuoco.
Ma io muoio di questa tristezza
e il mio dolore lo capisce
solo il pettine che lisciando i suoi capelli
sa quanto hanno sofferto le sue chiome.



Io amo l’autunno perché è la stagione della tristezza.
Io amo la tristezza
perché è il segno
del mio cuore.
Io amo il mio cuore
perché dentro è posto
il tuo.



La foglia di un albero è lo sforzo senza fine
della terra di comunicare con il cielo…



I fiori sono la risposta della terra al saluto del sole.



Non devi essere l’inverno che fa tremare.
Non devi essere l’estate che brucia.
Solo devi essere la primavera che sempre fiorisce.



Lascio alla pioggia… tutte le mie storie.
Nessuno tranne lei canta l’inno dei miei gemiti.
Eccetto la pioggia non legge nessuno
il mio canto e il mio lamento…



Io non ho pregiudizi sul colore della pelle
Io non ho pregiudizi sulla religione
Io non ho pregiudizi sull’etnia e sulla lingua
Perché per me è importante l’umanità
Perché secondo me l’umanità non ha confine.



Non cancellare nessun giorno della mia vita.
I giorni belli mi hanno regalato la felicità,
quelli brutti mi hanno dato l’esperienza,
e i peggiori mi hanno insegnato
a vivere.



Ho sempre pensato
che il più triste tramonto fosse il tramonto della vita.
Ma non pensavo che il tramonto più triste
fosse l’allontanarsi dell’amante.



Quando ero bambino la notte dormivo
e sempre pensavo: domani come giocherò?
Ma adesso quando dormo sempre penso:
domani come giocherà la vita con me?



Il vocabolario deve sapere che la vita, l’amore, il respiro…
la loro definizione è solo due lettere… TU



Gli occhi quando sono belli
devono essere con le lacrime.
Le lacrime quando sono belle
devono essere per amore.
L’amore quando è bello deve essere per te.
Tu quando sei bella devi essere per… me.



Il mare ha portato via
le scarpe alla bambina.
La bambina ha scritto sulla spiaggia
LADRO.
Un uomo ha trovato le scarpe sulla spiaggia
e ha scritto
GENEROSO.
Un giovane ha visto sua madre affondare tra le onde e ha scritto sulla sabbia ASSASSINO.
Un vecchio ha trovato una perla e ha scritto al mare
GRAZIE.
L’onda ha lavato via
tutte le scritte.
Il mare lentamente ha detto
che non si cura del giudizio degli altri.



Se sapevo che la vita è dolore
non avrei vissuto mai.
Se sapevo che tu mi fai piangere
sempre avrei riso.
Se sapevo che la fine di un...

Table of contents

  1. Copertina
  2. Non essere triste viaggiatore
  3. Indice dei contenuti
  4. ​Presentazione
  5. Introduzione
  6. ​Un percorso di libertà
  7. ​Come dice il poeta…
  8. Le poesie di Hedayatullah SaberJo
  9. Le poesie di Chagataj Mohammad Afghan
  10. Le poesie di Meesam Alì
  11. Le poesie di Fateh Mohammad
  12. Le poesie di Abdullah Naderi
  13. Le poesie di Asghar Alì
  14. Le poesie di Farhan Shabbir
  15. ​Postfazione
  16. Fotografie e illustrazioni
  17. ​Collana Orienti