Communico
eBook - ePub

Communico

Linguaggi, immagini, algoritmi

  1. English
  2. ePUB (mobile friendly)
  3. Available on iOS & Android
eBook - ePub

Communico

Linguaggi, immagini, algoritmi

About this book

Nel libro si traccia un disegno ad ampio raggio della comunicazione, una dimensione culturale in cui convergono e si fondono saperi diversi. Numerose sono le voci prese in considerazione dall'autore – da McLuhan a Barthes, da Pasolini a Castells, solo per citarne alcuni – per analizzare, prima, i processi di civilizzazione dall'alfabeto alla tecnologia digitale e per mostrare, poi, come il sistema dei media prende possesso della società e come, nell'età dei consumi di massa, il ruolo critico dell'opinione pubblica è indebolito dal mercato e dalla pubblicità. Infine, l'attenzione si sposta sullo scatto che conduce ai nostri giorni: l'algoritmo è la tecnologia pervasiva e dominante, la personalizzazione operata dalla comunicazione digitale produce nuove forme di mitologie individuali.

Frequently asked questions

Yes, you can cancel anytime from the Subscription tab in your account settings on the Perlego website. Your subscription will stay active until the end of your current billing period. Learn how to cancel your subscription.
No, books cannot be downloaded as external files, such as PDFs, for use outside of Perlego. However, you can download books within the Perlego app for offline reading on mobile or tablet. Learn more here.
Perlego offers two plans: Essential and Complete
  • Essential is ideal for learners and professionals who enjoy exploring a wide range of subjects. Access the Essential Library with 800,000+ trusted titles and best-sellers across business, personal growth, and the humanities. Includes unlimited reading time and Standard Read Aloud voice.
  • Complete: Perfect for advanced learners and researchers needing full, unrestricted access. Unlock 1.4M+ books across hundreds of subjects, including academic and specialized titles. The Complete Plan also includes advanced features like Premium Read Aloud and Research Assistant.
Both plans are available with monthly, semester, or annual billing cycles.
We are an online textbook subscription service, where you can get access to an entire online library for less than the price of a single book per month. With over 1 million books across 1000+ topics, we’ve got you covered! Learn more here.
Look out for the read-aloud symbol on your next book to see if you can listen to it. The read-aloud tool reads text aloud for you, highlighting the text as it is being read. You can pause it, speed it up and slow it down. Learn more here.
Yes! You can use the Perlego app on both iOS or Android devices to read anytime, anywhere — even offline. Perfect for commutes or when you’re on the go.
Please note we cannot support devices running on iOS 13 and Android 7 or earlier. Learn more about using the app.
Yes, you can access Communico by Mario Ricciardi in PDF and/or ePUB format. We have over one million books available in our catalogue for you to explore.

Information

Publisher
tab edizioni
Year
2021
Print ISBN
9788831352000
eBook ISBN
9788892953796

Mente alfabetica – mente digitale

prima parte

Capitolo 1

Scienza dei media

Marshall McLuhan, sulla scia del suo maestro Harold Innis, fonda la scienza dei media affermando il valore autonomo della comunicazione di massa, originata dalla tecnologia della stampa e in fase di rapida evoluzione grazie alle nuove tecnologie elettroniche, informatiche e telematiche.
Per Innis e McLuhan, il ruolo della comunicazione è centrale nei processi costitutivi di lungo periodo della civiltà umana. La loro ambizione, soprattutto quella di Innis, è di riscrivere la storia della civiltà umana attraverso l’evoluzione o l’involuzione dei mezzi di comunicazione, una sorta di anti-storia universale (si veda Impero e comunicazioni) in cui il ruolo di protagonista non è giocato soltanto dall’economia, ma anche dalla comunicazione. Cade il primato della spiegazione economica dello sviluppo e della crescita: la comunicazione è un elemento costituivo della società e ne determina i cambiamenti. McLuhan approfondirà lo studio della comunicazione come campo autonomo che si esplica attraverso propri linguaggi, contribuendo con il suo lavoro alla nascita della scienza della comunicazione e della scienza dei media, in cui il nesso tra tecnologie e comportamenti umani (psicologie, atti, relazioni, reazioni) assume un valore fondamentale.

