I sinodi in Italia nei ponticati tra Onorio II ed Eugenio III (1124-1153)
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I sinodi in Italia nei ponticati tra Onorio II ed Eugenio III (1124-1153)

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I sinodi in Italia nei ponticati tra Onorio II ed Eugenio III (1124-1153)

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Frutto di una ricerca condotta su testi conciliari e fonti letterarie del tempo, questo libro presenta per la prima volta un quadro completo della vita sinodale in Italia tra i pontificati di Onorio II – primo pontefice a reggere la Chiesa subito dopo il Concordato di Worms e il I Concilio Lateranense – fino al termine del pontificato di Eugenio III, considerato l'ultimo dei "papi riformatori". Dalla conclusione del Concilio Vaticano II, il tema della sinodalità nella Chiesa è diventato oggetto privilegiato di studio e di dibattito da parte di numerosi ricercatori: i concili, infatti, furono da sempre considerati forma preferita di governo collegiale, dove si risolsero questioni a carattere dottrinale e disciplinare, al fine di stabilire regole per la vita ecclesiastica. Se l'attenzione degli storici e dei teologi spesso si è focalizzata sui concili ecumenici, che sicuramente rivestono un ruolo di primo piano per lo sviluppo del dogma e della vita ecclesiale, poco si è scritto sulla restante attività sinodale, sempre presente nella storia della Chiesa. L'autore, nonostante si concentri su un periodo breve, ma particolarmente ricco di avvenimenti, ricostruisce lo svolgimento dei sinodi papali e provinciali tenutisi nella penisola italiana: i temi trattati, le dissidie risolte, le questioni a carattere sociale vengono così alla luce, mostrando come in quegli anni la Chiesa abbia vissuto la "sinodalità". Attraverso il prisma dell'attività sinodale, emerge anche un affresco sulla storia della Chiesa in Italia nel periodo oggetto di studio e un contributo prezioso per comprendere l'ecclesiologia del XII secolo.Filippo Forlani, nato a Ferrara nel 1981, dopo la laurea in economia presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, studia a Roma presso la Pontificia Università della Santa Croce ottenendo la licenza in teologia, specializzazione in storia della Chiesa, e, successivamente, il dottorato di ricerca, in cui approfondisce l'attività sinodale in Italia nel XII secolo. Contestualmente pubblica due articoli sull'esegesi tipologica dei padri della Chiesa, nonché la trascrizione e la ripresentazione in italiano corrente del Codice Lauri, apografo leonardesco del Trattato della pittura (Edizioni LSWR). Attualmente è docente di Storia della Chiesa Medievale e di Agiografia presso la Pontificia Università della Santa Croce.

