Un artista del mondo fluttuante
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Un artista del mondo fluttuante

Kazuo Ishiguro, Laura Lovisetti Fuà

  1. 216 pages
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Un artista del mondo fluttuante

Kazuo Ishiguro, Laura Lovisetti Fuà

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I quadri dell'anziano pittore Masuji Ono «per il momento sono riposti altrove». Il Giappone ha perso la guerra e chi ne ha appoggiato ed esaltato, come Ono, la politica imperialista e fascista, è stato messo in disparte. L'eufemismo della rimozione è soltanto un esempio delle ambiguità generate dai toni cerimoniosi e pacati di Ono, narratore delle vicende di questo romanzo. Si rende conto il già famoso pittore del marchio d'infamia che grava sul suo passato, o l'ha rimosso, come il mondo dell'arte ha rimosso le sue tele gonfie di retorica? Non è dato al lettore di saperlo con certezza, nemmeno quando Ono dichiara pubblicamente il suo pentimento. L'estrema bravura di Ishiguro sta proprio nell'invenzione di una voce che blandisce e ipotizza.

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Information

Publisher
EINAUDI
Year
2017
ISBN
9788858427583

Ottobre 1948

Se in un giorno di sole ti arrampichi per il ripido sentiero che porta dal piccolo ponte di legno fino a quello che qui intorno si suole chiamare il «Ponte dell’Esitazione», non dovrai camminare molto prima che fra le cime di due alberi di ginko ti appaia il tetto della mia casa. Anche se non occupasse una posizione cosí dominante sulla collina, la casa emergerebbe ugualmente su tutte quelle vicine, sicché, quando tu sali il sentiero, ti troverai a domandarti quale uomo ricco la possieda.
Eppure io non sono, né sono mai stato, un uomo ricco. Forse ti darai ragione dell’aspetto imponente della casa se ti dico che fu costruita dal mio predecessore, e che questi altri non era che Akira Sugimura. Naturalmente, può darsi che tu sia nuovo della città, e in tal caso il nome di Akira Sugimura non può esserti familiare. Ma parlane con chiunque sia vissuto qui prima della guerra, e verrai a sapere che, piú o meno per trent’anni, Sugimura fu senza dubbio uno degli uomini piú rispettati e piú influenti della città.
Se ti dico questo, quando arriverai in cima alla collina e ti fermerai a guardare il bel cancello di cedro, l’ampio spazio chiuso dal muro del giardino, il tetto con le tegole eleganti e il cornicione leggiadramente scolpito che punta sul panorama, potrai a buon diritto domandarti come io abbia potuto acquistare questa proprietà, se, come sostengo, sono un uomo di mezzi modesti. La verità è che io comperai la casa per una somma simbolica: una cifra che probabilmente, a quei tempi, non corrispondeva neppure alla metà del suo vero valore. L’acquisto fu possibile per una singolare – si potrebbe dire assurda – procedura imposta dalla famiglia Sugimura nel corso della vendita.
Si tratta ormai di un fatto di una quindicina d’anni fa. Allora, poiché le mie condizioni sembravano migliorare ogni mese, mia moglie aveva cominciato a insistere perché cercassi una casa nuova. Con la sua solita preveggenza, aveva sostenuto l’importanza per noi di avere una casa conforme al nostro stato: non per vanità, ma in previsione del matrimonio delle nostre figlie. Capivo che aveva ragione, ma, poiché Setsuko, la nostra primogenita, aveva allora soltanto quattordici o quindici anni, non mi occupai della faccenda con urgenza. Nondimeno, per circa un anno, quando venivo a sapere che c’era in vendita una casa conveniente, mi ricordavo d’informarmi. Fu uno dei miei allievi a segnalarmi per primo che la casa di Akira Sugimura, un anno dopo la sua morte, era in vendita. Che io potessi acquistare una casa simile era assurdo, e io attribuii la segnalazione al rispetto esagerato che gli allievi avevano sempre per me. Ma assunsi egualmente informazioni, ed ebbi una risposta inaspettata.
Un pomeriggio ricevetti la visita di due signore altere, grige di capelli, che risultarono essere le figlie di Akira Sugimura. Quando espressi la mia sorpresa nel ricevere un’attenzione cosí singolare da parte di una famiglia tanto distinta, la maggiore delle sorelle mi disse freddamente che la loro visita non era dovuta a semplice cortesia. Nei mesi precedenti, la casa del loro defunto padre era stata oggetto di numerose richieste, ma alla fine la famiglia aveva deciso di respingere tutte le offerte a eccezione di quattro. I quattro aspiranti erano stati scelti con cura da membri della famiglia soltanto in base alla buona reputazione e ai risultati conseguiti nella loro attività.
– È per noi di primaria importanza, – proseguí, – che la casa costruita da nostro padre passi nelle mani di una persona che egli avrebbe approvato e considerato degna. Naturalmente, le condizioni economiche ci costringono a tener conto dell’aspetto finanziario, ma questo è assolutamente secondario. Perciò abbiamo stabilito un prezzo.
