Amore, amicizia, matrimonio
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Amore, amicizia, matrimonio

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Amore, amicizia, matrimonioè un lavoro che esce in terza edizione e che ricorda la crescita di ogni persona nell’amore sotto l’influenza della famiglia e delle persone che si prendono cura di lei, per riflettere poi sulle situazioni nelle quali affetto e stima sono ricambiate dando origine a una vera amicizia, e per concludere infine con l’evento centrale nella vita umana, il patto d’amore e d’alleanza che unisce due persone che hanno scelto la persona amica che considerano la più cara e che li accompagnerà per tutto il cammino della loro vita. Una riflessione che si alimenta con i passi della Scrittura sacra a ebrei e cristiani e della grande tradizione umana e cristiana che affrontano questi argomenti. Un lavoro che tiene conto di tutte le difficoltà che si possono incontrare nella situazione attuale, ma che offre anche nuove prospettive per quanto concerne le grandi tematiche che vengono affrontate.
GiovanniCereti(1933), presbitero genovese, laureato in giurisprudenza (1956) e dottore in teologia (1982) ha diviso la sua vita fra attività pastorale e insegnamento di materie ecumeniche. Nel 1976 ha dato vita alla Fraternità degli anawim e nel 1980 alla sezione italiana della World Conference of Religions for Peace. Fra i suoi scritti segnaliamo: Le chiese cristiane di fronte al Papato (2006); Pagare le tasse. Solidarietà e condivisione (2010); Riforma della chiesa e unità dei cristiani nell’insegnamento del concilio Vaticano II (2012); Divorzio, nuove nozze e penitenza nella chiesa primitiva (2013); Matrimonio e misericordia (2015); Per un rinnovamento della chiesa (2015); Molte chie- se cristiane, un’unica Chiesa di Cristo (2017).

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Information

Year
2022
Print ISBN
9788865128046
eBook ISBN
9788865128299

1. Eros, filia, agape, caritas

Ciascuno di noi in qualche modo sa quale è il significato ultimo di ciò che viene designato con il termine amore. Se tuttavia cominciamo a cercare di approfondire il discorso, prendiamo coscienza di quanto poco si sappia di questa realtà.
Le lingue moderne non ci aiutano. Che cosa è amore? Come è possibile che venga impiegato lo stesso termine per parlare del nostro atteggiamento verso le cose, verso noi stessi, verso gli altri, verso Dio? Come distinguere l’amore nei confronti del coniuge, da quello per i genitori, i figli, gli amici, i poveri, i nemici? Non è inadeguato indicare con uno stesso termine relazioni che appaiono così diverse fra loro?
Gli antichi avevano riflettuto su questo problema e avevano compiuto dei tentativi di operare un discernimento in una realtà tanto fondamentale. Nel mondo greco e romano, da cui culturalmente discendiamo, si faceva ricorso a termini diversi, poco utilizzati nelle lingue moderne, che sotto questo punto di vista appaiono più povere rispetto alle epoche passate. Ricordiamo questa terminologia, per le distinzioni che ancora oggi ci consente di fare.

Eros: nel suo impiego originario connota un amore di conquista, il desiderio di un bene concreto, e fa di solito riferimento a quella misteriosa forza unitiva che spinge l’uomo verso la donna e viceversa, a quella energia che ci fa uscire fuori di noi stessi nella tensione all’altro, un amore passionale, sensuale, un desiderio di possedere l’altro e di fondersi con lui, non privo comunque di un furore creativo e quindi generativo. Tale termine ha comunque assunto col tempo una gamma di significati sempre più ampia, e già con Platone giunge a indicare le forme più elevate dei movimenti dell’anima [1] , mentre con Aristotele [2] diventa una sorta di attrazione cosmica in forza della quale il Primo Principio ordina e muove l’universo. Nella letteratura teologica designa spesso lo sforzo umano per uscire da sé e andare verso Dio e verso gli altri, per un ideale di felicità, a livello dell’ordine della creazione. Esso include un’aspirazione al divino e all’esperienza mistica, ma in ogni caso bisogna evitare che Dio venga quasi ridotto a un oggetto, strumento per la propria piena realizzazione personale.