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Information

Capitolo 1
I Concili durante il pontificato di Onorio II

1.1 L’inizio del Pontificato di Onorio II

l. 208
Con il concordato di Worms del 23 settembre 11221 e la successiva ratifica nel primo Concilio Lateranense2, svoltosi tra il 18 marzo e l’11 aprile 1123, si concludeva la lotta per le investiture che aveva caratterizzato le relazioni tra il papato e l’impero nei precedenti cinquant’anni3. Questi due avvenimenti avevano permesso alla Chiesa di realizzare alcuni degli obiettivi della riforma gregoriana, tra cui quello di garantire alla Chiesa stessa una certa indipendenza dal controllo imperiale sulle nomine dei vescovi4. Di lì a poco, mentre la Chiesa e l’Impero godevano di una situazione di sostanziale pace, sarebbero morti, a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro, i principali protagonisti delle ultime battute della contesa, Papa Callisto II il 13 dicembre 1124 e l’Imperatore Enrico V il 23 maggio 11255.
Alla morte di Callisto si riunirono presso la chiesa di San Pancrazio al Laterano quarantasei dei quarantasette cardinali appartenenti al collegio cardinalizio, unico assente il cardinal Pietro Pierleoni6, impegnato temporaneamente in Francia come legato7. Tra gli elettori spiccavano per i ruoli rivestiti nella curia romana il cardinal Aimerico di Borgogna8, cancelliere della sede apostolica, Lamberto d’Ostia9, Saxo di Santo Stefano10 e Gregorio Papareschi11, tutti e tre legati in Germania per la trattativa del concordato di Worms12, Pietro13 vescovo di Porto Santa Rufina vicario del Papa e Giovanni da Crema14.
L’elezione del nuovo Papa, però, venne turbata all’interno della città di Roma dal riacutizzarsi della lotta tra le due principali famiglie romane, i Pierleoni15 e i Frangipane16, le cui divisioni venivano rispecchiate anche all’interno del collegio cardinalizio. I Pierleoni, infatti, erano sostenuti dai “vecchi gregoriani” capeggiati dal cardinal Pietro Pierleoni, assente nell’elezione del dicembre 1124, ma uno dei pochi presenti nel 1119 per l’elezione di Callisto II17 avvenuta a Cluny, dove il predecessore, Gelasio II, era da poco giunto per fuggire dai disordini presenti nella città eterna causati dai rivali Frangipane18. Questi ultimi, invece, fedeli alleati all’Imperatore Enrico V, stavano spadroneggiando per la città, rendendola ostile ai pontefici, tanto da indurre alla fuga sia Pasquale II nel 111619 sia nel 1119 Gelasio II, il quale, il giorno stesso della sua elezione, venne rinchiuso in una torre da Cencio Frangipane20. Ma come commenta il Gregorovius «nessuna famiglia di nobili si manteneva lunga pezza fedele ad una stessa bandiera; nemici acerbi del Papa si tramutavano in vassalli suoi fervidissimi, e in breve tempo, con altrettanta prestezza, già dimenticavano di esserlo mai stati»21, allo stesso modo i Frangipane accolsero con entusiasmo Callisto II nel 1120 al suo ritorno a Roma dopo i primi accordi con Enrico V22 e dopo poco ottennero dal Papa il comando della masnada pontificia, cioè degli armati provenienti dai patrimonia della Chiesa23. La famiglia Frangipane ebbe così modo di riavvicinarsi alla curia romana in particolare nella persona del cardinal Aimerico, da poco meno di un anno cancelliere della Sede Apostolica e riferimento dei “nuovi gregoriani”, gruppo spiritualmente legato ai Canonici Regolari e ai Cistercensi24.
Le notizie relative all’elezione del 1124 vengono riportate dal Liber pontificalis25 e dalla Vita Honorii II scritta dal cardinal Bosone26; gli autori, però, nonostante la loro contemporaneità ai fatti narrati, presentano la vicenda in modo radicalmente diverso. Secondo il Liber Pontificalis i cardinali per affermare la loro autonomia decisionale rispetto ai poteri locali, scartarono l’ipotesi di eleggere sia Lamberto d’Ostia, candidato dei Frangipane e di Aimerico, sia il cardinal Saxo di Santo Stefano, appartenente alla famiglia dei conti di Anagni e fortemente desiderato dal popolo27, optando invece per Teobaldo della famiglia dei Buccapecora28, cardinale presbitero di Santa Anastasia, che prese il nome di Celestino II29. Dal momento che presiedeva l’elezione il cardinale Gionata dei Santi Cosma e Damiano30, vicino alla famiglia dei Pierleoni, i Frangipane intravidero nell’elezione di Teobaldo una chiara ingerenza da parte dei rivali, pertanto decisero di intervenire con le armi, mentre già si stava cantando il Te Deum e di imporre il loro candidato Lamberto d’Ostia, che prese il nome di Onorio II.
Secondo la narrazione del cardinal Bosone, dopo sette giorni il neo Pont...

Table of contents

  1. Indice
  2. Abbreviazioni
  3. Introduzione
  4. Capitolo 1 I Concili durante il pontificato di Onorio II
  5. Capitolo 2 I Concili durante il pontificato di Innocenzo II prima del sinodo di pisa (1135)
  6. Capitolo 3 I Concili durante il Pontificato di Innocenzo II dopo il sinodo di Pisa (1135)
  7. Capitolo 4 I Concili durante i pontificati di Lucio II ed Eugenio III
  8. Conclusioni
  9. Fonti
  10. Bibliografia