A questo punto, la sorella minore, che non aveva quasi detto una parola, mi presentò una busta, e ambedue mi osservarono con occhi severi mentre l’aprivo. Dentro, v’era un unico foglio di carta, sul quale figurava soltanto un numero scritto elegantemente con un pennello. Stavo per esprimere il mio stupore per l’esiguità del prezzo, ma dai visi che avevo davanti capii che un’ulteriore discussione di carattere finanziario sarebbe stata giudicata di cattivo gusto. La sorella maggiore disse semplicemente: – Non è nell’interesse di nessuno di voi offrire l’uno piú dell’altro. A noi non importa ricevere nulla piú del prezzo stabilito. Quello che ci proponiamo da questo momento è indire un’asta di prestigio.
Erano venute di persona, spiegò, per chiedere formalmente, a nome della famiglia Sugimura, che io mi assoggettassi – naturalmente insieme agli altri tre aspiranti – a un’inchiesta piú approfondita sul mio stato, sulla mia famiglia, sulle mie credenziali. Avrebbero cosí potuto scegliere l’acquirente idoneo.
Era una procedura strana, ma non trovai nulla da obiettare; dopo tutto, era come essere coinvolto in una trattativa matrimoniale. In realtà, mi sentivo lusingato che quella famiglia vecchia e mal ridotta mi considerasse un candidato meritevole. Quando diedi il mio assenso all’inchiesta ed espressi loro la mia gratitudine, la sorella minore si rivolse a me per la prima volta e disse: – Nostro padre era un uomo colto, signor Ono. Aveva un grande rispetto per gli artisti. Certamente, conosceva la sua opera.
Nei giorni che seguirono, feci per parte mia alcune inchieste, e scoprii quanto fossero vere le parole della sorella minore. Akira Sugimura, in effetti, era stato un appassionato d’arte e in numerose occasioni aveva sovvenzionato delle mostre. Mi vennero all’orecchio anche notizie interessanti: una parte notevole della famiglia Sugimura, a quanto pareva, si era mostrata decisamente contraria alla vendita della casa, e c’erano state aspre discussioni. Alla fine, le necessità economiche avevano reso inevitabile la vendita, e le strane procedure nella transazione costituivano il compromesso raggiunto con i membri della famiglia che non avrebbero voluto che la casa fosse alienata. Non si poteva negare che vi fosse una certa arroganza in queste disposizioni; ma, per parte mia, ero disposto a capire i sentimenti di una famiglia con un passato cosí famoso. Mia moglie, al contrario, non accettò favorevolmente l’idea di un’indagine.
– Chi credono d’essere? – protestò. – Dovremmo dirgli che non vogliamo avere piú niente a che fare con loro.
– Ma che male c’è? – osservai. – Non abbiamo nulla che non vorremmo che essi scoprissero. È vero, io non ho alle mie spalle una solida ricchezza, ma non c’è dubbio che i Sugimura lo sanno già, eppure ci considerano candidati validi. Lascia che s’informino, faranno soltanto scoperte che saranno a nostro vantaggio –. E mi feci un dovere di aggiungere: – Comunque, non fanno niente di piú di quello che farebbero se stessimo trattando con loro un matrimonio. Dovremo abituarci a queste cose.
Inoltre, c’era molto da ammirare nell’idea di «un’asta di prestigio», come la chiamava la figlia maggiore. C’è da meravigliarsi che le faccende non vengano piú spesso sistemate in questo modo. Quanto è piú stimabile una competizione nella quale siano addotte come prove il comportamento morale e le azioni compiute anziché la grandezza della borsa. Ricordo ancora la profonda soddisfazione provata quando seppi che i Sugimura – dopo accuratissime investigazioni – mi avevano giudicato l’acquirente piú degno della casa che tanto valutavano. E indubbiamente la casa merita che per essa si sia sofferta qualche noia; nonostante l’esterno imponente e maestoso, all’interno è una dimora di legni morbidi, naturali, scelti per la bellezza delle venature, e tutti noi che l’abbiamo abitata abbiamo finito per trovare che è quanto mai atta a indurre alla distensione e alla calma.
Ciò nonostante, l’arroganza dei Sugimura si manifestò in ogni modo durante le trattative, e alcuni membri della famiglia non fecero alcuno sforzo per nascondere la loro ostilità verso di noi: un acquirente meno comprensivo avrebbe potuto offendersene e rinunciare all’affare. Anche in anni piú recenti mi capitò talvolta d’incontrare qualche membro della famiglia che, anziché scambiare le solite parole di cortesia, si fermava in strada per interrogarmi sullo stato della casa e sulle modifiche che vi avevo apportato.
