Il consenso politico
eBook - ePub

Il consenso politico

Modelli, funzioni, aspetti cognitivi ed emotivi

  1. English
  2. ePUB (mobile friendly)
  3. Available on iOS & Android
eBook - ePub

Il consenso politico

Modelli, funzioni, aspetti cognitivi ed emotivi

About this book

La comprensione del consenso politico è determinante per delineare l'evoluzione della democrazia, nella consapevolezza che aspetti sociali, psicologici e comunicativi sono in grado di modificare gli equilibri istituzionali e politici, partecipando all'emersione di nuovi modelli di relazione tra popolo e potere.

Frequently asked questions

Yes, you can cancel anytime from the Subscription tab in your account settings on the Perlego website. Your subscription will stay active until the end of your current billing period. Learn how to cancel your subscription.
At the moment all of our mobile-responsive ePub books are available to download via the app. Most of our PDFs are also available to download and we're working on making the final remaining ones downloadable now. Learn more here.
Perlego offers two plans: Essential and Complete
  • Essential is ideal for learners and professionals who enjoy exploring a wide range of subjects. Access the Essential Library with 800,000+ trusted titles and best-sellers across business, personal growth, and the humanities. Includes unlimited reading time and Standard Read Aloud voice.
  • Complete: Perfect for advanced learners and researchers needing full, unrestricted access. Unlock 1.4M+ books across hundreds of subjects, including academic and specialized titles. The Complete Plan also includes advanced features like Premium Read Aloud and Research Assistant.
Both plans are available with monthly, semester, or annual billing cycles.
We are an online textbook subscription service, where you can get access to an entire online library for less than the price of a single book per month. With over 1 million books across 1000+ topics, we’ve got you covered! Learn more here.
Look out for the read-aloud symbol on your next book to see if you can listen to it. The read-aloud tool reads text aloud for you, highlighting the text as it is being read. You can pause it, speed it up and slow it down. Learn more here.
Yes! You can use the Perlego app on both iOS or Android devices to read anytime, anywhere — even offline. Perfect for commutes or when you’re on the go.
Please note we cannot support devices running on iOS 13 and Android 7 or earlier. Learn more about using the app.
Yes, you can access Il consenso politico by Nazzareno Pietroni in PDF and/or ePUB format, as well as other popular books in Politics & International Relations & Politics. We have over one million books available in our catalogue for you to explore.