Filia: designa l’amore di amicizia, un legame affettivo di libera scelta, un amore interpersonale caratterizzato dal desiderio del bene dell’altro, dalla gioia di essere accettato e dal piacere di trovarsi insieme all’amico.

Agape: è un termine usato soprattutto nel Nuovo Testamento. In greco, al di fuori della Scrittura, esso è poco impiegato. Inizialmente poteva connotare un amore di predilezione e di benevolenza, con forti connotazioni affettive. Utilizzato in riferimento a Dio, esso indica l’amore che da Lui si irradia, che predilige l’umile e che fa vivere l’uomo, chiamato a sua volta a corrispondervi. Nei rapporti interpersonali indica un amore che parte dal soggetto e si dona all’altro, un amore puro, liberatore, pronto a ogni dedizione. Nella letteratura teologica oggi è inteso soprattutto come il dono dell’amore di Dio in Gesù Cristo, dono che è pura grazia e che dà la possibilità di amare Dio e il prossimo, seguendo il modello di sacrificio di sé per cui Dio ci ha amati per primo in Gesù Cristo.

Carità: è il termine con cui la tradizione della Chiesa d’occidente ha tradotto in latino il greco agape. Un termine forgiato a partire dal latino “carus”, apprezzato, stimato, ma sul quale ha comunque influito anche il concetto greco di “charis” (grazia, dono di Dio). Esso indica un amore che ricerca il bene dell’altro, e in particolare ha designato nel corso della storia le diverse forme di solidarietà fiorite nella Chiesa in obbedienza al comandamento dell’amore. L’amore per Dio si manifesta storicamente e concretamente in un atteggiamento di amore verso il prossimo, ricco di benevolenza, di compassione misericordiosa, e in azioni di carità, cioè in atti oblativi e gratuiti, compiuti nei confronti degli altri.
Quest’ultimo termine ha avuto negli ultimi secoli un forte scadimento linguistico, perché era spesso impiegato per indicare opere spicciole di misericordia nei confronti dei bisognosi, opere che potevano essere carenti di senso della giustizia o comunque di attenzione reale alle persone e ai loro bisogni. Di recente esso è tornato ad essere utilizzato in senso più positivo anche negli ambienti ecclesiali. Nella letteratura teologica indica spesso una sintesi di eros e di agape, un’assunzione e trasformazione dell’ eros in agape.
Oltre a questi termini, ne esistono altri che connotano soprattutto l’amore nei confronti delle persone della stessa famiglia o comunità territoriale: “affectio”, “pietas”, ecc.
Una corretta concezione dell’amore deve inoltre tenere presenti le diverse componenti della personalità umana. Ciò non significa che debba essere opposto un amore carnale a un amore spirituale, identificando l’amore carnale con l’amore fisico, come è stato fatto frequentemente anche nella storia del pensiero cristiano, a partire da una inesatta interpretazione della contrapposizione paolina fra carne e spirito. Se accettiamo però l’esistenza nell’essere umano di un livello vegetativo, un livello sensitivo, e un livello razionale, possiamo anche riconoscere che a ciascuno di questi livelli corrisponde una forma di amore differente, che può essere chiamata amore fisico o istintivo, amore affettivo o emozionale, amore infine a livello di intelligenza e di volontà. Quest’ultimo, integrando le dimensioni precedenti, è l’amore pienamente umano, che a sua volta si articolerà nelle sue diverse espressioni di benevolenza, tenerezza, compassione, eros, amicizia e agape.

