Il diritto come bene giuridico
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Il diritto come bene giuridico

Un'introduzione sulla filosofia del diritto

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Il diritto come bene giuridico

Un'introduzione sulla filosofia del diritto

About this book

Questa introduzione alla filosofia del diritto è sorta dall' esperienza pluriennale nell'insegnamento di questa materia nell'ambito della Facoltà di diritto canonico della Pontificia Università della Santa Croce. Il libro è destinato perciò in primo luogo agli studenti dei corsi di filosofia o teoria del diritto in qualsiasi ambito universitario. Il testo segue una ben determinata idea di fondo: il diritto come bene giuridico. Si tratta di una presentazione del realismo giuridico classico, che si ispira ad Aristotele, i giuristi romani e Tommaso d'Aquino, riproposto nell'epoca contemporanea da diversi autori, tra cui spiccano Michel Villey e Javier Hervada. Per questo motivo il volume può interessare a un pubblico più vasto, anzitutto ai giuristi che vogliano riconsiderare criticamente le basi del loro sapere ed operare, ma anche a coloro che si occupano di filosofia e di teoria del diritto, per conoscere un filone di pensiero che spesso non trova spazio nella letteratura specializzata sul diritto.Carlos José Errázuriz è Professore Ordinario di Filosofia del diritto e di Fondamenti del diritto nella Chiesa presso la Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università della Santa Croce (Roma). Pubblicazioni principali: Le ley meramente penal ante la Filosofía del Derecho (Santiago del Cile: Editorial Jurídica de Chile, 1981), La Teoría Pura del Derecho de Hans Kelsen. Visión crítica (Pamplona: Eunsa, 1986), Il "munus docendi Ecclesiae": diritto e doveri dei fedeli (Milano: Giuffrè, 1991), Il diritto e la giustizia nella Chiesa. Per una Teoria Fondamentale del diritto canonico (Milano: Giuffrè, 2000), Corso fondamentale sul diritto nella Chiesa, 2 vol. (Milano: Giuffrè, 2009-2017). Le sue indagini cercano soprattutto di mettere in evidenza la fecondità della concezione classica del diritto quale oggetto della giustizia.Petar Popovi? è Professore Incaricato presso la Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università della Santa Croce (Roma), dove insegna nei corsi di Filosofia del diritto, Fondamenti del diritto nella Chiesa e Deontologia canonica. Ha pubblicato The Goodness of Rights and the Juridical Domain of the Good: Essays in Thomistic Juridical Realism (Roma: Edusc, 2021) e Natural Law and Thomistic Juridical Realism: Prospects for a Dialogue with Contemporary Legal Theory (Washington, D.C., The Catholic University of America Press, 2022).

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Capitolo II


La tradizione del rea
lismo giuridico classico e il suo oblio: un percorso storico

1. Lo scopo di questo sguardo storico

7. In questo libro non pretendiamo di offrire una storia della filosofia del diritto, esplorando la ricchezza e complessità degli approcci filosofici al diritto lungo i secoli. Per chi sia interessato esistono ampie trattazioni al riguardo ad opera di alcuni filosofi del diritto1. Lo scopo di questo capitolo è molto più circoscritto: seguendo come filo conduttore il concetto di diritto come bene giuridico, intendiamo presentare prima quelle che si possono chiamare le sue radici storiche, secondo quel realismo giuridico che si può denominare classico, e poi mostrare l’oblio molto diffuso in cui questa tradizione di pensiero è caduta lungo la storia. D’altra parte, esplorando quelle radici e quell’oblio non vogliamo limitarci all’opera dei filosofi, ma segnaliamo anche l’influsso che altri fattori, quali la stessa arte e scienza giuridica e la religione, hanno esercitato sulla concezione del diritto.
Si tratta di un breve sguardo che mira a uno scopo preciso: situare storicamente la tesi che adottiamo. Perciò, non è una storia meramente erudita, in cui ogni autore o dottrina viene semplicemente descritto nel modo più fedele possibile. Il nostro approccio è deliberatamente critico, poiché usa una chiave di lettura ben determinata, quella del bene giuridico, cercando la presenza o assenza del concetto e della realtà corrispondenti, non certo dell’espressione bene giuridico2.