1. Harold Innis

1.1. Monopolio e potere

Innis è un economista che concentra le sue prime ricerche sui gradi di sviluppo dell’economia condizionati dal controllo delle materie prime. È l’idea del monopolio come motore dell’economia di un Paese. Il concetto di monopolio viene esteso dalla dimensione economica, legata ai mezzi di produzione materiale, a quella immateriale del potere, determinata dai mezzi di comunicazione. È un passaggio di straordinaria importanza che colloca Innis tra i grandi innovatori nello studio delle civiltà e delle società. Non è in gioco solo il possesso dei beni materiali, ma anche il controllo dell’informazione, dei segni e dei simboli del potere stesso, quindi della vita quotidiana dei cittadini. Il monopolio è il principale strumento di esercizio del potere.
Un elemento fondamentale nello sviluppo delle comunicazioni e soprattutto dei media è la creazione di un pubblico che interagisca con essi per formarsi un’opinione. Un’opinione libera, critica, anche alternativa al potere, ma a rischio. Questo stesso processo che crea uno spazio di libertà può trasformarsi in un’azione di manipolazione del consenso sia attraverso forme non totalitarie sia attraverso l’esercizio della violenza e del terrore. Nel brano che segue Innis analizza le trasformazioni degli assetti politici mettendo in risalto il rapporto tra i modi di comunicazione (la stampa e la radio) e la percezione (occhio e orecchio).
Il Trattato di Versailles riconobbe l’impatto della stampa accettando il principio dei diritti all’autodeterminazione e distrusse grandi organizzazioni politiche quali l’impero austriaco. La comunicazione basata sull’occhio in termini di stampa e fotografia aveva sviluppato un monopolio che minacciava di distruggere la civiltà occidentale prima in guerra e poi in pace. Questo monopolio dava rilievo all’individualismo e quindi all’instabilità e creava l’illusione con slogan quali democrazia, libertà di stampa e libertà di parola.
L’effetto disastroso del monopolio della comunicazione basato sull’occhio accelerò lo sviluppo di un concorrenziale tipo di comunicazione basato sull’orecchio, con la radio e con l’abbinamento del suono al cinema e alla televisione. Lo stampato cedette il passo in efficacia alla radiodiffusione e all’altoparlante. I capi politici furono in grado di appellarsi direttamente ai votanti e di costruire la pressione dell’opinione pubblica sull’assemblea legislativa.
images
QR_1
[…] In Europa l’appello all’orecchio rese possibile la distruzione dei risultati del Trattato di Versailles com’era stato registrato nella carta geografica politica fondata sulla autodeterminazione. L’ascesa al potere di Hitler venne facilitata dall’uso dell’altoparlante e della radio. Tramite la lingua parlata egli poteva fare appello alle nazioni e ai gruppi minoritari. I tedeschi in Cecoslovacchia potevano essere raggiunti dalla radio e allo stesso modo i tedeschi in Austria. Le frontiere politiche riguardanti le necessità dell’industria della stampa scomparvero con il nuovo strumento di comunicazione. La lingua parlata offrì una nuova base allo sfruttamento del nazionalismo ed un espediente molto più efficiente per fare appello a un numero maggiore d’individui. L’analfabetismo non era più una seria barriera.1