Anche se accettiamo queste distinzioni, non possiamo dimenticare che l’essere umano deve essere visto in una prospettiva unitaria. La persona umana costituisce una realtà unica, gli altri livelli sono pienamente integrati nel livello tipicamente umano, il nascere dell’amore coinvolge il nostro essere in tutte le sue dimensioni. Antico e Nuovo Testamento concordano nell’insegnarci che dobbiamo amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente e con tutte le nostre forze [3] . La nuova alleanza vincola poi inscindibilmente l’amore degli altri all’amore di Dio. Ciò significa che l’uno e l’altro amore riguardano la nostra persona in tutti i suoi aspetti, e che noi siamo invitati ad amare con tutte le potenzialità del nostro essere, fisiche, affettive e spirituali. La stessa utilizzazione dell’immagine nuziale per parlarci dell’amore fra Dio e il suo popolo, fra Dio e l’umanità, indica come l’amore debba essere un amore pienamente umano, che includa tutti i livelli della nostra personalità. Amare Dio, amare l’uomo, significa coinvolgere la nostra persona in un unico movimento, quello di uscire da sé per tendere verso l’altro, riconosciuto come degno di essere amato.
L’amore può essere quindi considerato come l’energia fondamentale che l’essere umano come tale può esprimere, in conformità alla propria natura e coinvolgendo interamente la propria persona, un’energia che lo spinge verso un altro essere percepito come bene. La tendenza di questa inclinazione naturale è insieme una tendenza alla pienezza del proprio essere percepito come bene, alla realizzazione della propria felicità. Questa energia spinge con forza verso l’oggetto dell’amore, come una forma di “estasi”, che fa uscire la persona fuori di sé e la spinge a perdersi nell’altro, una inclinazione che vuol portare all’unione con l’amato, una tensione ad una comunione profonda che sembra riferirsi a un’unità trascendente. Esso è la grande forza di umanizzazione del mondo, la grande energia volta a creare quella pienezza di comunione fra Dio e gli uomini e degli uomini fra loro e con il cosmo, nella quale consiste il meraviglioso progetto di Dio per la sua creazione e per la nostra umanità.
Affermando questo, si dà già una risposta implicita al problema del rapporto che esiste fra l’amore- eros naturale e l’ agape-dono di Dio. Essi non si oppongono fra di loro, essi non si identificano neppure, come ritiene qualcuno, che dimentica l’inadeguatezza e l’ambiguità di tante forme dell’amore umano. In realtà, l’amore umano, nella prospettiva della fede cristiana, viene assunto, trasformato e trasfigurato dalla grazia nell’amore agapico. L’ agape/carità, che è insieme dono di Dio, e partecipazione allo stesso amore di Dio, che ci dà la forza di amare come Dio ci ha amato, si innesta sull’amore umano, che ne diventa strumento e veicolo, in quanto la grazia non distrugge la natura ma la perfeziona e opera attraverso essa [4] . Sotto l’azione della grazia, questa energia fondamentale dell’essere umano viene purificata delle sue ambiguità e dei suoi aspetti deteriori, fiorisce in pienezza di amore verso Dio e verso ogni persona, e quindi tanto verso gli altri quanto verso se stesso, contribuendo così alla realizzazione di un mondo umanizzato e amorizzato, nel cammino verso la pienezza di amore del Regno definitivo.







[1] Platone, Convito, 210-211, ed. Sansoni, Firenze 1974, pp. 449-450.
[2] Aristotele, Metafisica, XII, 7, ed. Laterza, III, Bari 1973, pp. 354-359.
[3] Cfr. Dt 6,4-5; Mc 12,30 e par.
[4] «L’ agape e l’ eros devono essere affermati e messi in relazione in una sintesi più elevata per ridescrivere la situazione umana e prescrivere quelle disposizioni, abitudini e caratteri che sono propriamente “d’amore”. La natura esatta della correlazione fra agape ed eros varierà di epoca in epoca e anche da teologo a teologo secondo particolari interpretazioni sia dell’ agape del Nuovo Testamento sia dei maggiori modelli contemporanei di eros. Per esempio “il canone nel canone” di un singolo teologo per comprendere l’ agape del Nuovo Testamento è il modello kenotico del radicale sacrificio di sé della teologia della Croce di Paolo. Per altri il canone può essere un modello giovanneo di incarnazione che esalta nell’amore il fattore “reciprocità” e la realtà cosmica dell’amore discendente di Dio nel Logos, e l’amore ascendente dell’agapico uomo nella comunità cristiana. Oppure altri teologi ancora, per trovare il loro principale paradigma dell’amore, possono rivolgersi alle parabole o alle varie formulazioni del grande comandamento come si trovano nei sinottici. Altri ancora possono trovare sottolineata la realtà dell’amore come puro dono (nelle parabole) e comando radicale (amare Dio e il prossimo) … A nessun lettore del Nuovo Testamento può sfuggire che l’amore autentico è presentato insieme come puro dono e comando radicale. Gli interpreti cattolici ordinariamente noteranno anche che l’ agape non compie solo l’azione di sostituire o di distruggere l’ eros, ma come nella visione sacramentale o d’incarnazione di Giovanni, trasforma ogni eros in una genuina caritas». (D. Tracy, Il modello cattolico della caritas: autotrascendenza e trasformazione, in “Concilium”, 1979, 1, p. 180).

