GIORNATA II
Come accadrà al principio di tutte le giornate successive, anche l’Introduzione della seconda giornata inizia con una topica descrizione dell’alba: la serenità della villa, la dolcezza del clima e l’armonia che caratterizza i luoghi circostanti conferiscono alle attività della brigata un tono di compostezza e decoro. Dopo lo svolgimento delle attività quotidiane, i giovani si riuniscono intorno alla regina Filomena, di cui è sottolineata la bellezza (§ 4), e cominciano il novellare, in cui si alternano Neifile, Filostrato, Pampinea, Lauretta, Fiammetta, Emilia, Panfilo, Elissa, la regina e infine Dioneo. La routine è ripresa nella Conclusione, dove la corona passa a Neifile, la quale però propone un’interruzione dell’attività narrativa per l’indomani, venerdì, giorno in cui si digiuna in memoria della Passione di Cristo, e per il sabato subito successivo, che le donne destineranno alla cura di sé. La proposta di Neifile è coerente col progetto complessivo della brigata, che è quello di ristabilire le forme della corretta convivenza umana, in cui rientra il rispetto delle ritualità collettive e l’igiene personale. Dopo aver fissato il tema della terza giornata, che dunque cadrà di domenica, Pampinea canta, accompagnata da Emilia alla carola, una ballata dedicata al sentimento d’amore soddisfatto.
Al di là della generica aderenza al tema – rispettato anche da Dioneo, che pure gode della massima libertà tematica –, le novelle della giornata appaiono raggrupparsi in sottogruppi di diversa entità, spesso in parte sovrapposti per l’iscrivibilità di taluni racconti in più insiemi. Si nota, innanzitutto, che tutte le novelle sono accomunate dall’ulteriore tema del viaggio, meccanismo peraltro consueto dello scatenamento narrativo in tutta la letteratura. Il viaggio si può però distinguere a seconda che si tratti di un’impresa liberamente perseguita (sebbene ne conseguano disavventure indesiderate), ed è il caso di 1, 2, 4 e 5; di una necessità per sottrarsi a un pericolo o a una difficoltà, come in 3, 6, 8, 9; o infine di un movimento indesiderato (nonostante l’esito positivo), come accade in 7 e 10. Un ulteriore sottogruppo è costituito dalle novelle in cui il viaggio è intrapreso per ragioni economiche (perché spinti ad arricchirsi o perché costretti ad abbandonare una condizione favorevole), il che accade in tutte le novelle del primo gruppo, cui si aggiunge la 3, e in parte anche la 9 (il viaggio del marito della protagonista, da cui prende vita il racconto, è intrapreso per ragioni di affari, così come il successivo viaggio dell’antagonista Ambruogiuolo).
Un’altra possibile forma di raggruppamento è fornita dal tema d’amore, trattato assai di frequente in questa giornata, se è vero che estranee alla dimensione amorosa sono soltanto le novelle 1 e 4. Le altre sono a loro volta raggruppabili a seconda che il tema sia trattato in senso sentimentale (di solito in prospettiva matrimoniale), come 6, 8 e 9 (la quale dovrebbe dirsi, utilizzando una formula escogitata per il cinema hollywoodiano, novella “del rimatrimonio”: cfr. Cavell 1981), o in senso sensuale o erotico, come le 2, 3, 5, 7, 10. Non mancano incroci, giacché la dimensione fiabesca di 3 (del cui protagonista s’innamora una principessa travestita da abate) si conclude col matrimonio, e la 7 si apre col viaggio di una donna verso il promesso sposo, raggiunto però solo dopo quattro anni. Se all’amore è dedicata anche la ballata conclusiva, c’è da osservare che i due principali sottogruppi che abbiamo individuato, con il viaggio e l’amore, sono esplicitamente connessi nella espressione «dubbiosi paesi d’amore» (§ 2, 3), attraverso i quali si viaggia per lo più con gravi patimenti e straordinarie sorprese (a questo riguardo, cfr. anche Zatti 2004).
Il tema amoroso introduce a un altro aspetto caratteristico di questa giornata: la giovane età dei personaggi (che può comportare, come in 10, il contrasto con gli anziani) e, soprattutto, il protagonismo femminile, il quale può essere a sua volta improntato alla passività (Beritola in 6, Alatiel in 7) o all’attività (la vedova in 2, la principessa in 3, madama Fiordaliso in 5, la reattiva Violante figlia di Gualtieri in 8, Zinevra in 9 e Bartolomea in 10). Va detto che questo protagonismo è per lo più risolto in performance linguistiche, in discorsi, anche lunghi, o comunque in difese argomentate dei propri modi di essere e dei propri progetti. Anzi, la stessa passività di Alatiel si rovescia in conclusione nel suo opposto, facendo di lei una figura esemplare, sia della giornata sia della complessiva prospettiva di senso realizzata nell’opera.
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