2. La tradizione del realismo giuridico classico

2.1. L’antichità greca e romana
2. 1. 1. Premessa
8. Per la filosofia del diritto l’antichità greca e romana è decisiva: perché la Grecia lo è stata per la filosofia (compresa quella giuridica) e perché Roma lo è stata per il diritto. Ciò non comporta nessuna esclusione di altre culture raffinate (ad es. indiana e cinese), ma solo l’intenzione di tener presente il fatto che le suddette sono riuscite a sintonizzarsi in un modo emblematico con queste dimensioni umane: il pensare filosofico e l’arte del diritto. Ciò non significa neppure che tali dimensioni siano assenti in altre culture; e peraltro se ci interessano la cultura greca e romana per la filosofia del diritto è perché hanno colto qualcosa di veramente universale (espresso in un modo culturale, com’è ovvio).
Per la filosofia greca prendiamo in considerazione i due più grandi: Platone (attraverso il quale conosciamo Socrate) ed Aristotele. Fra i tre c’è il rapporto maestro-discepolo, mediante il quale il discepolo ha imparato veramente ad amare la sapienza (filosofia), anche perché la cerca senza rimanere attaccato unicamente alle tesi del maestro.
2. 1. 2. Platone
9. A nostro avviso, nella comprensione del diritto vi è una marcata differenza tra Platone e Aristotele. È vero che, soprattutto nel lungo e famoso dialogo platonico sulla Repubblica, l’argomento centrale verte sulle questioni della giustizia, per cui a prima vista esso sembra molto rilevante per il diritto. Infatti, molte delle prospettive in questo dialogo sono davvero assai importanti sotto il profilo giuridico. Si pensi alla concezione della giustizia come un bene in sé, intrinsecamente superiore all’ingiustizia, nel famoso dialogo di Socrate con il sofista Trasimaco3. In quest’ultimo opera la matrice sofista di un ragionamento antropocentrico soggettivista e di una concezione riduttiva di natura umana la cui essenza viene colta a partire dagli istinti disintegrati dalla razionalità intrinseca dell’insieme della persona. Perciò Trasimaco vedeva il giusto e l’ingiusto come nomi funzionali ai propri interessi e poteri, come se il giusto fosse l’interesse del più forte, e l’ingiusto ciò che si teme di subire. Secondo Socrate, invece, l’ingiustizia mai può costituire realmente un bene. Socrate, il cui ragionamento è probabilmente stato sviluppato dallo stesso Platone, mette in evidenza gli effetti della vera giustizia, che rende sapienti e moralmente superiori. Il rapporto tra giustizia e bene nonché l’esistenza di una verità sulla giustizia4 – ambedue sono contributi originali della riflessione di Platone, di un’importanza enorme – sono certamente aspetti fondamentali per un’adeguata visione del bene giuridico.
Tuttavia, quando Socrate vuole spiegare in positivo perché la giustizia sia un bene, appare con molta chiarezza che egli ha in mente il bene della Città o Stato (polis) e il bene morale del singolo5. In effetti, da una parte, il grande tema della Repubblica è una descrizione della Città ideale, in cui la giustizia consiste in quell’armonia che proviene dal fatto che ogni classe sociale (governanti – che sarebbero i filosofi –, guerrieri, artigiani, ecc.) svolge il proprio compito per il bene di tutti. Questo è un approccio essenzialmente politico, non giuridico. D’altra parte, il bene del singolo, che costituisce anche la sua giustizia, è concepito come un’altra armonia, in modo analogo a quella riferita al bene dello Stato, e cioè come una situazione in cui regna l’ordine tra le facoltà dell’anima, in modo che la facoltà razionale governa le facoltà irascibile e concupiscibile. Questo invece è un approccio essenzialmente morale, nemmeno esso è giuridico.
Di conseguenza, ai fini della nostra ricerca delle radici storiche dell’idea del bene giuridico, riteniamo che in Platone non vi sia una sua trattazione diretta e specifica, nella Repubblica e negli altri dialoghi che vertono su tematiche simili. Infatti, nel dialogo tardivo Le Leggi6 la prospettiva rimane essenzialmente politica: si tratta di trovare in pratica le migliori leggi per il bene della polis (il che ovviamente non toglie che molte leggi riguardino materie giuridiche). Il centro dell’attenzione non è quindi quello della giustizia in senso giuridico, che ha come oggetto il bene appartenente all’altro in quanto qualcuno glielo deve dare o rispettare, ma quello della giustizia del bene comune o la giustizia che consiste nel bene morale del singolo. Questa linea di analisi è comunque interessante per la filosofia del diritto, perché uno degli argomenti giusfilosofici classici è quello dei rapporti tra diritto, politica e morale, e pertanto fra tre specie di giustizia che appaiono intimamente intrecciate nella realtà. Platone coglie, distingue e mette in relazione tra di loro la giustizia morale e la giustizia politica, ma non sviluppa una dottrina sulla giustizia giuridica.
2. 1. 3. Aristotele
10. Il grande contributo di Aristotele a quella che oggi chiamiamo filosofia del diritto consiste precisamente nell’aver messo a fuoco la giustizia specifica dell’ambito del diritto, ovvero quella che possiamo chiamare giustizia giuridica. La sua capacità di osservazione dell’esperienza giuridica, sia di quella legata all’agire delle persone comuni sia di quella dell’ambito giudiziario, lo ha portato a descrivere i tratti essenziali di tale giustizia, e del giusto (tó díkaion) come suo oggetto. Anche se diversi aspetti della sua visione del diritto si possono trovare nella Retorica e nella Politica7, il testo fondamentale sulla giustizia e su c...

Table of contents

  1. Nota preliminare
  2. I. Dalla parola diritto al concetto di bene giuridico: la questione sull'essenza del diritto
  3. II. La tradizione del realismo giuridico classico e il suo oblio: un percorso storico
  4. III. Alcune proposte contemporanee sull’essenza del diritto, con particolare riferimento alla giusfilosofia nell’ambito anglosassone
  5. IV. Presentazione analitica del diritto come bene giuridico
  6. V. Presupposti immediati del diritto come bene giuridico
  7. VI. I beni giuridici fondamentali
  8. VII. Diritto naturale e diritto positivo nella prospettiva del bene giuridico
  9. VIII. Il bene giuridico e la comunità politica
  10. IX. La conoscenza dei beni giuridici
  11. X. I presupposti filosofici del diritto come bene giuridico
  12. Subsidia Canonica