In seguito, non ebbi quasi piú notizie dei Sugimura. Ma, poco dopo la capitolazione, ricevetti la visita della minore delle due sorelle che mi avevano avvicinato al tempo della vendita. Gli anni della guerra l’avevano trasformata in una vecchia magra e sofferente. Secondo i modi caratteristici della famiglia, si sforzava ben poco di nascondere che, assai piú della sorte dei suoi abitanti, l’interessava quello che, durante la guerra, era avvenuto della casa. Si limitò alla piú asciutta manifestazione di cordoglio quando seppe di mia moglie e di Kenji, prima d’imbarcarsi in una serie di domande sui danni provocati dalla bomba. Sulle prime ciò mi irritò nei suoi confronti; ma poi cominciai a notare che i suoi occhi vagavano involontariamente intorno alla stanza, e che talvolta la donna si fermava di colpo nel mezzo di una delle sue frasi controllate e formali, e mi resi conto che ondate di emozione la sconvolgevano nel ritrovarsi fra quelle pareti. Poi, quando intuii che la maggior parte dei membri della sua famiglia dovevano essere morti dopo la vendita, cominciai a sentire pietà per lei e le offrii di farle visitare la casa.
La dimora aveva avuto la sua parte di danni dalla guerra. Akira Sugimura aveva costruito a oriente dell’edificio un’ala, composta da tre ampie stanze, collegata al corpo principale da un lungo corridoio che fiancheggiava un lato del giardino. Il corridoio era di una lunghezza veramente anormale e alcuni avevano persino avanzato l’ipotesi che Sugimura l’avesse costruito – insieme all’ala orientale – per i parenti che voleva tenere a debita distanza. Il corridoio, comunque, era una delle caratteristiche piú affascinanti della casa; nel pomeriggio, vi si incrociavano, per tutta la sua lunghezza, le luci e le ombre del fogliame esterno, sicché si aveva l’impressione di camminare sotto un pergolato. I danni della bomba erano stati particolarmente gravi in questa parte della casa, e, mentre li esaminavamo dal giardino, mi accorsi che la signorina Sugimura era sul punto di scoppiare in lacrime. Ormai si era spento in me tutto il senso d’irritazione che avevo provato prima per la vecchia donna e feci del mio meglio per rassicurarla che il danno sarebbe stato riparato al piú presto, e la casa sarebbe tornata a essere tale quale l’aveva costruita suo padre.
Non supponevo, mentre formulavo la promessa, che sarebbe stato tanto difficile rifornirsi del materiale necessario. Per molto tempo dopo la capitolazione, si doveva aspettare una settimana prima di avere un particolare pezzo di legno o un certo quantitativo di chiodi. Il lavoro che potevo fare in condizioni simili doveva essere tutto concentrato sul corpo principale della casa – che era ben lungi dall’essere rimasto indenne – e le opere di restauro nel corridoio del giardino e sull’ala orientale erano procedute lentamente. Ho fatto tutto il possibile per prevenire seri deterioramenti, ma siamo ancora ben lontani dal poter riaprire quella parte della casa. Per di piú, ora che siamo rimasti soltanto Noriko e io, ci sembra meno urgente ampliare lo spazio in cui vivere.
Oggi, se ti portassi sul retro della casa, e rimuovessi la pesante parete scorrevole per farti dare un’occhiata a ciò che rimane del corridoio sul giardino di Sugimura, potresti avere ancora un’idea di quanto fosse pittoresco una volta. Ma, certo, noteresti anche le ragnatele e ne dedurresti che io non sono stato capace di tenerle lontane; e vedresti anche gli ampi squarci nel soffitto, riparati dal cielo soltanto da fogli di tela cerata. Talvolta, di primo mattino, ho rimosso quella parete per vedere la luce del sole entrare attraverso l’incerata in raggi colorati, mettendo in evidenza nuvole di polvere sospese in aria come se il soffitto fosse crollato proprio in quel momento.
Oltre al corridoio e all’ala orientale, i danni piú seri erano toccati alla veranda. Ai miei familiari, e in particolare alle mie due figlie, era sempre piaciuto molto stare seduti lí, chiacchierando e guardando il giardino; perciò, quando Setsuko, la mia figlia sposata, venne per la prima volta a trovarci dopo la capitolazione, non mi stupii di vedere quanto la rattristasse il suo stato. Da allora ho riparato la maggior parte dei danni, ma, a un’estremità, la veranda era ancora pericolante e schiacciata là dove la violenza dell’esplosione aveva sconvolto l’assito. Anche il tetto della veranda aveva sofferto e, quando pioveva, dovevamo ancora mettere sul pavimento dei recipienti per raccogliere l’acqua che gocciolava dall’alto.
In quest’ultimo anno, tuttavia, ho potuto compiere un certo numero di riparazioni e, quando Setsuko tornò a farci visita il mese scorso, la veranda era piú o meno completamente restaurata. Noriko aveva sottratto un po’ di tempo al lavoro per la visita della sorella; cosí, perdurando la buona stagione, le mie due figlie...

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Ishiguro, Kazuo. (2017) 2017. Un Artista Del Mondo Fluttuante. [Edition unavailable]. EINAUDI. https://www.perlego.com/book/3424660/un-artista-del-mondo-fluttuante-pdf.

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Ishiguro, K. (2017) Un artista del mondo fluttuante. [edition unavailable]. EINAUDI. Available at: https://www.perlego.com/book/3424660/un-artista-del-mondo-fluttuante-pdf (Accessed: 15 October 2022).

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Ishiguro, Kazuo. Un Artista Del Mondo Fluttuante. [edition unavailable]. EINAUDI, 2017. Web. 15 Oct. 2022.