1.2. Bias of Communication

The Bias of Communication raccoglie i principali saggi e interventi di Innis. Bias è una parola chiave, densa di significati, intraducibile in italiano, se non attraverso una riflessione critica e l’utilizzo di parafrasi. La sua area semantica comprende diversi significati: influenza, tendenza, deformazione, pregiudizio.
Bias è forse la metafora più significativa della teoria di Innis: riflette l’oscillazione teorica e la ricerca di equilibrio tra la forza delle tecnologie di “modellare” il mondo e la continua, instancabile reazione degli esseri umani e delle società sia per adeguarsi a quella forza sia per utilizzarla per i propri scopi e interessi fondamentali.
Il bias definisce le proprietà specifiche di un medium e quindi lo distingue da altri mezzi e da altre tecnologie, ne indica le potenzialità, ma anche i limiti. Le forme espressive e i linguaggi non sono separati dalle condizioni materiali in cui devono operare. Esistono dinamiche in continua evoluzione: esse generano il cambiamento. La guida torna agli umani e alle forme di associazione e di relazione sociale che li caratterizzano e li condizionano. È un processo incessante e circolare in cui mutano continuamente i pesi delle diverse forze in campo e degli attori che intendono governarle e piegarle secondo i propri interessi. Sono perciò dinamiche condizionanti, sia nella sfera economica sia in quella spirituale, che portano a delle situazioni aperte, in cui il caso o la determinazione dei protagonisti possono cambiare le regole del gioco e indirizzare quelle stesse forze economiche, quelle stesse tecnologie, verso esiti nuovi.
La consapevolezza di non poter sfuggire, almeno all’origine, dai vincoli della società e della tradizione in cui siamo collocati ci consente di capire la potenza dei mezzi di comunicazione e la forza dei monopoli della conoscenza. Noi viviamo sempre dentro una situazione condizionata e condizionante. Individuare una teoria e gli strumenti conoscitivi che ci consentano di interpretare senza pregiudizi il nostro mondo e la sua storia è l’ambizione teorica di Innis.
Con la parola bias viene indicato un processo generale e di lungo periodo che individua una civiltà. Innis, infatti, guarda alla storia in un modo nuovo, concentrandosi sui caratteri dominanti: sono le tecnologie della comunicazione a determinare questi caratteri. È il medium dominante, infatti, che caratterizza una società. Quando quel medium decade, si assiste al declino di quella società e a un vero e proprio conflitto tra media diversi per conquistare quella supremazia che, in un ciclo successivo, caratterizzerà la nuova civiltà.
Lo scopo principale di questo metodo è la ricerca delle cause del mutamento nei grandi processi storici.
Non appena ci avventuriamo in questa indagine siamo costretti a riconoscere la tendenza del periodo in cui operiamo. L’interesse della tendenza di altre civiltà può in se stesso suggerire la tendenza della nostra. La nostra conoscenza di altre civiltà dipende in gran parte dalle caratteristiche dei mezzi di comunicazione usati da ciascuna civiltà per le sue caratteristiche di conservazione oppure di essere resa accessibile attraverso le scoperte come nel caso dei risultati delle spedizioni archeologiche. La scrittura sull’argilla e sulla pietra è stata conservata più efficacemente che quella sul papiro.2
Nella prefazione a The Bias of Communication, Innis indica con chiarezza il passaggio fondamentale dall’analisi economica a quella culturale. L’attenzione alla formazione dei monopoli in campo economico si estende a quella del monopolio della conoscenza. In questo modo Innis indica una tendenza fondamentale che si evidenzia sempre più nella storia moderna e contemporanea: la rilevanza dei processi culturali, fondati sullo scambio comunicativo. È uno stacco deciso dal modello tipico della cultura novecentesca che attribuisce alla spiegazione economica e al primato della dimensione materiale la chiave di volta per interpretare il mondo contemporaneo.
Si dà per scontato che la storia non è una tela senza cucitura ma piuttosto una tela di cui l’ordito e la trama sono lo spazio e il tempo intessuti in maniera irregolare i quali producono modelli deformati.3
Questa citazione richiede un commento analitico, rappresentando in estrema sintesi le principali idee e convinzioni scientifiche di Innis. La prima considerazione riguarda il modo con cui viene rappresentata la storia: è evidente la distanza di Innis dal modello storicistico. Siamo lontani da visioni ottimistiche, che legano all’inevitabile affermazione del progresso un movimento predeterminato della storia stessa. Innis, al contrario, ha una visione drammatica e non lineare. La tela, la trama, la rete, come oggi si preferisce dire, sono tutte metafore che fanno riferimento al senso problematico della storia e alla possibilità per lo studioso di fornire più significati agli eventi che conosce sia del passato sia del presente. Le categorie costanti che determinano l’esistenza umana, cioè lo spazio e il tempo, sono «intessuti in maniera irregolare», cioè non possono essere conosciuti una volta per tutte e non offrono un «solo punto di vista». L’irregolarità della trama produce «modelli deformati» e, come afferma Innis in altre occasioni, è assai difficile liberarsi dal condizionamento dei mezzi di comunicazione.
Questa è la base del pensiero critico di Innis: la ricerca di un metodo e di forme di conoscenza scientifica che non siano distorte o inquinate dall’ideologia del tempo. In questo quadro Innis afferma la necessità di estendere la conoscenza economica oltre la sfera stessa delle merci e della produzione e portarla a confrontarsi con la sfera dei rapporti di relazione e scambio. Questi sistemi sono i media, sono i mezzi di comunicazione. L’ultima affermazione, perentoria e quasi sarcastica, trova in queste dinamiche teoriche la sua collocazione: la lettera uccide come la guerra, come una sconvolgente crisi economica o di mercato, e determina l’infelicità degli umani. Ma la lettera indica che il processo di modernizzazione della società europea e nord-americana ha già in sé elementi nuovi, di complessità, che vanno oltre i classici attori (le classi sociali) e le classiche forze (il mercato, la produzione, il consumo). La parola, la cultura, le forme di rappresentazione stanno conquistando una loro autonomia e stanno rivelando, anche per il passato, quanto peso abbiano la penna, la voce, il libro nel destino dei popoli e della civiltà.

1.3. Impero e comunicazioni: un esempio radicale di anti-storia

Nel 1950 Innis pubblica Impero e comunicazioni, rielaborando una serie di lectures tenute a Oxford. È alla fine della carriera accademica e del suo percorso di studioso di economia e di storia economica. Un percorso concentrato sui temi della “staple theory”, ovvero sui condizionamenti della produzione di materie prime sullo sviluppo. Per Innis, però, come abbiamo visto, non sono solo le risorse economiche che condizionano lo sviluppo di una società, ma anche le trasformazioni del sistema politico e dei modelli culturali.
Innis aspira a realizzare una visione unitaria del mondo e della sua storia, orientata a interpretare il presente «selezionandone i fattori significativi». Il tema centrale è il conflitto tra mezzi di comunicazione e istituzioni che controllano la società. Le forme che assume il potere trionfante e le rovine che seguono ai disastri politici e istituzionali sono affrontati secondo un punto di vista totale, che tiene conto della continuità nel tempo storico (la storia lunga dei grandi imperi), ma soprattutto dei salti e degli scarti. L’alternanza dei grandi poteri – politico, religioso, burocratico – si rivela attraverso l’appropriazione o la perdita della tecnologia dominante dell’epoca che è rappresentata di volta in volta dalla scrittura, dal papiro o dalla carta, dalla stampa e così via.
I monopoli della conoscenza si ...

Table of contents

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Colophon
  4. Indice
  5. Premessa
  6. Introduzione
  7. Mente alfabetica – mente digitale: prima parte
  8. Comunicazione e società: seconda parte
  9. Dinamiche e contraddizioni della società digitale: terza parte
  10. Bibliografia generale
  11. Elenco dei codici QR
  12. Note
  13. Crediti
  14. Ultima pagina