Quando mia madre indossò la maglietta di Franz Beckenbauer
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Quando mia madre indossò la maglietta di Franz Beckenbauer

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Quando mia madre indossò la maglietta di Franz Beckenbauer

About this book

Due giugno 1973, otto ragazzini su un albero di limoni aspettano di poter giocare una partita di calcio. Sono trascorsi tre anni dalla "partita del secolo", Italia-Germania, la semifinale del campionato del mondo in Messico. Otto ragazzini, qualcosa in comune, una maglietta bianca e non solo quella. E può succedere che pezzi di mondo si arrampichino insieme a quei ragazzini su quell'albero di limoni. Persino Picasso con i Pink Floyd, Michelangelo e la sua Pietà. Nel '73 successe di tutto, attorno a quell'albero, come il tiro a sorte per chi dovesse tagliare un orecchio al nipote dell'uomo più ricco del mondo. E anche il sesso apparve su quell'albero come un terremoto, mentre uno di loro aspettava di realizzare il suo sogno: stringere la mano al "Kaiser" Franz Beckenbauer. La mano di quel tedesco dolorante durante la "partita del secolo"…quello che teneva la mano sul cuore.

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Information

Riscaldamento

Voci di otto ragazzini su un albero
di limoni. Uno muto però!

«Allora, restiamo così, andiamo a mangiare qualcosa e ci vediamo qui subito dopo! Ma sotto l’albero però! Saliamo sopra solo quando ci siamo tutti, d’accordo?»
«No Franz, io resto qua sopra! Ho un pezzo di pane. A casa sono da solo, mia madre torna stasera. Resto sull’albero, magari riesco pure a prendere quel limone, quello lì su in alto, l’ultimo che è rimasto».
«Ma quale pezzo di pane e quale limone, Toto! Non lo vedi che è troppo in alto e che quel ramo è sottile e non ti regge! Se provi a prendere quel limone cadi di sotto e ti spacchi le corna e proprio oggi te le vuoi spaccare le corna? E dove la troviamo poi un’altra ala sinistra per la partita?
Minchia Toto, ma sempre lo scassaminchia fai? Che ci vuoi fare perdere la partita oggi?»
«Michè a chi lo dici “scassaminchia” io ti scasso il...»
«Ohi, calma voi due! Toto, oggi è festa, perché non vieni a casa mia! Mia madre cucina gnocchi di patate e pure il pepe nero ci mette. Perché non vieni? Ne prepara sempre un quintale di gnocchi».
«Gnocchi? Di patate, fatti da tua madre, col pepe, Franz? No, meglio di no, va’, se no chi la sente quella. Dice che se vado a mangiare a casa degli altri, facciamo la figura dei morti fame, che noi non siamo poveri!»
«E tu non glielo dire a tua madre, no?»
«E voi cosa mangiate oggi?»
«Cicoria di campo, Toto. La trova nonna, lei le riconosce tutte le verdure selvatiche. Bollita con le patate! Se ti piace la cicoria selvatica Toto, è amara ma è buona con le patate pure per il sangue, dice lei, diventa più rosso».
«E tu Berto?»
«Io mangio dai nonni, spaghetti aglio, olio e peperoncino, con la sarda e la mollica. Mi brucia la bocca con il peperoncino, però, dopo nonna mi dà una fetta di pane con sopra zucchero e due gocce di caffè. Miiii come mi piace il pane con lo zucchero e caffè! Ma a nonno non gli piacciono gli ospiti Toto, mi dispiace».
Grazie lo stesso Berto, tanto sono allergico al peperoncino e pure a tuo nonno sono allergico.
«Puoi venire da me. Fagiolini con le patate bollite. Li schiaccio con la forchetta. Con un pizzico di sale e olio non sono male, Toto».
«Fagiolini? Odio i fagiolini...»
«Allora che ne dici di patate fritte con i peperoni, Toto, ma mi devi aiutare a lavare i piatti, dopo, che in due facciamo prima».
«Ma che razza di invito è se dopo devo lavare pure i piatti... e si trattano così gli ospiti, che dopo gli fai lavare pure i piatti? Ma va’ va’!»
«Melanzane ripiene al forno Toto, magari pure la provola filante ci trovi dentro. Prima però recitiamo una preghiera a tavola, tu puoi fare anche finta, ma devi tenere le mani unite, altrimenti il piatto vuoto ti resta».
«Devo pregare per mangiare una melenzana al forno? Come nei film? E che sono un attore...?»
«Ma gli gnocchi Franz, col sugo rosso sono?»
«Certo Toto, con il sugo rosso, e come te li vuoi mangiare? Bianchi gli gnocchi?»
«E ce l’hai il formaggio, il parmigiano dico».
«E che, non ce lo mette il formaggio sugli gnocchi mia madre, Toto? Il pecorino però!»
«E che formaggio è, il pecorino?»
«Di pecora Toto, beeeh. Mai l’hai mangiato?»
«Lucià e tu? Che mangi oggi? Che ti cucina tua nonna? Lucià? Lucià? Minchia sempre muto sei. Che ti cucina tua nonna? Lucià... Lucianoo...»
«Va be’, va’ Toto, scendiamo, andiamo a mangiare ’sti gnocchi che diventano pietre se aspettiamo il fiato di Luciano. Proviamo ’sta discesa, vai avanti tu Pepe, che sei il primo, Turri tu vieni dopo di Toto, tienilo a mente! E non vi scordate la maglia».
«E chi se la scorda, sei scemo».
«Andiamo Toto che ci aspettano, gli gnocchi».
«Ma una cosa ti volevo chiedere».
«E dici Toto!»
«Ma quando gli darai gli auguri, dico, quando glieli dai, glieli dai magari pure da parte mia, al “Kaiser” dico».
«Certo che glieli do, Toto».
«E cosa... e che gli dici?»
«Ehi Franz, quello scassaminchia di Toto ti manda gli auguri, Franz!»
«Che fai mi prendi per il culo?»
«Ma che dici, ancora ci devo pensare Toto, ci devo pensare, come do gli auguri al “Kaiser”, ma glieli do pure da parte tua, promesso.
C’è tempo! Andiamo, Toto, gli gnocchi!»
«Ma senza preghiere però!»
Toto ala sinistra!

Doveva essere un’aquila

Due giugno ’73, un sabato di festa, non me lo scordo. C’era il sole e soprattutto non c’era scuola. Eravamo in sette sotto un albero di limoni, ad aspettare Luciano, l’ottavo. Poi avremmo cominciato a scalarlo, tutti assieme. Tutti e otto con una maglietta bianca uguale con le maniche corte e il collo bordati di nero e un’aquila disegnata sul lato del cuore, o meglio doveva essere un’aquila.
«Minchia Turri ma tu ricamata ce l’hai, l’aquila!»
«L’ha ricamata mia madre, che è brava a ricamare».
«La mia invece sembra un pollo allo spiedo. Mia madre non la sa disegnare l’aquila e neppure ricamare. Che ci posso fare io».
«Va be’ Toto, magari, aveva fame quando l’ha disegnata».
«Ma quale fame e fame, mia madre non ha mai fame e attento a come p...

Table of contents

  1. Cover
  2. Collana
  3. Frontespizio
  4. Colophon
  5. Riscaldamento
  6. L’ultima trasferta
  7. Nota dell’autore