2. L’amore nelle Scritture ebraico-cristiane

Questo progetto di amore e di comunione fra Dio e gli uomini e degli uomini fra di loro e con l’intero cosmo in Dio ci è stato fatto conoscere nella storia della salvezza ebraico-cristiana, la grande rivelazione dell’amore, giunta alla sua pienezza oggi nel dialogo e nella collaborazione fra ebrei, cristiani e musulmani, chiamati insieme a innumerevoli altri uomini e donne a divenire veramente la religione dell’amore. «Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti» [1] .
Il Padre, mosso da amore misericordioso e compassionevole per l’umanità, che per amore aveva chiamato all’esistenza, invia il Figlio per condurla alla comunione con Sé. «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito…, perché il mondo si salvi per mezzo di lui» [2] : una comunione d’amore fra Dio e l’uomo, che porta quest’ultimo a un’esistenza agapica, che deve estendersi a tutta l’umanità, anzi allo stesso cosmo. «Quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in com...

Table of contents

  1. Copertina
  2. Amore, amicizia, matrimonio
  3. Indice dei contenuti
  4. ​Introduzione
  5. Prima Parte
  6. 1. Eros, filia, agape, caritas
  7. 2. L’amore nelle Scritture ebraico-cristiane
  8. 3. L’amore di Dio verso di noi e il nostro amore per Dio
  9. 4. L’amore agli altri nella prospettiva cristiana
  10. Amare sino a donare la vita
  11. Amare nella comunità dei discepoli
  12. Amore verso chiunque incontriamo sul nostro cammino
  13. Amore e impegno politico
  14. L’amore verso chi opera il male
  15. 5. L’amore verso se stessi
  16. Amore verso se stessi e solitudine
  17. 6. L’amore verso le cose
  18. 7. Amore e sessualità
  19. 8. Crescere nell’amore
  20. Il compito della famiglia nella crescita dell’amore
  21. I gesti dell’amore
  22. La gratuità dell’amore
  23. 9. L’agape e l’amorizzazione universale
  24. Il mistero di Dio Amore
  25. Seconda Parte
  26. 1. Quando l’amore o l’affetto è ricambiato
  27. 2. L’amicizia nelle Scritture sacre ebraico-cristiane
  28. L’amicizia nel Primo Testamento
  29. L’amicizia nel Nuovo Testamento e nella vita terrena di Gesù
  30. 3. L’amicizia nella storia della Chiesa
  31. I circoli di amici nella tradizione greca e romana
  32. La regola di san Benedetto e le altre regole monastiche
  33. L’amicizia nella vita dei santi
  34. 4. Le componenti dell’amicizia
  35. 5. Le caratteristiche dell’amicizia
  36. 6. Amicizia e crescita della persona
  37. 7. Amicizia e amorizzazione universale
  38. 8. Amicizia anche all’interno delle nostre famiglie?
  39. 9. In cammino verso la forma più perfetta di amicizia, la comunione coniugale
  40. Terza Parte
  41. 1. La comunione coniugale
  42. L’amore coniugale
  43. L’aspetto fisico dell’amore coniugale
  44. Famiglia, piccola chiesa
  45. 2. Il matrimonio, realtà umana e mistero di salvezza
  46. L’eguaglianza fra l’uomo e la donna
  47. Matrimonio come Sacramento
  48. Famiglia piccola chiesa
  49. 3. La fecondità del matrimonio
  50. 4. Una comunione esclusiva e da salvaguardare
  51. L’ideale della monogamia
  52. Un matrimonio invivibile e la possibilità di una seconda unione
  53. 5. Una comunione sorgente di comunione
  54. 6. Comunione coniugale e celebrazione ecclesiale
  55. 7. La crescita nella comunione
  56. 8. Comunione matrimoniale e comunione nel celibato
  57. 9. Comunione matrimoniale e amorizzazione del mondo