1. Evoluzione del consenso politico

L’interazione tra individui interessati a beni ideali o materiali può essere improntata alla cooperazione o al conflitto. Gli esseri umani, fin dagli albori della storia, si strutturano in gruppi funzionali alla cooperazione difensiva, produttiva e riproduttiva, garantita da un primitivo consenso sociale, basato essenzialmente sui rapporti di forza attivi e passivi: i primi destinati a imporre il consenso dei più forti e con esso l’ordine sociale su base gerarchica esteriorizzata o implicita, utile a incrementare le possibilità di sopravvivenza e riproduzione; i secondi tesi a convogliare il consenso sociale sui soggetti apicali della comunità, in modo da incardinare su di loro le competenze decisorie e divinatorie.
Con lo sviluppo socioeconomico e culturale si formano società arcaiche organizzate, che si strutturano sul modello up-down, basato sul controllo della comunità da parte dei soggetti posti al vertice religioso, militare o sociale. Il potere riposa sulla forza ma cerca e ottiene legittimazione sociale e politica dall’accreditamento di una natura “divina” o “reale” della sua posizione, facendo leva sulla coerente cultura popolare. Nel contempo, pur a fronte di una legittimazione “alta” del potere, emerge una crescente esigenza di legittimazione “bassa”, cioè di consenso sociale a supporto dell’organizzazione della comunità, quale garanzia di stabilità sociale, di contenimento delle pulsioni conflittuali, di collaborazione economica, di conferma del credo mistico/religioso, di coesione contro possibili nemici.
A seguito dell’ulteriore sviluppo socioeconomico i centri di “potere sociale” si moltiplicano e questo, pur in costanza di una legittimazione “superiore” del potere, provoca un progressivo indebolimento del principio di autorità civile, militare e religiosa, a favore del principio di partecipazione popolare. Il processo accelera con la nascita delle polis, aggregazioni territoriali che creano nuovi contesti sociali, non più idonei (per dimensione e diversificazione delle funzioni economiche e politiche) a essere controllati esclusivamente a mezzo della forza e del messaggio religioso.
Diventa quindi essenziale garantirsi il consenso del popolo e delle sue componenti, quali nuovi soggetti della relazione sociale, non più tendenzialmente passivi rispetto al potere civile, militare e religioso, bensì attivi nel legittimare la gestione della cosa pubblica, attraverso l’accettazione della classe dirigente e delle sue scelte ovvero, con l’evoluzione dei modelli democratici, a mezzo dell’espressione del consenso popolare. Di fronte alla necessità di acquisire e mantenere il consenso del popolo e delle sue articolazioni, i diversi regimi dell’antichità utilizzano gli strumenti della forza, dell’economia, delle fede, del clientelismo e della comunicazione.
L’esercizio della forza contribuisce a contenere le spinte disgregatrici e conflittuali interne alla società, consolidando organizzazioni militari funzionali allo scopo e utili a contrastare aggressioni esterne o supportare espansioni politiche, religiose e territoriali. Il consenso sociale e politico opera in termini down-up mediante la legittimazione e il consolidamento dei rapporti di forza, e in termini up-down venendo implementato dall’esercizio della forza, in forme violente o silenti (la disponibilità di mezzi militari assicura stabilità sociale e amplia la sfera del consenso per ragioni di sicurezza e interesse, anche a prescindere dall’effettivo uso della forza). Il consenso verso la forza diventa il primo abbozzo del futuro rapporto tra popolo, potere e territorio, cioè del moderno concetto di sovranità.
La gestione del potere economico partecipa alla stabilizzazione delle relazioni sociali sulla base di interessi materiali, attivando un processo di progressiva espansione e diversificazione dei soggetti economici, che corrobora la trasformazione democratica delle società. La sfera consensuale della dinamica sociale si espande agli scambi commerciali e diventa elemento portante dell’economia, inserendo elementi consensuali nella cultura delle popolazioni, idonei a produrre effetti politici nel tempo. Il potere gestisce i fattori economici anche in funzione dell’acquisizione e del mantenimento del consenso politico dei singoli e dei gruppi ma, all’interno di relazioni e scambi di beni materiali, resta condizionato dal consenso degli operatori economici e corporativi, che acquista spazio progressivamente maggiore, fino a giungere al limite dell’ambito politico.
La fede si pone di norma a sostegno del potere politico e supporta l’identità culturale e la coesione sociale, consolidando le classi dirigenti. Le Chiese diffondono messaggi aventi implicito o esplicito rilievo civile, come tali idonei a intermediare il consenso sociale e politico, in particolare attraverso l’accreditamento di convinzioni sulle connessioni divine dei vertici del potere politico o la diffusione di insegnamenti funzionali a evitare ribellioni e consolidare lo statu quo. La funzione politicamente conservatrice del messaggio religioso accompagna il corso della civiltà, svolgendo un ruolo primario nella formazione del consenso politico. Si delineano i primi tratti del consenso politico identitario su base religiosa, prodromici nei secoli di conflitti anche violenti e antesignani del consenso identitario in generale, determinante sulla scena politica della modernità.
Il crescente ruolo dello Stato, connesso all’espansione socioeconomica di territori politicamente organizzati, pone nelle mani delle élite pubbliche risorse economiche, prebende e incarichi aventi intrinseco potenziale consensuale, quali fattori di scambio politico con singoli e gruppi. Il clientelismo produce cointeressenze tra persone, comunità e categorie sociali, creando una rete di interesse utilitaristico intorno al potere. Si gettano le basi dello scambio tra beni pubblici e consenso individuale e collettivo, che accompagna la vicenda politica fino all’attualità.
La concentrazione delle comunità in città funzionali al trasferimento di informazioni e opinioni crea i presupposti per l’affermazione della comunicazione politica come strumento di conquista e difesa del potere. La diffusione del pensiero presso i singoli e le comunità diviene uno strumento centrale dell’azione politica, in quanto idoneo a creare consenso e quindi a spostare gruppi o masse di persone verso obiettivi politicamente rilevanti. Si delinea da subito l’importanza dell’acquisizione del consenso politico attraverso l’interazione dialettica, sull’incerto confine tra informazione, comunicazione e manipolazione.
Nel tempo l’evoluzione socioeconomica sposta i rapporti tra i diversi fattori di controllo/gestione del consenso, accentuando ancora di più il ruolo della comunicazione, in quanto l’impossibilità di controllare militarmente città e Stati sempre più grandi, la crescente complessità socioeconomica delle polis e l’interazione tra diverse religioni prodotta dai contatti tra varie popolazioni, richiedono strumenti aggiornati di gestione del potere politico.
Il potere, chiamato a confrontarsi con un consenso popolare che acquista progressiva consapevolezza e avanza una domanda di partecipazione alla cosa pubblica, ricorre sempre di più alla comunicazione politica. Strumenti della ricerca del consenso diventano la retorica, l’eloquenza e la dialettica, intese come mezzi di rappresentazione e diffusione di messaggi verbali e scritti utili a persuadere o motivare i cittadini rispetto a un discorso politico.
Emerge l’importanza della cultura popolare, quale terreno sul quale si innestano i concetti elaborati dalla comunicazione politica, e con essa la sensibilità degli oratori verso la complessità dell’animo umano, nella sua dimensione individuale e collettiva. L’eloquio politico attinge all’elaborazione filosofica per cercare di capire come funziona la mente e indirizzarla verso le idee sostenute, carpendone il consenso.
I grandi oratori, da Demostene a Cicerone, diventano soggetti politici, partecipando in prima persona alle vicende pubbliche e influenzando significativamente le decisioni della polis e dello Stato. I filosofi, da Aristotele a Platone, si interessano della gestione della cosa pubblica e scrivono trattati sui modelli migliori per amministrarla. Nascono le scuole di retorica ed eloquenza, nelle quali si insegna a elaborare ed esprimere i concetti in modo da convincere le persone a condividere un particolare assunto, gettando le fondamenta della comunicazione politica moderna.
Lo sviluppo delle componenti democratiche delle comunità politiche porta all’organizzazione di sistemi di acquisizione formale del consenso politico, attraverso diverse modalità di espressione del voto su candidati a cariche pubbliche. Nascono le campagne elettorali, nelle quali gli aspiranti a funzioni pubbliche si presentano al popolo per chiedere il voto, promettendo di operare per il bene comune o assicurando favori a singoli e gruppi. La gestione della campagna elettorale è complessa e articolata, ma una componente essenziale riguarda la comunicazione politica: discorsi nelle piazze, scritte sui muri, discussioni in cenacoli ristretti, gesti pubblici, promesse di ogni tipo.
Nella Roma antica le cariche pubbliche più importanti, compresa quella di console, sono elettive, sulla base di candidature ufficiali, e il consenso elettorale viene ricercato presso una vasta schiera di soggetti sociali, singoli e corporativi, sulla base di programmi operativi e scambi di cointeressenze attese, alimentando una vasta rete clientelare. Le forme di comunicazione politica più utilizzate sono i Programmata, cioè le scritte o affissioni murali a favore di un candidato, e i discorsi pubblici in occasioni ufficiali o in eventi organizzati allo scopo, tenuti dal candidato ma soprattutto da oratori a lui favorevoli[1].
Il consenso politico conquista il centro della scena e non lo lascia per secoli, fino a quando la crisi seguita al crollo dell’Impero romano apre la strada a una fase di turbolenza, segnata dalla regressione culturale e socioeconomica della civiltà[2]. Nei “secoli bui”[3] l’organizzazione sociale si conforma a strutture semplificate basate sul principio di autorità, nelle quali il consenso popolare ha un posto marginale nel sistema politico-militare-religioso, essenzialmente connesso ai rapporti tra i maggiorenti della società.
Il basso Medioevo segna il ritorno del consenso sulla scena politica, in concomitanza con il consolidamento della rete feudale e le prime crociate, coinvolgendo essenzialmente i rapporti tra potere centrale e potere locale (la Magna Carta Libertatum del 1215 viene redatta dall’Arcivescovo di Canterbury per mediare i conflitti tra la Corona inglese e un gruppo di nobili, attestando una serie di diritti civili sulla base di un consenso bilaterale; le Crociate indette dal 1100 necessitano di un’estesa rete di consenso politico-religioso e popolare per riuscire a essere organizzate)[4].
Il feudalesimo, in particolare, si fonda su rapporti tra signore e vassallo basati in larga parte sul consenso, sia di natura contrattuale (inerente alle relazioni economiche che gravitano intorno al feudo) che di matrice politica (mediante il coinvolgimento dei feudatari nelle maggiori decisioni del territorio e in particolare nelle istituzioni rappresentative[5]). Si instaura così un modello di consenso ristretto a una quota limitata della popolazione, ma che comunque introduce elementi di modernità nelle relazioni politiche del tempo.
Del pari si assiste a un’evoluzione del ruolo del consenso nelle città del Medioevo, che si caratterizzano per la copresenza di istanze monocratiche/oligarchiche e di sedi assembleari, che riuniscono (una parte dei) cittadini in funzione dell’elaborazione di un consenso condiviso. Così come si assiste al rafforzamento del ruolo del consenso popolare attraverso il riconoscimento giuridico delle consuetudini e degli usi civici, cioè di regole condivise e accettate dal popolo e non già di regole stabilite dal potere del re o del principe. E questo avviene in un contesto culturale medievale permeato dalla ricerca della buona gestione della cosa pubblica attraverso l’accordo tra i soggetti sociali, cioè mediante la costante ricerca d...

Table of contents

  1. Cover
  2. Sinossi
  3. Frontespizio
  4. Colophon
  5. Introduzione
  6. 1. Evoluzione del consenso politico
  7. 2. Fondamenti e modelli del consenso politico
  8. 3. Il posizionamento politico
  9. 4. Le ideologie settoriali
  10. 5. I condizionamenti cognitivi
  11. 6. I condizionamenti comunicativi
  12. 7. L’identità sociale
  13. 8. La leadership
  14. 9. Natura e funzioni delle emozioni politiche
  15. 10. La paura
  16. 11. La rabbia
  17. 12. L’odio
  18. 13. L’invidia sociale
  19. 14. Empatia e compassione
  20. 15. La comunicazione politica
  21. 16. Lo spazio politico
  22. 17. La videopolitica
  23. 18. Il marketing politico
  24. 19. Il consenso social
  25. Conclusioni
  26. Bibliografia